Carteggi con varie persone
Elenchiamo i corrispondenti:
- Angelo Solerti (critico letterario)
- Elisabetta Albrizzi (amica)
- Giovanni Pascoli (poeta)
- Sigmund Münz (giornalista tedesco)
- Giovanni Spano (canonico sardo)
- Juliette Adam (scrittrice francese)
- Adele Daffry (nobildonna)
- Don Giuseppe Boggio (Prevosto di Villa Castelnuovo)
- Antonio Gallenca (Giornalista)
- Fratello Michelangelo
- Parenti vari
Corrispondenza Costantino Nigra - Angelo Solerti (critico letterario)
1894
Angelo Solerti (Savona 1865 - Massa Carrara 1907) è stato un critico letterario e bibliotecario italiano. Angelo Solerti studiò all'Università di Torino, dove fu allievo di Rodolfo Renier. Dopo la laurea fu professore d'italiano nei licei, prima che i suoi problemi di salute non lo costringessero a rinunciare alla carriera di docente. Così, dopo un breve periodo alla Biblioteca Marciana, fu nominato Provveditore agli studi, dapprima nel 1900, per la provincia dell'Aquila. Ma il clima dell'Aquila si rivelò poco salutare per lo storico savonese , e quindi, dal 1902, si trasferì col medesimo incarico a Massa, città in cui visse i suoi ultimi anni con la famiglia. Sua moglie era Lina Saggini, con cui aveva contratto matrimonio il 24 aprile 1889. La Civica Biblioteca "Angelo Mai" di Bergamo conserva la Raccolta Angelo Solerti costituita da numerosi manoscritti, appunti, studi e bibliografie di carattere letterario, in particolare di lavori tassiani; voluminosa è la corrispondenza che offre un interessante spaccato della vita letteraria degli ultimi decenni dell'Ottocento e dei primi anni del Novecento.
Corrispondenza Angelo Solerti
La parte più consistente della corrispondenza è collocata in "Raccolta. Corrispondenti” n. 715 divisi in 24 faldoni contenenti complessivamente n. 105 fascicoli" (MMB 271-273, 274-294). Si tratta di 8.436 lettere del periodo 1880-1906. Tra i corrispondenti ricordiamo Giosuè Carducci (23 lettere), Benedetto Croce (29), Alessandro D'Ancona (112), Pierre de Nolhac (240), Rodolfo Renier (354), Michele Barbi, Costantino Nigra (5) all'indirizzo NMB 285/1, Giovanni Pascoli (10), Arturo Graf (56), Charles Pollack (122), Giuseppe Mazzatinti (112). La corrispondenza col Nigra comprende 5 lettere del 1894, quando Nigra era Ambasciatore a Vienna, ed il Solerti si rivolge a lui per chiedergli di indagare su di una importante pubblicazione di Torquato Tasso, conservata alla Biblioteca imperiale.
IL CARTEGGIO
Vienna, 2 giugno 1894
Signor Professore, oggi il prof. Mussafia ed Io, riuniti alla Biblioteca Imperiale abbiamo esaminato la 1a pagina del Ns Tassiano, comparando la collazione[1] fatta di quella stessa pagina da uno degli allievi, il migliore, di filologia italiana. Purtroppo abbiamo dovuto convincerci:
1° che nessuno degli allievi del Mussafia potrebbe fare un'accurata collazione del Ns quale Ella la desidera e che le incertezze rimarrebbero sempre molto numerose
2° che anche adoperando il migliore o i migliori allievi non si potrebbe avere in un mese che la collazione del primo canto
Il Mussafia si incarica di mandarle la collazione fatta della 1a pagina e da questa Ella potrà giudicare se valga la pena di continuare. E' oramai certo che tutto ciò che si potrà fare quì in un mese sarebbe soltanto questo:
- collazione di tutto o di parte del 1° Canto, però non senza varie incertezze
- riproduzione fototipica di due pagine, cioè dalla prima che è una delle più cariche di correzioni e di un'altra, la più nitida.
La migliore soluzione sarebbe che ella venisse quì a fare il lavoro. Ma anche Lei, malgrado le due perizie dei Signori Talliani, si troverebbe nell'impossibilità di fare l'intera collazione in così breve tempo. Rileggendo quei venerati caratteri non si può fare a meno di sentire una pietà profonda. Tutto quel volume è un'aberrazione di un grande ingegno turbato, resa ancora più evidente dagli infiniti pentimenti di cui è inquinata la scrittura. Più che soggetto di studi linguistici o estetici, quelle pagine sarebbero argomento di curiose indagini psicologiche e patologiche. Mi creda suo devoto. Nigra
PS: rispondendo a Mussafia abbia cura di indicargli le sue definitive risoluzioni
Vienna, 7 giugno 1894
Signor Professore, mando subito la lettera al professor Mussafia.
Siccome è probabile che Ella debba ancora corrispondere con Lui, trascrivo quì l'indirizzo dell'illustre Romanista: VIII Florianigasse, N. 1 Vienna (Austria) Mi abbia per suo devoto Nigra
Vienna, 14 luglio 1894
Signor Professore, mi pregio avvertire la S.V. che oggi, in pacco separato, assicurato, Le ho spedito l'esemplare della "Gerusalemme conquistata del Tasso" rinviatami dal Direttore della Biblioteca di Corte di S.M. il quale, nella sua lettera, aggiunge di averle mandato direttamente parecchie fotografie riferentesi alla suddetta opera. Voglia gradire, signor Professore, gli atti della mia distinta considerazione. Nigra
Vienna, 18 maggio 1894
Caro professore, secondo istruzioni ricevute dal Regio Ministero degli Affari Esteri, chiesi a imprestito, in di Lei favore, l'autografo del Tasso "La Gerusalemme Conquistata"[2] conservato in questa Biblioteca Palatina. Il Prefetto di detta Biblioteca, prof. Von Hartel, è venuto a dirmi che quel codice del Tasso è di quelli che non si danno in prestito. e che egli era quindi dolente di non poter accogliere la di lei domanda. Egli mi informò inoltre che, nell'occasione della prossima ricorrenza del centenario del Tasso il Nussatic sta preparando una pubblicazione per la quale gli occorse di consultare qui il codice stesso. Però il prof. Hartel aggiunse che la Biblioteca Imperiale avrebbe fatto il possibile per compiacerle in ogni altro modo, sia facendo fare e facendole comunicare, gratuitamente, la collezione del codice, sia mandandole uno o più saggi fotografici delle pagine più interessanti, sia fornendole ogni indicazione sulla forma, scrittura e storia del ns. Soltanto il prof. V. Hertel, per rispondere in modo preciso alla di lei desiderata, gli occorre anzitutto sapere su quale edizione vorrebbe la collezione; se questa dovrebbe essere parziale o totale; se deve comprendere anche le note marginali, e le cancellature e correzioni di mano del Tasso etc. Abbia dunque la bontà di mandarmi in foglio separato l'indicazione precisa di tutto ciò che desidera in ordine a questo codice, e quì si farà il possibile per accontentarla. Mi creda, suo devotissimo Nigra
Vienna, 28 maggio 1894
Signor Professore, ebbi a suo tempo la sua lettera il 22 scorso. Oggi soltanto mi giunse l'esemplare dell'edizione del 1593 della Conquistata[3]. Ho subito rimesso il libro, colle di Lei istruzioni, a questa Biblioteca Palatina: spero che in un mese si potranno collazionare i primi 12 canti. Ma tutto dipende dall'attitudine e dall'attività degli scolari del Mussafia che anch'esso prepara un analogo lavoro e per la stessa occasione. Per parte mia non mancherò di consigliare ogni diligenza. Farò fare dall'Arneth le ricerche opportune circa la supplica del Tasso all'Imperatore Rodolfo II e se riusciranno a scovarla, ella ne avrà la copia. Mi creda suo devoto Nigra
Corrispondenza Costantino Nigra - Elisabetta Albrizzi - 1875 - 1901
lettere del Museo del Risorgimento di Torino
Costantino Nigra, figura di prestigio internazionale nella seconda metà del XIX secolo, è stato un grande uomo del Risorgimento italiano, diplomatico e statista, scrittore e poeta, filologo e studioso. Al termine della carriera diplomatica, a Vienna come ambasciatore d'Italia alla corte dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, Nigra pensa a Venezia come luogo dove passare l’ultima parte della sua vita, facendosi restaurare lo splendido palazzo sul Canal Grande, appartenuto alla corporazione dei lavoratori della lana, nella zona di San Simeon Grande. L’edificio sorge alla confluenza con Rio Marin, oggi diventato Ca’ Nigra, un Hotel Resort quattro stelle di grandissimo fascino. Il progetto del Palazzo fu affidato a Giovanni Sardi, figura di grande rilievo a Venezia nel campo dell’architettura tra ottocento e novecento. Ca’ Nigra è una villa che comprende le tendenze neo gotiche bizantine dell’epoca, il gusto orientaleggiante dell’architettura veneziana del passato, il tutto con le esigenze della personale raffinatezza che caratterizzava il gusto di Costantino Nigra. L'architetto Giovanni Sardi (Venezia 1863-Mogliano Veneto 1913) autore del restauro della Villa Nigra, di cui esiste corrispondenza quasi completa col Nigra. Sardi fu uno degli architetti più attivi al Lido di Venezia, autore di uno dei grandi alberghi, l'Excelsior. A fianco del Nigra, in quest’ultimo periodo di vita, appare la figura di una nobile veneziana, la contessa Elisabetta Francesca Albrizzi. L'amicizia tra i due nasce sin dal 1875 a Parigi ove si conobbero nei primi anni della 2a Repubblica francese e poi man mano si consolida col tempo attraverso una lunga corrispondenza di cui conserviamo soltanto la parte relativa alla contessa Albrizzi. La giovane Elisabetta Margarin, di origini austriache, giunta a Venezia si dice per cercare marito, sposa il discendente di una nobile e antica famiglia veneziana, Giovanni Battista Giuseppe Albrizzi (Padova, 1799 – 1860) figlio della famosa scrittrice Isabella Teotochi Albrizzi. Giovanni Battista Giuseppe Albrizzi aveva intrapreso la carriera burocratica austriaca, prima nell'ambito del Governo Generale di Venezia (capitale del Regno Lombardo Veneto), diventando quindi Vice-segretario del Camerale, quindi Gran Ciambellano; era quindi un personaggio di spicco e dalle grandi risorse economiche in parte ereditate dai genitori. Tra i due la differenza di età doveva essere di almeno trenta e più anni tanto che Elisabetta, diventata contessa Albrizzi, rimane vedova dopo pochi anni, con due figlie da crescere, e riversa il proprio interesse sulla tecnica, sul nuovo che promette meraviglie alla fine dell’800. Nella residenza estiva di Este (Padova) impianta un moderno e sofisticato studio fotografico dove sviluppa le sue lastre, inoltre organizza e partecipa a gare in bicicletta, tornei di tennis e gare di tiro al piattello. Alla sua attenzione e curiosità non può sfuggire l’automobile ed infatti è fra i primi automobilisti della regione e d’Italia, acquistando una Benz Velo. A Villa Albrizzi ad Este nella buona stagione si incontrano i più bei nomi del Veneto, ciascuno con la sua autovettura. Sono pochi, ma abbastanza per fondare nel 1899 il Club degli Automobilisti Veneti alla cui presidenza viene eletta proprio la contessa Elsa Albrizzi, prima donna al mondo presidente di un Automobile Club. L’obiettivo della neonata associazione è quello di organizzare una corsa automobilistica. Così il Club degli Automobilisti Veneti, non senza diffidenze e difficoltà, organizza nello stesso anno la Padova-Vicenza-Bassano-Treviso-Padova. In questa gara, lunga ben 172 chilometri, la contessa Albrizzi con la sua Benz impiega per coprire il percorso 8 ore, 12 minuti e 15 secondi, seconda della propria categoria a più di mezz’ora dall’amico Giacomo Miari sulla Bernardi a tre ruote da lui stesso costruita, ma precedendo di un’ora Alfredo Glisenti con un’altra Bernardi. La notizia del giorno non è la vittoria assoluta di un giovane Ettore Bugatti ma la partecipazione alla corsa di una donna, che vale alla gentildonna un diploma particolare che recita: “Alla contessa Elsa Albrizzi, che alle grazie fini dell’ingegno e della cultura congiunge in armonie fascinatrici fantastico ardimento e ferrea pertinacia e nelle recenti gare padovane automobilista infaticabile percorse unica del suo sesso 172 chilometri. Il Comitato ammirando”.
Le lettere della contessa a Nigra sono molte e da esse emerge l'interesse che la contessa riserva al Nigra confidandogli man mano il proprio affetto sino ad esprimere il desiderio di poter condividere la vecchiaia con Lui nella sua bellissima villa sul Canal Grande a Venezia. La prima è del 1875 ed insieme ad altre due (del 1876) fu conservata dal Nigra in una cartella separata insieme a lettere di carattere generale, segno di una conoscenza ancora allo stato iniziale, come del resto si desume dal tono con cui la Albrizzi si rivolge al Nigra indirizzandogli le proprie lettere con la frase iniziale: "Caro Signore ..". In tutte le successive, datate 1876 e successive, la frase iniziale diventa prima "Caro amico .. " e poi man mano "Carissimo amico .. " e la firma prima "Elsa Albrizzi .. " e poi "Elsa .." Certamente la scelta di Venezia, come città del riposo per il Nigra, fu condizionata dalla presenza di Elsa con cui il Nigra stabilì un rapporto, se non amoroso, sicuramente di grande amicizia e affetto.
LE LETTERE
Castello di Lustbühl nei pressi di Graz - 18 agosto 1875
Caro signore, ho tardato ad inviarvi una nota di ringraziamento per l'interesse che avete dimostrato per il mio malore. Voi avrete trovato il mio silenzio del tutto naturale pensando in quale stato fisico e mentale io mi sono trovata durante queste settimane dopo la noiosa catastrofe che mi ha sorpresa nel mezzo di un festeggiamento. Ma a poco a poco mi sto riprendendo dalla confusione completa dei primi giorni tanto che adesso posso rispondere alle testimonianze di interesse che mi sono state date in questa circostanza. Ho appreso dai giornali della vostra partenza da Parigi e non so a quale indirizzo vi troverò, ho inviato la lettera col pericolo e rischio di non trovarvi affatto. La mia lettera potrebbe essere in contrasto ben netto con ciò che vi circonda e con la vostra disposizione di spirito. Ringraziandovi ancora per le vostre parole gentili vi prego di conservare il mio ricordo e se ogni tanto i vostri pensieri vi riportano a Venezia ricordatevi che là avete un'amica che anch'essa pensa a Voi ed al vostro bello e affascinante regalo. Contessa Albrizzi
Venezia 22 marzo 1876
caro Signore,la vostra lettera mi è arrivata adesso e non tardo a comunicarvi quanto sia stata sensibile al vostro buon ricordo che mi ha, una volta di più, dimostrato che non ho sbagliato nell'offrirvi la mia amichevole simpatia. Poichè voi mi avete fatto ben comprendere, con la finezza e il tatto che vi contraddistingue, che al momento le musiche italiane possono essere la sola distrazione che conviene alla mia disposizione di spirito, voi pur nel mezzo delle vostre serie occupazioni e della vita impegnata di Ministro, avete voluto ricordarvi di me. Ho passato tutto l'inverno a Venezia senza poter uscire dalla mia apatia che desidero abbandonare, e presto andrò a passare qualche tempo a Parigi dove spero di vedervi sovente. Nell'attesa lasciate che vi stringa le mani nel ricordarvi che vi sono più di un'amica. Il 22 marzo, che ho come giornata fortunata, spero voi la passiate come giornata gaia, mi potrebbe portare il più gran regalo: quello di guadagnarmi la vostra amicizia. Elsa Albrizzi
PS:Ho visto recentemente a casa Sormani Moretti un Vostro ritratto che mi avevate promesso l'anno scorso, dicendo che Vi avevo scritto per chiedervelo quando la vostra lettera mi è arrivata. Vi mando i saluti della signora Sormani e accettate i miei vi prego
Castello di Lustbühl 8 agosto 1876
Nota: questa lettera è in condizioni precarie di conservazione e pertanto di difficile comprensione; ne riportiamo i brani leggibili
caro Amico, mi avevate gentilmente viziata col dibattito sulla vostra carriera che sono stata orgogliosamente fiera di vedere che non vi siete dimenticato di me dopo la vostra partenza per la Russiaa. Ma non mi fa molto piacere il fatto che si fa troppo o troppo poco per ......
a) Nigra è stato trasferito da pochissimo all'Ambasciata di San Pietroburgo, capitale della Russia
Venezia 9 agosto 1878
Caro Amico, Vi è forse permesso di trascurare vecchie amiche? Non so cosa dire e meritereste davvero che non mi ricordassi più di voi. Essere qualche ora a Venezia e non spingervi fin qui da me, confessate che è un po' troppo. Ma, ahimé, il mio affetto è più profondo della mia pazienza ed è grande e vi segue con il rischio di giocare un ruolo poco dignitoso. Ho potuto sapere da Sormania che andate in Francia e poi a Parigi e vi annuncio formalmente che anch'io sarò a Parigi verso il 15 Settembre e non ci sarà modo di evitarmi. C'è con me una persona affascinante, la Contessa di Cesnola di Nizza e so che essa mi accompagnerà e che voi non sarete dispiaciuto di conoscerla. Datemi vostre notizie e serbatemi un pensiero, per piccolo che sia. Quello che vi mando Io è un misto di sincero sentimento e di molta amicizia. Elsa Albrizzi
Nota: Luigi Sormani Moretti, segretario della Legazione d'Italia a Parigi, presieduta all'epoca dal Nigra, era grande amico del Nigra con la sua famiglia, amicizia che continuò anche dopo la separazione dei due che seguirono carriere diplomatiche diverse.
Venezia 13 aprile 1884
Caro Contea, Vi ricordate Voi di una amica che avete dimenticato colpevolmente negli ultimi tempi e che malgrado ciò tiene molto a Voi? Il signor Santini (?) parte per Londra e io non posso resistere al desiderio di inviarvi , per il suo tramite, i miei pensieri e i miei saluti affettuosi. Bene a Voi Elsa Albrizzi
Nota: a) Nigra fu nel 1882 insignito da Re Umberto I del titolo di Conte per i meriti acquisiti nel corso delle sue attività diplomatiche proprio prima di essere trasferito da San Pietroburgo all'Ambasciata Italiana di Londra come responsabile
Venezia 20 aprile 1884
Caro amico, con l'espletazione della mia affettuosa riconoscenza per il vostro costante e buon ricordo vi invio i miei auguri per la Pasqua. Seguo con uguale interesse sempre tutti i vostri spostamenti. Vi ho visto in Italia. Non vorreste fermarvi per me un giorno a Venezia? Le vostre ragioni cessano d'essere buone e Io ho il desiderio di rivedervi. A Voi sempre gli stessi sentimenti. Elsa
Venezia 5 maggio 1884
Amico carissimo, è impossibile serbarvi rancore. Mi lasciate dei lunghi mesi senza vostre notizie ed allorchè avrei quasi diritto d'essere in collera con Voi, ecco una di quelle lettere come solo Voi sapete scrivere. In presenza di queste righe, accompagnate da due stupendi messaggeri, mi tocca subire tutto il fascino del vostro spirito e della vostra preziosa amicizia. E che memoria avete! E' il dono dei grandi uomini! Non mi ricordavo più del mio piccolo serraglio (75 pappagalli tutti periti a causa di un incendio nel mio appartamento a Este) e Voi, la cui vita è un turbinio continuo, Vi ricordate delle mie conversazioni con gli uccelli! Ciò è sorprendente ed un'altra donna, meno intelligente di me, prenderebbe ciò per una cosa personale tanto da insuperbirla. Siete intenzionato a recarvi quest'anno a Parigi? Fatemi sapere quando e dove passerete il vostro permesso per poter combinare di incontrarci. Vi stringo la mano con amicizia e riconoscenza. Elsa Albrizzi
Esteb (Padova) 8 giugno1884
Come siete buono caro amico a donarmi una grande gioia nello scrivermi. E quale deliziosa lettera per me ! Non avrei avuto il coraggio di rispondere in maniera banale a un piccolo capolavoro se non avessi trovato il modo e i sentimenti per farlo: è per dirvi ben modestamente che le vostre parole sono andate dritte al mio cuore e che ne sono stata profondamente colpita. Non dirò che non ho avuto sensazioni di amarezza e di rimpianto mescolate a questa emozione nel veder passare davanti ai miei occhi il miraggio di un benessere risvegliato - di cui mi parlate - ma nulla è rimasto di questa amarezza nei sentimenti che vi riguardano e che possono essere i soli possibili e durevoli: un attaccamento molto profondo per l'amico e un'ammirazione più profonda ancora per l'Uomo Superiore che siete. Sa Ella almeno apprezzare d'essere spirito d'elite? Meno informata di voi nonostante il mio ruolo d'istitutrice. E' una piccola soddisfazione d'amor proprio che voglio donare a lui per tutte le amiche di studi serie che egli sopporterà con grande rassegnazione. Penso che resteremo 20 giorni a Parigi e può darsi che rientreremo dopo il 19 agosto. Vorreste donarmi una frase per qualcuno che avesse piacere di facilitarmi quel bisogno? Come il bambino che è noioso ma ha dei lati positivi. Quanto a civettare e a cercare successi di valore il tempo è ormai passato. Ho meno piacere, come la formica della favola, di cercarmi dei buoni affetti per la cura del focolare, e vedrete i risultati di saggi suggerimenti perchè accadrà, in un eccesso di debolezza o di assenso, che vi riposerete un giorno dietro di me, ne sono sicura. Avete indovinato esattamente, vi scrivo in effetti da Este in mezzo ai miei fiori, alle mie piante che amo e che sogno contemporaneamente a mille altre cose meno poetiche che mi interessano in campagna. Io mi ritrovo infatti qui e questo è il mio solo sentimento. Le mie bambine sono più che vere ragazzine e di conseguenza sono meno divertenti e eleganti, oramai le amo in maniera diversa. Le porto a Parigi il mese prossimo in quanto la più grande va a fare il suo ingresso pubblico per aver acquisito il brevetto di studi di francese e il suo professore (femmina) desidera che sostenga a Parigi l'esame ma non so bene con quale treno sia meglio andare per non annoiarsi troppo. Vi invio in allegato una piccola fotografia fatta di recente a Montecarlo affinchè voi ricordiate i miei tratti che devono essere ben pallidi, dopo anni, nei vostri ricordi. Può essere questa anche un po' di civetteria per farvi vedere che non sono affatto una nonna e che l'inverno scorso ho ricevuto l'Estincelle (?) che mi è valsa una incantevole lettera della Casa Reale ! Non finirei di parlarvi. Debbo lasciare a voi, che capite tutto e indovinate tutto, il resto. Ma debbo lasciarvi bene con qualche sprazzo di luce, perlomeno. Non dimenticatemi e ricevete il mio arrivederci a presto. Addio E Margarin Albrizzi Ricevo in questo momento una triste notizia. I poveri Sormanid hanno perso la loro unica e amata figliuola di appena 8 anni. PS:
a) Costantino Nigra è dal 1882 Ambasciatore d'Italia a Londra e vi resterà per poco in quanto dal 1885 verrà destinato alla prestigiosa sede di Vienna.
b) Este è una località in provincia di Padova situata ai piedi dei Colli Euganei dove la contessa Elisabetta (Elsa) Margarin Albrizzi possedeva una villa (Villa Elsa) in cui trascorreva gran parte dell'estate essendo la sua residenza primaria a Venezia. La bella villa tuttora esistente appartiene oggi agli eredi.
c) Naturalmente certe frasi della lettera si riferiscono ad argomenti contenuti nella lettera del Nigra a cui la contessa risponde ma che non abbiamo e quindi risultano poco comprensibili.
d) Il conte Luigi Sormani Moretti, già segretario di Nigra alla Legazione Sarda di Parigi nel 1860, ha all'epoca 50 anni (a dicembre) ed è Prefetto di Verona.
Venezia 28 dicembre1884
Caro amico, sono profondamente colpita dal vostro ricordo. Voi mi avete già accusata d'ingratitudine ogni qual volta il vostro pensiero si è rivolto a me. Dopo la vostra mirabile introduzione presso il signor Gaston Parisa non vorrei più darvi altri fastidi e dovrei farvi almeno partecipe dei risultati del mio viaggio a Parigi in famiglia! Grazie a Voi tutto è andato per il meglio. La mia figlioletta ha passato un esame brillante e ha ottenuto il brevetto di insegnamento che ha già utilizzato dando istruzione a sua sorella minore e dando anche lezioni a sua mamma che comincia a dimenticare ciò che sapeva. Malauguratamente non ho potuto conoscere personalmente il signor Paris perchè ha dovuto assentarsi prima del mio arrivo ma mi ha fatto conoscere sua cugina signorina Ponzadoun (??) che mi è stata utilissima. Come sarei stata felice di rivedervi anche per pochi istanti: ci rincorriamo l'un l'altro e nel mio intimo mi faccio sempre l'illusione che verrete un giorno a Parigi per trascorrere qualche giorno con me. Quanto importante è per me l'amicizia. Con quella un tempo senza sole qui può mettere vivacità anche alla nebbia di Londrab. Non avete dunque nulla da invidiarci perchè è impossibile immaginarla capitale di questa epoca! Non un cane che si conosca, un calore tropicale, teatri chiusi, come si inizia una conversazione ....! Alla fine la partenza mi è sembrata un brano di ...... Ho letto sui nostri giornali che il Conte Nigra dovrebbe venire prossimamente a Roma. Non mi avete detto nulla nella vostra ultima lettera! E' una falsa notizia? L'altro ieri la Fenicec è stata riaperta, dopo 3 anni di chiusura, con un programma che ha proseguito quello con cui Meyerbeerd aveva chiuso! E' là che vi ho visto e conosciuto per la prima volta. Amo ricordarmi quella prima impressione. Aprile 1875! Caro, caro amico! Felice anno nuovo e mille auguri affettuosi. Vi prego, rispondetemi e datemi almeno una concreta speranza di rivedervi. Venezia è triste se non è possibile quest'anno, molte famiglie in difficoltà, la maggior parte dei proprietari soffrono viste le cattive condizioni dei nostri affittuari dopo le calamità degli ultimi tempi. la vostra amica E Albrizzi
Note:
a) Gaston Paris è stato un filologo e medievalista francese, studioso delle tradizioni popolari. È fondatore, insieme a Paul Meyer, di riviste di studi prestigiose come la Revue Critique e soprattutto Romania nel 1872, e promotore della Société des Anciens Textes Français. Molto amico del Nigra.
b) Nel 1884 Nigra è Ambasciatore a Londra
c) Il Teatro La Fenice di Venezia
d) Giacomo Meyerbeer (1791-1864) è stato un compositore tedesco attivo soprattutto in Francia. È importante, nella storia dell'opera, per aver fatto da tramite tra Rossini e i compositori romantici, fondendo elementi desunti dalla scuola tedesca, italiana e francese. È stato il più rappresentativo e popolare compositore di grands opéras, opere da grande spettacolo tipicamente francesi.
Venezia 30 gennaio 1885
Caro amico, di tutto cuore vi ringrazio di aver agito secondo il mio desiderio. Apprendo dai miei congiunti che vengono da Roma, che Rattazzi aveva dei nemici nell'affare della Banca Romana e che ha perduto molto danaro. Penso che non avrà voglia di occuparsi degli affari degli altri. La contessa Villamarina di Montezeno ha grande ascendente sulla regina. Una sua parola potrebbe decidere la questione dal momento che è già avvertita e ben disposta verso delle mie amiche che sono dame di Palazzo di sua maestà. Le abbiamo scritto da più parti senza che lei sappia. Grazie delle Vostre buone parole e del Vostro affettuoso ricordo. Avete in me un'amica ben devota con un cuore affezionato. Non potrei mai non darvene testimonianza. Vi stringo la mano Elsa
Note:
a) Ancora tre decenni dopo l'Unità, in Italia vi erano ben sei banche centrali con la facoltà di emettere biglietti di banca intitolati al Regno d'Italia: la Banca Romana, la Banca Nazionale di Torino, il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito. All'epoca, le maggiori banche italiane si erano impegnate in prestiti a lungo termine soprattutto nel settore dell'industria edilizia e finirono col rimanere strettamente legate a quelle imprese da cui dipese alla fine la loro vita. A causa della crisi del settore edilizio, crollarono numerose banche: il Banco di Sconto e Sete, la Banca Tiberina, il Credito Mobiliare, la Banca Generale. Il tonfo più clamoroso fu quello della Banca Romana per lo scandalo politico-finanziario che ne derivò. Lo scandalo della Banca Romana, e in generale la crisi del sistema bancario, era causato dalla grave depressione iniziata nel 1887-88 e dagli eccessivi investimenti nel settore edilizio, dopo il trasferimento della capitale, specialmente a Roma e a Napoli a seguito delle operazioni di risanamento seguite al colera del 1884, che si rivelarono fallimentari per la stessa Banca Romana. Per coprire le perdite, l'istituto di credito della capitale non solo iniziò a emettere nuova moneta senza autorizzazione, ma arrivò addirittura a stampare due serie di biglietti con lo stesso numero di serie, in modo da raddoppiare, senza darlo a vedere, l'emissione di moneta in circolazione. Lo scandalo ebbe non soltanto enorme risonanza nell'opinione pubblica, ma anche pesanti ripercussioni sia a livello politico, sia sul sistema economico e bancario italiano. A seguito del caos finanziario, il capo del governo Giovanni Giolitti istituì commissioni di inchiesta e pose mano rapidamente al riordino del sistema creditizio. Con la legge n. 449 del 10 agosto 1893 fu fondata la Banca d'Italia attraverso la fusione della Banca Nazionale con le due banche toscane. Alla nuova banca fu affidata la liquidazione della Banca Romana. L'emissione di moneta rimase competenza di soli tre istituti: la Banca d'Italia, in posizione di leadership, il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia. Questi ultimi sarebbero stati spogliati della facoltà di emissione nel 1926. Sul piano politico, il procedere del processo penale e dello scandalo derivato dalla vicenda, con il sospetto di coinvolgimento degli uomini politici e di occultamento delle prove, portò nel novembre 1893 ad una crisi politica e alle dimissioni di Giovanni Giolitti da capo del Governo, sostituito in dicembre da Francesco Crispi. Giolitti sarebbe tornato alla presidenza del Consiglio soltanto dieci anni dopo. Tra la fine del 1893 e l'inizio del 1894 crollarono il Credito mobiliare e la Banca Generale, ma il nesso tra questi fallimenti e le vicende della Banca Romana è assai tenue. Il Rattazzi a cui si fa riferimento non è certamente Urbano Rattazzi morto nel 1873 ma un suo parente; era nota l'antipatia che Urbano Rattazzi portava verso Costantino Nigra.
b) Ci si riferisce alla Regina Margherita moglie del Re Umberto I. La contessa Albrizzi ambiva a diventare dama di Compagnia e per questo sollecitava Nigra per una sua raccomandazione. Nigra era stimato dal Re Umberto I che gli aveva conferito la massima onorificenza di casa Savoia, il Collare della SS Annunziata, per i suoi meriti nelle trattative con la Francia per la guerra del 1859 e per quella del 1866; con questa onorificenza Nigra era diventato "cugino" del Re e veniva invitato a trascorrere dei periodi di vacanza con la famiglia reale.
c) la contessa Villamarina era stata dama di compagnia di Maria Clotilde di Savoia ed aveva perciò grande ascendente sulla Regina che di Maria Clotilde era madrina.
Venezia 2 gennaio1888
Caro amico, ogni nuovo anno ci porta ben dei dispiaceri - un altro o altri quello di avere 12 mesi più dell'anno precedente, ma a questa età ci restano anche pretesti per ricordarlo a coloro che hanno l'aria di dimenticarsi di noi. Le vostre parole augurali al mio indirizzo, nella vostra lettera di Capo d'Anno, non mi bastano. Ho bisogno di dirvi che tengo alla vostra buona amicizia e che mi dispiace di non aver mai avuto una prova del vostro buon ricordo. So che la politica , più delle belle donne (quelle che sono sempre presenti), vi assorbe tanto ma non sono stata sempre la vostra confidente delle vostre gioie e delle vostre pene di cuore ! Esclamazione....... ! Quel ruolo amichevole ma sempre migliore che non occupa alcun posto. Non passate per Venezia andando a Romaa? Credo che il treno più diretto non passi per Milano come quello che avete preso questa estate ! Accettate i miei saluti sinceri e pieni di dedica amichevole da Elsa Albrizzi
Nota:
a) Costantino Nigra è nel 1888 Ambasciatore a Vienna ed è per questo che la Albrizzi osserva che il tragitto più breve in treno da Vienna a Roma passa per Venezia.
Venezia 9 maggio1888
Caro amico, qualunque sia la fase di vita che state attraversando - come dite nella vostra ultima lettera - nulla cambierà nel ruolo che ho riservato a voi nei miei affetti e nei miei ricordi. Non perdo un'occasione per provarvelo. Vi invio un piccolo saluto tramite il barone Mayneri. Riceverete i saluti nel tempo dell'invio. E' uno dei miei buoni amici che vedo spesso e che potrà parlarvi di me, di ciò che vi interessa. E' molto gentile ed è un buon musicista uno che sa tenere una conversazione senza abusarne. Io parto domani per la campagna e poi andrò a Bologna per vedere l'esposizionea. Voi che siete anche tanto colto, non dimenticatevi del dovere di visitare una delle nostre esposizioni. Vi penso spesso nelle giornate italiane. Non dimenticatevi l'amica , presso cui troverete i momenti di calma e di riposo, se un giorno ne avrete bisogno. La vostra Elsa Albrizzi
Nota: Nel maggio del 1888 si apre la Grande Esposizione Emiliana a Bologna. Si tratta di un evento di importanza nazionale, alla cui inaugurazione il 7 maggio presenziano il re Umberto I, la consorte Margherita di Savoia e il Presidente del Consiglio Francesco Crispi. "Nessuno dei viventi ricorda a Bologna una giornata come questa", scrive un cronista, una giornata che riunisce "l'entusiasmo popolare e la pompa ufficiale più solenne". L'ingresso principale dell'Esposizione è a porta Santo Stefano: due eleganti padiglioni sorgono ai lati di una barriera semicircolare. I pilastri del cancello sono sormontati dalle statue dell'Agricoltura e dell'Industria, opere del Golfarelli. Nel grande piazzale di fronte all'ingresso lo scultore Diego Sarti ha costruito una vasta fontana ornata di quattro gruppi di statue, due di animali e due di sirene. L'Esposizione si articola in tre settori: Musica, Industria e Agricoltura, Belle Arti.
Burg Inna 7 ottobre 1888
Caro amico, vi scrivo due righe per dirvi che ho ricevuto oggi finalmente il vostro librob, e non tardo a dirvi quanto vi sono riconoscente di esservi ricordato di me. Ho subito divorato la Prefazione - che mi ha fatto capire quale interessante volume avete pubblicato ! Che linguaggio e che erudizione! Spero bene che questa pubblicazione farà sensazione in Italia. Mi chiedo anche avete già inviato copia della pubblicazione alla Regina? Nello scorrerlo mi immagino il piacere che avrei se potessimo leggerlo insieme! Ma ho degli impegni (pardon dei fastidi) e non sarò di ritorno in Italia che in novembre e poichè sono stata il mese scorso a Vienna e voi state per partire per Milano (con la signora Crispic) cosa bisogna fare per incontrarvi? Non potreste venire a Venezia quest'inverno per vedermi? Non sono troppo insistente a chiedervi una cosa che aspetto da tanto tempo. Sono forse già la decana delle vostre amiche! Non saprò mai capire nè apprezzare la differenza tra un Nigra e un Ambasciatore qualunque. Comunque scrivetemi almeno di tanto in tanto e non dimenticate la vostra fedele amica Elsa Albrizzi
Note:
a) Burg Inn è una località del Tirolo dove la contessa Albrizzi possedeva un castello
b) il libro di cui si parla è la prima edizione dei Canti Popolari del Piemonte pubblicato da Nigra nel 1888
c) la signora Crispi è la moglie del Presidente del Consiglio Francesco Crispi già ministro degli Esteri e grande amico del Nigra
Castello di Enn 9 novembre 1888
Caro amico, avete ricevuto, prima di partire da Vienna, la mia lettera? Vi chiedo oggi la cortesia di un piccolo favore. Potreste scrivere due righe al vostro Ambasciatore Covaa a Monaco affinchè sia mio padrino? Si tratta di apporre una semplice firma senza alcun obbligo nè responsabilità. Mi si nomina a membro dell'Ordine di Santa Teresab ed occorre per la nomina l'attestato morale di qualche persona seria e ben conosciuta. Chi meglio di un nostro rappresentante può essere teste attendibile. Visto che la nostra Corte non si è mai preoccupata di nominarmi Dama d'Onore e ha preferito quest'anno scegliere dame straniere meno distinte di me. A Venezia mi faccio regalare una piccola croce ed un mantello della Corte della Regina di Baviera. Vi faccio ridere per questo eccesso di ambizione! Ma cosa volete: ciascuno e ciascuna ha la propria vanità e poi io ho due ragazzine di cui una già presentata e io non voglio rimanere nel qualunquismo. Se avete questa bontà di scrivere a Cova dovete soltanto avvisarlo che qualcuno dell'entourage della Regina gli farà mettere una firma - tutto quì. Come procede il vostro soggiorno? Grazie anticipatamente e mille saluti amichevoli da Elsa Albrizzi
Note: a) Enrico Cova fu Capo Missione alla Legazione d'Italia a Monaco di Baviera dal 1° aprile 1888. Erroneamente la Albrizzi lo definisce Ambasciatore ignorando che il termine di Ambasciatore viene attribuito a chi guida una Ambasciata e non una Legazione. Il termine corretto sarebbe Ministro Residente. b) Santa Teresa Nata nel 1515, fu donna di eccezionali talenti di mente e di cuore. Fuggendo da casa, entrò a vent'anni nel Carmelo di Avila, in Spagna. Faticò prima di arrivare a quella che lei chiama la sua «conversione», a 39 anni. Ma l'incontro con alcuni direttori spirituali la lanciò a grandi passi verso la perfezione. Nel Carmelo concepì e attuò la riforma che prese il suo nome. Unì alla più alta contemplazione un'intensa attività come riformatrice dell'Ordine carmelitano. Dopo il monastero di San Giuseppe in Avila, con l'autorizzazione del generale dell'Ordine si dedicò ad altre fondazioni e poté estendere la riforma anche al ramo maschile. Fedele alla Chiesa, nello spirito del Concilio di Trento, contribuì al rinnovamento dell'intera comunità ecclesiale. Morì a Alba de Tormes (Salamanca) nel 1582. Beatificata nel 1614, venne canonizzata nel 1622. Paolo VI, nel 1970, la proclamò Dottore della Chiesa. L'Ordine di Santa Teresa fu un' Ordine cavalleresco istituito nell'ambito del regno di Baviera. Esso venne creato come mezzo di previdenza sociale per le dame non maritate o vedove che si fossero distinte per qualche merito, garantendo loro allo stesso modo una pensione. L'ordine venne fondato da Teresa di Sassonia-Hildburghausen, vedova del Re Luigi I di Baviera, il 12 dicembre 1827. Le aderenti avevano diritto ad una pensione che variava dai 100 fiorini delle dame di II Classe ai 300 fiornini delle dame di I Classe. Il conferimento di questa pensione cessava al momento del matrimonio e con essa anche il valore dell'onorificenza. Solitamente, le dame che si erano sposate o risposate, avevano poi il titolo di Dame Onorarie. L'Ordine veniva concesso nella I classe di diritto a tutti i membri donne della famiglia reale bavarese. La medaglia era costituita da una croce che veniva indossata appesa ad un nastro bianco bordato con due strisce azzurre ai lati e solitamente veniva portata sulla parte sinistra del petto e, la I Classe, aveva anche diritto ad una fascia trasversale al corpo dalla spalla destra al fianco sinistro. Il nastro era azzurro. La divisa ufficiale era costituita da un vestito di qual si voglia foggia, ma obbligatoriamente di seta azzurra.
Castello di Enn 18 novembre 1888
Caro amico, non credevo ai miei occhi, quando ho letto sui giornali che eravate, mercoledì scorso (14 novembre) nel mio stesso treno e che abbiamo passato 24 ore nella stessa città senza saperlo. La cosa è quindi un segno della Divina Provvidenza ! Capisco che avevate a che fare coi vecchi libri della Marcianaa ma quelli non mi avrebbero impedito di venire a disturbarvi. Avete dei nuovi progetti di pubblicazioni per i quali state facendo delle ricerche? Ho ricevuto adesso il vostro messaggio e mi affretto a ringraziarvi di tutto cuore del vostro affettuoso ricordo, ancor prima di aver risposto alla mia domanda (vedi inizio lettera ndr). Non regalate soltanto dei grandi onori ai "grandi" ma concedete anche delle piccole attenzioni ai piccolini come me ! (L'Ordine di Santa Teresab direte Voi !) Noi siamo di ritorno in Italia rotti dal freddo delle montagne. A Natale sarò a Venezia. Ho poca speranza di rivedervi in Italia in quell'occasione. Sono desolata di non avervi incontrato e che voi non abbiate potuto restare a Venezia o venire a Sant'Elenac. Addio e grazie, grazie di cuore. Vostra affezionata Elsa
Note:
a) Si tratta della Biblioteca Marciana di Venezia (ovvero la biblioteca di San Marco), è una delle più grandi biblioteche italiane e la più importante di Venezia. Contiene una delle più pregiate raccolte di manoscritti greci, latini ed orientali del mondo.
b) L'ordine di Santa Teresa per il quale la contessa aveva chiesto un favore a Nigra (vedi lettera del 9 novembre 1888).
c) Trattasi dell'isola di Sant'Elena a Venezia dove la contessa Albrizzi possiede una casa
Este 30 novembre 1888
Caro Amico, malgrado la difesa che ho avuto non posso fare a meno di raccontarvi quello che ho passato l'altro giorno a casa di Cova a Monaco. Il mio delegatoa, uomo di mondo (decorato 18 volte) si è presentato a casa sua. L'intervista è durata un'ora. Il nostro rappresentante è stato molto duro e aspro in apparenza. Ha rifiutato di essere padrino col pretesto che non sapeva cosa significasse. Ha anche finito per dire che affari del genere non lo interessavano e se gli si veniva a chiedere informazioni sul mio comportamento l'unica cosa che poteva dire era che non mi conosceva! Vedete o immaginate la figura del mio incaricato d'affari a cui avevo scritto che Cova si metteva a mia disposizione! In cosa consiste dunque il suo apporto se crede di essere gentilissimo dicendo che non mi conosce?! Chi è dunque e che uomo è di grazia? Un litigioso, un pedante o un malandrino. Vi scrivo tutto ciò in gran segreto, e per il momento lasciamo cadere la cosa poichè non saprei come presentare la mia domanda malgrado il successo che mi era stato garantito in precedenza. Così non sono protetta nè appoggiata dal nostro Ministro! Parliamoci chiaro, tra noi due, e quando avrete tempo, ditemi con che genere di individuo ho avuto a che fare. La cosa mi ha incuriosita. Il Principe Gagarinb, che è qui con me, si diverte a leggere il vostro libro in piemontese che conosceva dai tempi in cui era stato di servizio a Torino. E insieme cerchiamo di decifrare i canti senza guardare la traduzione! E' molto divertente. I miei mille affettuosi saluti dalla vostra Elsa Albrizzi
Note:
a) la contessa si riferisce alla richiesta di avere per padrino (per diventare membro dell'Ordine di Santa Teresa costituito in Baviera) una persona seria e ben conosciuta suggerendo a Nigra il nome dell'ambasciatore Cova a Monaco di Baviera (vedi lettera del 9 novembre).
b) Dovrebbe trattarsi di Nikolas Nikolaievitch Gagarin (1822-1902) Ministro Plenipotenziario della Russia in varie ambasciate in Italia tra cui Torino.
Venezia 31 dicembre 1889
Caro Amico, dal nostro Gambri a ho avuto la prova del vostro ricordo sempre affettuoso e bene augurante. Non voglio accontentarmi di farvi giungere tramite suo l'espressione della mia riconoscente amicizia, ci tengo a farvi sapere personalmente che vi sono ben devota e che aspetto il momento di provarvelo. Posso contare di vedervi a Venezia in questa stagione invernale ? Venite nel mio tranquillo focolare se la vita rumorosa di Vienna vi affatica. Buon anno! Mille auguri dalla vostra amica Elsa Albrizzi Nota: indecifrabile il nome della persona a cui si riferisce
Estea 28 dicembre 1890
Un amica molto preoccupata dell'indifferenza che le avete testimoniato, arriva a voi per augurarvi 365 giorni di fortuna. Voi siete venuto a Este, a due passi da casa mia e sapevate che ero qui. Non mi avete avvertito e io l'ho saputo, appena dopo la vostra partenza, dall'avvocato Pietro Grandi. Sono rimasta molto molto dispiaciuta perchè ho sempre pensato a Voi con amicizia e entusiasmo. Il piccolo acquarello qui unito è stato fatto dalla mia figliuola. Non è di valore ma è stato dipinto per voi e deve portarvi con la sua genuinità un bagliore del nostro sole italiano. Mille voti per l' anno che sta per cominciare da parte della vostra devotissima Elsa Albrizzi Nota: Este città in provincia di Padova dove la contessa possiede "Villa Elsa" sua residenza estiva
Este 27 maggio1891
caro Amico, ho atteso di giorno in giorno l'invio annunciato prima di ringraziarvi. Il libroa è arrivato soltanto ieri sera. Mi riservo di dirvi senza paura se sono degna di avere in mano un libro così prezioso e scientifico. Per oggi mi basta ringraziarvi del vostro buon ricordo e vi prego di dirmi qualcosa a proposito dei vostri progetti. Qui si parla molto di un cambiamento di posizione, c'è qualcosa di vero da raccontarmi? Poichè conto di andare alle terme in Boemia questa estate e mi fermerò a Vienna un giorno di passaggio, ci terrei a sapere sino a che data ci sarete perchè vi avverto che questa volta mi precipiterò alla vostra porta come un falco senza preavviso decisa a vedervi e voi non mi eviterete! Siete così strano e sempre in tutto così diverso dagli altri mortali! Abbiamo avuto a Venezia una fine stagione molto brillante grazie al ducab e alla duchessa di Genova. Lei mi ha fatto l'onore di venire a passare una serata a casa mia con la sorella principessa Elvira di Baviera, abbiamo danzato ed ho persino ballato un valzer con il Duca! Vuol dire che eravamo in trenoc, non è vero? Per uno che li conosce! Datemi notizie della vostra salute e non tardate troppo, se no i capelli di Berenice diventeranno grigi di dolore ed età. Un affettuoso saluto dalla vostra affezionatissima Elsa Albrizzi
Note:
a) Trattasi del libro "La Chioma di Berenice" pubblicato da Nigra nel 1891 e quindi fresco di stampa
b) Il Duca di Genova è Tommaso di Savoia, figlio del fu Ferdinando di Savoia (fratello del defunto Re Vittorio Emanuele II), che sposò nel 1883 la principessa Isabella di Baviera figlia di Adalberto Guglielmo di Baviera e di Amalia Filippina di Borbone-Spagna.
c) Il modo di dire "eravamo in treno" significa probabilmente saper di aver intrapreso un progetto, un'azione, una scelta nella realtà, precisa, netta per cui si sa quale conseguenze se ne possono avere.
(Battaglia Terme)a 28 giugno 1891
Caro amico, è sempre dai giornali che vengo a sapere quello che fate, e lì vi trovo. Il vostro passaggio da Venezia e il vostro ritorno sono stati naturalmente segnalati. Mi occupo quì in un modo del tutto cosciente della mia salute - facendo la cura e annoiandomi a morte. Mi dicono che debbo completarla per avere un buon risultato. I miei soli momenti liberi li dedico al vostro libro e sono talmente colpita dal calore della Dedicab che lo so dal cuore dove è un poco conservata. Mio Dio che talento di poeta in un uomo così saggio. Ho letto e riletto anche la Prefazione, sopratutto il capitolo I° "Fondamento etc" anzichè "argomento " di cui fare traduzione. Ma per apprezzare i contenuti non dovrei parlare che a Voi, all'individuo, senza alcuna aureola di gloria, al vostro spirito di elite, al vostro cuore di amico. Ma come posso farvi avere l'ammirazione di una piccola amica che vi sta lontana senza sapere dove voi vi trovate. Ieri sono stata a Carlsbadc a trovare la contessa Sormani. Mi ha detto che le avete facilitato l'ingresso della nostra frontiera con un lasciapassare. Potreste dare l'ordine all' una e all'altra. Abbiamo passato il tempo lavorando alla traduzione di Ugo Foscolod ma poichè ero prossima alla mia partenza ho potuto lasciarle la vostra che assomigliava molto. Mi spiace di non poter passare per Vienna al ritorno in quanto le mie bambine mi reclamano a gran voce. Desiderano molto assistere al lancio della Siciliae che avrà luogo il 7 luglio e per non privarle di questo divertimento sono costretta a interrompere la mia cura. I nostri sovrani sono attesi a Venezia per l'occasione e penso che ci sarà anche qualche ricevimento a corte. Prenderò pertanto il treno di Budiveis Pontebba per fare più in fretta. Una frase della vostra lettera mi ha fatto credere che le voci che corrono sono in parte fondate. La cosa non mi preoccupa troppo; al contrario non appena sarete libero vi presenterete davanti ad una amica, e io sarò la prima ad approfittarne. La vostra grandezza e posizione ufficiale m'interessano pochissimo ma i vostri permessi di affari mandateli anche a me. Non che io voglia fare del contrabbando!!! Ma per evitare la noia di farmi aprire le valigie. Vi invierò un dispaccio se mi fermerò a Vienna. Addio e può darsi arrivederci! Datemi vostre notizie e ditemi della cura che state facendo per i calcoli. Per parte mia penso di tornare a Battaglia. Con amicizia devota da Elsa Albrizzi
Note:
a) la contessa scrive quasi certamente da Battaglia Terme località termale rinomata, vicino a Padova
b) Nigra pensò di scrivere, come prefazione alla traduzione della famosa Chioma di Berenice, un carme in versi sciolti che lui stesso intitola “ Dedica”. Questo poemetto quindi non è una traduzione ma è una libera composizione, peraltro in eleganti e dotti versi, che avremmo potuto catalogare, dal punto di vista poetico, nel gruppo dei carmi. E' stato lasciato qui nel Libro delle Poesie, come cappello introduttivo della celebre traduzione che Nigra fece del Carme callimacheo tradotto in latino da Catullo. La dedica è riferita all'elegia "La Chioma di Berenice" ove Nigra fa in poesia una splendida dedica alla sua amica con versi davvero eccellenti (vedi Libro delle Poesie di Costantino Nigra edito dal Lions Club Alto Canavese pag 165). Nigra pubblicò l'elegia nel 1891 con un lungo e dotto commento che gli valse l'ammirazione di studiosi e di poeti tra cui Giosuè Carducci.
c) Carlsbad o Karlovy Vary (in tedesco Karlsbad, letteralmente "Terme di Carlo") è una città situata nella parte occidentale della Repubblica Ceca, capoluogo della regione omonima.
d) La traduzione di Ugo Foscolo riguarda la Chioma di Berenice. E’ noto come il latino sia assai più conciso dell’italiano. Ciononostante il Nigra riesce a tradurre “La Chioma di Berenice”, composta di 94 versi elegiaci (e cioè 47 coppie di esametri e pentametri), con soli 100 endecasillabi, più brevi dunque come numero di sillabe, senza peraltro allontanarsi dal testo e senza trascurare nessun particolare, virtù che è propria solo dei grandi traduttori. Si sa che questa elegia, scritta originariamente da Callimaco di Cirene in greco, è andata persa e ce ne restano solo una ventina di versi. Ci rimane invece la traduzione in latino di Catullo, che Foscolo volse in endecasillabi di pregevole fattura ma discostandosi spesso dal testo. Nigra, nel riproporre la propria traduzione, è cosciente di aver fatto opera stilisticamente ineccepibile, più fedele e più stringata e così commenta: “ Io ammetto candidamente che ho fiducia di dare una traduzione poetica della Chioma di Berenice migliore di quelle pubblicate finora nella nostra lingua, non esclusa la Foscoliana in quanto la mia segue un testo più corretto di quello adoperato da Ugo Foscolo e dagli altri traduttori italiani”.
e) Il lancio della "Sicilia" si riferisce al varo della Corazzata SICILIA (costruita all'Arsenale di Venezia) avvenuto a Venezia il 6 luglio 1891 alla presenza del Re Umberto I.
Venezia 25 gennaio 1893
Caro amico, mia cugina Adriana Marullo è morta ieri. "Il Re è morto. Viva il Re". Si preoccupa già chi potrebbe essere nominata dalla Regina al suo posto. Penso una cosa sola, un desiderio espresso a voi affinchè Rattazzi faccia cadere la scelta su di me. Se la cosa non vi importa troppo fatelo. Mia sorella vi ha visto l'altro giorno a Vienna. Mi ha detto che state benissimo - e non siete cambiato molto da quando vi aveva visto l'ultima volta - e vi ha parlato anche di quello. Quando potrò constatarlo di persona? Credo tra di noi di vedere dei grandi avvenimenti politici a Roma. In caso di cambiamento al Ministero non tornerete in Italia? Vi stringo la mano con affettuosa amicizia Elsa Albrizzi
Venezia 7 aprile 1893
Caro amico, vengo a sapere del dolorea che vi ha colpito e di quale pietoso pellegrinaggio avete fatto in Italia. Sono con Voi e vi penso - nelle vostre pene e nelle vostre gioie - mi unisco quindi al vostro dolore in questo momento. Accettate mille pensieri affettuosi da chi vi è molto devota. Elsa Albrizzi
Nota: Il 25 marzo 1893 era morto il fratello minore di Costantino Nigra, Michelangelo, medico. I funerali si svolsero il 28 marzo.
Nigra si preoccupò di far erigere, a sue spese, una cappella mortuaria, che raccogliesse le spoglie dei suoi genitori e del fratello, e poi, per ricordarne la memoria, offri al Municipio la somma di Lire duemila (equivalente oggi a circa € 9.000 ) affinché, con la rendita del capitale, si costituisse una condotta sanitaria da affidare ad un giovane medico. Donò altresì un grosso contributo per far giungere l’acqua potabile nel centro del suo paese natale di Villa Castelnuovo.
Inoltre, poiché gli eredi di Michelangelo erano i suoi nipoti De Rossi, figli di Virginia (Ludovico, Michelangelo e Natale), Nigra volle risolvere un caso derivante dal fatto che suo fratello, come medico, prodigo di generosità verso i poveri, aveva lasciato molti crediti da riscuotere, negli ultimi 5 anni, in prevalenza dovuti a visite a persone indigenti. Poiché era impensabile poter riscuotere quelle somme di denaro, che ammontavano a quasi 800 Lire, cifra cospicua per tre ragazzi giovani, decise di saldare lui il conto inviando un assegno per tale importo accompagnato da una lettera liberatoria per i debitori.
Castello di Aglièa 23 agosto 1893
Caro amico, sono quì da una settimana - ospite di S.A. Reale e apprendo dal mio piccolo artistab di Castellamonte che voi siete atteso fra poco, nello splendido paese che è patria vostra. Vi lascio due righe un po' tardi desiderando che il destino mi sia alfine favorevole per incontrarvi. Sono affascinata dalla vostra Duchessac che è incantevole - e da questa contrada così bella e selvaggia e a volte ..... Non vorrei più andarmene via ma ahimè tutto ha una fine! Gradite l'attaccamento musicale e riconoscente che vi porta la vostra piccola amica Elsa Albrizzi
Note:
a) Il Castello di Agliè appartiene ai Duchi di Genova e cioè alla vedova Elisabetta di Sassonia (allora di circa 65 anni) ed al figlio di Ferdinando di Savoia, Tommaso, che lo ereditò alla morte del padre avvenuta nel 1855.
b) Il poeta artista di Castellamonte è molto probabilmente il ceramista Angelo Barengo allora uno dei maggiori esponenti dell'arte ceramica castellamontese, di piccola statura ma di grande capacità creativa e manuale.
c) La duchessa di Sassonia, Maria Elisabetta (figlia di Re Giovanni Nepomuceno di Sassonia, uomo colto, traduttore di Dante in tedesco, e di Amalia Augusta di Baviera), definita da Cavour “la più superba bellezza del nord”, sposa a Dresda il 28 aprile1850 Ferdinando di Savoia 1° Duca di Genova (secondogenito di Carlo Alberto). La principessa ventenne, giunta a Torino dopo il matrimonio, porta una ventata di novità e di allegria nella rigida corte sabauda; costringe il cognato, Re Vittorio Emanuele II, a intervenire alle feste e il marito Ferdinando a ballare.
Dal matrimonio nascono due figli: Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia, la futura prima regina d’Italia (1851-1926) e Tommaso Alberto Vittorio, 2° Duca di Genova (1854-1931).
Divenuta vedova nel 1855 Elisabetta non resiste alla solitudine e l'anno successivo si risposa con Nicola Giuseppe Efisio, ufficiale dell'esercito creato Marchese di Rapallo. Da questo matrimonio non nacquero figli. Morì nel 1912 a Stresa.
Franzensbada 16 settembre 1893
come sono toccanti i vostri versi e quale emozione ho provato ieri, caro amico ! Non sapete quale buona simpatia ci unisce. E' grazie ai vostri interessi che avete saputo ieri sorridermi dopo così lungo tempo. Del resto come giustificare altrimenti l'intuizione che avete sempre di indovinare correttamente ciò che occorre fare per toccare il punto sensibile! I vostri versib hanno toccato la parte aperta del mio cuore al momento. Quando tornerete a casa vostra nel bel Canavese che ho tanto ammirato e ripercorso nei miei pensieri il mese scorso. Sono passata spesso vicino al vecchio Maniero di Valperga di sera. Durante la notte era molto scuro - non conoscevo nè il Conte nè le cugine che conducevano i cavalli della duchessa seduta accanto a me! Credevo di andare a fare un lungo giro nel giardino del Castello. Mai i cavalli sono stati così intelligenti e si sono ben comportati sulla strada. Rientrando con la mia accompagnatrice dissi che avevo freddo durante la passeggiata! Dovevo accompagnare Sua Altezza a Monaco e restare con Lei durante il mese di Settembre. Ma ho paura che per questioni di etichetta si sia rinunciato ad accompagnarla. Perdo una mia figlia per un matrimonio odioso a causa dell'uomo che la separa da me da circa un anno facendo pressioni su di lei e mettendola contro di me al punto che siamo diventate tra noi estranee. Voi che conoscete come eravamo unite e il nostro senso di famiglia tra noi tre, voi potete giudicare in quale situazione mi trovi.
Ho letto i vostri versi freschissimi e carichi della grande simpatia che ella riserva alla mia persona e che mi hanno incoraggiato per quella nomina a corte. A proposito di questa questione non avete per caso sentito chi prenderà il posto a fianco della Regina? Penso che un altro posto si libererà fra breve che vi dico essere buono! E forse voi potreste dire una parola quando andrete a Roma. Mi pare che la cosa dipenderà da voi e che non vi rifiuterete. Del resto non vi farete dei nemici. Sono qui con mia figliac più giovane per rimettermi in salute, assai colpita da tutte le emozioni avute in questi ultimi tempi. Ritorneremo in Italia passando dal Tirolo - non sarete in città a quell'epoca.Vi mando con lo stesso corriere una fotografia che ho fatto con la Duchessa ad Agliè. L'ho sviluppata in primavera per cui la fotografia ha qualche mese. L'altro ritratto è quello della mia figliuola più giovane con la sua toilette di Direttrice. Vengo da averla accompagnata a Venezia prima di partire. Ve la mando per farvi vedere il capolavoro che ho fatto e che credo sia il migliore della mia vita! Non è vero che è deliziosa? Non mi rimane che Lei. La cosa deve moltiplicare il mio entusiasmo, dopo quello verso di voi! Addio - non dimenticate la vostra amica Elsa
Note:
a) Franzensbad località termale nel Nord della Cecoslovacchia vicino alla frontiera con la Germania.
b) I versi a cui si riferisce la contessa sono quelli della "Dedica alla Chioma di Berenice" scritti espressamente per Lei da Nigra e che ricordiamo qui per farne comprendere meglio la bellezza poetica ed espressiva.
Se a voi pur sempre la pensosa fronte
orna il tesoro delle fulve trecce,
se ogni sera con man parca, versate
su lor le stille di sottil profumo
da etnee corollev in anglo ònicev espresso, v fiori siciliani v distillato e posto in vaso di onice inglese
sorridete, signora, al breve carme
che sulla chioma d' or di Berenice
l' elegante Callimaco compose,
che di Catullo a noi l' innamorata
Musa serbò, che Foscolo tradusse
con arte Greca in Itala favella,
ritentato or da me, che in grazia vostra,
Marsia novello, osò sfidar gli Dei.
c) La contessa Elisabetta Francesca Albrizzi, vedova di un ufficiale austriaco morto presumibilmente nella guerra franco austro prussiana del 1870, ebbe nel matrimonio 2 figlie di cui conosciamo in questa lettera la più giovane. Nel 1893 dovrebbe avere intorno ai 25 anni.
Franzensbad 20 settembre 1893 Mercoledì sera
Grazie di avermi risposto subito e di aver pensato al mio ritorno in Italia. Mi fa piacere passare la frontiera con il vostro lasciapassare. Beninteso non facciamo del contrabbando ma amano sempre mettere le mani nelle nostre valigie per sapere se i nostri vestiti sono nuovi o usatia! Devo prolungare la mia cura quì sino a fine mese. Potreste mandarmi qualche libro? Ve li restituirò prima di rientrare. Ero distratta per averli dimenticati l'anno scorso e per aver portato i vostri fuori! Vengo a Voi! spedite i ritratti oggi. Avete torto di credere che la damab in questione è padrona di scegliere e di nominare le sue dame di corte e di palazzo! Gi: ha imposto al Re il nuovo aiutante di campo e ha voluto far partire la Marchesac di Villamarina per mettere una persona a cui Lui teneva. Lei ha protestato leggermente e non ha più insistito. Vedete che nulla dipende da Lui. Del resto non tengo al posto presso di Lei e mi piacerebbe moltissimo di essere al seguito della Duchessa di Genova o d'Aosta. Trovo il posto più interessante che la persona, tutto ciò è detto fra di noi. Ho appreso tutti questi pettegolezzi nella corte stessa. A Voi caro amico di cuore la vostra Elsa
Note:
a) Interessante la nota sulla curiosità della dogana tedesca
b) della dama in questione sapremmo se si possedesse la lettera del Nigra che fa parte dell'archivio Albrizzi ancora non in nostre mani
c) Le marchese di Villamarina hanno lunghe tradizioni di servizio come dame di corte del Re e della Regina sin dai tempi di Carlo Alberto per proseguire con Vittorio Emanuele II e poi Umberto I.
Este 18 dicembre 1893
Caro amico, torno da Roma dove speravo di incontrarvi. Ma il vostro congedo era finito e voi eravate rientrato al vostro posto. Ho trovato nella capitale molte conoscenze, fra le altre, di amici comuni. Mi hanno assicurato che state per pubblicare qualcosa di nuovo. Mi avete forse dimenticata completamente, che non mi inviate più un esemplare delle vostre pubblicazioni? Io sono per voi sempre la stessa - con i sentimenti di entusiastica amicizia e di riconoscente ricordo. Vostra amica Elsa
Este 18 dicembre 1893
Caro amico, torno da Roma dove speravo di incontrarvi. Ma il vostro congedo era finito e voi eravate rientrato al vostro posto. Ho trovato nella capitale molte conoscenze, fra le altre, di amici comuni. Mi hanno assicurato che state per pubblicare qualcosa di nuovo. Mi avete forse dimenticata completamente, che non mi inviate più un esemplare delle vostre pubblicazioni? Io sono per voi sempre la stessa - con i sentimenti di entusiastica amicizia e di riconoscente ricordo. Vostra amica Elsa
Venezia 2 gennaio 1896
Caro amico, il vostro succulento invio mi ha seguito quì, e io l'ho assaporato con dei buoni amici che vi conoscono e apprezzano. Vi ringrazio di aver pensato a me in questi giorni di espansione e di solennità intime. La cosa mi compensa un po' dei lunghi silenzi e delle nostre interminabili separazioni. Ho letto con grande interesse il vecchio poema e i versi più preziosi ancora, aggiunti da voi stesso. Non ho ancora potuto mettermi a leggere La Passione, in questi giorni, dopo un assenza di molti mesi, che sono pieni di occupazioni necessarie oltre che fastidiose. Avete ricevuto il piccolo acquarello fatto dalla mia figliuola - ed è arrivato in buono stato? Grazie ancora e vi invio un ricordo affettuoso ed i miei auguri che l'anno nuovo vi porti tutto ciò che desiderate. La vostra amica Elsa
Venezia 16 gennaio 1900
Carissimo amico, grazie a Voi ho potuto fare un viaggio piacevolissimo, senza essere distratta dalle formalità d'uso e ci siamo inchinati rispettosamente, davanti al foglio, aux armes de Savoie - ai gendarmi della Savoia. Sino a quando ci siamo accorti che la firma dell'Incaricato d'Affari mancava: mi è stato fatto notare immediatamente, ma l'incidente non ha avuto seguito e tutto si è risolto al meglio. Vi ringrazio di tutte le prove di simpatia che mi date in ogni occasione. Evviva! Sempre a distanze troppo enormi per potervi esprimere i miei sentimenti a viva voce! Avete dunque definitivamente deciso che non ci vedremo più! Venezia è sempre sul vostro cammino e quando arrivo a Vienna voi non ci siete! E' questo veramente il destino? Oppure lo correggete? Mi dicono che vi fate costruire una casa a Roma e che vi andrete ad abitare quando vi sarete annoiato della carriera. Troverete per me un giorno nel vostro duomo e mi direte i vostri versi o la vostra prosa, come allora, con il tono della vostra voce incantevole che ho ancora nelle orecchie e .... nel cuore! Grazie ancora e arrivederci, quando lo vorrete firmato di traverso Elsa
Venezia 16 gennaio 1900
Carissimo amico, grazie a voi ho potuto fare un viaggio piacevolissimo senza essere disturbata da formalità usuali e ci siamo chinate rispettosamente davanti alle carte dei gendarmi di Savoia proprio quando ci siamo accorti che mancava la firma dell'Incaricato d'Affari: mi è stato fatto rimarcare subito ma poi tutto si è risolto positivamente e vi ringrazio di tutte le prove di simpatia che mi date in tutte le occasioni! Evviva! sempre a distanze troppo enormi per potervi esprimere i miei sentimenti a viva voce! Voi avete quindi definitivamente deciso di non incontrarmi! Venezia è sempre sul vostro cammino e non appena arrivo a Vienna voi non ci siete! E' proprio destino così? Oppure Voi lo cambiate! Mi dicono che state facendo arredare una casa a Roma e che l'abiterete quando vi sarete annoiato della carriera. Mi troverete un giorno nel vostro duomo e mi leggerete i versi e le prose, come allora, con la vostra voce affascinante che ho ancora nelle orecchie e ........ nel cuore! Grazie ancora e arrivederci quando lo vorrete firmato di traverso Elsa
Villa Elsa - Este 17 novembre 1901
Caro amico, siamo di ritorno dopo due giorni e il vostro lascia-passare mi è stato molto utile. Ho trovato anche a Venezia il vostro ritratto. Per tutto ciò grazie di cuore. Fortunatamente i giornali sono meno misteriosi di voi e quindi da loro ho scoperto del vostro soggiorno a San Remo, dove vi ho indirizzato questo messaggio. Vi credevo nel "Canavese" al seguito della vostra famiglia! O a Roma occupato ad allestire il Vostro "Tour all'inglese". Mentre vi Aspettiamo Voi vi scaldate al sole della Riviera e ne avete tutte le ragioni! Scendendo dalle nostre montagne (di cui conoscete bene le passeggiate!), ho trovato quì a Venezia la pioggia ed una nebbia del tutto britannica! Spero che i vostri malanni siano completamente guariti e che possiate godervi il vostro soggiorno. Non dimenticatemi e credete alla mia viva e devota amicizia Elsa
Nota: Il Tour a l'anglaise dovrebbe riferirsi ad una Mostra di quadri
Venezia 1 gennaio 1902
Voi siete un grand'uomo, ma siete anche un abbominevole amico! Non dirò che sono venuta a Venezia per voi, perchè sarei esagerata. Ma sono rimasta più giorni davanti alla grande attesa di tutta la famiglia per essere convinta del fatto che sareste passato. Mi avevate scritto: sarò per Natale a Venezia! Ed ecco che i giornali, vostri grandi nemici e critici, mi informano che voi siete tornato a Vienna, senza fermarvi da nessuna parte !!! Debbo quindi pagare per me stessa e per la mia impazienza! Malgrado tutto non posso impedirmi di amarvi e di dirvelo nel mandarvi gli auguri di fortuna e salute per il 1902! Credete a tutto il mio devoto affetto Elsa
Villa Elsa - Este (Padova) 24 giugno 1902
Carissimo amico, le ciliege sono mature, le fragole dolci e gli uccelli cinguettano fra gli alberi. Lo raccontava un piccolo poema; ma non è la descrizione del vostro messaggio che mi ha fatto grandissimo piacere! Grazie per tutto ciò come pure per i versi che ho subito trasmesso a A.Franchettia. Appena avrà escogitato qualche cosa ve ne invierò copia affinchè possiate giudicare se l'uno è degno dell'altro! Il compositore all'altezza del poeta. Sto cercando di procurarmi informazioni sicure ed esatte su tutto ciò che riguarda la questione Trione. Ho buoni amici laggiù, come i Brazzù, i Brandis e altri e vi potrò dire tutto fra breve. Mi piacerebbe sapervi stabilito a Venezia quando vi ritirerete in pensione. Potremmo finire le nostre esistenze insieme. Essere di compagnia l'uno all'altro, ma se preferiste stabilirvi in campagna sognerei che la cosa fosse possibile presto. Mi recherò in Bohemia il mese prossimo o al più tardi in Agosto. Passando per Vienna verrò a trovarvi per portarvi a Kahlenbergb. I Van Hoeven non sono venuti. Avete fatto la mia ambasciata? E il povero Re Edoardoc: che disastro per lui e tutto il popolo! I preparativi sono completati! Mille amicizie affettuose da Elsa
Note:
a) Alberto Franchetti (Torino, 18 settembre 1860 – Viareggio, 4 agosto 1942) è stato un compositore italiano appartenente alla scuola verista; fu esponente anche della cosiddetta Giovane Scuola. Nacque da Raimondo Franchetti e Luisa Sara Rothschild, in una famiglia ebrea sefardita che aveva ottenuto il titolo di barone nel 1858 da Vittorio Emanuele II. Nel 1888 sposò Margherita Levi (i due divorziarono nel 1897) dalla quale ebbe Raimondo, celebre esploratore. Studiò a Venezia, a Dresda (con Felix Draeseke) ed al conservatorio di Monaco sotto la guida di Josef Rheinberger. Le sue opere principali sono state Asrael (1888), Cristoforo Colombo (1892), ripresa dal Metropolitan Opera di New York nel 1992 in occasione del cinquecentenario della scoperta dell'America, e Germania (1902), che per qualche tempo entrò nel repertorio e fu interpretata spesso da Enrico Caruso. Franchetti deteneva inizialmente i diritti su La Tosca, dramma di Victorien Sardou, che poi cedette a Giacomo Puccini. Ritiratosi a vita privata, morì, pressoché dimenticato, a Viareggio e fu sepolto nel locale cimitero ebraico.
b) Il Kahlenberg si trova nella regione del Wienerwald ed è una delle mete predilette dai viennesi per una gita fuori porta. Soprattutto per la vista suggestiva che il Kahlenberg offre: nelle giornate limpide si vede tutta la città e addirittura lo Schneeberg, da dove proviene l'acqua sorgiva di Vienna. Davvero una bella prospettiva! Il Kahlenberg, alto 484 metri, ha una lunga storia alle spalle. Nel 1628 fu donato dall'imperatore Ferdinando II all'ordine dei Camaldolesi. Al centro del convento eretto sul monte sorse la chiesa di S. Giuseppe. Ma il Kahlenberg deve la sua fama soprattutto al re della Polonia Sobiesky, che nel 1683 marciò con il suo esercito sul Kahlenberg e liberò all'ultimo momento Vienna dall'assedio turco.
c) Il 22 gennaio 1901 la regina Vittoria morì e Alberto Edoardo, padre di Giorgio, ascese al trono come Edoardo VII; Edoardo VII (Albert Edward; Londra, 9 novembre 1841 – Londra, 6 maggio 1910) fu re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, re dei British Dominions e imperatore d'India dal 22 gennaio 1901 fino alla sua morte. Figlio della regina Vittoria si trovò a gestire l'impero coloniale più grande del pianeta. Compito che la fine della seconda guerra anglo-boera (1902) gli rese meno gravoso, ma che si complicò con il riarmo navale della Germania.
Venezia 29 aprile 1903
Caro amico, non so come ringraziarvi per tutte le vostre bontà. Ritornando qui da un breve giro in automobile, vi ho trovato i vostri incantevoli regali di Pasqua che mi aspettavano già da parecchi giorni. Sono subito corsa alle vostre notizie anche per parlare con il Barone Fasciottia , ma egli era ripartito e non l'ho rivisto che oggi. Vi racconterà egli stesso del nostro incontro e delle chiacchierate. Grazie anche per la buona notizia che mi date della nostra domanda al Ministero. E' vero che c'é poco da sperare ma la dilazione di un anno è già qualche cosa. Si lavora assiduamente a casa vostrab. Vedo con gioia porte chiudersi e altre aprirsi a mano a mano che i lavori avanzano. Comincio ad invidiarvi questo piacere di aggiustare, di arredare, di completare! La nostra quinta esposizionec è molto degna di essere vista. Sarò a Venezia ancora tutto maggio prima di partire e penso che verrete a dare un colpo d'occhio qui. Mia figlia è a Roma e non sa ancora nulla del bell'uovo di Pasqua che l'aspetta. Vi scriverò appena arriverò. La mia amicizia affettuosa. La vostra devota amica. Elsa Albrizzi
Note:
a) il Barone Enrico Fasciotti è 1° segretario dell'Ambasciata d'Italia a Vienna guidata dal Nigra e lo aveva accompagnato sin dalla Conferenza di Pace all'Aja nel 1899. Un giovane che Nigra stima e apprezza molto.
b) la contessa Albrizzi parla dei lavori nella nuova casa di Nigra (Cà Nigra) a Venezia; una bellissima villa all'intersezione tra il Canal Grande ed il Rio Marin, in cui Nigra abiterà dopo essersi ritirato dalla carriera diplomatica nel 1904. A Lei è affidato sopratutto l'allestimento dei bellissimi giardini, quello interno e quello che si affaccia sul Canal Grande.
c) si parla della Quinta Biennale di Venezia (1903) che registrò due novità: una fu l'apertura alle arti decorative, attraverso l'allestimento di sale comprendenti arredi; l'altra fu il Salon des refusées, concessa dopo una plateale protesta derivata dal verdetto di selezione, che escludeva 823 opere su 963.
Enna 14 ottobre 1903
Caro amico, Caro amico, apprendo dai giornali che avete lasciato Vienna e suppongo che sarete subito andato a dare un'occhiata alla vostra deliziosa, futura abitazione. E' dunque all'Hotel Britannia che indirizzo le mie parole per augurarvi il benvenuto da noi e per esprimervi la speranza di rivedervi presto. Lasceremo il Tirolo i primi giorni di Novembre e aspetterò a Esteb uno scritto per sapere se potete venire a vedermi o se io devo andare a Venezia per passare qualche ora con voi. Potreste farmi avere, nell'attesa, un lasciapassarec per Novembre, senza precisare il giorno? Vi ringrazio in anticipo. Tanti cari saluti con l'amicizia più aperta e costante. Elsa
Note:
a) Enn località del Tirolo nei pressi di Merano
b) Este località in provincia di Padova dove la contessa Albrizzi possiede "Villa Elsa"
c) lasciapassare evidentemente per l'Austria e Vienna in particolare
Villa Elsa - Estea novembre 1903
Mio carissimo amico, venerdì 13 non è sempre un giorno sfortunato. E' stato per me un giorno di allegria e di gioia. L'invio dell'interessante articolob e, più tardi, dei deliziosi oggetti di Vienna mi hanno resa molto felice. Se voi sapeste quanto apprezzo le prove della vostra buona amicizia e del vostro ricordo ne sareste contento voi pure. Più s'avanza nella vita, più ci si lega e questo è proprio il mio caso. Suppongo che Giovanni Nigrac fosse un vostro parente; può darsi vostro padre? Voi non ne accennate nell'articolo e pertanto sarebbe anche interessante sapere se tutta una dinastia di Nigra fosse già di uomini importanti. E Massimo d'Azeglio non scriveva già allora? Come sarà curioso leggere le vostre memorie! Ma può darsi che voi non vogliate pubblicarle ancora, malgrado diciate di essere l'unico sopravvissuto. Tutti gli avvenimenti sono ancora freschi e ci sarà troppo legame con il presente per raccontare tutto. Voi mi direte ciò al nostro prossimo incontro che sarà qui o a Venezia, a vostro piacimento. Se il tempo fosse bello penso che una sosta potrebbe non darvi troppo fastidio. Sant'Elenad è sicuramente sulla grande linea (di traghetti ndr) ma se fa troppo brutto tempo non lo desidererei neppure e andrei a raggiungervi a Venezia. Come invidio il vostro pied-à-terre a Roma. Sarebbe il mio sogno averne uno per passarci qualche settimana. Ma non è che un sogno. Il mio povero amico Pergarin diceva sempre: "L'unica cosa divertente é ciò che è superfluo". E mi ricordo sovente questa frase sorridendo. Ho giusto quello che mi occorre per vivere piacevolmente ma il superfluo divertente non ce l'ho. Questa mattina la stampa annuncia il vostro ritorno a Vienna per la fine di Dicembre. E' bene informata? In questo caso voi mi troverete già nel quartiere d'inverno installato a Venezia. Vi lascio, spinta a ringraziarvi per il piccolo capolavoro di buon gusto e di eleganza del vostro cofanetto porta gioielli, e vi mando l'impressione dei miei più affettuosi sentimenti. Elsa
P.S. - Come avete pensato di distribuire i gioielli art-nouveau che sono nella scatola? lettera originale presso Museo Nazionale del Risorgimento di Torino
Note:
a) Este comune in provincia di Padova dove la contessa Albrizzi possiede Villa Elsa, sua residenza estiva. La residenza invernale, da quello che si può capire dalla lettera, è sull'isola di Sant Elena a Venezia.
b) Purtroppo dell'articolo non esiste traccia ed è un vero peccato
c) Giovanni Nigra è stato un banchiere e politico italiano. Fu banchiere presso la corte pontificia e piemontese. Tra il 1849 e il 1851 fu sindaco di Torino e ministro delle Finanze. Come ministro si impegnò per riordinare le finanze del Regno sardo negoziando, dopo la prima guerra d'indipendenza italiana (1848-49) un prestito con il barone Rothschild. Nel 1848 fu nominato senatore e nel 1856 conte. Non era parente di Costantino Nigra.
d) L'isola di sant'Elena un tempo si limitava all'isolotto dove sorge la chiesa di Sant'Elena, che da secoli custodisce le reliquie della santa, madre di Costantino. Il luogo sacro, con l'annesso convento di Agostiniani, fiorì sino alle soppressioni napoleoniche e divenne in seguito un magazzino (1810).
Gran parte della zona è però di origine recente, essendo sorta attorno agli anni venti del XX secolo bonificando una sacca utilizzata per addestramenti militari e che incorporò nel tessuto urbano l'isola di Sant'Elena, prima di allora distaccata e completamente circondata dalla laguna. Il toponimo fu così esteso al moderno quartiere residenziale che sorse poco dopo. L'urbanizzazione portò anche alla riconsacrazione della chiesa, da allora affidata ai Servi di Maria.
Venezia, senza data
Caro amico, vorrei inviarvi, per il tramite della signora Molichangy (??) i miei saluti e mille pensieri amichevoli sperando che potranno farmi perdonare facilmente i torti che ho avuto verso di Voi. Abbiamo parlato di Voi spesso e sono stata orgogliosa di apprendere che voi siete sempre lo stesso amabile simpatico e buon amico. E ho constatato con piacere che, se il vostro pensiero è rivolto spesso alla nostra triste e silenziosa Venezia, potrete conservare il mio piccolo dono che vi ricorda coloro che vi sono stati sepolti vivi! Non ho visto la coppia che è venuta a portarmi la vostra lettera. Il giorno della loro partenza, a causa di un problema ... hanno dovuto cambiare programma, e Io ho approfittato per poterli utilizzare per la risposta ed era un modo indiretto per riprendere le nostre relazioni interrotte. Prendo il mio coraggio a due mani in questa nuova occasione che si presenta e vengo con gran desiderio a ritrovarvi. Parto domani per Nizza dove vado a trovare mio padre (al cimitero?) con il pretesto di trovare un amica che vive là. Sarò di ritorno fra due settimane e cioè all'epoca in cui riceverete questa lettera. Sempre benevola con Voi Elsa con firma in grande di traverso sullo scritto
Parigi, mercoledì sera
ho fissato la mia partenza per domani, caro amico, e sono molto dispiaciuta di non avervi più potuto vedere. Addio o piuttosto arrivederci. Non dimenticatemi Elsa Albrizzi
Villa Elsa - Este 29 maggio 1893
Caro amico, non so più dove vi troviate e vi scrivo al vostro indirizzo di Parigi. Sarete certamente stupito di sapere che vengo da Vienna dove ho trascorso una decina di giorni. Senza mai trovare il tempo di prendere una penna in mano. La ragione principale di questa corsa è stata la mia salute instabile; lasciata alla fine da questo eterno stato di indisposizione e da un malore continuo ho deciso, da un giorno all'altro, di mettere fine a questo stato di cose e di sapere almeno a cosa attaccarmi arrivata a Vienna. Ho consultato due dei migliori medici che erano d'accordo a dirmi che soffrivo d'anemia grave e che avrei dovuto, prima di fare una cura di acqua di mare, andare a Franzensbad un terribile posto in Bohemia dove c'è, a questo alludevo, null'altro che dei malati gravi e sopratutto molte donne, cosa che mi rende ancora più malata e sono terrorizzata dall'idea di fare le mie cure adesso che mi avete riservato nuovi sorrisi! Non vorrei lasciare nulla di intentato, e qualunque cosa mi diciate, avete letto perfettamente, con il vostro istinto di conoscitore, cosa palpitava in me, ma non vi era sufficiente sapere, mancava nel vostro amor proprio la soddisfazione di averlo sentito dire. Adesso partite e nuove distrazioni e i normali doveri vi assorbiranno interamente e se l'accenno sulla vostra lettera può essere profetico, spero che voi possiate tornare! Ho ricevuto i fagiani e molto altro, e grazie di pensare anzitutto al bambino; fatemi sapere quando tornerete; resto in campagna tutto il mese di giugno e sono molto triste, profondamente triste in mezzo a questa bella natura che mi circonda ed il mio povero cuore piange di amarezza! Avete ragione, credo, più di me per la mia tetra esposizione, scusate se vi faccio ascoltare da tanto tempo le mie miserie, ma l'avete voluto voi stesso chiedendomi di voler sapere tutto a mio riguardo. Sapete che non ho mai voluto scrivervi tutto, ma ho mentito, voi lo capite, e non siete stato generoso, voi fatemi distrarre dai miei pensieri! Mio Dio la pena non è cresciuta molto ma la mia anima è malata e credo sia inguaribile. Vi lascio pregandovi di pensarmi, anche solo un poco, e comunque molto, perché temo sia una lunga prova. Elsa Albrizzi
Nota: Franzesbad località della Boemia (Repubblica Ceca) nota per le sue terme
Castello di Enn (Tirolo) - 1901?
Caro amico, mi sembra di non avervi detto in modo sufficiente alla partenza quanto vi sia grata dell'accoglienza amichevole che avete riservato alle mie figlie ed a me (la contessa è stata in visita a Vienna). Mi sono sentita talmente bene sul nostro territorio italianoa in mezzo a tutte le vostre simpatiche attenzioni. Ho lasciato Vienna con rimpianto; questa grande capitale così ancora vuota per me nella vigilia. La cena con Voi è stata sontuosa e i piatti dello chef altrettanto. Ma ho preferito ancora di più la colazione più tardi e sopratutto la sedia di fianco alla vostra grande tavola vicino a quella che utilizzate! Vi ho fatto inviare a casa il ritratto che mi avete dato in omaggio affinchè lo guardiate e ne approviate la cornice. Il vostro bravo corriere mi farà il piacere di portarlo in Italia quando andrete in congedo. Non era pronto quando sono partita da Vienna e non ho il vostro lasciapassare da mostrare alla frontiera. Penso che potrà viaggiare in vagone senza imballaggio. Datemi delle buone nuove sulla vostra cara salute, da presentare ai vostri amici, e ricordatevi dei bei progetti per l'avvenire della nostra vecchiaia. Mia figlia vi invia i sentimenti più radiosi e Io penso a voi con tutto il mio affetto Elsa
Nota: La contessa si riferisce all'ambasciata italiana di Vienna dove è stata ospite del Nigra
Venezia 2 aprile 1901
Caro, carissimo amico, le nostre lettere si sono incrociate. Vi ho spedito la mia ultima il giorno stesso che mi è giunta la vostra. Non dovete temere per il successo delle illustrazioni! Sono state compresse, migliorate e riprodotte a meraviglia. Pubblicheremo degli articoli su tutti i giornali italiani e lo facciamo con sincero entusiasmo. Il fatto è che la pubblicazionea è molto bella all'altezza dei vostri bei versi. Perchè non mi incaricate dei vostri lavori e desideri qui per la casa? Sarei così orgogliosa di potervi essere utile e conto sulla vostra discrezione. Voglio essere, per la fine della vostra esistenza, l'amica indispensabile e voglio che voi vi rendiate conto di quanto vi sia affezionata. Anche senza essere l'ambasciatrice d'Italia, come forse avrei potuto e dovuto essere, desidero diventare, o piuttosto restare, l'amica fedele e devota su cui voi potete contare. Felice di vedere Fasciottib ma lo sento forte, bene anche per vedere il giardiniere per fare dei piccoli ritocchi e riparazioni. Disponete pure di me. Ho avuto ieri la visita di Cusanic, gentile e spiritoso come sempre. Mia figlia è a Roma ospite di sua sorellad. L'aspetto per l'inaugurazione dell'esposizione del 25 aprilee. Buone amicizie di tutto cuore Elsa
Note:
a) probabilmente la contessa si riferisce alla pubblicazione del Nigra, avvenuta poi nel 1903, de "La Rassegna di Novara" edita da Menotti & Bassani con illustrazioni del Salvadori
b) Eugenio Fasciotti, primo segretario di Nigra all'ambasciata italiana di Vienna
c) Cusani funzionario dell'ambasciata italiana di Vienna
d) La contessa Albrizzi ha due figlie di cui una sposata e domiciliata a Roma
e) Si parla dell'Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia o semplicemente Biennale d'Arte che fu inaugurata nel 1895; questa data ci conferma che la lettera è del 1901.
Burg Inn (Tirolo) 19 ottobre 1901
Caro amico, mi sono sbalordita (scusate l'espressione) nel leggere la vostra lettera! La cosa significa: essere informato, nel momento che consideriamo il valore degli affari seri che trattate tutti i giorni, e i vostri doveri mondani per raggiungerli, senza contare tutto il resto: bene! Bisogna riconoscere che non perdete il vostro tempo e che siete veramente l'uomo più straordinario dei nostri tempi. Voi potete vantarvi di essere ben informato sulla nostra contea. Ciò che non mi spiego assolutamente è la conoscenza del cammino per l'Hotel Fontana Fredda a Cavalese che è un semplice sentiero attraversato da un torrente di montagna, così poco conosciuto che mia figlia ne ignorava l'esistenza. E' vero che questa strada conduce a un luogo di pellegrinaggio che si chiama Weissenstein, e ad una cappella dove una fanciulla si fa adorare come ispirata dalla S. Vergine; a mia idea una isterica che abusa del fanatismo religioso dei buoni sud tirolesi, e fa un eccellente affare economico nello stesso tempo, aiutata dai suoi fratelli e dal curato molto bizzarro, spettacolo incredibile nell'anno di grazia 1901! Ho intrapreso il viaggio due volte per vedere "la santa" come la indicano pomposamente qui. Lei suda sangue tutti i venerdì a ora fissa, cade in estasi o catalessi che dura più giorni, e si risveglia soltanto dopo la messa che il curato del posto dice per lei. Ho scritto un articolo su questa storia e l'hanno pubblicato sul giornale. Ecco dove i sentieri del passo di Horn vi portano! Perdonatemi questa divagazione; se è possibile, fate in modo che gli ultimi giorni di Vienna siano alleggeriti da lavoro e da obblighi. Io mi ricordo della vostra promessa di venire a vedere le nostre vecchie cose per ciò che ne vale la pena. Abbiamo anche delle vecchie carte nel nostro archivio degne d'essere sfogliate. Grazie per il lasciapassare. Si potrebbe, forse, ottenerne uno senza scadenza dal Ministero e a chi occorrerebbe indirizzarsi? Potrei forse ottenerlo dal nostro Prefetto? Avete letto i nomi delle nuove dame di palazzo che stanno per venir nominate a Venezia? La scelta è veramente ridicola e ha divertito tutto il mondo serio. Con l' eccezione di mia cugina Marcella, sono state scelte le dame più sempliciotte (leggete sciocchine) che si conoscano a Venezia! Si vede che non vale la pena essere intelligenti in quell'ambiente, e che occorre essere a proprio uso e consumo! Rientreremo in Italia all'inizio di novembre, e io aspetterò il vostro passaggio a Venezia, per fermarvi, diciamo o a Este o a Venezia. Se voi non mi dite i vostri progetti e vi ostinate a viaggiare in incognito, farò una linea di cresta con il vostro buon orgoglio, per farmi ragguagliare! Accettate il mio cicaleccio e non dimenticate la vostra amica Elsa
Note: a) Cavalese (Cavales in dialetto fiemmese, Ciavaleis in ladino solandro[2], Gaßlöss in tedesco) è un comune della provincia autonoma di Trento. Fa parte della Magnifica Comunità di Fiemme ed è il centro amministrativo, culturale e storico della Valle di Fiemme, insieme a Predazzo. Situato a 1000 metri sopra il livello del mare, è una località turistica, animata in inverno per le adiacenti piste da sci e apprezzata in estate per i suggestivi paesaggi, sentieri, la sua tranquillità e il clima mite. b) Weissensteiner è il nome del Santuario della Madonna di Pietralba, posto a 1520 metri s.l.m.; ebbe origine nel 1553 quando la vergine Maria apparve a Leonardo Weißensteiner per guarirlo dalla sua malattia. Ella gli chiese di costruire, come ringraziamento, una cappella dove i fedeli potessero recarsi per invocarla e lodarla. La cappella originaria divenne subito méta di numerosi pellegrini, tanto che ben presto fu necessario costruire una chiesa vera e propria, l'omonimo Santuario, il più importante dell’Alto Adige. La chiesa barocca del 17.mo secolo e l’ampia visuale sullo Sciliar, Catinaccio, Latemar e Gruppo dell’Ortler formano uno scenario attraente sia per i pellegrini che per gli amanti della natura. Chi cerca pace e ristoro, si trova qui a suo agio. D’estate i numerosi sentieri invitano alle escursioni, mentre nei paesi vicini di Monte S. Pietro, Aldino e Nova Ponente ci sono oggi campi da Golf, Maneggi, Piscine.
c) Il Passo di Horn è con buona probabilità il Monte Corno nei dintorni di Bolzano
d) Linea di cresta è un modo di dire per significare "Barriera"
Carteggio Costantino Nigra - Giovanni Pascoli - 1894
BIOGRAFIA
Giovanni Agostino Placido Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 –Bologna, 6 aprile 1912) è stato un poeta e accademico italiano e una figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento. Pascoli, nonostante la sua formazione eminentemente positivistica, è, insieme a Gabriele D'Annunzio, il maggior poeta decadente italiano. Dal Fanciullino, articolo programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione intima e interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del particolare e del quotidiano e al recupero di una dimensione infantile e quasi primitiva. D'altra parte, solo il poeta può esprimere la voce del "fanciullino" presente in ognuno: quest'idea consente a Pascoli di rivendicare per sé il ruolo, per certi versi ormai anacronistico, di "poeta vate", e di ribadire allo stesso tempo l'utilità morale (specialmente consolatoria) e civile della poesia. « Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro Giosuè Carducci, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra [...] » (G. Pascoli - da Il fanciullino) Pur non partecipando attivamente ad alcun movimento letterario dell'epoca, né mostrando particolare propensione verso la poesia europea contemporanea (al contrario di D'Annunzio), Pascoli manifesta nella propria produzione tendenze prevalentemente spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine secolo segnata dal progressivo esaurirsi del positivismo. Complessivamente, la sua opera appare percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione classicista ereditata dal maestro Giosuè Carducci, e le nuove tematiche decadenti. Risulta infatti difficile comprendere il vero significato delle sue opere più importanti, se si ignorano i dolorosi e tormentosi presupposti biografici e psicologici che egli stesso riorganizzò per tutta la vita, in modo ossessivo, come sistema semantico di base del proprio mondo poetico. Dopo la laurea, conseguita nel 1882 con una tesi su Alceo, Pascoli intraprese la carriera di insegnante di latino e greco nei licei di Matera e di Massa. Dopo le vicissitudini e i lutti, il poeta aveva finalmente ritrovato la gioia di vivere e di credere nel futuro. Ecco cosa scrive all'indomani della laurea da Argenta: "Il prossimo ottobre andrò professore, ma non so ancora dove: forse lontano; ma che importa? Tutto il mondo è paese ed io ho risoluto di trovar bella la vita e piacevole il mio destino". Su richiesta delle sorelle Ida e Maria, fino al 1882 nel convento di Sogliano, Pascoli riformulò il proprio progetto di vita, sentendosi in colpa per avere abbandonato le sorelle negli anni universitari. Ecco a tale proposito una lettera di Giovanni scritta da Argenta il 3 luglio 1882, il quale, ripreso dalle sorelle per averle abbandonate, così risponde: "Povere bambine! Sotto ogni parola di quella vostra lettera così tenera, io leggevo un rimprovero per me, io intravedevo una lagrima!." E ancora da Matera il poeta scrive nell'ottobre del 1882: "Amate voi me, che ero lontano e parevo indifferente, mentre voi vivevate nell'ombra del chiostro [...] Amate voi me, che sono accorso a voi soltanto quando uscivate dal convento raggianti di mite contentezza, m'amate almeno come le gentili compagne delle vostre gioie e consolatrici dei vostri dolori?".[8] Il 22 settembre 1882 era stato iniziato alla massoneria, presso la loggia "Rizzoli" di Bologna. Il testamento massonico autografo del Pascoli, a forma di triangolo (il triangolo è un simbolo massonico), è stato rinvenuto nel 2002[9]. Dal 1887 al 1895 insegnò a Livorno al Ginnasio-Liceo "Guerrazzi e Niccolini", nel cui archivio si trovano ancora lettere e appunti scritti di suo pugno. Intanto iniziò la collaborazione con la rivista Vita nuova, su cui uscirono le prime poesie di Myricae, raccolta che continuò a rinnovarsi in cinque edizioni fino al 1900. Vinse inoltre per ben tredici volte la medaglia d'oro al Concorso di poesia latina di Amsterdam, col poemetto Veianus e coi successivi Carmina. Nel 1894 fu chiamato a Roma per collaborare con il Ministero della pubblica istruzione. Nella capitale fece la conoscenza di Adolfo de Bosis, che lo invitò a collaborare alla rivista Convito (dove sarebbero infatti apparsi alcuni tra i componimenti più tardi riuniti nel volume Poemi conviviali), e di Gabriele D'Annunzio, il quale lo stimava, anche se il rapporto tra i due poeti fu sempre complesso. Tra le cose di Francesco Carandini[4] nella villa di Parella, si conserva un fascicolo pascoliano. In esso, in mezzo ad opuscoli e carte che testimoniano un vivo interesse per l'opera soprattutto del Pascoli di Myricae e dei carmi latini, ho trovato bozze ed estratti di un piccolo e curioso carteggio tra il poeta e Costantino Nigra avvenuto per il tramite del Carandini: un carteggio per interposta persona nello stile di una cortesia non banale, come stanno a testimoniare le osservazioni rigorose e un po' pedanti del Nigra e la risposta indulgente ma non arrendevole del Pascoli. Il Carandini aveva inviato al Nigra, ambasciatore a Vienna, la terza edizione illustrata delle Myricae (1894) edita dal Giusti di Livorno e il Nigra, ringraziando, aveva inviato al marchese la prima delle tre lettere che costituiscono il carteggio. Il Pascoli, informato del giudizio lusinghiero espresso dal Nigra e anche dei suoi appunti grammaticali, mandò al volenteroso intermediario tre sue pubblicazioni latine (Veianius e Phidyle, entrambe premiate con la medaglia d'oro al concorso internazionale di Poesia latina di Amsterdam, e ancora una Silvula asclepiadea pubblicata per le Nozze Fuochi-Turris, 26 aprile 1894), perché fossero inoltrate all'illustre lettore. La seconda delle lettere del Nigra e l'unica lettera del Pascoli giunsero al marchese Carandini quasi contemporaneamente. Alla lettera del Pascoli era allegato il carme Laureolus perché fosse ancora spedito a Vienna, e da Vienna giunse ben presto l'ultima e più spedita lettera del carteggio, carteggio la cui ristampa mi pare utile perché, presentando elementi di interesse non trascurabili, possa essere conosciuto e utilizzato meglio di quanto non abbia consentito o consenta l'oscura « Rivista biellese » (gennaio 1928) che per prima lo riprodusse. Già Francesco Ruffini, in una lettera (inedita) del 16 marzo 1928, scriveva all'amico Carandini: «II tuo studio (..) è un vero peccato che sia stato messo in luogo così impervio; perché è davvero interessante e importante ». Il Ruffini vedeva infatti nell'« episodio, e cioè nel connubio fra quei due spiriti », a parte « l'aspetto diciamo così tecnico », « una serie di spunti di carattere, che i futuri biografi di entrambi non potranno trascurare ». La nota ebbe allora forse solo la segnalazione della rivista « La cultura » (vol. VII, fase. 7, 10 giugno 1928), dovuta al Trompeo e non ebbe risonanza, come era prevedibile, negli studi pubblicati su Pascoli allora e in tempi più vicini a noi. La stessa scrupolosa Bibliografia della critica pascoliana (1887-1954) di Furio Felòni cita l'articolo, ma ne indica in modo impreciso le pagine (non 8-13, ma 3-8) e si limita a segnalarne la lettera del Nigra sulle Myricae e la lettera del Pascoli. Colgo tra l'altro l'occasione per un supplemento minimo di bibliografia pascoliana non solo richiamando all'articolo del Lessona[5] di cui il Pascoli fa cenno, ma riportando un brano epistolare di Gustavo Balsamo Crivelli, che così scriveva il 20 marzo 1928 al Carandini: « Carissimo Carandini; grazie della nota pascoliana, che ho letto con vero interesse. Bada che il Pascoli ancora inedito fu rivelato la prima volta in Torino da un articolo di Angelo Solerti nella -Gazzetta del Popolo della Domenica- dell'88»[6]. All'articolo del Solerti va poi aggiunta una nota di recensione dovuta ad Aius Locutius[7] e da me riscontrata nella « Gazzetta letteraria » del 14 aprile 1894, numero 19. Cose minime ma non senza significato in questo attento versante piemontese della critica su Pascoli alla quale credo di dare, così, un piccolo contributo.
LETTERE
Vienna, 9 giugno 1894
Signor Marchese, Il Conte Visart mi rimise oggi, in di Lei nome, l'aureo volumetto del Pascoli. Io già avevo letto, con simpatica ammirazione, la più parte di queste Myricae, sbocciate, direi, nelle più olezzanti aiuole delle Esperidi, se in quegli orti, insieme colla luce limpida dei cieli, piovessero anche le lacrime umane. Un sentimento vero, profondo, proprio provato nelle viscere, l'amore e la visione esatta della natura agreste, — l'alata fantasia che come raggio di sole vivifica tutto quello su cui cade, un filo d'erba selvaggia, e un traino di ferrovia — una forma teocritea — costituiscono, mi pare, il carattere geniale di questa nuova poesia; dico nuova, perché un tal genere di lirica è nato da non molto tempo in Italia; e il Pascoli, d'un tratto si alzò fra i maestri. Io per ora non trovo nulla di più commovente che alcune di queste poesie, come il giorno dei morti, L'anniversario del 1889, quello del 1890, Ida e Maria. Altri pezzi, come Il bosco, II ponte, II fonte, La pieve, La chiesa, O Reginella, si direbbero tolti dall'Antologia greca, se un sentimento più umano e più moderno non ci marcassero l'impronta di questa fine di secolo. Il Cacciatore è un epigramma di 10 versi. Ma io non trovo una parola abbastanza colorata per qualificarlo. Ho detto che la forma è teocritea, e con questo ho voluto dire che accoppia la semplicità, madre dell'eleganza, colla maestria. Qualche neo c'è, a dir vero. Sono le macchie del sole. Noto una certa ricerca di parole alla Gautier, come andrene, raggio spesso ripetuto, e simili. Non dico che queste, come altre voci, p. e. molleggiare detto dei passeri, immillare, acciabattarsi detto di stornelli o ritornelli, blocchi di turchese, squittinire, maggiolino (ignoto ai Cruscanti), non possano adoperarsi, ma sono, parmi, un po' troppe. Noto anche un assiolo di tre sole sillabe. E lo stornello toscano finisce con miglior rime - Amor comincia con suoni e con canti - e poi finisce con sospiri e pianti ». E anch'esso, il bravo Pascoli, commette il doppio errore di pronunzia e di etimologia (errore nato da un capriccio del Carducci, coltivato e cresciuto dalla ignoranza e dalla servilità dei suoi imitatori) scrivendo de la, su la, a li, ne la; e ciò non solo in versi, per i quali vale la licenza del quidlibet audendi, ma Dio mi perdoni, anche in prosa. Dissi che l'errore è doppio. Per la pronunzia basterà ascoltare i fiorentini che dicono proprio della, nella, etc. con due ll. Quanto all'etimologia, l'errore è ugualmente incontestabile, ma è più perdonabile, giacché, probabilmente, il Pascoli non ha avuto il tempo o l'occasione di studiare la grammatica comparata delle lingue romanze. Se l'avesse studiata, saprebbe che nel della, derivato da de illa (e così dello da de illo) la e non appartiene punto al de latino, ma bensì al pronome ella ello che sono l'equivalente toscano del latino illa, illo (illu-m). Il de latino non diventa mai in toscano de, ma sempre di. Quindi il de illa, de illo latino si converte sempre toscanamente in di ella, di ello e quindi d'ella, d'ello. Cosi nello non può scriversi ne lo, perché quell'e di ne non appartiene punto alla preposizione inde, ma bensì al pronome illo che, come s'è detto, si cangia sempre in ello (egli da elli = lat. ille, ella = lat. illa etc.). Così pure alla allo sono scritti correttamente cosi, e non possono scriversi a la, a lo, perché la prima l è organica e rappresenta la d di ad illam cangiati prima in ad-la (m) ad lu (m) e poi in alla allo. Potrei continuarle queste noiose dimostrazioni per molte pagine, ma ne dissi già di troppo. Aggiungerò soltanto che il Carducci probabilmente adottò questa scrittura per un vezzo di paleografo, avendo visto nei molti vecchi manoscritti da lui studiati che si scriveva a quel modo. Al Carducci, grande poeta, si può perdonare un tale capriccio. Ed egli deve essere a quest'ora dolente e a un tempo lusingato che quel suo capriccio sia stato subito adottato da illustri poeti (illustri ma ignoranti), e da una schiera infinita di non illustri, ed egualmente ignoranti. C'è da scommettere che se gli venisse in capo di scrivere per scherzo et invece di e e di ed, e uua invece di uva e Uulcano o Vvlcano invece di Vulcano sarebbe immediatamente imitato. Non so se Ella sia in particolare relazione col Pascoli. Se si, La pregherei di fargli conoscere la mia ammirazione per questo suo libro di versi e la grande stima che fo del suo singolare ingegno poetico. E se sapessi il di lui indirizzo, a lui maestro di lingua latina vorrei mandare la mia traduzione della Chioma di Berenice di Catullo. Intanto ringrazio Lei, Signor Marchese, della bontà singolare che ebbe mandandomi il volume che forma l'oggetto di questa ormai troppo lunga chiacchierata, a cui pongo fine mandandole, coi ringraziamenti, i più cordiali saluti. Suo dev.mo Nigra
Vienna, 26 luglio 1894
Signor Marchese, Devo a Lei l'aver potuto leggere e gustare i versi latini di Giovanni Pascoli, i quali a me lontano dall'Italia difficilmente avrebbero potuto giungere direttamente. Adunque in primo luogo ringrazio Lei, e in secondo luogo La prego di far giungere al Pascoli i miei vivi ringraziamenti congiunti a sincera ammirazione. Dalla lettura delle Myricae io già mi ero accorto che il Pascoli doveva essere famigliare con Orazio e con Virgilio. Ora poi vedo che scrive i versi latini con quasi eguale eleganza che gl'italiani. Non posso dirle abbastanza quanto conforto io tragga dal vedere i nostri giovani letterati dar opera allo studio dei classici Greci e Latini. Il quale studio giova non solo a scriver bene l'italiano, e a pensare chiaramente, ma anche a formare il carattere. Si può trarre da questo fatto un qualche auspicio che la futura Generazione, ammaestrata in tali discipline, riesca migliore di quella che è preceduta alla mia. Anche nello scrivere in latino il Pascoli obbedisce alla mania innovatrice della grafia fin qui ricevuta. Certo non è gran male lo scrivere uvula vulva con tre «««, come fa qualche recente tedesco. Ma il nostro bravo poeta dovrebbe sapere che il dare un solo e medesimo segno grafico a due lettere ben distinte, di cui una è vocale e l'altra consonante, e ciò mentre si hanno, conservati da lunga consuetu-dine due segni distinti, è proprio il voler fare l'erudito fuor di luogo. So anch'io che le vecchie iscrizioni romane, e i più antichi manoscritti usavano un segno solo. Ma allora tanto vale lo stampare il latino in lettere unciali, senza punti e virgole, senza maiuscole, e senza intervalli fra una parola e l'altra, giacché cosi si fa nelle vecchie iscrizioni e nei Mss. Il Pascoli è abbastanza gran poeta italiano per non aver bisogno di sgrammaticare scrivendo de lo, a la etc. e scrive troppo bene il latino perché gli occorra confondere la « vocale con la v consonante, per far piacere a qualche pedante tedesco. Voglia gradire, La prego, i miei distintissimi ossequii. Nigra
P. S. — Non amo Virgo roseo vertice fulgida, quali che possano essere gli esempii a cui tale dizione si appoggi. Gli esempi dei classici sono di due specie, i buoni e i cattivi. Bisogna scegliere i buoni — Vertex è il sommo della testa, e prenderlo per le guancie è improprio.
Livorno, 29 luglio 1894
Caro Nigra, Aspettavo per risponderle che mi fosse giunto da Amsterdam il Laureolus che le mando per mezzo del mio Falino o Raffaello che dir si voglia. Faccio fare all'opuscolo questo giro perché Ella ne voglia un poco di bene a cotesto mio amatissimo, al mio buono e bravo fratello. Ella mi ha procurato una vera grande gioia non solo facendomi conoscere il lusinghiero giudizio che ha dato delle cose mie l'Amb. Nigra ma aprendomi il suo stesso. È cosa che vado da un pezzo agitando tra me: come mai il piccolo successo che le mie poesie hanno avuto è tutto, tutto quanto in Piemonte? Per esempio l'illustre Lessona, morto testé, scrisse della prima meschina edizione un articolo più che di lode in un giornale (si figuri) di Alessandria d'Egitto. E il Lessona non aveva avuto il libretto né da me né dall'editore, né io conoscevo quel buono e grande uomo né ho fatto a tempo a conoscerlo. E ci sarebbero altri esempi da portare. Per me questo pensiero è molto consolante: il piemontese è il popolo più sano d'Italia. Gli appunti del Nigra sono generalmente giusti: però intorno alla grafia di de la, a la etc. che io ho adottato solo questa volta e non pensando al Carducci, avrei qualche cosa a ridire. Nel fatto la spiegazione di tali forme che da il Nigra non è più accettabile secondo i nuovi grammatici. Ma di ciò altra volta. Io non so se lei sappia che io sono uri povero artista che soffre il supplizio di Tantalo: ho sempre da fare e tutt'altro di quello che vorrei fare. Sono stato per tutta la vita stretto da un circolo vizioso da cui spero d'essere vicino ad uscire. Ma non ne sono ancora uscito, purtroppo. Mi scusi dunque del ritardo e della brevità e ami questo suo lontano amico. aff.mo Giovanni Pascoli
Vienna, 16 agosto 1894
Grazie infinite per la lettera del 13, e per il Laureolo del Pascoli, È molto incerto se potrò andare quest'anno a Bollengo. Anche se andrò in Italia, non so se mi deciderò ad andare in un luogo che mi ricorda dolorosamente il mio povero fratello, a cui ero solito di dar convegno su quella collina. Ma se ci vado, sarei fortunato di vederla colà. Ella già saprà dai giornali tutti i miei passi. Voglia credermi Suo devotissimo e obbligatissimo: Nigra
Pubblicazione Costantino Nigra - Sigmund Münz
1891 - 1905
BIOGRAFIA
Scrittore tedesco, nato a Lipník in Moravia il 7 maggio 1859. Visse dal 1885 sino al 1891 in Italia, quale corrispondente di giornali tedeschi e mostrando interesse e comprensione per l'Italia contemporanea (Studien und Skizzen aus dem modernen Italien, Francoforte 1889; Aus Quirinal und Vatikan, Berlino 1891). E dell'Italia continuò a occuparsi anche quando nel 1891 si stabilì a Vienna entrando nella redazione della Neue Freie Presse (Ferdinand Gregorovius und seine Briefe an Gräfin E. Caetani Lovatelli, Berlino 1896; Italienische Reminiszenzen und Profile, Vienna 1898). Negli anni prima della guerra mondiale e durante la guerra stessa illustrò in una serie di scritti aspetti e problemi della politica europea (Von Bismarck bis Bülow, Berlino 1912; Balkan-Herrscher und Staatsmänner, Vienna 1912; Weltkongress und Weltgericht, ivi 1919).
Ristampa Speciale dalla “Deutsche Revue” Dicembre 1911 Edita da Richard Fleischer Casa Editrice tedesca di Stoccarda
IL CONTE NIGRA SULLE QUESTIONI DI POLITICA INTERNAZIONALE
Ricordi e conversazioni di Sigmund Münz
A seguito della nostra ultima pubblicazione, che trattava il punto di vista dell’ora scomparso Conte Nigra sulla Francia[8], ci sia consentito di rendere noti qui di seguito anche i nostri appunti su una serie di altre questioni venute durante l’ultimo decennio all’orizzonte della politica internazionale e quindi oggetto di conversazioni con il diplomatico italiano.
Una buona parte delle conversazioni di chi scrive queste righe con l’allora Ambasciatore italiano presso la Corte di Vienna sono state dominate dalle considerazioni di quest’ultimo sulla c.d. “questione orientale”.
Come spesso è accaduto prima e dopo il Congresso di Berlino, la Turchia ed i Balcani sono stati al centro della questione. Ora erano gli armeni ed il brutale trattamento riservato loro dagli sgherri di Abd ul Hamid, ora la Bulgaria e la Grecia, ora il movimento dei giovani turchi e le aspirazioni dei cretesi all’indipendenza a formare oggetto del nostro scambio di idee. Il Conte Nigra, prima di assumere le funzioni di Ambasciatore a Vienna, era stato Ambasciatore negli altri punti nevralgici della politica europea e perciò conosceva una buona parte delle forze dominanti e delle personalità della politica mondiale. Il nuovo Ministro degli Esteri in Russia, il Principe Lobanov, era suo amico personale dai tempi di Vienna, dove entrambi avevano operato per un decennio fianco a fianco. Nigra era quindi in grado di dire già qualcosa sul nuovo corso della politica del nuovo giovane zar Nicola, al fianco del quale operava ora il nuovo Ministro. Ma lo statista italiano aveva parimenti collaborato con il Conte Kalnoky ed era diventato un affidabile consigliere del nuovo Ministro degli Esteri conte Goluchowski. Il Conte Nigra era divenuto, dopo il ritiro del Principe Bismarck e del Conte Kalnoky dalla scena politica internazionale, la figura più esperta e storica della diplomazia della Triplice. Non era certo secondo a nessuno tra i diplomatici della Triplice a saper giudicare i trascorsi con le sue vedute ad ampio raggio e gli scenari fattuali delle sue esperienze. Alcune di queste, espresse allora in colloqui confidenziali, sono ancora attuali, sebbene da allora siano trascorsi molti anni e accaduti molti fatti. Alcune sono oggi superate, ma le fotografie del momento abbozzate dal conte Nigra possono mantenere ancora il loro valore attraverso l’interesse che suscita la personalità di statista di questo straordinario osservatore.
Le asserzioni che seguono risalgono all’indomani dell’instaurazione in Bulgaria di un nuovo corso a favore della Russia e del ricevimento di una delegazione dal Consiglio Nazionale bulgaro a Pietroburgo. Inoltre, dal Ministro degli Esteri Principe Lobanov era stata in visita una delegazione abissina.
LA SITUAZIONE EUROPEA
Metà agosto 1895
Ci intrattenemmo per un’ora sugli avvenimenti degli ultimi tempi: cominciammo con la Bulgaria, passammo all’Armenia, il più giovane bambino viziato della tenerezza inglese, ed approdammo infine a Bruxelles alla Conferenza di Pace interparlamentare.
“A Vienna – osservò lo statista, che per la sua grande esperienza può essere considerato un saggio – avevano preso molto male il nuovo corso adottato in Bulgaria dal Principe Ferdinando. I bulgari – sostenne lo statista – avevano sbagliato ad irritare l’Austria-Ungheria. Questa era stata sempre leale alla Bulgaria. L’Austria-Ungheria non potette fare altro che lasciare fare i bulgari; l’Austria-Ungheria non poteva intervenire presso la Porta affinché il Sovrano riconoscesse ufficialmente il Principe. Ogni attiva iniziativa dell’Austria-Ungheria avrebbe causato un’energica richiesta di spiegazioni da Pietroburgo. L’Austria-Ungheria era l’amico disinteressato che desiderava l’indipendenza della Bulgaria. Diversamente la Russia. I bulgari non dovrebbero aver dimenticato che i russi li hanno allevati con gli scorpioni.
Ma anche la Russia ha certamente appreso molto dalla storia europea e bulgara dell’ultimo decennio. La Russia crescerà la Bulgaria d’ora in poi solo con la bacchetta. Io lo penso così: un agente diplomatico russo a Sofia non si accontenterà di svolgere lo stesso ruolo del rappresentante inglese o italiano. Vorrà comandare. Egli vorrà essere più potente del rappresentante dell’Austria-Ungheria”.
Nigra passò poi a parlare del nuovo Ministro russo Principe Lobanov e osservò: “Il Principe è già attempato, un settantenne. E’ solo un caso che gli inizi del suo incarico, che dura ora da mezzo anno, diano l’impressione verso l’esterno di inaugurare un’era molto turbolenta della politica russa. Non era la mano saggia, autorevole di questo statista colto, fine, bene istruito, di indole moderna ad aver condotto agli ultimi accadimenti in Russia. Lobanov vede sempre i retroscena. Si parte dal presupposto che il livello delle acque si è innalzato negli ultimi tempi a Pietroburgo, e non è sceso, e che è stato il Principe Lobanov a provocare la tempesta.
“Ci sono ancora mattatori del vecchio corso, dell’ancien régime, che là sono ancora potenti, e nelle parole ancora più che nei fatti. I Pobedonostsev ed i consociati hanno organizzato lo spettacolo in cui al centro c’erano la delegazioni dalla Bulgaria e dell’Abissinia. Lobanov si è mantenuto nei confronti delle due delegazioni molto riservato. Aspettiamo quindi le sue ulteriori azioni per dire il giusto nei suoi confronti. Il suo spirito diplomatico è calmo e fermo, solo che la scena in cui si staglia la sua immagine è molto agitata e fluida. Si parla molto di lui, si parla poco del Conte Goluchowski. Entrambi sono nuovi come Ministri. Come sarebbe falso ora, dal rumore che si fa intorno a Lobanov, farne l’immagine di un uomo irrequieto, altrettanto falso sarebbe concludere, dalla calma che circonda il nuovo Ministro degli Esteri dell’Austria-Ungheria, che al governo è arrivato in tempi così effervescenti, che il Conte Goluchowski sia indifferente o inerte davanti a tali fatti. Sono quasi portato a credere che egli interverrà nella storia in modo più attivo del suo predecessore Conte Kalnoky.
Nigra affermò che “il Conte Kalnoky aveva avuto il merito, secondo molti, o la colpa, come piacerebbe dire a me, che sulla questione dell’oppressione degli armeni siano intervenuti presso la Porta a fianco dell’Inghilterra non la Triplice, ma solo la Francia e la Russia. Il capo della politica estera inglese, Lord Rosebery, si era adoperato a Vienna per avere il Conte Kalnoky come alleato nell’azione a favore degli armeni, ma il Conte Kalnoky fece capire al Lord che la questione armena aveva per l’Austria-Ungheria solo un interesse secondario. Il Cancelliere dell’Impero tedesco Principe Hohenlohe si associò alla risposta di Kalnoky in considerazione del fatto che la conduzione della politica della Triplice nei confronti della Turchia toccasse all’Austria-Ungheria e così anche l’Italia, per solidarietà nella Triplice, rinunciò ad affiancarsi all’Inghilterra, cosa che l’Italia fece molto a malincuore dato che era molto più vicina all’Inghilterra dei due Imperi Centrali. Casualmente erano rappresentati sulla scena delle crudeltà in Amenia attraverso i loro Consoli solo Inghilterra, Francia e Russia, così che queste tre Potenze presero in mano la protezione degli armeni. L’Italia si affrettò a nominare un Console, ma era troppo tardi. Le Potenze della Triplice diedero allora indicazione ai loro Ambasciatori a Costantinopoli, per non apparire del tutto indifferenti, di appoggiare i passi dell’Inghilterra e delle due Potenze ad essa associate.
“Il Sultano Abd ul Hamid – proseguì Nigra – è un calcolatore. Se si dovesse confrontare con richieste a favore degli armeni da tutta Europa, concederebbe riforme, copiose riforme, nel senso degli Accordi di Berlino. Ma oggi riflette: l’Inghilterra è insieme alla Francia e alla Russia, che in effetti sono due nemici dell’Inghilterra. Alla Francia nemica dell’Inghilterra in Egitto, alla Russia nemica dell’Inghilterra in India, ad entrambe avversarie dell’Inghilterra nella costellazione generale della politica mondiale, sarebbe impossibile, se il Sultano omettesse di fare queste riforme, trarre gravi conseguenze, come la stessa Inghilterra, da questo comportamento di rifiuto del Padiscià. Quella illogica e autodisgregante Triplice, che si è piantata sul suolo armeno davanti al Sultano, non impone a questo niente. Ma il Sultano teme, e forse non a torto, che i conservatori del Bosforo possano ordire una congiura contro di lui se egli concedesse le riforme. Il Sultano teme per la propria vita.
Poi toccammo la questione abissina. Nigra disse: “Sicuramente la questione abissina riguarda più l’Inghilterra che l’Italia. Credo che l’Italia non scomparirebbe dalla carta geografica se fosse costretta a lasciare le coste del Mar Rosso. L’Italia in un certo senso sostiene la potenza inglese, la potenza in Africa di quell’Inghilterra che domina in Egitto ed in India. Agli interessi inglesi fece comodo più di un decennio fa che l’Italia andasse a Massaua. Le racconterò un episodio che getta luce sulla storia dell’occupazione italiana di Massaua e mostra l’interesse dell’Inghilterra nella stessa. Un giorno mi convocò il titolare del Foreign Office, Lord Granville, quando io ero Ambasciatore d’Italia a Londra, e mi pregò di telegrafare al Ministro degli Esteri Mancini che l’Inghilterra consigliava all’Italia di occupare Massaua. Poichè non volevo che l’Italia entrasse nell’avventura coloniale, aspettai tre giorni, prima di inviare una comunicazione alla Consulta. Questo fu in effetti un mio comportamento arbitrario. Avevo utilizzato i tre giorni per riflettere sui pro e contro. Poi non mi accontentai più di essere il semplice portalettere di Lord Granville ma commentai nel mio rapporto a Roma la benevola offerta del Lord molto approfonditamente e consigliai alla fine un rigetto della stessa o almeno un rinvio della decisione definitiva. Ma Mancini, che era un politico sanguigno, si lanciò con avidità nell’avventura africana. Vede dunque che l’Italia è andata nell’interesse dell’Inghilterra sul Mar Rosso e se là ha esteso i suoi possedimenti fino a Cassala, questo è anche un interesse britannico, un interesse di quell’Inghilterra che domina in Egitto ed in India. Se la Russia ora si adopera per rendere difficile la vita agli italiani in Abissinia, ovvero appoggia il Negus contro l’Italia, le frecce che lancia agli italiani sono in effetti dirette verso il petto inglese. La Russia ha bisogno di una via marittima verso l’India e l’Asia orientale, per confrontarsi là con l’Inghilterra”.
“Nella Conferenza di Berlino sull’Africa nell’anno 1884 – continuò Nigra – furono stabilite le formalità che le potenze europee dovevano osservare nei casi in cui acquisiscano nuovi possedimenti in Africa. Fu statuito che, nel caso intraprendano la conquista di nuovi possedimenti, devono notificarlo alle altre Potenze. E’ ora sufficiente che queste Potenze ne prendano atto per rendere effettivo il possedimento africano. Quando l’Italia concluse l’accordo di Ucciali lo portò a conoscenza della Russia. Questa formulò dapprima osservazioni, che l’Italia regolò. Alla fine però la Russia non sollevò più obiezioni, cioè ne prese atto come le altre Potenze. Del resto a lode del Ministro Lobanov va detto che il ricevimento della delegazione abissina a Pietroburgo era previsto già prima che il Principe lasciasse il posto di Ambasciatore a Vienna per quello ministeriale... Il discorso cadde sulla Corte Internazionale di Giustizia per la composizione delle controversie di diritto internazionale, per la quale la più recente Conferenza Interparlamentare di Bruxelles tanto si è adoperata. “Io sono – disse Nigra – un politico realista e non credo che un Tribunale Internazionale sia in grado di decretare la pace perpetua. Tuttavia la possibilità che l’istituzione del Tribunale Internazionale oggi o domani si realizzi non voglio negarla a priori. Naturalmente il Tribunale dovrebbe aver sede in una città di uno Stato neutrale. E potrebbe a mio avviso con il tempo conquistarsi un campo d’azione e comporre conflitti di confine ed altre questioni internazionali e diventare un efficace strumento giuridico della diplomazia e della pace mondiale, senza tuttavia poter garantire tale pace in modo durevole. Sarebbe in pratica costituita un’istituzione permanente per risolvere in futuro problemi per la cui composizione le Potenze interessate avrebbero precedentemente ricorso ad una corte di arbitrato. Tuttavia le grandi questioni della politica internazionale sarebbero, come lo vedo io, rimesse alla spada fino a nuovo ordinamento della materia. Vorrei solo ricordarLe una cosa: nel 1870 comparve l’Ambasciatore inglese a Parigi, Lord Lyons, a nome del suo governo davanti a Napoleone III e gli offrì, dopo che l’Ambasciatore inglese a Berlino aveva adempiuto allo stesso incarico presso il re Guglielmo di Prussia, la mediazione dell’Inghilterra sulla questione della candidatura Hohenzollern in Spagna. L’Inghilterra si richiamò nell’occasione al Congresso di Parigi del 1856, che in una delle sue sedute aveva discusso la soluzione delle controversie internazionali tramite arbitrato. Napoleone III rigettò recisamente l’offerta inglese. Venne la grande guerra... E così sarà anche in futuro. Non sempre ci si accontenterà del verdetto di una Corte di Arbitrato e nemmeno di appellarsi alla stessa. La Corte Internazionale di Arbitrato avrà da occuparsi, se verrà creata, fino a che non subentri un nuovo ordinamento della materia, di questioni minori di quelle come quella bulgara e quella armena.
LA QUESTIONE TURCA - Metà settembre 1896
Si sentono molte voci su quello che deve accadere per regolare la questione turca dopo il massacro degli Armeni. E’ difficile separare l’ingiusto dal giusto, le combinazioni della fantasia dalla realtà. Forse le seguenti osservazioni di Nigra possono gettare luce su buio nel quale è nascosto l’atteggiamento della Grandi Potenze dopo gli ultimi accadimenti a Costantinopoli. “Tenga presente – mi disse Nigra – che non esiste alcuna positiva proposta dell’Inghilterra per la soluzione della questione turca. Tutto quello che è di pubblico dominio in questa direzione proviene dall’opinione pubblica inglese, non dagli ambienti del Governo britannico. E’ un dato di fatto che l’Inghilterra sia in questo momento isolata in Europa. Peraltro, le Potenze sono convinte che l’Inghilterra non intraprenderà alcuna azione specifica nei confronti del Sultano. Sir Philip Currie, Ambasciatore inglese a Costantinopoli, che dopo l’ultimo massacro degli Armeni ha visto a Londra Lord Salisbury, sembra essere ritornato a Costantinopoli senza un incarico specifico del suo governo. L’irritazione inglese non si tramuterà per il momento in alcun fatto concreto. Di certo non esiste in questo momento alcun concerto europeo. L’unità dell’Europa, che nella soluzione delle agitazioni cretesi si era pure mostrata sensibile, è ancora una volta svanita ed è difficile da dire per quanto tempo. Comunque dobbiamo costatare che l’Europa continentale ha una sensibilità diversa verso le agitazioni sul Bosforo. L’intesa che esiste tra l’Austria-Ungheria e la Russia sulla salvaguardia dello status quo in Oriente torna senz´altro utile per un accordo tra La Triplice e la Duplice. L’Austria-Ungheria appare come mandataria sia della Germania che dell’Italia, la Russia come mandataria anche della Francia se si tratta di raggiungere un accordo continentale nei confronti della Turchia. Ma nella costellazione europea, oggi nell’iniziativa sulla questione orientale la Duplice è più forte della Triplice, la Russia è più forte dell’Austria-Ungheria.
L’attuale entente tra le Potenze continentali in generale ed in particolare tra Austria-Ungheria e Russia consiste nel fatto che è stato deciso che non ci sia nessuna Potenza che agisca separatamente in Oriente e che in ogni fase acuta ognuna cerchi un’intesa con l’altra. L’invio delle flotte europee attualmente in atto verso le acque turche è il risultato conseguente ad uno scambio di vedute che hanno avviato le Potenze continentali. Peraltro non dobbiamo cadere nell’errore di pensare di essere davanti ad una formale azione congiunta europea o, meglio, continentale. Si tratta di una misura estrema di ogni singola Potenza di natura profilattica. Ogni singola Potenza vuole, quando viene l’ora del pericolo per i cristiani nell’Impero Ottomano, avere le navi sul posto per proteggere i propri sudditi. Le Potenze avrebbero quindi, senza che esista oggi una decisione comune, intrapreso i preparativi per una tale eventualità. La sfiducia verso il governo turco non è più solo da parte inglese. Ma è certo che la questione della rimozione del Sultano Abd ul Hamid non ha trovato alcun posto nelle riflessioni delle Potenze. Se la Russia in effetti appare il posizione di guida nel concerto continentale, sarebbe illogico dedurre che a Pietroburgo si desideri la caduta del Sultano. Difficilmente un altro Sultano sarebbe uno strumento così malleabile come il Sultano Abd ul Hamid. Ma anche le altre Potenze sono sagge a sufficienza per comprendere che un Sultano intronizzato dall’Europa non avrebbe alcuna autorità sui mussulmani. Del resto cosa altro si rimprovera a Abd ul Hamid a parte l’assenza di autorità? Si passerebbe insomma dalla pioggia alla gronda se si destituisse il Padiscià in carica e si insediasse un successore, alla cui caduta seguirebbe presto una rivolta. Certamente, se Abd ul Hamid fosse rovesciato da un sommovimento interno, come dai rivoluzionari giovani turchi, l’Europa seguirebbe con tranquillità gli eventi attendendosi che il Sultano che gli succederebbe sia in grado, con mano più ferma, di attuare riforme garantite con la firma. Forse scompariranno anche questa volta la nubi minacciose sull’Impero Ottomano. Ma non si può negare che l’atmosfera della politica internazionale sia di nuovo pesante”.
Già poco dopo aver assunto le sue funzioni, il Principe Lobanov era morto improvvisamente in una vagone ferroviario mentre si recava a Kiev per accompagnare il giovane Zar e tutto il mondo era ansioso di conoscere il nome del suo successore.
IL PRESUMIBILE SUCCESSORE DEL PRINCIPE LOBANOV
Nigra affrontò il tema della successione del Ministro russo e formulò le seguenti osservazioni: “Il Ministro degli Esteri russo è solito morire durante il suo ufficio. Se questo incarico dura a lungo, è in grado di fare del bene e del male. Dalla scelta del suo Consigliere si può indovinare molto del programma dello Zar. Se Nicola II prende subito la propria decisione, darà subito un segnale se intenderà continuare la politica di Lobanov o se vorrà rinnegarla. Tra un mese lo zar Nicola II deve andare a Parigi. L’appena scomparso Principe Lobanov, durante una sua recente visita a Vienna al seguito dello Zar e della Zarina, venne a trovarmi ed ebbi l’impressione che per la visita a seguito della coppia imperiale sulle rive della Senna era deciso fermamente a respingere eventuali omaggi troppo calorosi alla fratellanza d’armi russa ed a non dare illusioni ai francesi sul grado di accondiscendenza cui andrebbero incontro se un giorno volessero cercare alleati sulla Neva.
I Gabinetti della Triplice Alleanza oggi riguardo l´alleanza franco-russa sono non solo tranquilli, ma –ciò che è più – informati. In primo luogo, le Potenze della Triplice Alleanza hanno la precisa informazione che in effetti esiste un trattato scritto, nel quale la Francia e la Russia stabiliscono il suo limite che in caso di complicazioni sarebbero in debito l´una con l´altra. Entrambi gli Alleati sono andati a scuola dalla Triplice Alleanza. Il Trattato dell´Alleanza che è stato concluso tra Parigi e Pietroburgo prende in considerazione solo l´aspetto difensivo. Esso stabilisce cosa la Russia dovrebbe fare nel caso la Francia sia attaccata da una o da due lati e stabilisce in quale misura la Francia presti aiuto alla Russia qualora questa fosse attaccata da uno o da due fianchi. La forma ed il contenuto del Trattato tolgono ai francesi ogni speranza di rivincita in un prossimo futuro. Esso concede loro solo l´aspettativa che l´”intimità” con la Russia aumenterebbe così che a Pietroburgo si potrebbe acconsentire di passare da un patto difensivo ad un´alleanza anche offensiva. Perché non può esserci nessun dubbio che se nell´alleanza franco-russa non fosse superato il confine del patto difensivo, questo merito non verrebbe attribuito tanto agli inquilini che si sono avvicendati negli ultimi anni nel Palazzo governativo del Quai d´Orsay, quanto a Giers ed al suo successore Lobanov. Io sono stato abbastanza vicino al ministro scomparso durante suoi anni di Ambasciatore a Vienna per poter essere sicuro che egli era deciso a non lasciarsi spingere dai sanguigni della Senna su una strada che aprisse, attraverso piccole crepe, la vista su una possibilità di rivincita.
La penserà così sulle relazioni della Russia con la Francia anche il successore del Principe Lobanov? E non potrebbe egli essere un po´ piú tiepido del predecessore, che non sempre era capace di contestare la sua inclinazione per la Francia? Tuttavia le due Potenze alleate centroeuropee hanno certamente un interesse a riflettere sull´uomo nuovo con riferimento alle sulle relazioni con la Francia, e a Vienna e a Berlino ci si chiede oggi sempre più: sarà egli russo moderato, come lo erano i due suoi predecessori, o sarà panslavista?
Tra i nomi illustri della diplomazia russa sarebbe da menzionare il Conte Schuvalov. Lo Zar però difficilmente avrà voglia di richiamarlo dal posto di Governatore Generale a Varsavia e di metterlo in quello di Ministro degli Esteri. Schuvalov era uno degli intimi del Principe Bismarck ed è persona gratissima presso l´Imperatore Guglielmo II così come lo era presso suo nonno Guglielmo I. Certamente la corte dello Zar non dovrebbe emanciparsi tanto dalla politica degli ultimi anni da far nominare come immediato successore del Principe Lobanov una persona che venga considerata dall´Eliseo come un avversario.” Dopo un certo periodo di tempo fu inaspettatamente nominato Ministro degli Esteri il Conte Muriavev, Ministro a Copenaghen, dunque un outsider.
Dopo che lo Zar aveva visitato la Germania, l´Austria e la Francia, fu ospite per un certo tempo della Regina Vittoria d´Inghilterra nel castello di Balmoral in Scozia.
L’EUROPA E LA TURCHIA - 1. ottobre 1896
Dopo la visita dello Zar a Balmoral così si espresse Nigra: “Ora che la fanfara francese sulla visita dello Zar a Parigi si è acquietata, urge ricercare per la questione orientale, che per i suoi sviluppi diplomatici resta sempre attuale, nuove soluzioni e l´appianamento delle difficoltà sorte a seguito dei recenti disordini a Costantinopoli. Non bisogna di certo prepararsi a grandi fatti. Al programma del Principe Lobanov, che era fermamente deciso a non somministrare alla malata Turchia alcuna medicina a forza, si atterrà anche il suo successore, chiunque egli sia. Sarebbe uno statista straordinariamente maldestro se egli si lasciasse strappare dalle mani la dittatura sull´Europa, che in modo particolare la Russia esercita sulla questione turca. La Russia non ha certamente in programma nei prossimi tempi di far passare le sue navi attraverso il Bosforo.
E´ vero che il Generale Tshikatshev ha intrapreso un viaggio informativo verso Costantinopoli, ed egli ha risposto ad un appello del Sultano ed un incoraggiamento dell´Ambasciatore Nelidov. Ma proprio dalla possibilità che il Generale si possa muovere a Costantinopoli come sul suolo patrio deriva per il governo russo la riflessione che essa potrebbe essere pregiudicata da un´azione troppo affrettata, e che tale possibilità si realizzerebbe comunque con un processo lento ma sicuro. La Russia non vuole che i frutti, che vanno a maturarsi, siano colti dall´albero anzitempo. La Russia si è riservata un momento successivo per impossessarsi di Costantinopoli.
A Balmoral lo Zar ha recentemente acquisito la certezza, mentre era in visita dalla Regina Vittoria, che l´Inghilterra non ha alcun interesse materiale sulla Turchia. Lord Salisbury però ha spiegato che ogni giorno potrebbe portare nuovi orrori e che non potrebbe ricadere sull´Inghilterra la responsabilità di nuove atrocità. Il Premier britannico non voleva avere la presunzione di esprimere a Sua Maestà il proprio pensiero sul Sultano e sugli armeni; ma come interprete dell´opinione pubblica di tutto l´impero britannico, che si era manifestata unanime attraverso i vari capi dei partiti, raccomandò allo Zar di dire una parola forte così che a Costantinopoli si affermasse l´autorità dell´intera Europa per impedire nuove violenze contro i cristiani in generale e contro gli armeni in particolare.
Le spiegazioni di Lord Salisbury si sono mosse nella direzione di difendere l´Inghilterra davanti allo Zar dalle accuse sollevate da tutta l´Europa di seguire o voler seguire una politica di isolamento sulla questione orientale. In effetti negli ultimi giorni nelle Cancellerie europee si è verificato un cambiamento improvviso nel giudicare i fini dell´Inghilterra. Specialmente a Roma e a Vienna si è inclini a credere nel disinteresse dell´Inghilterra e di ritenere che non richieda alcun brandello dell´impero turco e che non coltivi alcun piano attribuitole da romanzieri di voler navigare con le proprie navi sui Dardanelli. Si, io appartengo a quelli che considerano perfino la politica inglese come si è espressa negli ultimi mesi come più diritta e più coerente di quella che pratica la restante Europa, che si muove in zigzag continui e continua a modificarsi”.
Sulla questione cretese – continuò Nigra – non si è isolata tanto l´Inghilterra dall´Europa quanto molto più l´Europa dall´Inghilterra, che ha vegliato sull´onore dell´Europa in modo molto più attento di essa stessa. Riavvicinandosi all´Inghilterra, l´Europa ha contribuito alla soluzione della questione cretese. Anche questa volta si arriva alla conclusione che l´Europa, se prende la via diritta che l´Inghilterra le mostra, padroneggia il Sultano. Se nello Zar si mantiene l´impressione che il più moderato, il più esperto ed il più anziano dei diplomatici russi, von Staal, gli ha suscitato con le sue esposizioni e con i suoi consigli a Balmoral, dove ha assecondato Lord Salisbury, l´Europa verrà presto a sapere che il soggiorno idilliaco di Nicola II nei monti scozzesi ha contribuito alla soluzione della del problema turco ben più del pomposo e rumoroso incontro dello Zar con il Presidente della Repubblica francese.
Per quanto si possa parlare anche di isolamento dell´Inghilterra, si annuncia però un´ampia fruttuosa collaborazione nella soluzione dei compiti che la diplomazia europea deve svolgere nei confronti della Turchia, come nel caso della Francia, che oggi anche in Oriente è una timida seguace della politica russa. Alla Francia, che non esce dallo schema della Duplice Alleanza, non deve certo ora essere ricordato che un tempo, e cioè parecchio dopo la guerra di Crimea, ancora a metà degli anni ottanta, quando sosteneva la Grecia contro la Turchia e così anche contro l´intera Europa, svolgeva una politica orientale autoctona.
L´influenza inglese quindi è da ringraziare se fra non molto si realizzeranno passi concreti per influire sulla Turchia. Le Potenze stanno per ottenere dalla Porta nuove riforme non solo per i sudditi cristiani del Sultano ma anche, quello che è più importante, ad insistere sull´attuazione di quelle riforme, finora promesse ma non realizzate. Ma parallelamente a queste azioni ufficiali dell´Europa, dalle quali l´Inghilterra non resterà fuori, quelle Potenze che hanno stabilito con la Porta un rapporto di fiducia o di clientela, cioè lo Zar, dovrebbero significare al Sultano che su di lui ricadrebbe la responsabilità se dovesse scorrere del sangue per le vie di Costantinopoli.
Questo è lo stato delle cose, ed esso risulta più come frutto del soggiorno familiare dello Zar a Balmoral che dalle sue apparizioni scenografiche lungo la Senna ed alle manovre nei campi catalani. Le considerazioni seguenti del Conte Nigra trattano la soluzione perseguita dalla Grecia della questione cretese e in generale le aspirazioni panelleniche dei greci.
CRETA E L’EUROPA - 12 febbraio 1897
Su quanto gravida di conseguenze sarà per la posizione della Grecia nel mondo – non so ancora se in senso favorevole o sfavorevole – la missione del Principe Giorgio vorrei invitare ad evitare di tirare conclusioni affrettate, che possono essere tratte da politici eccentrici che si dedicano alle congetture riguardo alla pace europea. Il lavoro dei diplomatici somiglia in questo momento a quello di un pompiere che deve isolare un edificio da un incendio. Dobbiamo spegnere e spegnere e subito isolare, nei limiti del possibile, Creta dal complesso della questione orientale.
Ma proprio questa à al momento la grande difficoltà, e allora… Tutti gli sguardi sono indirizzati a Pietroburgo. Ma cosa si pensa là sull´iniziativa della Grecia? Nessuno sa, e neppure i diplomatici russi presso le corti europee lo sanno, con quale spirito si è espresso lo Zar Nicola con suo zio, il Re Giorgio di Grecia, durante la loro permanenza comune a Copenaghen l´autunno scorso. Nessuno ha ancora saputo se lo Zar ha incoraggiato nelle sue aspirazioni il Re ellenico o ha tenuto a bada, con promesse in tempi migliori, le sue aspirazioni.
E´anche pur sempre possibile che Re Giorgio pensi di avere un appoggio morale dallo Zar ed abbia conseguentemente avviato la sua audace iniziativa. Il Re ellenico è stato in autunno anche a Vienna ed ha parlato anche qui di Creta; a Vienna però, questo è sicuro, gli hanno fatto intendere a livello autorevole che la Grecia si dovrebbe comportare con pazienza e con calma. Così forse raccoglierà in tempi tranquilli il frutto che oggi non è ancora maturo. Sarebbe del tutto singolare se Re Giorgio si dovesse sentire “adulto” per le simpatie russe sulla questione panellenica. Nessuna Potenza si è tanto pronunciata come la Russia per l´integrità della Turchia, per lo meno sotto il regime Lobanov. Dovrebbe oggi la Russia, mostrandosi favorevole all´annessione di Creta da parte della Grecia, sconfessare la politica degli ultimi due anni? Un´annessione di Creta significherebbe oggi accendere tutte le pretese nazionali e rivoluzionarie nell´intero Impero turco. Dopo quello che è accaduto negli ultimi anni nessuna Potenza può in questo momento assumersi la responsabilità di commettere un attentato all´integrità della Turchia.
Per di più in questo momento è difficile dire con precisione cosa farà l´Europa a favore della Turchia o a favore della Grecia, ma questo tutti gli statisti avveduti dovrebbero tenerlo in mente: nessuna misura sarebbe impopolare abbastanza da non essere adottata se si trattasse di salvare ancora la pace in Europa, e questo ora e per un po’ di tempo ancora. In diplomazia anche le medicine palliative sono utili.
Certamente, in alcuni Paesi dell´Europa, come possibilmente in Inghilterra ed in Italia, l´opinione pubblica è molto favorevole ad un´annessione di Creta alla Grecia e là gli statisti devono operare in modo equilibrato per il mantenimento dell´integrità della Turchia, al che la stampa ed il Parlamento tuoneranno contro. Gli statisti si chiedono: che succederà se noi lasciamo che le richieste dei greci siano esaudite? Allora scoppierà la sollevazione in Oriente su tutta la linea. Perciò i diplomatici sperano che riuscirà ancora loro di spegnere il fuoco cretese e di conservare la pace europea.
Una cosa però sia certa: in qualsiasi modo si evolvano le cose, esiste tra le Potenze della Triplice, anche sul problema orientale, la migliore intesa. Ognuna delle tre Potenze è al corrente di cosa le altre due farebbero nel caso di una conflagrazione. In ogni caso più che la Germania sono interessate sugli sviluppi in Oriente l´Austria-Ungheria e l´Italia. A Vienna si conoscono esattamente le intenzioni dell´Italia, a Roma si conosce con precisione in programma dell´Austria-Ungheria nell´eventualità di un sovvertimento in Oriente.”
LE AMBIZIONI DELLA GRECIA. IL POSSESSO DI COSTANTINOPOLI - marzo 1897
Nigra si espresse pesando attentamente le parole: “I greci non sono con le loro attuali rivendicazioni troppo esagerati. Certamente Creta sarà solo l´inizio di un´affermazione di ulteriori ambizioni. Si sente dire che il governo greco avrebbe consegnato armi alla gente di Chios e di altre isole dell´arcipelago. Questo è un segno che la Grecia ritiene che sia venuto il momento per prendersi tutte le isole del Mar Egeo. Eppure cosa sono queste pretese rispetto a quelle che una volta, nel corso di un colloquio, mi espose il vecchio Rangabé? Questo noto diplomatico greco mi disse, parlando della questione orientale e delle difficoltà di una sua soluzione: “Conosco una ricetta con la quale il malato Oriente guarirebbe e l´Europa sarebbe sollevata dalla più pesante delle sue preoccupazioni. Si proclami semplicemente un imperatore greco a Costantinopoli”. Con questo il coltissimo e non sconsiderato greco voleva dire che l´Europa dovrebbe, ricollegandosi alle antiche tradizioni, creare un impero bizantino, un impero greco proclamando il re greco Imperatore a Costantinopoli. Ora, sogni così eccessivi non possono essere presi sul serio da politici pratici. Eppure bisogna fare i conti con queste fantasie come un elemento dell´ambizione greca. Proprio perché le pretese di ellenicità, che son si limitano alle isole ma si estendono anche alla terraferma, sono così grandi, c´è sempre vicino il pericolo che i greci possano accendere il fuoco nell´edificio fatiscente dell´impero turco. Oggi non vogliamo perdere la speranza che il problema cretese rimanga localizzato. La diplomazia farà di tutto affinché la crisi cretese non faccia degenerare la avanzante malattia dell´impero ottomano. Peraltro nessuno si arrischia a dire con certezza che le Potenze europee riusciranno a salvare ancora a lungo l´integrità dell´impero turco, sia essa anche formale. Lo sfacelo può compiersi presto e non esiste Potenza in Europa che non sia preparata alla possibilità di un rapido processo di dissoluzione della Turchia e non abbia avviato una riflessione su questa evenienza. Si, e dico di più: non solo gli statisti dei singoli Paesi, che sono intenzionati a prendersi l´eredità della Turchia, hanno già preso le loro decisioni pro foro interno sulle loro possibili pretese, ma gli statisti delle Potenze amiche si sono pure scambiate le idee tra di loro. Proprio perché questo scambio di idee lascia indovinare quanta gelosia da Potenza a Potenza esploderebbe nell´ora della liquidazione, la preoccupazione di tutta l´Europa è diretta a che il processo di decomposizione si allunghi ancora un po´…
Già l´enorme problema non suscita più spavento come prima grazie al fatto che l´Europa ne ha rimandata la soluzione. La questione orientale non offre oggi quell´aspetto terribile che aveva già ai tempi della guerra di Crimea; si, il rapporto dell´Europa al problema: “chi deve prendere a Costantinopoli l´eredità del morente impero ottomano?” oggi non presenta alcun lato scabroso come venti anni fa, quando scoppiò la guerra russo-turca.
Oggi tra gli statisti giudiziosi quasi non ci sono dissensi che la Russia abbia l´unico diritto al possesso di Costantinopoli. La Russia era già stata in grado, in occasione dell´ultima guerra con la Turchia, di mettere le mani su Costantinopoli. “Sua Maestà vorrà forse”, dissi a suo tempo io, che ero ambasciatore a Pietroburgo ed avevo spesso l´occasione di avvicinare lo Zar, “prendere possesso di Costantinopoli”? “No”, rispose lo Zar Alessandro II risoluto, “la Russia non farà questo e farsi dire: quello che il mondo vaneggia di un preteso testamento di Pietro il Grande è una sciocchezza. Questo testamento di Pietro il Grande non esiste.” “E chi, allora, Maestà, si prenderà Costantinopoli? Quale stato, voglio dire, deve essere escluso oltre alla Russia? Forse i greci?” “Essi sono a questo i meno predestinati”, replicò lo Zar Alessandro II.
Non so se lo Zar Nicola II la pensi come suo nonno, o se sarà più pronto a cogliere i frutti che la Russia potrebbe lasciar cadere a terra senza alcuna resistenza. E` chiaro che la Francia vorrà quello che piace alla Russia. Se la Russia volesse occupare Costantinopoli, questo sarebbe accolto di buon grado a Parigi. Anche l´Italia non vedrebbe malvolentieri i russi a Costantinopoli. Perchè se i russi si stabiliscono là, entra nella sfera del Mediterraneo una nuova Potenza dotata di enormi risorse. Alla Francia, che minaccia sempre più di dominare nel Mediterraneo e di proporsi prepotentemente sulle coste dell´Africa, sarebbero così poste delle briglie che limiterebbero le sue ambizioni commerciali e politiche. Compariamo ora il sistema politico inglese in Egitto e quello francese a Tunisi. A Tunisi un enorme protezionismo che quasi paralizza le vecchie relazioni commerciali degli italiani con i territori del Bey, in Egitto un dominio che non è avvertito come duro dagli altri stati del Mediterraneo. Se la Russia si stabilisce sul Bosforo, dalla sua flotta del Mar Nero si svilupperà senz´altro una grande e forte flotta mediterranea da far concorrenza a quella francese e così toglie il pericolo che gli italiani siano sopraffatti nel Mediterraneo dai francesi.
Per quanto riguarda Costantinopoli, così essa finisce di essere l´eterno pericolo per il mondo, perché sotto lo scettro russo non sarebbe più un desiderato bottino di caccia, ma si restringerebbe ad un´entità di limitata importanza, diciamo ad una città sorella di Odessa. Questo lo sanno anche gli inglesi, che un tempo erano quelli che più si opponevano all´idea che la Russia prendesse possesso di Costantinopoli e anche l´Austria lo consentirebbe. Essi, se solo possono rimanere i Egitto, lasciano oggi che i russi prendano Costantinopoli. Gli inglesi avrebbero potuto ostacolare con successo le aspirazioni russe al Bosforo se si fossero schierati a fianco della Triplice Alleanza. Questo non lo hanno voluto e così hanno decretato la posizione predominante della Russia in Oriente. Solo una Quadruplice Alleanza, comprendente la Triplice più l´Inghilterra insieme, sarebbe stata in grado di influire sulla soluzione della questione orientale. Tale unione a quattro avrebbe forse portato anche ai russi il decisivo sostegno della Germania, che entra in gioco non appena appare un problema orientale. L´Inghilterra con il suo isolamento ha causato il quasi superamento del vecchio antagonismo tra Gran Bretagna e Russia, Tutte le Potenze sono dalla parte della Russia.
E´nella mani della Russia prolungare o accorciare il filo della vita dell´Impero turco. L´Italia non avrà alcun motivo di creare problemi alla Russia quando questa crederà che è venuto il momento di provocare la a lungo attesa catastrofe sull´Impero turco.” Così Nigra, che ammise che all´Italia non sarebbe dispiaciuto se la sua politica orientale avesse veleggiato sotto la bandiera russa.
Del resto tutta l´Europa piegava allora le ginocchia davanti alla Russia. Soprattutto sull´allora Capo del Governo Marchese di Rudinì, che ebbe un incontro molto discusso con Giers, rimase sempre un´impronta russa nella politica estera. Il versatile marchese siciliano credette, come tutti i fedeli all´alleanza in Italia, di poterla conciliare con quella delle Potenze Centrali.
Carteggio Costantino Nigra - Giovanni Spano (canonico sardo) -1858 - 1875
BIOGRAFIA
Sarebbe davvero troppo lungo enumerare tutte le benemerenze scientifiche e civili di Giovanni Spano, canonico della cattedrale di Cagliari e archeologo sommo.
Nato a Ploaghe nel 1803, dopo aver studiato nel seminario di Sassari ed essersi specializzato a Roma giunse a Cagliari nel 1834, preposto alla cattedra di Sacra Scrittura e Lingue orientali presso la locale università. La sua carriera accademica, pur fra tanti ostacoli e incomprensioni, fu delle più brillanti e si concluse con la nomina a rettore dell’Ateneo, carica che esercitò per oltre un decennio (1857-1868). Nel 1839 aveva assunto la direzione della Biblioteca universitaria e nel 1841 fu nominato canonico della cattedrale di Cagliari. Nel 1854 divenne preside del Regio Convitto e del Collegio di Santa Teresa, sempre nella capitale sarda. Nella sua lunga vita si occupò di cultura ad amplissimo raggio, passando dall’interesse per la lingua sarda e le tradizioni popolari a quello per l’archeologia e la storia. Fondatore dell’archeologia moderna nell’isola e autore di innumerevoli pubblicazioni, per i suoi chiari meriti nel 1871 fu nominato senatore del Regno. Il municipio di Cagliari, a titolo di riconoscenza e onore, volle assegnargli gratuitamente l’area in cui realizzare la propria tomba. Così, sul retro della chiesetta cimiteriale, egli stesso nel 1869 fece issare su quattro colonne l’antico sarcofago di un Lucius Aurelius Graptus, che aveva appena scoperto in quelle vicinanze, apponendovi in tabula ansata questa iscrizione commemorativa:
IOHANNES SPANVS
VIVVS SIBI FECIT LOCVS DATVS DECVRIONVM DECRETO XV CAL(ENDAS). AVGVSTI MDCCCLXIX
Il monumento è coronato da un busto ritratto del defunto, dovuto verosimilmente allo scalpello di Giovanni Pandiani.
Tra le principali pubblicazioni del canonico Giovanni Spano si ricordano: Ortografia sarda nazionale ossia Grammatica della lingua logudorese paragonata all’italiana (1840); Cenni sopra un frammento di un antico diploma militare sardo (1848); Notizie sull’antica città di Tharros (1851); Vocabolario Sardo-Italiano e Italiano-Sardo, voll. I-II (1851-52); Proverbi sardi (1852; 2^ ed. accresciuta 1871); Memoria sopra i Nuraghi della Sardegna (1854); Bullettino archeologico sardo (1855-1864), periodico redatto pressoché interamente da lui; Guida del Duomo di Cagliari (1856); Catalogo della raccolta archeologica sarda del Can. Giov. Spano e da lui donata al R. Museo d’Antichità di Cagliari (1860); Guida della città e dei dintorni di Cagliari (1861); Illustrazione di una base votiva in bronzo con iscrizione trilingue latina, greca e fenicia trovata in Pauli Gerrei (1862); Canzoni popolari inedite in dialetto sardo centrale ossia Logudorese, voll. I-V (1863, 1865, 1870, 1872); Tavola di bronzo trovata in Esterzili (1867); Storia e descrizione di un Crocione antico in argento del Duomo di Cagliari (1868); Itinerario dell’isola di Sardegna del Conte Alberto Della Marmora, tradotto e compendiato con note (1868); Storia e descrizione dell’Anfiteatro romano di Cagliari (1868); Storia e necrologio del Campo Santo di Cagliari (1869); Storia dei pittori sardi e Catalogo descrittivo della privata Pinacoteca del can. Giov. Spano (1870); Acque termali di San Saturnino presso Benetutti (1870); Paleontologia sarda ossia l’età preistorica segnata nei monumenti che si trovano in Sardegna (1871); Vocabolario sardo geografico, patronimico e etimologico (1873); Storia della Zecca sarda (1874); Storia degli Ebrei in Sardegna (1875); Il Conte Alberto Della Marmora e storia della medaglia coniata in di lui onore dai Comuni della Sardegna (1875); Storia della chiesa di Santa Greca presso Decimo Manno (1876); Iniziazione ai miei studi (1876-1877); Bosa Vetus (1878, opera postuma).
I rapporti Nigra Spano furono principalmente legati agli studi sulla canzone popolare che il Nigra studiò profondamente pubblicando il volume “Canti popolari del Piemonte”. Apparsi per la prima volta nel 1888, e poi oggetto di numerose edizioni, i Canti popolari del Piemonte segnarono una svolta profonda negli studi sul folklore e sulle tradizioni popolari in Italia. I folkloristi del tempo avevano infatti concentrato la loro attenzione sulla tradizione lirica della cultura popolare italiana, in primo luogo le canzuna siciliane e i rispetti toscani, trascurando o sottovalutando il canto narrativo. L’opera di Costantino Nigra, figura fondamentale del Risorgimento, diplomatico e principale collaboratore di Cavour, mostrò che la ballata, la canzone narrativa di diffusione europea, fiorita soprattutto in Piemonte e nelle province del settentrione d’Italia, non era soltanto un importante aspetto della tradizione popolare, ma apriva una vera e propria nuova provincia del sapere a folkloristi e dialettologi. Non stupisce, dunque, che dal 1888 i Canti popolari del Piemonte siano stati ripetutamente rieditati, diventando il testo di riferimento, il banco di prova dei maggiori folkloristi italiani. Le edizioni, tuttavia, che precedono questo volume (ad eccezione di quella einaudiana del 2009, opera degli stessi curatori della presente), benché tutte filologicamente accurate, mancano di un’antologia sonora, indispensabile a mostrare, nell’intreccio di parola e canto, la complessità del patrimonio custodito nell’opera di Costantino Nigra. Grazie al paziente lavoro di ricerca di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, i due cd che compendiano questa edizione fanno emergere, attraverso 155 esempi canori tratti da varie centinaia di registrazioni raccolte dal 1954 al 1988, il filo rosso, musicale e testuale, tra il tempo dell’opera di Nigra e il nostro tempo. Oltre il testo, documentano la melodia delle singole ballate, restituendo alla memoria il vissuto di un’oralità che, pur non essendo esattamente quella del tempo di Nigra, è ad esso vicina e indissolubilmente legata. Il volume è inoltre corredato da un apparato fotografico che per la prima volta, insieme alle voci, mostra i volti dei testimoni (gli “alberi del canto”) e dei ricercatori (da Lomax a Carpitella, da Leydi a Coggiola, da Jona e Liberovici a Vigliermo, da Adriano a Castelli e Beccaria) che con loro hanno operato. Tutto ciò arricchisce la grande opera di Costantino Nigra, restituendole nuova vita e nuovi spunti di interesse. Studiando infine il sistema della ballata, il dinamismo dei canti, gli stili esecutivi e i modelli melodici, i curatori forniscono anche la prova inconfutabile sia della straordinaria tenuta nel tempo, sia del radicarsi nei luoghi e nelle comunità di questo grande patrimonio di canto narrativo.
LETTERE
Sono giunte sino a noi numerose lettere che testimoniano i rapporti tra il Canonico Spano e Costantino Nigra che riguardano gli scambi epistolari tra loro per gli approfondimenti relativi alla canzone popolare di cui Nigra è stato uno dei principali studiosi. Riportiamo, a titolo documentativo, copia della prima lettera che Nigra inviò al Canonico Spano il 26 febbraio 1858. Nota: se si é interessati alle lettere fare richiesta alla direzione del Centro Studi.
CARTEGGIO COSTANTINO NIGRA
JULIETTE ADAM (scrittrice francese) - 1881 - 1883
BIOGRAFIA
Juliette Adam nata Lambert (Verberie, 4 ottobre 1836 – Callian, 23 agosto 1936) è stata una scrittrice, critica e salonnière femminista della 2a repubblica francese. Diede saggio di sè in gioventù, scontentando anche i propri genitori, col romanzo Le roman de mon enfance et de ma jeunesse (London e New York, 1902); suo padre lo descrive nel libro Paradoxes d'un docteur allemand (pubblicato nel 1860), che dimostrava come fosse contrario al femminismo. Sposò l'avvocato La Messine nel 1852; poi, vedova nel 1867, sposò nel 1868 l'avvocato Antoine Edmond Adam (1816-1877), deputato della sinistra repubblicana, fondatore del Crédit Foncier (Credito fondiario), prefetto di polizia nel 1870, poi senatore a vita. Lei pubblicò nel 1858 Idees antiproudhoniennes sur l'amour, la femme et le mariage, in difesa di Daniel Stern (Marie d'Agoult) e di George Sand. Visse i drammatici eventi dell'assedio di Parigi (1870-1871). S'impose nella Parigi successiva alla sconfitta del 1871 che vide installarsi progressivamente la Repubblica. Fu una fervente paladina, sin da giovane, degli ideali umanitari e libertari, al punto da pubblicare, nel 1859, una vita apologetica di Garibaldi. Il suo Salotto del boulevard Poissonnière (poi, a partire dal 1887, al numero 190 del boulevard Malesherbes), frequentato anche da Léon Gambetta, era un centro attivo di opposizione a Napoleone III e alla reazione conservativa; negli anni settanta divenne uno dei circoli repubblicani più in vista e più influenti, specialmente dopo il colpo di stato del 1877. Vi si ritrovavano Adolphe Thiers, Eugène Pelletan, Gabriel Hanotaux, Edmond About, Louis Blanc, Alphonse Daudet, Camille Flammarion,Georges Clemenceau, l'editore Jules Hetzel, il poeta Sully Prudhomme, Émile de Girardin, Gustave Flaubert, Louis de Ronchaud, Gaston Paris, Victor Hugo, Guy de Maupassant, Ivan Turgenev, Aurélien Scholl. Quando cadde l'Impero, fu proprio tra gli habitué di questo circolo che vennero reclutati gli uomini di governo. Donna d'influenza, Juliette Adam volle essere l'incarnazione della «Grande Francese», determinata a rendere alla Francia umiliata il suo giusto posto in Europa, fino al bellicismo e alla xenofobia
La sua corrispondenza col Nigra si sviluppa tra il 1881 ed il 1883. Sono lettere di affari e di incontri con personalità. Lei gli scrive da Parigi a Pietroburgo e Londra.
LETTERE
Parigi, 1° dicembre 1881
Caro Signore e amico, se siete ancora a Parigi la domenica undici dicembre volete venire a casa mia alle sette e mezza per conversare col Gran Duca Costantino? E poi se avete un'ora il mercoledì sera venite, vi prego, a trascorrerla in boulevard Poissonnière. Vi offro la mia migliore e affettuosa simpatia. Juliette Adam
Parigi, 20 gennaio 18811
Eccellenza, ho cercato invano il vostro indirizzo per ringraziarvi del velo che mi avete inviato. Credete, le mie orecchie vi riserveranno, per sempre, una vera gratitudine. Ogni volta che avrete un'ora libera, il mercoledì sera, sarete ben amabilmente accolto per trascorrerlo al boulevard Poissonnière, durante un vostro viaggio a Parigi. Mille affettuosi complimenti da Juliette Adam
Parigi, venerdì 11 febbraio 1881
Eccellenza, grazie dei vostri apprezzamenti. Sto accorgendomi di aver fatto un errore e me ne scuso con Voi. Vi chiedo se siamo ancora in tempo a correggere - a caso il placido - e - teco verrà solcando -2. In questo caso occorrerà inserire un errata corrige se arrivo troppo tardi. Ho passato un mese nel mio nido del Golfo con Merimée3 che ha continuato a parlare d'arte e di politica. Con Voi, caro signore, ho potuto fare l'articolo su: Dumas padre uomo politico che descrive la sera del nostro incontro. Cena con Dumas figlio? L'articolo è riuscito. Vengo anche a dirvi della Contessa De Bagard di cui sono più che afflitta. Credete Eccellenza al mio affettuoso ricordo. Juliette Adam
1 Nigra si trova a San Pietroburgo come ambasciatore d'Italia in procinto di trasferirsi a Londra per dirigervi l'Ambasciata italiana.
2 Sono versi della celebre poesia-canzone "La Gondola" di Fontainebleau dedicata da Nigra all'Imperatrice Eugenia e diventata una straordinaria nota diplomatica.
3 Prosper Merimée consigliere culturale dell'Imperatore Napoleone III e dell'Imperatrice Eugenia
Parigi, 23 febbraio 1883
Mio caro amico, vi chiedo scusa se ritorno da Voi a proposito del vincere a Dravers La Nonde (?) , ma vi prego di prendere un biglietto della mia Tombola a favore dell'Alsazia. I biglietti sono da cento franchi. Il lotto comprende ancora grandi pitture e sculture. Mille dimostrazioni di affettuosità Juliette Adam
Parigi, successiva al 1883
Mio caro conte, è da secoli che non ci scriviamo. So che venite a Parigi ma non venite a trovarmi. E' un vero peccato. Faccio dunque voti che quest'anno sia più favorevole per un nostro incontro e vi invio l'assicurazione della mia infinita amicizia. Juliette Adam
Abbazzia di Val de Gif, senza data
Mio caro amico, vado in questi giorni ad installarmi in campagna dove non vado da qualche mese. Il conte Yasolà (?) è un grande dignitario, che scrive con la penna come un diavolo ed io sono costretta a riscrivere tutto; ma consegnerò il vostro ritratto, che artisticamente molto brutto, è stato rifatto ........................... Juliette Adam
Parigi, 190 del boulevard Malesherbes - successiva al 1888
Mio caro Conte, sono secoli che non ci vediamo. So che venite a Parigi; se non venite a trovarmi mi fate un dispetto. Faccio voti che quest'anno sia favorevole ad un nostro incontro e voglio la vostra assicurazione che verrete a trovarmi. Juliette Adam
Parigi, senza data
Caro signore e amico, vorreste intervenire alla lettura di Dumas a casa mia alle 9, venerdì. Si leggerà un Otello. Affettuosamente Juliette Adam
CARTEGGIO COSTANTINO NIGRA
ADELE DAFFRY CONTESSA di Castiglione Colonna
1862 - 1868
Lettere originali tratte dagli archivi del Museo del Risorgimento di Torino e del Museo d'Arte e Storia di Friburgo
Adele d'Affry Duchessa Colonna Castiglione (1836-1879), nota con lo pseudonimo di Marcello, nasce a Friburgo il 6 luglio 1836 ed è stata una scultrice svizzera. Aveva intrapreso lo studio della scultura nel 1856 e dal 1863 cominciò a esporre sue opere con lo pseudonimo di «Marcello», ottenendo un buon successo e viaggiando frequentemente in diversi paesi europei. Nel 1860 a Parigi, nel salone della contessa di Circourt, Costantino Nigra la conobbe e la sua imperturbabile flemma di canavesano venne messa a dura prova quando gli venne presentata questa giovane svizzera, ventiquattro anni, bionda, di spirito gioviale, già sposa nel 1856, all’età di vent'anni, ad un italiano di famiglia nobile, don Carlo Colonna duca di Castiglione Altibrandi, un castello nel Ducato di Urbino. Fu per lui quasi un colpo di fulmine: bella, dal portamento regale, con una figura alta e slanciata, una particolare grazia nei movimenti, capelli mirabili di un raro colore castano chiaro; vedova dopo appena otto mesi di matrimonio, era a Parigi da poco, faceva vita ritirata e frequentava la Scuola di Medicina, travestita da uomo (perché in quella sede le donne non erano ammesse), allo scopo di prendere calchi in cera di cadaveri per le proprie opere di scultura su marmo. Nigra ne rimase molto colpito e cercò subito, inviandole una grande corbeille di fiori, di poterla riincontrare la sera stessa ad un ricevimento dalla Principessa Giulia Bonaparte. Adele d’Affry fu una delle frequentazioni parigine più assidue per Nigra nei momenti di libertà dagli impegni di lavoro e mondani, con cui mantenne un’amicizia lunga e sincera. Se non era a Parigi scambiavano un’ intensa corrispondenza in cui condividevamo l’amore per l’arte che li legava spiritualmente. Quando erano a Parigi si frequentavano regolarmente e Nigra la incoraggiava aiutandola ad entrare, come artista, nel mondo incantato della corte di Napoleone III. Per Nigra l’arte era una luce eterna che si manteneva intatta, sempre giovane e bella; tutto il resto, la bellezza, la giovinezza, ed anche l’amore erano destinati all’oblio. Ad Adele, il cui cognome Castiglione (quello della famosa contessa seduttrice di Napoleone III e per questo espulsa dalla Francia nel 1857) evocava subito ricordi e preoccupazioni che Nigra si premurava ogni volta di sgombrare, Nigra le presentò tutta la nobiltà del Faubourg Saint-Germain, per poi man mano arrivare sino all’Imperatore ed all’Imperatrice la quale, generalmente il lunedì, organizzava spesso delle riunioni riservate alle dame più colte. Per recarsi alle Tuileries, Adele vestiva sovente un abito di satin nero, o di seta violetta ornata di ricchi merletti, che mettevano in rilievo un seno stupendo e delle spalle abbaglianti; non voleva, benché si considerasse un’ artista, dimenticare di essere donna.
Nel 1868 trascorse molti mesi in Spagna con Georges Clairin e Henri Regnault, due pittori francesi (altra arte a cui si dedicò negli ultimi anni di vita), e nel 1869 era a Roma, dove conobbe il musicista Charles Gounod e il pittore Ernest Hébert, ed espose nel 1870 il suo Capo Abissino, ora al Musée d'Orsay di Parigi, della quale è conservata al Dahesh Museum of Art di New York una replica in bronzo, ed eseguì in marmo la Pizia (la sacerdotessa degli oracoli) che, nella versione in bronzo, fu acquistata per l'Opéra di Parigi dall'architetto Charles Garnier. Di quell'anno è anche la Zingara Maria, che sembra aver ispirato all'amico Regnaud il dipinto Salomè. Malata di tisi, negli ultimi anni si trasferì in Italia, dedicandosi esclusivamente alla pittura, e dove morì prematuramente nel 1879, a soli 43 anni. Sue opere sono conservate al Musée d'Orsay di Parigi, al Philadelphia Museum of Art della Pennsylvania e al Dahesh Museum of Art di New York.
La sua scultura più nota è una Pizia (sacerdotessa degli Dei) in bronzo, ora nell'atrio del teatro dell'Opéra di Parigi: di quest'opera, che ella stessa considerava il suo capolavoro, scrisse da Roma all'amico Carpeaux il 30 marzo 1870: «Ho mandato un'importante figura al Salon di quest'anno; è una Pythie sul treppiede, una sorta di gitana agitata dal dono profetico. È bizzarra, energica, e non del tutto sistematica, così che vedo venirmi addosso tutti gli irreggimentati. Sono molti, in Francia». Anche se non mancarono le critiche e non fu premiata, l'opera venne apprezzata dai più e il suo successo la convinse a eseguire altre versioni: un busto in marmo, per il Musée Carnavalet, uno in bronzo, nel Philadelphia Museum of Art; mentre l'originale in marmo è conservato al Museo Marcello di Friburgo ed una copia in bronzo, eseguita dopo la sua morte, nel 1880, è conservata al Musée d'Art et d'Histoire sempre a Friburgo.
La cospicua corrispondenza tra Nigra e Marcello (completa in quanto comprendente sia le lettere del mittente che le risposte del destinatario) è ricca di spunti storici, artistici e culturali. Ne appare un quadro che si potrebbe dire romantico, almeno sotto l'aspetto letterario e artistico, in cui Nigra naturalmente sa eccellere con la sua grazia di scrittore delicato e galante. Il dialogo tra i due, ricostruito dalla studiosa svizzera Aurelia Maillard con grande impegno e professionalità, è tra i più begli esempi di carteggi ottocenteschi tra un uomo e una donna ove la stima e l' amicizia emergono senza però farci capire sino a che punto si sono fuse tra loro.
La corrispondenza inizia nel 1862 quando Nigra riveste l'incarico di Ambasciatore d'Italia a Parigi e dove nella Legazione d'Italia il ruolo di Primo Segretario è affidato ad Isacco Artom che, con Nigra, aveva costituito il nucleo operativo della Segreteria di Cavour.
Le lettere in francese sono state tradotte da Carlo Demarchi e da Roberto Favero dandone, ove possibile, una riscrittura in chiave moderna per meglio far comprendere le espressioni degli stati d'animo, delle vicendevoli galanterie e degli spunti socio-politici che i due interlocutori si scambiano con davvero grande profondità di pensiero. Un carteggio tra un' artista (Lei) ed un uomo di grande cultura (Lui), entrambi degni di un' alta considerazione intellettuale, che diventa, a tratti, un capolavoro letterario bello e affascinante in cui i due esprimono pensieri e riflessioni con lucidità e garbo e da cui ne emerge una sintonia d'animo unica. Parrebbe che i due fossero fatti l'uno per l'altra anche se le loro esperienze sentimentali impediscono loro di poterne concretizzarre l'attuazione. Lei è vedova e lui è sposato (con Emerenziana Vegezzi Ruscalla, da cui ebbe l'unico figlio Lionello e con la quale interruppe presto le relazioni coniugali) e quest'ultima situazione fu il principale impedimento a che Nigra potesse pensare di riaccasarsi sentimentalmente con altre donne.
CARTEGGIO
27 maggio 1862
Ecco Signore, tutti i tesori che mi avete inviato, sono imbarazzata di averli trattenuti così a lungo, e aggiungo, anche per mio interesse, la piccola statuetta della Samaritana. E' una delle mie prime produzioni, e non susciterà grande emozione in un conoscitore come Voi, per scoprirvi l'indice di un talento, destinato, spero, a onorare la patria. Vogliate gradire, Signore, con i miei sinceri ringraziamenti, l'assicurazione dei miei sentimenti più distinti.
Voici Monsieur, tous les trésors que vous m'avez envoyés, je suis confuse de les avoir gardés si longtemps, aussi j'y joins à titre d'intérêts, la petite statuette que voici, de la Samaritaine. C'est une de mes premières productions, et il ne faudra rien moins que l'œil exercé d'un connaisseur tel que vous, pour y découvrir l'indice d'un talent, destiné je l'espère, à honorer la patrie. Recevez, Monsieur, avec mes sincères remerciements, l'assurance de mes sentiments très distingués. A. d’Affry Colonna.
Risposta del Nigra, il 29 maggio 1862, su carta intestata della « Legazione d’Italia »
Parigi, 29 maggio 1862
Vi ringrazio, bella duchessa, della graziosa statuetta che mi avete inviato. Quanto vi sarei riconoscente se me la lasciaste come un souvenir dell'artista che l'ha creata. Che nobiltà, che semplicità, quale abbandono di fede! Questa testolina colpisce molto. E' bella di quella bellezza calma e graziosa che ispirava l'arte antica. Ma vi trovo inoltre, nel movimento e nelle linee, un'espressione di dolce melanconia, che è il sentimento cretese. E poi riproduce qualche linea della vostra adorabile testolina. Continuate. Voi possedete tutti gli elementi, tutti i doni di un genio. La costanza che doma, la fede che anima, l'intelligenza che crea; e sopratutto l'amore dell'arte, che è il solo, quando è realmente sentito, che non cade mai in basso. Vogliate perdonarmi, bella duchessa, questo momento di divagazione artistica, che vi deve parere straordinario in un uomo votato, come me, a lotte dure, incessanti, condizionate dalla politica corrente. E credete, vi prego, ai sentimenti ben rispettosi con i quali ho l'onore di essere, Signora, vostro umilissimo e ben devoto C.Nigra
Je vous remercie, belle duchesse, de la charmante statuette que vous m’avez envoyée. Combien je vous serais reconnaissant si vous consentiez à me la laisser, comme un souvenir de l’artiste qui l’a créée. Quelle noblesse, quelle simplicité, quel confiant abandon ! Cette petite tête est saisissante. Elle est belle de cette beauté calme et gracieuse qui inspirait l’art antique. Mais j’y trouve en outre, dans le mouvement et dans les lignes, une expression de douce mélancolie, qui est le sentiment chrétien. Et puis elle reproduit quelques lignes de votre tête adorables. Continuez. Vous avez tous les éléments, tous les dons du génie. La constance qui dompte, la foi qui anime, l’intelligence qui crée ; et surtout l’amour de l’art, qui est le seul, lorsqu’il est réellement senti, qui ne trompe pas ici bas. Veuillez me pardonner, belle duchesse, ce moment d’expansion artistique, qui doit vous paraître extraordinaire dans un homme voué, comme moi, aux luttes acres, incessantes, passionnées de la politique militante. Et croyez, je vous prie, aux sentiments bien respectueux avec lesquels j’ai l’honneur d’être, Madame, votre très humble et bien offert C. Nigra
[1862/63]
Non disponibile oggi, ma domani se volete tra le 2 e le 3. Mille affettuosi complimenti A.C.
Invisible pour aujourd’hui, mais demain si vous voulez entre 2 à 3 heures. Mille affectueux compliments. A.C.
questo venerdì 21 marzo [1862[9]]
Sareste molto gentile Signore, a non tardare ad inviarmi i libri che parlano di Bianca Cappello, in quanto debbo occuparmi di redigere la notizia per il libretto dell'Esposizione (Il Salon era un'esposizione periodica di pittura e scultura, che si svolgeva al Louvre di Parigi, con cadenza biennale fino al 1863 ed annuale in seguito). E' dunque indispensabile procurarsi i documenti giusti, e non so dove scoprire gli autori di cui mi avete parlato senza fare ricorso alle vostre rare conoscenze. Ve ne sarò, Signore, molto grata. Ho visto Gustave Doré (celebre pittore e incisore francese), che gradirebbe molto l'onore di una vostra visita, prima che i suoi quadri partano per l'Esposizione. Se Voi mi dite l'ora in cui potreste andare, farò il possibile per esserci anch'io, dato che non dimentico affatto di aver contribuito a mettervi in contatto. Da parte mia, non vedo altra possibilità che andarvi domenica a mezzogiorno, in quanto la mia giornata di domani è impegnata per delle visite, e lunedì i quadri partono per l'Esposizione. Fatemi sapere, in giornata, se vi va bene, altrimenti andate per conto vostro, ma concedetemi di vedervi, venendo all'una dopo mezzogiorno, uno di questi giorni. Mille complimenti la duchessa di Castiglione nata d'Affry
Spero che mi facciate avere presto "il Botta" (Carlo Giuseppe Guglielmo Botta, San Giorgio Canavese, 6 novembre 1766 – Parigi, 10 agosto 1837, laureato in medicina, è stato uno storico e politico italiano, autore di due importanti Storie d'Italia), e le altre (pubblicazioni) che parlano della mia avvelenatrice (si riferisce a Bianca Cappello,Venezia, 1548 – Poggio a Caiano 20 ottobre 1587, fu prima amante e poi moglie del Granduca di Toscana Francesco I de' Medici. Famosa per essere stata al centro di numerosi intrighi, morì un giorno dopo suo marito Francesco, entrambi per avvelenamento).
Vous seriez bien aimable Monsieur, de ne pas tarder à m'envoyer les livres qui parlent de Bianca Cappello, car je dois m'occuper de rédiger la notice pour le livret de l'Exposition. Or, il est indispensable de se procurer les documents exacts, et je ne sais où découvrir ces auteurs dont vous m'avez parlé sans avoir recours à votre rare érudition. Je vous en serai Monsieur, extrêmement obligée. J'ai vu Mr Gustave Doré, qui désirerait fort l'honneur de votre visite, avant que ses tableaux ne partent pour l'Exposition. Si vous me dites l'heure qui vous convient pour y aller, je ferai mon possible pour m’y trouver aussi, car je n'oublie point que j'ai contribué à vous mettre en rapport. Pour ma part, je ne vois guères que dimanche à midi pour y aller, car ma journée de demain est prise par des visites, et lundi les tableaux partent pour l'Exposition. Veuillez me faire savoir, in giornata, si cela vous arrange, sinon allez-y pour votre compte, mais dédommagez-moi du peu que je vous ai vu, en venant à une heure après midi un de ces matins. Mille compliments la duchesse Colonna de Castiglione est né d'Affry
J'espère que vous m’enverrez bientôt le Botta, et cet autre qui parle de mon empoisonneuse.
giovedì 20 agosto [1863]
Mio caro Nigra, sono ancora a Parigi e sono felice perchè la cosa mi dà speranza di rivedervi. Venite a passare parte della serata in rue Bayard, domani o sabato, se vi fa piacere, o anche oggi mi troverete dall'1 alle 3 e mezzo. Fatemi sapere cosa vi va bene, il migliore, tra questi appuntamenti, e credete alla mia devozione affettuosa la duchessa Castiglione Colonna
Mon cher Nigra, Je suis encore à Paris et j'en suis charmée puisque cela me donne l'espérance de vous revoir. Venez passer un bout de soirée, rue Bayard, demain ou samedi, si vous en avez le loisir, ou bien encore aujourd'hui vous me trouveriez de 1 heure jusqu'à 3 heures et demie. Dites-moi ce qui vous arrange, le mieux, entre ces différents rendez-vous, et croyez à mon dévouement affectueux la duchesse de Castiglione Colonna
sabato mattina [1864]
Mio caro Nigra, non ho ancora la testa a posto (di grazia non pensate che, in senso meno figurato, per andare con Voi stamane alla Scuola di Belle Arti, qualche tentazione ce l'abbia). Ma la prospettiva di queste crisi nevralgiche che mi pongono nell'impossibilità di lavorare per alcuni giorni mi obbligano alla prudenza. Domani all'una e mezzo, sarò a casa vostra con mia madre, e mi auguro proprio di visitare questo domicilio ove i miei pensieri vi cercano spesso. Credete alla mia viva e sincera amicizia Duchessa di Castiglione Colonna
Mon cher Nigra, Je n'ai pas encore la tête assez solide, (de grâce n'entendez ceci que dans le sens le moins figuré, pour aller avec vous ce matin à l'Ecole des beaux arts, quelque tentation que j'en éprouve). Mais la perspective de ces crises névralgiques qui me mettent dans l'impossibilité de travailler durant plusieurs jours m’oblige à la prudence. Demain à une heure et demie, je serai chez vous avec ma mère, et je me réjouis beaucoup de visiter ce domicile où ma pensée vous cherche souvent. Croyez à ma vive et sincère amitié Duchesse de Castiglione Colonna
lunedì 29 marzo 1863
Ho quasi dei rimorsi, Signore, di non avervi incontrato ancora una volta per colpa mia, e ancora debbo avvertirvi che non sarò a casa oggi, di modo che se avete l'amabile intenzione di venire, vorrei tardaste un poco, fino a domani per esempio. Non sarebbe inutile infatti fissare il momento per vederci, magari a Parigi dove non ci incontriamo mai. Domani alle 4, ad esempio, sarei molto onorata di ricevervi. Fatemi sapere se la cosa è possibile e siate certo dei miei sentimenti più distinti
J'aurais presque des remords Monsieur, de vous manquer encore une fois par ma faute, aussi viens-je vous prévenir que je ne serai pas chez moi aujourd'hui, afin que si vous aviez l'aimable intention d’y venir, vous différiez un peu, jusqu'à demain par exemple, car il ne serait pas inutile de fixer un moment pour se voir, faute de quoi, à Paris on ne se rencontre jamais. Demain à 4 heures, par exemple, je serais très charmée de vous recevoir. Faites-moi dire si cela vous était impossible, et recevez ici l'assurance de mes sentiments distingués A. Colonna
lettera del Nigra, indirizzata a Givisiez (cittadina nel Cantone di Friburgo), Friburgo
Parigi, 9 gennaio 1864
Ho avuto occasione di parlare lungamente di Voi, bella e cara Duchessa, con madame Barbier, quando ho trovato, al rientro, il vostro delizioso ricordo che mi ha profondamente commosso. Lo conserverò preziosamente come un tesoro. Ha risvegliato in me dei ricordi pieni di fascino e mi ha recato un profumo di poesia di cui il mio animo aveva gran bisogno. Quando dunque ci raggiungerete? Ci siete mancata a Compiégne. Abbiamo cacciato, abbiamo ballato, abbiamo giocato a delle sciarade. Gli augusti ospiti (Imperatore e Imperatrice) sono stati, come sempre, di una amabilità unica e gli invitati assai piacevoli. Ma il suono della fanfara, le danze e le sciarade non sono riusciti a far dimenticare l'ombra tranquilla dei grandi alberi di Fontainebleau e le lunghe passeggiate in gondola al chiaro di luna su quel bel lago incantevole. Lasciatemi credere che la vostra assenza ha contribuito non poco al nostro rimpianto. Quando ci raggiungerete? Non potreste modellare qui il vostro Guglielmo Tell che muoio dal desiderio di vedere? Ho assolutamente approvato la vostra idea. Per la nuova Esposizione vi occorreva un'opera veramente nuova, più importante di un semplice busto. L'idea del Guglielmo Tell è bella e grande. Per realizzarla, occorreva, sono d'accordo, essere sul posto e ispirarsi a questa grandiosa natura svizzera, che parla alle grandi anime. Ma per eseguirla avete bisogno di Parigi dove potete trovare consigli sinceri e competenti e la facilità di studiare e confrontarvi con i capolavori dei grandi maestri. Può darsi che sia il desiderio di vedervi che mi fa dire queste cose. Abbiamo, lo vedo, un rivale assai potente nell'arte che vi occupa per intero. E tuttavia non posso che incoraggiarvi a seguire imperturbabilmente la vostra strada su cui avete già lasciato molta luce.
Ecco! Tutto il resto passa, tutto; gli omaggi, la bellezza, la giovinezza fiduciosa ed anche il divino soffio dell'amore. L'arte rimane; alimentata dalla luce eterna, sempre giovane, sempre bella. Sapete che siamo tornati ai giorni dei bei trionfi della Tribuna (la tribuna parlamentare)? Ieri era il turno di Berryer (deputato), domani sarà il momento del vostro amico Thiers (Adolphe Thiers più volte ministro e futuro Presidente della 3a Repubblica francese), eventi che fanno pensare alla loro voce da tempo muta e agli echi attenuati della Gran Sala. Ammiro il loro talento. Ho l'istinto e l'amore di libertà che invocano; e ora non è senza grande inquietudine che assisto a questo risveglio di parlamentarismo in Francia. Dubito che ciò possa conciliarsi con l'Impero così come è concepito oggi dalla Costituzione e dalle tradizioni. Temo che si metta l'Imperatore in una falsa posizione, il che sarebbe nello stesso tempo inopportuno, dannoso per la Francia e fatale all'Italia, che ancora per molto tempo non avrà un altro amico come Lei. Ne usciremo, ma come? Concedendo maggiore libertà? Non lo credo. Facendo un colpo di stato? Non voglio crederlo. Soffocando con una guerra popolare e gloriosa i malcontenti interni? Non oso crederlo.
Ma non voglio annoiarvi con la mia politica. Vi ringrazio ancora della vostra bella fotografia. Farò fare la mia subito per inviarvela. Non mi illudo affatto che possa rallegrare il vostro esilio, come avete l'amabilità di scrivermi, ma vi ricorderà un amico, sempre fedele, che vi è ben devoto, che vi stima e vi ammira, e a cui dovete perdonare, se non si avvicina alla vostra luce più sovente di quanto non vorrebbe, perchè teme di bruciarsi. Presenterò i vostri omaggi alla bella Imperatrice la prima volta che avrò occasione di incontrarla. Credete, vi prego, alla mia sincera e duratura amicizia
Je venais de causer bien longuement de vous, belle et chère Duchesse, avec Mme Barbier, lorsque j’ai trouvé, en rentrant, votre charmant souvenir, qui m’a touché profondément. Je le garderai soigneusement comme un trésor. Il a réveillé en moi des souvenirs pleins de charme et il m’a porté un parfum de poésie dont mon âme avait grand besoin. Quand donc nous revenez-vous ? On vous a bien regrettée à Compiègne. On a chassé, on a dansé, on a joué des charades. Les hôtes augustes étaient, comme toujours, l’amabilité même, et les invités très en train. Mais le bruit des fanfares, les danses et les charades n’ont pas réussi à faire oublier l’ombre tranquille des grands arbres de Fontainebleau et les longues promenades en gondole au clair de lune sur ce beau lac paisible. Laissez-moi croire que votre absence contribue beaucoup à nos regrets. Quand vous nous revenez-vous ? Ne pourriez-vous pas faire ici voter Guillaume Tell, que je brûle de désir de voir ? J’ai hautement approuvé votre idée. Pour la nouvelle exposition, il vous fallait une œuvre vraiment nouvelle, et plus qu’un buste. L’idée de Guillaume Tell est belle et grande. Pour l’enfanter, il fallait, je l’avoue, être sur les lieux et s’inspirer de cette grandiose nature suisse qui parle aux grandes âmes. Mais pour l’exécuter, il vous faut Paris, où vous trouvez des conseils sincères et compétents, et la facilité d’étudier et comparer les chefs d’œuvre des maîtres. Peut-être c0est le désir de vous voir qui me fait dire ces choses-là. Nous avons, je le vois, un rival bien puissant dans l’art, qui vous occupe toute entière. Et cependant je ne puis que vous encourager à suivre imperturbablement votre route sur laquelle vous avez déjà laissé tant de lumière. Hélas ! tout le reste passe, tout ; les hommages, la beauté, la jeunesse confiante, et même le souffle divin de l’amour. L’art reste, environné de la lumière éternelle, toujours jeune, toujours beau.
Savez-vous que nous sommes revenus aux jours des beaux triomphes de la tribune ? Hier, c’était Berryer, demain ce sera votre ami Thiers, qui font résonner de leur voix, longtemps muette, les échos étonnés de la grande salle. J’admire leur talent. J’ai l’instinct et l’amour des libertés qu’ils invoquent ; et cependant ce n’est pas sans une grande inquiétude que j’assiste à ce réveil du parlementarisme en France. Je doute que cela puisse se concilier avec l’Empire tel qu’il est fait par la constitution et par les traditions. Je crains qu’on mette l’Empereur dans une fausse position, ce qui serait à la fois maladroit, nuisible à la France et fatal pour l’Italie, qui pour longtemps encore n’aura d’autre ami efficace que lui. Je sais bien que l’Empereur n’est as homme à supporter longtemps une fausse position. Il en sortira, mais comment ? En accordant plus de liberté ? Je ne le crois pas. En faisant un coup d’état ? Je ne veux pas le croire. En suffoquant par une guerre populaire et glorieuse les mécontentements intérieurs. Je n’ose pas le croire.
Mais je ne veux pas vous ennuyer avec ma politique. Je vous remercie encore de votre belle photographie. Je ferai faire la mienne exprès pour vous l’envoyer. Je ne me flatte pas qu’elle puisse charmer votre exil, comme vous avez l’amabilité de me dire, mais elle vous rappellera un ami, toujours fidèle, qui vous est bien dévoué, qui vous estime et vous admire, et à qui vous devez pardonner s’il ne s’approche pas de votre lumière aussi souvent qu’il le voudrait, car il craint de brûler.
Je présenterai vos hommages à la belle Impératrice la première fois que j’aurai l’honneur de lui parler. Croyez, je vous prie, à ma sincère et constante amitié C. Nigra
Friburgo in Svizzera 6 aprile 1864
EccoVi Eccellenza, una missione che richiede niente meno che l'uso di tutto il vostro talento diplomatico. Si tratta di far accettare, alla bella e bionda Imperatrice, questa piccola Madonna, iniziata sotto i suoi occhi a Fontainebleau*, nata come la vostra Barcarola da un sogno di una notte di mezza estate. Una medesima ispirazione ci animava tutti allora: artisti, poeti, eravamo tutti affascinati, in quel momento! Chi sa quando rivivremo giorni così privi di preoccupazioni. Sicuramente c'è qualcosa di anormale nella situazione attuale della Francia, che ha delle aspirazioni legittime per un avvenire di maggiore libertà, ma abbandonata a se stessa non sarebbe forse esposta a tutte le correnti, a tutti gli interessi e troverebbe, in altre condizioni, questo equilibrio tra partiti che è la salute delle nazioni?
Per quanti sforzi abbia tentato l'Opposizione di quest'anno, non credo possa controbilanciare, nell'opinione del paese e dell'Europa, la grande forza insita nel nome e nelle capacità di Napoleone. L'Imperatore potrà dire di questi soggetti ciò che un saggio della Grecia diceva degli Ateniesi: -non ho loro dato le leggi migliori, ma le migliori che erano in grado di ricevere-. Una prova, che esista ben poco istinto politico in Francia, è rappresentata dall'abbattimento generale di spirito, in presenza di qualsiasi pericolo, oscillazione, come se la barca non fosse fatta per ondeggiare, e l'uomo per trionfare di quella forza di resistenza che Dio non ha permesso ad altro fine che non di provargli il proprio coraggio e la propria abilità. Voi troverete la mia anima indurita da una solitudine prolungata volontariamente, nel lavoro e nella meditazione. Ai miei occhi non si vale realmente che per questo fondo di convinzioni riflesse, di sentimenti fortemente impressi nell'anima, tesoro che la riflessione fa nascere in noi e che una vita tutta esteriore dissipa vanamente. Il mondo non mi sembra offrire interessi, se non lo si prende come palcoscenico di un'azione più o meno estesa, che miseria nel vedervi una scena recitata a beneficio della propria vanità personale. Questo è oggi lo scopo della maggior parte delle persone; piuttosto che soddisfarmene me ne resterei per tutta la vita in disparte.
Io ho l'ambizione di avere un carattere, una simile disposizione è una forza che troverà un giorno un suo impiego. Se vi sembro troppo orgogliosa pensate che ho da giustificare una benevolenza che mi ispira sia il desiderio di rendermi degna, che il dovere di riconoscerla. La bontà delle Loro Maestà è profondamente impressa nel mio cuore. Credetemi che sono anche fiera della vostra stima, della vostra franchezza nei miei riguardi, di ciò che mi date in confidenza, la mia amicizia è la risposta.
Spero di vedervi in primavera a Parigi, un lutto me ne ha tenuta lontana, sarà con vera gioia che vi stringerò la mano. A.Colonna Grazie per tutto il piacere che mi ha procurato la vostra piacevole e affascinante lettera
* Marcello si riferisce all'episodio della Gondola di Fontainebleau, avvenuto nel giugno del 1863, che Nigra così racconta: Avvenne nel giugno del 1863 un episodio che ricordo con nostalgia e che mi piace raccontare a testimonianza del mio impegno per mantenere viva l’attenzione sul problema dell’annessione delle Venezie. Da quando Napoleone III si era dato allo studio delle imprese navali di Giulio Cesare (1862), il lago del parco imperiale di Fontainebleau aveva raccolto imbarcazioni a remi d’ogni foggia, d’ogni paese, per ogni uso, al fine di confrontarle e commentarle storicamente. Un anno dopo le imbarcazioni erano usate soltanto più per delle dolci e sentimentali escursioni sul romantico lago. Una sera l’Imperatrice si lagnò che le barche erano veramente scomode, ed io osservai che una gondola veneziana sarebbe stata assai più confortevole.
“ Bene! – rispose l’Imperatrice – facciamone venire una ”.
E l’anno dopo, grazie all’opera della nostra Legazione guidata dal conte Luigi Sormani Moretti, primo segretario, la magnifica gondola a 6 posti si dondolava sul lago guidata da un barcaiolo autentico di Venezia, certo Luigi Zenatello.
A un certo momento l’Imperatrice gli si rivolse dicendogli: “Cantate un po’ ”, ma tutti convennero che il povero diavolo non aveva né voce, né repertorio.
“Se Sua Maestà vuole – dissi – gliela farò io la canzone!” e tutti applaudirono la proposta.
Due giorni dopo La Gondola era bell’e fatta; la lessi, per averne il parere, a Prosper Mérimée, che era il confidente della Imperatrice e ne conosceva i più intimi pensieri. Era un uomo colto, scrittore di drammi, di romanzi e di storia; conosceva bene 5 lingue tra cui il russo. Era entrato nelle grazie dell’Imperatrice per la sua cultura artistica e per la sua brillante conversazione. Malgrado le allusioni alla povera Venezia, la canzone gli piacque e la approvò.
Alla sera ( ho conservato la data, era il 23 giugno 1863 ) fui invitato alla passeggiata sul lago; gli altri invitati erano una dama di corte, la mia amica duchessa Castiglione Colonna e Prosper Mérimée.
La notte era bellissima, ed il lago, illuminato da uno splendido chiaro di luna, appariva delizioso. Lessi la mia poesia e ne ebbi vivi complimenti. L’Imperatore, che ci seguiva a breve distanza in una lancia, quando finii, fece il solito e ambiguo gesto della mano, che poteva voler dire, tanto “benissimo! ”, quanto “basta così ”.
Fribourg en Suisse 6 avril 64
Voici Excellence, une mission qui ne demande rien moins que l’emploi de tous vos talents diplomatiques. Il s’agit de faire agréer alla bella e bionda Imperatrice, cette petite Madone, commencée sous ses yeux, à Fontainebleau, née comme votre barcarole, du songe d’une nuit d’été. Une même inspiration nous animait alors, artistes, poètes, nous étions également sous le charme, a questo punto ! Qui sait quand nous reverrons des jours si exempts d’alarmes. Assurément il y a quelque chose d’anormal dans la situation actuelle de la France, elle a des aspirations légitimes vers un avenir plus libéral, mais livrée à elle-même, ne le serait-elle pas bientôt à tous les courants, à tous les intérêts, et trouverait-elle en d’autres conditions, cet équilibre entre les partis, qui est la santé des nations. Quelques efforts qu’ait tentés l’Opposition de cette année, je ne crois pas qu’elle parvienne à contrebalancer dans l’opinion du pays, et de l’Europe, la grande force qui réside dans le nom, et les capacités de Napoléon. L’Empereur pourra dire de ses sujets, ce qu’un sage de la Grèce disait des Athéniens, je ne leur ai pas donné les meilleures lois, mais les meilleures qu’ils fussent en état de recevoir. Une preuve qu’il y a bien peu d’instinct politique en France, c’est l’affaissement général des esprits, en présence de chaque péril, à chaque oscillation, comme si le vaisseau n’était pas fait pour vaguer, l’homme pour triompher de cette force de résistance que Dieu n’a permise à d’autres fins que pour lui donner sujet d’éprouver son courage et son habileté. Vous me trouverez l’âme endurcie par une solitude prolongée volontairement, dans le travail et la méditation. A mes yeux, l’on ne vaut réellement que par ce fond de convictions réfléchies, de sentiments fortement empreints dans l’âme, trésor que la réflexion fait naître en nous, qu’une vie tout extérieure dissipe vainement. Le monde ne me semble avoir d’intérêt, qu’à le prendre comme théâtre d’une action plus ou moins étendue, quelle misère de n’y voir qu’une scène à jouer au bénéfice de sa vanité personnelle. Tel est cependant le but de la plupart des humains, plutôt que de m’en satisfaire, je resterais volontiers toute ma vie à l’écart. J’ai l’ambition d’être un caractère, une semblable disposition est une force qui trouvera un jour son emploi. Si je vous semble trop orgueilleuse, songez que j’ai à justifier d’une haute bienveillance qui m’inspire autant le désir de m’en rendre digne, aussi bien que le devoir de la reconnaître. Les bontés de Leurs Majestés sont profondément empreintes dans mon cœur. Croyez que je suis fière aussi de votre estime, de votre franchise à mon égard, de ce que vous me donnez de votre confiance, mon amitié vous en répond. J’espère vous voir ce printemps à Paris, un deuil m’en a tenu éloignée, ce sera avec une véritable joie que je vous y serrai la main. A. Colonna
Merci pour tout le plaisir que m’a causé votre aimable et charmante lettre.
Parigi, rue Saint Dominique
16 aprile 1864
Vi ringrazio, bella duchessa, della fiducia che mi avete concesso affidandomi il compito della piacevole missione di offrire all'Imperatrice la vostra graziosa madonnina. S.M. è stata colpita dal vostro gradito pensiero ed ha accolto nel migliore dei modi questo omaggio del vostro soggiorno a Fontainebleau. Ha trovato la statuina bella e del tutto degna di Marcello. Sua maestà vi scriverà per ringraziarvi. Ma nell'attesa ha voluto incaricarmi di farvi sapere il piacere che le avete procurato e di ringraziarvi vivamente. Aggiungerò a voce, quando avremo il piacere di incontrarci, tutte le cose lusinghiere che l'Imperatrice mi ha detto a vostro riguardo. Tornate dunque presto. Riguardo a me, vi supplico, una piccola monetina nei vostri ricordi e un po' di benevolenza di cui mi onoro e a cui tengo infinitamente. Vogliate gradire, bella duchessa, l'espressione dei miei sentimenti sinceramente devoti e ben rispettosi Nigra
Je vous remercie, belle duchesse, de la confiance que vous m’avez témoignée en me chargeant de l’agréable mission d’offrir à l’Impératrice votre gracieuse petite Madone. S.M. a été très touchée de votre aimable pensée et Elle a accueilli de la manière la plus gracieuse ce souvenir de votre séjour à Fontainebleau. Elle a trouvé la statue fort jolie et tout à fait digne de Marcello. Sa Majesté vous écrira pour vous remercier. Mais en attendant elle a bien voulu me charge de vous faire savoir tout le plaisir que vous lui avez procuré, et de vous remercier vivement. J’ajouterai de vive voix. Lorsque nous aurons le bonheur de [posséder ?], toutes les choses flatteuses que l’Impératrice m’a dites à votre égard. Revenez-nous donc vite. Gardez-moi, je vous en supplie, un petit coin dans votre souvenir, et un peu de cette bienveillance dont je m’honore et à laquelle je tiens infiniment. Veuillez agréer, belle duchesse, l’expression de mes sentiments sincèrement dévoués et bien respectueux Nigra
mercoledì sera 1° giugno 1864
Essendo l'influenza quasi passata, mi rallegro di poter mettere il nostro progetto in esecuzione; avrò tre volontari domani o dopo-domani all'Esposizione; raggiungetemi verso le tre, nel salone quadrato, davanti a Meisonnier. Fatemi avere la risposta quanto prima possibile e credete a tutto il piacere che mi prometto di passare qualche momento con voi. Mi è indifferente che sia domani o dopo-domani, anzi scegliete voi il giorno che vi conviene maggiormente. Mille affettuosi saluti A.Colonna
Ma grippe ayant diminué, je me réjouis de pouvoir mettre notre projet à exécution, j’irai très volontiers demain ou après-demain à l'Exposition. Viendrez vous m’y rejoindre vers trois heures, dans le salon carré, devant les Meissonier. Faites-moi réponse le plus tôt que vous pourrez, et croyez à tout le plaisir que je me promets de passer quelques instants avec vous. Il m’est indifférent que ce soit demain ou après-demain, ainsi choisissez le jour qui vous conviendra le mieux. Mila affetuosi saluti A. Colonna
13 giugno 1864
Mio caro Ministro, la medicina mi difende in assoluto a partire da oggi, richiede 24 ore di riposo, prima di mettermi in viaggio, alfine di calmare questa tosse, veramente insopportabile durante la conversazione, tanto che credevo di aver stancato sua Maestà. Spero di poter arrivare domattina, credetemi per quanto potrò farò il possibile per intervenire ad un così grazioso invito. Vi telegraferò il momento del mio arrivo affinché voi possiate procurarmi una vettura chiusa e un furgone alla stazione. Questa è la più gradevole precauzione che prendo ma certamente la più prudente per non continuare con questa febbre per tutto il tempo del mio soggiorno. Vogliate esprimere confidenzialmente a sua maestà tutta la preoccupazione che mi causano questi contrattempi, e abbiate, se potete, un po' di pietà per me, credete lo merito, tanto come la vostra amicizia. duchessa Colonna
Mon cher Ministre, Le médecin me défend absolument de partir aujourd’hui, il exige 24 heures de repos, avant de me mettre en route afin de calmer cette toux vraiment insupportable dans la conversation, et dont je craindrais de fatiguer Sa Majesté. J’espère pouvoir arriver demain matin, croyez bien que sitôt que je le pourrai, je m’empresserai de me rendre à une si gracieuse invitation. Je vous télégraphierai le moment de mon arrivée afin que vous m’envoyiez une voiture fermée et un fourgon à la gare. Ce n’est certes pas le parti le plus agréable que je prends en ceci, mais de beaucoup le plus prudent afin de ne pas perpétuer cette grippe durant tout le temps de mon séjour. Veuillez exprimer tout particulièrement à Sa Majesté tout le chagrin que me cause ce contretemps, et ayez si vous le pouvez, un peu de pitié de moi, croyez que je la mérite, tout comme votre amitié. Duchesse Colonna Ce 13 juin 1864
Su biglietto da visita
giovedì 1° agosto 1864
Mi avevate detto, Signore, che desiderereste visitare lo Studio del sig. Gustave Dorè e conoscerlo personalmente; l'ho messo al corrente e sarà ben lieto della vostra visita, ma vi prega solamente di avvertirlo di modo che possa mostrarvi lui stesso i suoi lavori, in rue Monsieur Le Prince 22, dove si trova lo studio. Abita proprio vicino a voi in rue saint Dominique 75 (la stessa casa di Nigra) e potreste avvisarlo colà della vostra visita. Quanto a me, mio caro Signore, parto domenica, un'indisposizione mi ha trattenuta a Parigi. Avrei voluto venire con Voi a visitare lo Studio, ma la cosa non mi sarà possibile che sabato alle 4, e ancora! Scrivetemi, mille complimenti
Vous m'aviez dit, Monsieur, que vous désiriez voir l’atelier Mr Gustave Doré et faire sa connaissance, je lui en ai fait part, or il sera tout heureux de votre visite, et vous prie seulement de l'en prévenir de façon à ce qu'il puisse vous montrer lui-même ses travaux, rue Monsieur Le Prince 22, où se trouve son atelier. Il demeure tout près de chez vous, 75, rue St Dominique, et c'est là que vous pouvez l’aviser de votre projet. Quant à moi, mon cher Monsieur, je pars dimanche, une indisposition m’a retenue jusqu'ici à Paris. J'aurais voulu aller avec vous visiter cet atelier, mais cela ne me serait possible que samedi à 4 heures, et encore! Ecrivez-moi, mille compliments
agosto 1864
Ecco l'album della divina Castiglione, con tutti miei ringraziamenti; non sarà in mio potere di donarvi una cosa simile, una serie di immagini affascinanti della mia persona, ma quando penso a voi, mi vengono buoni pensieri, delle buone idee originali che vorrei potervi comunicare e per questo scopo vi invio un foglio di quella collezione presa in un modo ben diverso da quella che vi rendo oggi, di quella rara bellezza.
Meno presuntuosa di lei, non sono neppure persuasa del piacere che avete nell'accumulare queste immagini del tutto ideali, impronte istantanee di un'idea, di un sentimento. Ma ciò che è anche incontestabile è che la bellezza della celebre contessa, è rappresentata dalla reale amicizia che voi conservate (di lei) la duchessa Colonna Castiglione
Ecco l'album della divina Castiglione, con tutti miei ringraziamenti, il ne serait pas en mon pouvoir de vous donner ainsi qu’elle, une série d’images charmantes de ma personne, mais lorsque je songe à vous, il me vient de bonnes pensées, des idées bonnes et originales que je voudrais pouvoir vous communiquer et parfois je vous envoie une feuille de cette collection prise dans un sens bien différent de celle que je vous rends aujourd'hui, de cette rare beauté. Moins présomptueuse qu’elle, je ne suis pas aussi persuadée du plaisir que vous avez à accumuler ces images tout idéales, empreintes instantanées d’une idée, d'un sentiment. Mais ce qui est aussi incontestable que la beauté de la célèbre comtesse, c’est la toute réelle amitié que vous conserve la duchesse Colonna Castiglione
21 agosto 1864
I dolci di Romanengo mi hanno fatto un gran piacere, mio caro Nigra, ma il vostro omaggio ancora di più perchè siete stato gentile nel soddisfare un desiderio da me espresso tempo fa in vostra presenza. Gusterò tutti i bonbon ringraziandovi ad alta voce, ve ne sono così tanti che avrò bisogno di molto tempo e voi sarete sicuro che non vi dimenticherò a lungo. La serata da Giraud è stata molto bella, quantunque i denti immortali parevano ancora più adatti alla masticazione, come dice Rossini, che alla conversazione; sapete gli imperatori romani dicevano, approssimandosi la loro morte, è il dominio greco che fece l'orgoglio dei nostri denti illustri, tenevano la bocca occupata a reggere il momento dell'apoteosi. Quale impressione vi hanno fatto i discorsi di Rouher e Persigny, il primo senza una forma ossequiosa per il maestro, per non dire di una transizione, è quella di un uomo che se ne va, il testamento di Pulcinella.
Quanto a Persigny le ritroviamo tutte intiere, le invocazioni alle divinità protettrici dell'Impero, insulti ai vecchi partiti, apologie delle istituzioni imperiali, anche su quelle meno sostenibili, agli occhi di chi le ha fatte, e che le mantiene più come mezzi di governo che come fonte di dottrine politiche. Ma Persigny è eloquente, ha dello spirito, del talento, e le sue battute lo tengono a galla. Allora si esalta come l'eroe della Mancia, va a cercarsi i nemici e si prende come Dolcinea la figlia venuta da Tolosa. Quale dei due sistemi contenuti in questi discorsi così diversi anche quando la forma viene chiamata a trionfare scegliere; non li desidero entrambi, ma dirò bene ad esempio di quello che piace di più a colui che ha definito l'Impero come l'incarnazione della Pace, e che ci vuole far convincere che è anche della Libertà. Come l'oracolo degli antichi, tali parole hanno più di un'interpretazione, potremmo dire la pace al di fuori e la libertà all'interno, o ancora, la pace all'interno e la libertà all'esterno del paese. Le due cose insieme stridono e possono portare a una guerra, troppo per questo paese, per questo secolo e anche per il mondo intero. Addio, vi lascio alle vostre incombenze più importanti, con i miei ringraziamenti e l'aassicurazione della mia sincera amicizia. A. Colonna Marcello
Les dolci de Romanengo m'ont fait grand plaisir, mon cher Nigra, mais votre souvenir encore plus que ces aimable à vous d'avoir songé a satisfaire un tel desir, esprimé une fois en votre presence. Je croquerais tous ces bombons en vous remerciant in petto, il y a na en si grand quantité qu'eussiez vous besoin d'une semblabre moyen pour fair songer a vous, vous auriez sur de n'etre oublier da longtemps. La soirée de Giraud etè fort jolie, quoiquie les dens immortales parussent encore plus avonnées a la mastication, comme dis Rossini, qu'a la conversation; vous savez ces empereurs romains qui disait en approchant de sa fin, je sous grece possession quel gre sois l'orgeuil de nos denz illustres, ils avont l'air toute occupé a regle le moment de l'apotheose. Quelle impression vous a fait le discours de Rouher et Persigni, le premier sans une forme encore lorangeuse pour le maitre, pour ne pas dire d'une transaction, c'est d'un homme qui s'en vas, le testament de Pulcinella. Quant a Persigni on li retrouve tout entiér, invocations aux divinités protectrice de l?Empere, insulte aux vieux partis, apologies des institution imperiales, meme on ce qu'elles ont de moin sustainable, aux yeux de celui qui l'à faites, et qui les maintiens plutot comme moyen de gouvernement que l'etat de doctrines politiques. Mais Persigny est eloquent, mais Persigny à de la verve, du talent, et l'envie de ferrailles le regnand periodiquement. Alors il s'exalte et pareil an heros de la Manche, il vas chercher des enemies et prende pour Doulcinée la fille venue de Touluse. Lequel des deux systemes contenue dans ces discours ci differente aussi quant la forme est appeller a trionpher, je n'en desirè point, mais je dirais bein par example, lequel est le plus agréable a celui que nous ayant dejè que l'Empire c'est la Paix, veut nous apprendre encore que l'Empire c'est la liberté. Comme l'oracle antique, un telle parole à plus que un'interpretation, ont pourrais dire la paix au dehors et la liberté dedans, ou encore, la paix a l'enterieur mais alors la liberté an dehors! Les deux ensemble j'en y voi guerre c'est trop pour ce pays, ce siecle et pourrais etre aussi pour le monde. Adieu, je vous laisse a votre Prime rece... avec mes remerciements et l'assurence d'une sincere amitié. A.Colonna Marcello
21 agosto 1864
Ritorno dalla festa di Versailles, mio caro Nigra, e voglio finire questa bella serata concedendomi il piacere che mi è mancato, quello di stare con voi. Mai mi è capitata una rappresentazione così bella al teatro del palazzo reale, davanti ad un pubblico di elite, in quelle sale che riaffermano tanta grandezza, in cui si son viste passare le teste coronate nella persona dell'Imperatore e della sua graziosa compagna, il genio e la bellezza tenendo il posto di coloro che ne furono per molto tempo solo dei simulacri. A dire il vero, nulla fece sentir meno il contrasto che il povero Re di Spagna, triste rappresentante di un'idea che non poteva sostenersi da sola in questo secolo, in cui tutte le altre idee sono sostenute da potenti interessi, e lo si deve dire per una ragione di giustizia che mette ciascuno al suo posto, non passerà molto tempo, che il posto sia occupato da una nullità. Avrete apprezzato, ne sono certa, questi lavori di Psyche in cui tutto è nobile ed affascinante, gli spettatori (almeno la maggioranza) toccati da altre bellezze meno importanti, diciamo che mademoiselle Fiocre, nel ruolo dell'amore, ha detronizzato certi sultani di bassa lega. Avrei voluto che vedeste le meraviglie dei fuochi d'artificio, il cielo sembrava cadere sulla terra, ma non erano che stelle, globi di fuoco circondati di onde azzurre e argentee, pezzi di luce che sembravano lapilli d'oro e di smeraldo, gli alberi del parco che portavano frutti dei colori del topazio e del diamante, alla fine un racconto da mille e una notte, un sogno del paese delle feste, una notte a Babilonia e a Ninive. E di lontano dal palazzo raggiante di luce mi pareva di vedere di mille teste una sola, prodigio più grande di tutti gli altri, nel mio pensiero che ammirava queste meraviglie! L'Imperatrice era di una bellezza ammirevole sotto il suo velo bianco trattenuto da una corona di diamanti, degna, veramente regale, di essere la più bella. Addio, mio caro Nigra, potessi farvi, col mio scritto, rivivere gli splendori dello spettacolo che non avete visto, ma spero che vi abbia colpito nell'animo, e lo possa aver fatto al meglio. Mille sincere amicizie da Marcello
J’arrive de la fête de Versailles, mon cher Nigra, et je veux compléter cette belle soirée, en me donnant le seul plaisir qui y ait manqué, celui de m’entretenir avec vous. Jamais on ne vit rien d’aussi beau que cette représentation au théâtre du palais, devant un public d’élite, dans cette salle qui renferma tant de grandeurs, et qui devait les voir dépassées par celles que nous voyons aujourd’hui couronnées, en la personne de l’Empereur et de sa gracieuse compagne, le génie, et la beauté tenant la place de ce qui n’en fut si longtemps que le vain simulacre. A vrai dire, rien ne faisait mieux sentir ce contraste que la pauvre majesté de ce petit roi d’Espagne triste représentant d’une idée qui ne saurait se soutenir à elle seule, dans ce siècle où toutes les autres sont portées par de si puissants intérêts, et il faut le dire par une pensée de justice qui mettant chacun à sa place, ne saurait laisser bien longtemps, occuper la plus grande, par une nullité. Vous eussiez apprécié, j’en suis sûre, les beautés poétiques de cette pièce de Psyché où tout est noble et charmant, les spectateurs (en majeure partie du moins d’autres beautés d’un ordre moins élevé, on dit que Mlle Fiocre, dans le rôle de l’amour a détrôné certaine sultane de bas aloi. J’aurais voulu que vous vissiez les merveilles du feu d’artifice, le ciel semblait tombé sur la terre, ce n’était qu’étoiles, globes de feu, nappes d’onde azurée et argentée, les pièces d’eau semblaient être des lacs d’or et d’émeraude, les arbres du parc portaient des fruits de topaze et de diamant, enfin c’était un conte des mille et une nuits, un songe du pays des fées, une nuit de Babylone ou de Ninive. Et de loin, dans le palais embrasé de lumières, parmi ces mille têtes, une seule, prodige plus grand que tous les autres, parlant à la pensée autant que ces merveilles à nos yeux !
L’Impératrice était d’une beauté admirable sous son voile blanc retenu par la couronne de diamants, et digne, et affable, en souveraine, et je la préfère ainsi. Adieu mon cher Nigra, puissé-je vous faire jouir par mon récit des splendeurs dont vous n’avez pas eu le spectacle, j’espère que votre exil touche à sa fin, et je m’en réjouis croyez-le bien. Mille sincères amitiés de Marcello
[prima del 24 agosto 1864]
caro e amabile amico, mia madre ha disposto della serata di oggi per noi due, non posso accettare la vostra gentile proposta per il teatro francese. Credete al mio dispiacere ed anche al bel regalo che conservo della nostra spedizione di stamane. Mille amicizie assai vere A.Colonna
Cher et aimable ami, Ma mère avait disposé de la soirée d'aujourd'hui pour elle et moi, je ne puis donc accepter votre aimable proposition pour le théâtre français. Croyez à mes regrets et aussi au charmant souvenir que je conserve de notre expédition de ce matin. Mille amitiés bien vraies A. Colonna
28 agosto 1864
Accade che sto soffrendo molto, mio caro Nigra, per dover rifiutare un invito così attraente come quello che mi è stato indirizzato questa sera a Saint Cloud. Un eccesso di nevralgia a cui sono soggetta, mi ha preso stanotte così doloroso che non saprei come presentarmi stasera a Saint Cloud, ma la cosa che mi fà soffrire ancor più è di passare sotto ai commenti, alle interpretazioni cattive che si possono dare al mio diniego, e spero che Voi mi scusiate con l'Imperatrice; la so a volte incredula ma meno imperturbabile di altri. Spero che lei vorrà non attribuire ad altre cause che non siano le medicine, un assenza che mi pesa realmente per perdere un'occasione di vederla, di vedere l'Imperatore, ma la salute è una potenza despote, e mi devo sottomettere mio malgrado. Arrivederci, caro Nigra, fate una prova di amicizia dicendo all'Imperatrice che sono veramente addolorata; Lei sa quanto mi sia abituale il male, e quest'anno partirò per Cap d'Aille per curarmi. Conto su di Voi per scusarmi stasera e per accettare sempre la mia affezione che so sempre riconoscere. A.Colonna Marcello
Il faut que je sois bien souffrante, mon cher Nigra, pour refuser une invitation aussi attrayante que l’est celle qui m’est adressée pour ce soir à Saint-Cloud. Une de ces névralgies auxquelles je suis si sujette, m’a reprise cette nuit, elle est si douloureuse que je ne sais trop ce que je vous écris… Mais je sais bien qu’il m’est impossible de me rendre à Saint-Cloud, en représentation Ce qui me fait souffrir encore davantage, c’est de penser aux commentaires, aux malveillantes interprétations qu’on peut donner à mon refus, j’espère en vous, en l’Impératrice pour m’excuser, je la sais parfois incrédule, mais jamais impitoyable aux maux d’autrui. J’espère qu’elle voudra bien ne pas attribuer cette fois, à aucune autre cause qu’à l’arrêt du médecin, une absence qui me peine réellement, j’eusse été heureuse de cette occasion de la revoir, de revoir l’Empereur, mais la santé est une puissance despote, et je m’y soumets tout en maugréant.
Au revoir, mon cher Nigra, faites preuve d’amitié en disant à l’Impératrice que je suis bien vraiment souffrante, elle sait comment cela m’est habituel, cette année, je vais partir pour les eaux d’Aix, afin de guérir tout cela. Je compte sur vous pour m’excuser ce soir, et pour me garder toujours une affection que je sais reconnaître A. Colonna Marcello
mercoledì mattina 7 settembre 1864 Parigi
Quando dunque verrete, perchè non oggi all'una, o se no domani. Domani avrò, a pranzo, il signor De Circourt e il colonnello Saladin, a mezzogiorno, vorreste essere dei nostri? Vi invito a non interporre scuse per accettare che io non ne metterò per ricevervi, venite a dirmelo oggi all'una se possibile,
Quand donc vous verrai-je, pourquoi pas aujourd'hui à une heure, ou sinon demain j'ai demain Mr de Circourt et le colonel Saladin, à déjeuner, à midi, voudriez-vous être des nôtres, je vous engage à ne pas mettre plus de cérémonie à accepter que je n'en mettrais à vous recevoir, venez me le dire aujourd'hui à une heure si possible,
ce mercredi matin Mercoledì 7 settembre 1864
Caro Marcello, accetto con gran piacere e verrò a dirvelo e a ringraziarvi oggi stesso. Vi supplico di inviarmi una delle vostre fotografie in cambio di di quella che mi avete chiesto e che vi invio. La vostra immagine, non rappresenta soltanto, come quelle che mi avete restituito, la bellezza e la perfezione delle forme; ma rappresenta contemporaneamente la bellezza eterna dello spirito che vi agita e che vi ispira: Dio. Mi rappresenta anche l'elevazione dei sentimenti e la bontà di cuore, tesori ben rari che vi invito a conservare come un avaro. Mille cose amabili e rispettose Il Vostro devotissimo Nigra
PS: Ahimè! Apprendo ora che domani devo accompagnare il mio principe (Gerolamo Napoleone) a caccia a Rambouillet dove l'Imperatore ci ha invitati. Amo assai la caccia, vi giuro; ma sono dispiaciuto sinceramente di rinunciare al vostro pranzo.
Caro Marcello, J’accepte avec grand plaisir et viendrai vous le dire et vous remercier aujourd’hui. Je vous supplie de m’envoyer une de vos photographies en échange de celle que vous m’avez demandée et que je vous envoie. Votre image, ne me représente pas seulement, comme celles que vous m’avez renvoyées, la beauté et la perfection des formes ; elle me représente en même temps la beauté éternelle de l’esprit qui vous agite et vous inspire [est] Deus. Elle me représente aussi l’élévation des sentiments et la bonté du cœur, trésor bien rare que je vous engage à garder comme un avare. Mille choses aimables et respectueuses Votre bien dévoué Nigra
P.S. Hélas ! Je viens d’apprendre que je dois accompagner demain mon Prince à la chasse à Rambouillet où l’Empereur nous a invités. J’aime bien la chasse, je vous jure ; mais je regrette sincèrement votre déjeuner.
11 settembre 1864
Volete una mia fotografia, ve ne ho date già alcune, e delle migliori, le ultime non valgono gran chè. Eccone un 'altra ancora, che assomiglia più a Fiocre[14] che a me. E' la vostra di cui devo essere affascinata, così delicatamente colorata, inquadrata e lucida. E malgrado questi attributi di eleganza non ne sono soddisfatta, essa rappresenta un aspetto della vostra persona che non sono abituata a considerare, l'uomo di successo, il diplomatico abile appagato di una felice opportunità; non è nè il pensatore, nè il poeta. Donatemene ancora una, non è vero, e io ve ne darò una ancora migliore, perchè malgrado le buone intenzioni è uno scambio assai svantaggioso che facciamo così.Non è più il vostro principe che vi confisca, adesso sarà qualche principessa; non vi reclamo più, conoscendo i diritti della passione più assoluta se non migliori di quelli dell'amicizia, ma penso a uno dei vostri momenti liberi, venitemi a trovare, mi farete un grosso piacere A.Colonna Sono abitualmente a casa prima delle 2.
Vous voulez une photographie de moi, ne vous en ai-je point donné déjà, et des meilleures, les dernières ne valent pas grand-chose. En voici une pourtant, qui ressemble plus à Fiocre qu'à moi. C'est la vôtre dont je dois être charmée, et si joliment coloriée, et encadrée et vernissée. Eh bien malgré ces raffinements d'élégance je n'en suis pas satisfaite elle représente un aspect de votre personne sous lequel je ne suis pas habituée à vous considérez, c'est l'homme à succès, le diplomate adroit satisfait d'une heureuse chance, ce n'est ni le penseur, ni le poète. Vous m'en donnerez encore une, n’est-ce pas, et je vous en devrai aussi une meilleure, car malgré la bonne intention c'est un assez mauvais échange que nous faisons en ceci. Ce n'est plus votre prince qui vous confisque, maintenant si c’est quelque princesse, je ne vous réclame pas non plus, sachant les droits de la passion plus absolus, sinon meilleurs, que ceux de l’amitié, mais à un de vos moments perdus, venez me voir, ce sera me faire grand plaisir. A. Colonna Je suis habituellement chez moi avant 2heures.
Ricevo in questi giorni la visita del Conte Apponyi. Quando vedrete la bella Castiglione, ricordatele la promessa che mi fece della sua fotografia, quella col cappello, e l'ombrello sulla testa, o tutte le altre che avrà ancora. J'ai eu ces jours-ci la visite du comte Apponyi. Quand vous verrez la belle Castiglione, rappelez-lui la promesse qu'elle m'a faite de sa photographique, celle qui est en chapeau, et tient une ombrelle sur sa tête, ou toute autre qu’elle aurait encore.
Questo 22 ottobre 1864 .Giraud mi ha fatto sapere che la sua missione è riuscita, mio caro Signore, e che voi avete accettato il mio invito a pranzo per lunedì, a mezzogiorno. Ho letto sui giornali del ritorno del sig. Artom[15]* a Parigi; se è con Voi, vogliate pregarlo da parte mia di accompagnarvi lunedì, sarò affascinata di avere un così amabile conversatore. Credete ai miei sentimenti assai sinceri e devoti la duchessa Colonna Castiglione
* Isacco Artom rimase in aspettativa dopo la morte di Cavour (6 giugno 1861) di cui era segretario. Fu chiamato da Nigra alla Legazione di Parigi dove rimase come 1° segretario dal marzo al dicembre 1862, ricoprendo poi successivamente l'incarico di Capo Gabinetto del Ministro degli Esteri sino all'ottobre 1864 quando rientrò alla Legazione parigina, notizia questa riportata dai giornali.
Giraud m'a fait savoir que sa mission avait réussi, mon cher Monsieur, et que vous aviez accepté mon invitation à déjeuner pour lundi, à midi. J'ai vu dans les journaux le retour de Mr Artom à Paris, s'il est auprès de vous, veuillez le prier de ma part de vous accompagner lundi, je serai charmée d'avoir un aussi aimable convive. Croyez à mes sentiments très sincèrement dévoués la duchesse Colonna Castiglione
fine novembre 1864
Intendo, mio caro Nigra, gioire con Voi della piacevole prospettiva di passare i primi 8 giorni di dicembre con Voi a Compiégne. Spero bene che la mia salute mi permetta di approfittare dell'invito delle Loro Maestà. Ecco ciò che mi scrive il signor De Circourt sul modello di conchiglia che ha visto a casa mia e che è destinata a Voi. Trovo anche che quando trattasi di Voi, Apollo è il Dio che viene più naturalmente a mente. Sono rimasta incantata delle vostra ultima visita, ho visto che non avete meno cuore che anima e se uno dei pregi manca l'altro ne garantisce il ricordo. Non dubitate dunque mai di quello che vi conservo. (Sono felice che sia buono perchè ne dobbiamo fare grande uso). Ho avuto il discorso di Piepoli che ho finalmente ringraziato visto che viene poche volte a Parigi. Mille amicizia dalla duchessa Colonna Rimandatemi la lettera di Circourt
Je veux, mon cher Nigra me réjouir avec vous, de l'agréable perspective que j'ai de passer la première huitaine de décembre avec vous à Compiègne. J'espère bien que ma santé me permettra de profiter de l'invitation de Ses Majestés. Voici ce que m'écrit Mr de Circourt sur le modèle de coquille qu’il a vu chez moi, et qui vous est destiné. Je trouve aussi que lorsqu'il s'agit de vous, Apollon est le dieu qui vient le plus naturellement à l'esprit. J’ai été enchantée de votre dernière visite, j'ai vu que vous n'aviez pas moins de cœur que d'esprit, et, si l’un charme et éblouit, l'autre assure le souvenir. Ne doutez donc jamais de celui que je vous conserve. (Il est heureux qu'il soit bon, car il faut en faire grand usage.) On m’a apporté le discours de Pepoli où est-il afin que je l'en remercie, vient-il sous peu à Paris.Mille amitiés de la duchesse Colonna Veuillez me retourner la lettre de Circourt.
Parigi 22 novembre 1864
Cara Duchessa, sono molto contento di apprendere che siete della partita con noi a Compiégne. Spero veniate; credo che la cosa sia indispensabile nelle presenti circostanze. Grazie di avermi fatto avere la lettera del nostro saggio amico, signor De Circourt. Ho ricevuto in questi giorni da Lui una bella lettera. Mi spiace non mi abbia fatto sapere della sua scappata a ...... L'avrei cercato; è tanto tempo che non lo vedo. So che non approva la Convenzione del 15 settembre *. Rispetto le sue convinzioni. Ma ne sono deluso! Come potete immaginare la cosa non diminuisce lì'amicizia e la stima che ho di lui, nè la mia riconoscenza per le sue simpatie nei confronti della nostra cara Italia. Come sono impaziente di vedere la coppa che mi avete destinato! perchè avete scolpito la Medusa o Apollo e le sirene? La prima mi pareva l'emblema dello spavento che ispira la fredda saggezza; Apollo infiamma chi lo ama, è il fuoco dell'anima che divora. Le sirene, ecco! rappresentano la disillusione della bellezza. Scolpite l'oblio. Quello potrebbe rappresentare il benessere! Mille sincere e rispettose amicizie Nigra
* Convenzione tra Italia e Francia per il trasferimento della capitale da Torino a Firenze e la soppressione della guarnigione francese di stanza a Civitavecchia a protezione dello Stato Pontificio.
Chère Duchesse, je suis bien heureux d’apprendre que vous êtes engagée à Compiègne en temps que nous. J’espère que vous y viendrez ; je crois même que cela est indispensable dans les circonstances présentes. Merci de m’avoir communiqué la lettre de notre savant ami, Mr de Circourt. J’ai reçu de lui une bonne lettre ces jours-ci. Je regrette qu’il ne m’ait pas fait savoir sa course à [chaud]. Je l’aurais cherché ; il y a bien longtemps que je ne l’ai vu. Je sais qu’il n’approuve pas la convention du 15 septembre. Je respecte ses convictions. Mais j’en suis affligé ! Comme vous pouvez bien le pense, cela ne diminue nullement la grande amitié et l’estime que j’ai pour lui, ni ma reconnaissance pour ses sympathies envers notre chère Italie.Que je suis impatient d’admirer la coupe que vous me destinez ! Pourquoi y sculptez-vous Méduse ou Apollon, et les Syrènes ? La première me paraît l’emblème de l’effroi qu’inspire la froide sagesse ; Apollon brûle ce qu’il aime ; c’est le feu de l’âme qui dévore. Les Syrènes, hélas ! représentent la désillusion de la beauté. Sculptez y l’oubli. C’est là peut-être qu’est le bonheur ! Mille amitiés sincères et respectueuses, Nigra
9 gennaio 1865
Come state mio caro Nigra, ho saputo che siete stato malato, e la cosa mi addolora molto. Vado uno di questi giorni al Collegio di Santa Barbara, posso chiedervi di poter vedere vostro figlio, questo ragazzino (Lionello ha 10 anni) mi interessa molto. Credete alla mia costante amicizia, guarite e a presto Adele Colonna
Comment allez-vous mon cher Nigra, j'apprends que vous avez été malade, et cela me peine beaucoup. Je vais un de ces jours au collège de Sainte-Barbe puis-je demander à voir votre fils, ce jeune homme m'intéresse beaucoup. Croyez à ma constante amitié, guérissez-vous et à bientôt. Adèle Colonna
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28 aprile 1865Mio caro Nigravoi sosterreste un giorno che io non abbia proprio il desiderio di vedervi per tutta una settimana, .... dove siamo. Tengo a provarvi il contrario e anche a combinare la nostra corsa all'Esposizione. Venite quindi da me alle 5, uno di questi giorni, per dire oggi o domani, se vogliamo evitare la folla al Palazzo dell'Esposizione Mille amicizie costanti da Marcello
Mon cher Nigra
Vous prétendiez un jour que je n'aurais point le désir de vous voir pendant une semaine, ... où nous sommes. Je tiens à vous prouver le contraire, et aussi à arranger notre course à l'Exposition. Venez donc me voir à 5 heures, un de ces jours, c'est-à-dire aujourd'hui ou demain, si nous voulons devancer la foule au Palais de l’Exposition. Mille amitiés constantes de Marcello
26 giugno 1865
Ecco mio caro Nigra, un canto dell'Ariosto[16], che mi propongo di far pervenire alla nostra graziosa Imperatrice, in occasione del decreto dell'8 giugno con cui si è incoronato il talento e la virtù di Rosa Bonheur[17]. Molti poeti hanno cantato i nostri carmi, fa piacere trovare chi ha celebrato i nostri meriti, e la cosa compensa un po' la prosa che dobbiamo ascoltare tutti i giorni. Vi prego di voler fare di questo canto una di quelle eleganti traduzioni come solo un discepolo di Apollo, come Voi, è capace di fare. La unirò al mio invio, dato che non sono certa che S.M. conosca l'italiano e certamente la cosa non farà che accrescere il valore del contenuto. Vogliate anche darmi per iscritto la vostra poesia, dedicata al vostro cavallo*; è una delle più fiere ed eccitanti ispirazioni che si possano avere e vorrei ricordarla ogni volta che un superbo corriere passa attirando e colpendo il mio occhio di artista. Arrivederci, mio caro amico, credete ai miei sentimenti assai devoti Marcello
* trattasi del componimento "Al mio cavallo", una ballata patriottica composta da Nigra nel 1846, come anelito alla libertà dall'oppressore austriaco; questa ed altre composizioni giovanili del Nigra furono lodate dal prof. P.A. Paravia docente di Eloquenza all'Università di Torino che scrisse di Nigra come "giovane di molto ingegno che fa dei versi così splendidi e tersi che pochi di eguali se ne leggono oggi da noi"
Voici mon cher Nigra, un chant de l'Arioste que je me propose de faire parvenir à notre gracieuse Impératrice, à l'occasion du décret du 8 juin qui a couronné dans Rosa Bonheur le talent est la vertu. Assez de poètes ont chanté nos charmes, il est heureux d'en trouver qui aient célébré nos mérites, et cela compense un peu la prose qu’il faut entendre tous les jours. Je vous prie de bien vouloir faire de ce chant une de ces élégantes traductions comme seul un disciple d'Apollon, tel que vous, est capable d’en faire. Je la joindrai à mon envoi, car je ne suis pas sûre que Sa Majesté sache l’italien, et certes cela ne fera qu'ajouter au mérite de la chose. Voulez-vous aussi, me donner par écrit votre poésie, dédiée à votre cheval, c'est une des plus fières et charmantes inspirations qu'on puisse avoir, et je voudrais me les rappeler chaque fois qu'un superbe coursier passe frémissant, et charmant mon œil d’artiste. Au revoir, mon cher ami, croyez à mes sentiments très dévoués Marcello
29 giugno 1865
Mio caro Nigra, messieur de Circourt viene sabato mattina quì, e mi pare desideri incontrarla; la troverete a casa mia all'una. Grazie del vostro pensiero amabile ma mi spiace che non abbiate aggiunto la traduzione. Se non collezionate le riviste del Constitutional, potete nadarmi il pezzo che parla della Gorgone? Pranzo domani alle Tuileries e Voi? Mi trovo dappertutto a mio agio e contenta se vedo la vostra figura. Domattina un udienza della principessa Clotilde mi ha convocata a Medon. Arrivederci e mille amicizie. A. ColonnaMon cher Nigra
M. de Circourt vient samedi matin ici, il paraît désirer vous rencontrer, vous le trouveriez chez moi à ne heure, même midi et demi. Merci de votre petit mot si aimable, mais je regrette que vous n’y ayez pas joint la traduction. Si vous ne collectionnez pas vos numéros du Constitutionnel, voulez-vous m’envoyer celui qui parle de la Gorgone. Je dîne demain aux Tuileries, et vous ? Je me trouve partout plus à l’aise et plus contente quand je vois votre figure. Demain matin, une audience de la princesse Clothilde m’appelle à Meudon. Au revoir, et mille amitiés, A. Colonna Ce 29 juin 1865 &
20 luglio 1865
Mio caro Nigraho appreso con molta pena del dolore che vi ha colpito e voglio dirvi come penso a Voi in queste tristi circostanze[18]. Avete tutti gli istinti del cuore, tutti i sentimenti elevati e delicati, così sviluppati che non dubito abbiate in Voi la forza di sopportare pene e dolori che altri non sarebbero in grado di fare. Non conoscendo la vostra famiglia non posso immaginare la gravità della perdita che vi colpisce, ma posso assicurarvi che troverete sempre (in me) una simpatia uguale al vostro dolore. Vorrei trovarmi ancora a Parigi al vostro ritorno, ma se non posso dirvi a viva voce ciò che di amichevole penso per voi, Vi prego di ricevere qui l'espressione e di considerarla come sincera e ben costantemente vera. Adele Colonna
Mon cher Nigra, jai appris avec beaucoup de chagrin, le malheur que vous venez d'éprouver, et je viens vous dire combien je pense à vous, dans ces tristes circonstances. Vous avez tous les instincts du cœur, tous les sentiments élevés et délicats, si développés que je ne doute pas que vous n'ayez en ceci, des jugements à vous, des peines et des consolations que les autres ne soupçonneraient point. Ne connaissant pas votre famille je ne puis savoir l'étendue de la perte que vous venez de faire, mais je puis vous assurer que vous trouverez toujours une sympathie égale à votre chagrin. Je voudrais bien me trouver encore à Paris à votre retour, mais si je ne puis vous dire de vive voix tout ce que je pense d'amical pour vous, je vous prie d’en recevoir ici l'expression et de la tenir pour sincère, et bien constamment vraie. Adèle Colonna
Risposta di Nigra su carta vergata a lutto da Villa Castelnuovo
24 luglio 1865
Cara Duchessaho ricevuto quì, nel mezzo di un gran dolore, la vostra buona lettera. Grazie di non avermi dimenticato nel momento del dolore e di essere venuta a portarmi una parola e una simpatia nel segno dei tristi insegnamenti della morte. I nostri affetti, ecco! Sono portati via, uno a uno, dalla morte, come le foglie secche d'inverno. Occorre conservare il ricordo nell'animo e raddoppiare l'affetto per quelli che restano. Spero di rivedervi al mio ritorno e dirvi di persona che vi sono riconoscente per la parte che avete voluto prendere al mio dolore.Vogliate gradire, vi prego, cara Duchessa, l'espressione del mio attaccamento vero e rispettoso. NigraChère DuchesseJ’ai reçu ici, au milieu d’une grande douleur, votre bonne lettre. Merci de ne m’avoir pas oublié dans l’affliction, et d’être venue me porter une parole et une sympathie au sein des tristes enseignements de la mort. Nos affections, hélas ! sont emportées, une à une, par la mort, comme des feuilles desséchées par l’hiver. Il faut en graver le souvenir dans l’âme, et redoubler d’attachement pour celles qui nous restent. J’espère vous revoir à mon retour, et vous dire de vive voix que je vous suis bien reconnaissant de la part que vous avez voulu prendre à mon malheur. Veuillez agréer, je vous prie, chère Duchesse, l’expression de mon dévouement vrai et respectueux Nigra
giovedì 31 agosto 1865
Mio caro Nigrasiete stato gentile a farmi sperare in una vostra visita di vicinato, uno di questi giorni, e vi chiedo se oggi o domani potrebbe farvi comodo, oppure se le vostre serate sono già impegnate rinvieremo la cosa al mio ritorno dalla campagna dove andrò da sabato sino a lunedì. Credete carissimo amico ai miei sentimenti molto affettuosi e devoti A.ColonnaMon cher Nigra Vous avez été assez aimable pour me faire espérer votre visite de voisinage un de ces soirs, je viens vous demander si aujourd'hui ou demain vous conviendraient, ou bien si vos soirées étaient déjà prises nous remettrons la chose à mon retour de la campagne où je vais samedi jusqu'à lundi. Croyez mon bien cher ami, à mes sentiments très affectueusement dévoués A. Colonna
Parigi 31 agosto 1865
Bella Duchessaho purtroppo impegnata la mia serata di oggi e quella di domani. Ma ho il più grande desiderio di avere da Voi il permesso di venirvi a salutare prima della vostra partenza per la campagna e verrò quindi a bussare alla vostra porta domani, pur rischiando; salvo a tornare dopo la vostra gita se ho la malaugurata sfortuna di non trovarvi. Spero che i giorni passati non siano stati persi. Sono molto impaziente di vedervi e di ammirare i vostri ultimi lavori. Accettate, vi prego, cara e bella duchessa, l'espressione di un profondo e rispettoso affetto Vostro ben devoto Nigra
Belle duchesseJ’ai malheureusement engagé ma soirée d’aujourd’hui et celle de demain. Mais j’ai le plus grand désir d’obtenir de vous la permission d’aller vous dire au revoir avant votre départ pour la campagne. J’irai donc frapper à votre porte dans la journée de demain, à tout hasard ; sauf à y revenir après votre excursion si j’ai la mauvaise chance de ne pas vous rencontrer. J’espère que les jours passés n’auront pas été perdus pour vous. Je suis bien impatient de vous voir et d’admirer vos récents travaux.Acceptez, je vous prie chère et belle duchesse, L’expression d’un profond et respectueux attachementVotre bien dévoué Nigra
Sabato a mezzogiorno 30 giugno 1866
la lettera inizia col racconto dell'incontro tra la Duchessa e Lord Derby (LD) (Edward George Geoffrey Smith-Stanley, XIV conte di Derby Knowsley Park,29 marzo 1799 - 23 ottobre 1869,
E’ stato un politico inglese. Ha fatto parte del Partito Conservatore.È stato Primo Ministro del Regno Unito tre volte: dal 23 febbraio al 19 dicembre 1852, dal 20 febbraio 1858 al 12 giugno 1859 e dal 28 giugno 1866 al 27 febbraio 1868).
Avete notizie dall'Italia, Signora? Come tutti, Milord, dai giornaliLDSolamente ... allora non volete ammettere, siete una buona diplomatica, me l'avete già detto ma so per certo che cosa pensate a proposito dell'Italia. Allora non ho nulla da imparare da V.L. E' vero che desidero vivamente che la questione di Venezia si risolva
LD
Ma in che senso, ci sono vari modiNon v'e nè che uno, penso, poichè l'esperienza ha provato che nulla è stato fatto sinora, e dunque serve una nuova soluzione.
LCi
Ci sono delle novità in Germania?Ah vi sono buone nuove dalla GermaniaLDCosa volete dire con buone nuove dalla GermaniaSono quelle che ci avvicineranno alla soluzione e per questo alla paceLDSono del vostro avviso, la politica inglese è per la paceE' anche quella delle donneL
DE
quindi voi volete VeneziaE' proprio così Milord, dopo mezzo secolo si mette la benzina sul fuoco in Europa e la questione di Venezia essendo divenuta irrisolvibile in altro modo che con le armi, ciascuna potenza che la vuole toccare, è obbligata a rompere con la gloria quel nodo gordiano, per denunciare che si cessa di rinchiudere i leoni, e la gran spada non avrà più pretesti per uscire allo scoperto.
LD
Ah ma la spada, a noi inglesi, pende adesso sul fiancoPer uno che vi resta, MilordLDComunque, pensate che bisognerebbe lasciarla per sempre?Se la politica inglese è per la pace, come sostiene V.L., è certo che meno si tira di fioretto, più in fretta lo si mette nella guaina, quando il combattimento è finito per mancanza di combattenti, la pace ritorna a casa
LD
Certo ma a quali condizioni conviene accettarla, pensate che possa essere a qualsiasi condizione?Ma certo Milord non è proprio a me che tocca dare la risposta...... E' evidente ai miei occhi questa apprensione e altri apprezzamenti di questo genere che, quali che siano le apparenze e i contorni, anche convenienti e deferenti verso la Francia, sono inconciliabili ... anzi quello che abbiamo in cantiere in questo momento al ministero inglese e che discutiamo, è che tutta la questione non è se faremo del male ma come potremo agire. Le simpatie ...... per l'Italia sono timide e subordinate non solamente all'interesse commerciale inglese ma a una sorta di rabbia che ci sprona contro i prussiani. La cosa, sia ai Whigs che ai Tories, appare chiara per capire le cause di un'animosità così pronunciata, e così unanime, perchè vi è una forza indigena che uno straniero percepisce difficilmente e più apparente è l'influenza della moda e della Società del principe di Galles che senza essere direttamente attiva in politica, e neppure intelligente, è oggi una delle forze, di questo paese, gerarchiche e prese da un' infinita ambizione. Riconoscete voi, mio caro amico, la mano che ha tracciato queste linee ieri sera per voi, ed è il bisogno di aggiungere piuttosto che quella di un anima davvero costantemente devota. La cosa per le classi nobili della società, quanto alle altre non posso oggi apprezzare il loro potere ma il rilascio recente di riforme non ha promesso che fossero ancora troppo influenti in questo momento di debolezza.Lord Derby: Avez-vous des nouvelles d'Italie MadameMais comme chacun Mylord par les journaux .: Seulement… allons vous n'en voulez pas convenir, vous êtes bonne diplomate, on me l'avait dit déjà, mais je sais fort bien ce que vous pensez à propos de l'Italie.Alors je n'ai rien à apprendre à V. E. Il est vrai que je désire vivement que la question de Venise s'arrange.L.D.: Mais dans quel sens, il y a deux façonsIl n'y en a qu'une, je pense, car l'expérience ayant prouvé que rien ne s'était arrangé jusqu'ici, c'est donc qu’il faut une solution nouvelle
L.D.
Il y a du nouveau en Allemagne Ah, il a de bonnes nouvelles d'Allemagne.D.: Qu’appelez-vous de bonne nouvelle d'AllemagneTout ce qui nous rapprochera de la solution et par conséquent de la paix.L.D.: Je suis votre avis la politique anglaise, c'est la paix.C'est aussi fait des femmesL.D.: Et pourtant vous voulez Venise C’'est précisément dans ce but, mylord.les dehors, convenablement sympathiques, et déférents envers la France, ce sont d'inconciliables ennemis auxquels nous avons affaire en ce moment au ministère anglais tel qu’il s’organise, et que toute la question n'est pas de savoir s’ils nous feront du mal, mais combien ils pourront nous en faire. Les sympathies, choses creuses en elles-mêmes, et qui ne tiennent guères devant la force des rancunes et les intérêts, les sympathies pour l'Italie sont timides, et subordonnées non seulement à l'intérêt commercial anglais, mais à une sorte de rage aveugle qu'on éprouve contre les Prussiens. Ceci des whigs, tout comme des tories, il n’est pas aisé de discerner bien nettement les causes, d'une animosité si prononcée, et si unanime, parce qu'il y a ici force mobiles indigènes qu'un étranger pénètre difficilement le plus apparent est l'influence de la mode, et de la société du Prince de Galles qui sans être directement active en politique, ni même intelligente, est cependant une des forces de ce pays hiérarchique, et touche à infiniment d’ambitions. Reconnaîtrez vous, mon cher ami, la main qui a tracé ces lignes hier soir pour vous, et est-il besoin d'ajouter que c'est celle d'une amie [ligne coupée] Voilà pour les classes élevées de la société quant aux autres je ne puis aujourd'hui apprécier leur pouvoir
giovedì 20 agosto 1863
Mio caro Nigra, sono ancora a Parigi e sono contenta perchè la cosa mi dà la possibilità di rivedervi. Venite a passare parte della serata in rue Boyard, domani o sabato, se avete tempo o meglio ancora oggi mi troverete dall'una alle tre e mezzo. Ditemi cosa preferite, la migliore data e credete ai miei sentimenti molto affettuosi. La duchessa castiglione Colonna.
Mon cher NigraJe suis encore à Paris et j'en suis charmé puisque cela me donne l'espérance de vous revoir. Venez passer un bout de soirée, rue Bayard, demain ou samedi, si vous en avez le loisir, ou bien encore aujourd'hui vous me trouveriez de une heure jusqu'à trois heures et demie. Dites-moi ce qui vous arrange, le mieux, entre ces différents rendez-vous, et croyez à mon dévouement affectueux la duchesse de Castiglione Colonna
30 agosto 1866
Mio caro Nigra ieri alle 5, mi è venuto a trovare Mérimée (Prosper Merimee, è stato no scrittore, storico e archeologo francese)
Parigi, 28 settembre 1803 – Cannes, 23 settembre 1870,
e abbiamo avuto nuovamente da discutere, tra me e lui, per trovare una serata in cui possa venire a leggermi la traduzione di una novella fantastica di Tourguenieff[19], che aveva in mente di farmi ascoltare. O deve partire sabato con l'Imperatrice per Biarritz, a meno che l'Imperatore non abbia cambiato avviso, nel qual caso non si renderebbe libero per la serata di sabato. O conterebbe in questo caso di venire a fare la lettura a casa mia, e mi proporrei di coinvolgervi, come l'anno scorso. Poichè sabato è il giorno prescelto da voi e scelto da me certamente, penso che sarà appropriato che lo anticipi per dirgli che non sarò a casa mia in quel giorno, gli avevo anticipato che avrei cenato a casa vostra uno di questi giorni, senza sapere quale. ma prima di scrivergli, vi racconto l'affare, di modo che se la lettura vi interessa possiate forse dirgli di farla a casa vostra o meglio se mi diceste di volerla ascoltare domenica, che sarà il giorno che fisserò allora, per la cosa, scrivendogli. Vogliate darmi una risposta, sull'argomento, e credete in tutto il piacere che proverò per la cena di sabato. Avete anche coinvolto il Colonnello Hubert che ne è molto contento, e vi è simpatico. A sabato, mio caro Nigra, e credete ai miei migliori sentimenti A.Colonna Scusate la mia scrittura del tutto imperfetta ma sono ancora addormentataMon cher Nigra Hier à 5 heures, Mérimée est venu me voir, et il a été de nouveau question, entre lui et moi, de trouver une soirée où il pût venir me lire, une nouvelle traduction fantastique de Tourguenieff, qu’il a le projet de me faire entendre. Or il doit partir samedi avec l’Impératrice pour Biarritz à moins que Sa Majesté ayant changé d'avis, lui rendre sa liberté pour cette soirée de samedi. Or il comptait en ce cas là, venir faire sa lecture chez moi, et je me proposais de vous y convier, comme l'an passé. Maintenant que samedi est le jour choisi par vous et adopté par moi assurément, je pense qu'il serait à propos que je prisse les devants pour lui dire que je ne serai pas chez moi ce jour-là, je l'avais d'ailleurs prévenu que je dinais chez vous un de ces jours, sans savoir lequel. Mais avant que de lui écrire, je viens vous conter l'affaire, afin que si la lecture vous tente vous puissiez peut-être lui dire de la faire chez vous ou bien que vous me disiez si vous voulez venir l'entendre dimanche, qui sera le jour que je fixerais alors, pour cela, en lui écrivant. Veuillez me répondre un mot, à ce sujet, et croyez à tout le plaisir que je me propose de ce dîner de samedi. Vous avez aussi engagé le Colonel Hubert qui s’en réjouit beaucoup, c'est bien aimable à vous. A samedi, mon cher Nigra, et croyez à mes meilleurs sentiments A. ColonnaExcusez ma rédaction des plus imparfaites je suis encore endormieSu carta della legazione d'Italia
Parigi, giovedì settembre 1866
Bella e cara Duchessavogliate, vi prego, esercitare tutte le vostre seduzioni sul signor Mériméee per convincerlo a venire a cena con noi sabato, e farci la lettura della sua novella dopo cena. Gli ho scritto per pregarlo di venire. Ma una vostra parola soltanto può farlo decidere. Unisco la mia lettera a Mérimée, pregandovi di fargliela pervenire insieme alla vostra. Mille cose tra le più amabili. Tutto vostro Nigra
Belle et chère Duchesse Veuillez, je vous prie, exercer toutes vos séductions sur Mr Mérimée pour le décider à venir diner avec nous Samedi, et nous faire la lecture de sa nouvelle après diner. Je lui écris pour le prier de venir. Mais un mot de vous peut seul le décider. Je joins ma lettre à Mérimée, en vous priant de la lui faire parvenir avec la vôtre. Mille choses les plus aimables Tout à vous Nigra
Parigi 7 ottobre 1866
Mio caro Nigrasono tornata e sarò felice di vedervi quando avrete il tempo libero per venire in rue Bayard Il Marchese Balbi è attaché dell'Ambasciata italiana a Londra, è ancora qui, o nei dintorni; doveva andare in settembre a casa della famiglia Marocchetti che ha un'abitazione non lontano da Parigi. Vi stringo la mano con tutta l'amicizia possibile, e sono ancora sotto il fascino della serata poetica che mi avete fatto passare così piacevolmente. A.Colonna Mon cher Nigra
Je suis revenue, et je serai tout heureuse de vous voir quand vous aurez le loisir de venir rue Bayard. Est-ce que le Marquis Balbi attaché à l'ambassade d'Italie à Londres, est encore ici, ou dans les environs, il devait aller en septembre, chez la famille Marochetti [Maroschetti] qui a une habitation non loin de Paris.Je vous serre la main avec toute l'amitié possible, et je suis encore sous le charme de la poétique soirée que vous m'avez fait passer si agréablement. A.Colonna
Risposta di Nigra il giorno dopo Parigi 8 ottobre 1866
Cara Duchessa, apprendo con vivo piacere del vostro ritorno. Al primo momento libero verrò a bussare alla vostra porta, e portarvi l'assicurazione nuova e costante dei sentimenti di ammirazione e di rispettosa amicizia che ispirate a coloro che hanno la fortuna di incontrare. Il Marchese Balti è stato in effetti, 10 o 15 giorni fa, a casa Marocchetti. Ma è ripartito per Londra lo stesso giorno che il giovane Marocchetti è partito per Firenze. Mi metto ai vostri piedi e abbraccio rispettosamente le vostre belle maniChère DuchesseJ’apprends avec un vif plaisir votre retour. Au premier moment de libre j’irai frapper à votre porte, et vous porter l’assurance nouvelle et constante des sentiments d’admiration et de respectueuse amitié que vous inspirez à tous ceux qui ont le bonheur de vous approcher. Le Marquis Balti a été en effet, il y a peut-être 10 ou 15 jours, chez [ sigle les ] Maroschetti. Mais il est reparti pour Londres en même temps que le jeune Maroschetti partait pour Florence. Je me mets à vos pieds et j’embrasse respectueusement votre belle main Nigra
Friburgo Svizzera 27 ottobre 1866
Voglio, mio ben caro Nigra, dirvi, quanto mi associ alle vostre inquietudini e tormenti, circa le vicende italiane. La vostra abilità ed il vostro coraggio hanno trionfato sulle difficoltà attuali, esse daranno ancora al vostro paese grandi vantaggi. Ma capisco il fastidio e la noia che sicuramente proverete, voi così buono, e anche devoto agli amici del vostro paese. In più, un duello tra Francia e Italia sarà mortale per entrambe, e le vostre affezioni ne soffriranno doppiamente. Alla fine, ho pietà di voi, e penso continuamente durante questa crisi funesta, a cui auguro una fine pacifica con tutto l'ardore del mio cuore. Non voglio distrarvi per troppo tempo, ma sappiate, mio carissimo amico, che c'è qualcuno che con la speranza e l'amicizia vi accompagna, senza cessare, e chi anche da lungo tempo potrà sperare nell'intelligenza, nella saggezza e nell'energia di un uomo per scongiurare i mali e le violenze, che avrà fede e fiducia in Voi. Mia madre ed il signor De Circourt che è qui e si unisce a me, per inviarvi le loro migliori amicizia. Credete a tutti i miei sentimenti devoti e affettuosi. A.Colonna
Je veux, mon bien cher Nigra, venir vous dire, combien je m'associe à vos inquiétudes et à vos tourments, au sujet des affaires italiennes. Votre habileté et votre courage ont triomphé de bien des difficultés jusqu'ici, elles vaudront encore à votre pays de grands avantages. Mais je comprends les soucis et le chagrin que vous éprouvez sûrement, vous si bon, et aussi dévoué à vos amis qu’à votre pays. De plus, un duel entre la France et l'Italie serait meurtrier pour toutes deux, et vos affections en souffriraient doublement. Enfin, je vous plains, et je pense à vous continuellement durant cette crise funeste, à laquelle je souhaite une issue pacifique de toute l'ardeur de mon cœur. Je ne veux pas vous distraire trop longtemps, qu'il vous sache de savoir [sic], mon très cher ami, qu'il est quelqu'un dont les vœux, et l'amitié vous accompagnent, sans cesse, et qui aussi longtemps qu’on pourra espérer dans l'intelligence, la sagesse et l’énergie d'un homme pour conjurer les maux et les violences, aura foi et confiance en vous. Ma mère, et Mr de Circourt qui est ici se joignent à moi, pour vous envoyer leurs meilleures amitiés. Croyez à tous mes sentiments dévoués et affectueux A. Colonna
2 novembre 1867
Bella duchessa rispondo, guardando al futuro, al vostro grazioso biglietto, di cui vi ringrazio infinitamente. Non abbiamo più impedito la spedizione francese, dal momento che Garibaldi non ha più minacciato Roma. Adesso si cerca di evitare un conflitto e di indire una conferenza. Lavoro a questo doppio scopo. Spero di riuscirvi. Ma siamo nel mezzo di difficoltà quasi inestricabili e vi confesso che sono allo stremo delle forze. Tutto vostro Nigra
Belle DuchesseJe réponds bien à la hâte à votre aimable billet, dont je vous remercie infiniment. Nous n’avons pu empêcher l’expédition française, du moment où Garibaldi avait pu aller menacer Rome. Maintenant il s’agit d’éviter un conflit et de réunir une conférence. Je travaille à ce double but. J’espère réussir. Mais nous sommes au milieu de difficultés presque inextricables et je vous avoue que je suis à bout de forces. Tout à vous Nigra
sabato 24 novembre 1866
Caro Nigra il signor Robert Fleury chiede quando andremo a visitare la Scuola di Belle Arti, propone domenica, dall'una alle tre, o altrimenti un giorno della settimana dalle dieci a mezzogiorno. Ho vanamente obbiettato in questo momento delicato, le conferenze danubiane, a cui tiene fortemente. Scegliete e ditemi in quanto debbo dargli una risposta. Preferirei non fosse domani perchè debbo andare sino alle 2 a casa Winterhalter, ma nel caso vi rinuncerò se non potete essere libero in un altro giorno. Voi dovreste in questi tempi di .. e di riposo, venire più spesso nel quartiere Bayard senza paura e senza rimpianti, vorrei vedervi imparare una buona volta, quanta poca distanza ci sia, a piedi, dal viale sino a casa mia. Vi sono certamente meno lontananze, nelle nostre idee, ma i piedi girano sempre da un'altra parte. Se non vi hanno ancora portato, ditemi qualcosa oggi, di modo che possa rispondere a R. Fleury. Mi trovate quasi tutte le sere di questa settimana e domani dopo le tre. Mille vere amicizie Duchessa di Castiglione Colonna Mon cher Nigra Mr Robert Fleury demande quand nous allons visiter l'école des Beaux arts, il propose le dimanche, de une heure à trois, ou bien tous les jours de la semaine de dix heures à midi. J'ai vainement objecté en ce moment Hécate, les conférences danubiennes, il y tient extrêmement. Choisissez, et dites le moi, car je dois lui répondre. Je préférerais que ce ne fût pas demain parce que je dois aller jusqu'à 2 heures chez Winterhalter, cependant je renoncerai si vous n'êtes pas libre un autre jour. Vous devriez bien en ce temps de carême, et de repos, voisiner un peu plus avec le quartier Bayard sans peur et sans reproche, je voudrais vous voir apprendre une bonne fois, combien peu de distance il y a, à pied, de l'avenue jusqu'à ma rue. Il y a certainement moins loin encore, dans nos idées, mais les pieds tournent toujours d'un autre côté. S’ils ne vous ont pas encore emmené, répondez-moi un mot aujourd'hui, afin que je réponde à R. Fleury.
On me trouve presque tous les soirs de cette semaine sainte et demain après trois heures. Mille vraies amitiés Duchesse de Castiglione Colonna
giovedì 29 [novembre 1866 ?]
Mio caro Nigra, fissate il giorno della festa a cui mi invitate in modo così piacevole, a vostro piacere, non ho alcun impegno che lo impedisca, e sarò felice nell'occasione di rivedervi. Il signor Ressmann (segretario della Legazione italiana) vi avrà parlato dei negoziati delicati, il cui successo dipende dal vostro talento, (e anche ai vostri meriti), per riuscire a convincere la bella signora Castiglione a lasciarsi modellare il braccio a favore della mia statua. Spero che la cosa possa avvenire prima della mia partenza per Aix (Les Bains), - se gli incozza ((a capa) - come si dice a Napoli. Spero che stiate bene oggi. Mille vere amicizie
cher Nigra, Fixez le jour du festin auquel vous me conviez de façon si aimable, à votre convenance, je n'ai aucun projet qui entrave celui-là, et serai charmée de cette occasion de vous revoir. Mr Ressmann vous aura parlé de la négociation délicate, dont le succès est confié à vos talents, (à vos mérites aussi,) à savoir de décider la belle Mme Castiglione à se laisser mouler les bras en faveur de ma statue. Je souhaiterais que cela fut avant mon départ pour Aix, se gl incappe[i] comme on dit à Naples. J’espère que vous allez tout à fait bien aujourd’hui. Mille vraies amitiés A. Colonna
Parigi. Mercoledì [29 novembre 1866]
Bella e cara Duchessa,poichè mi lasciate il compito di fissare il giorno in cui mi fate l'onore di venire a cenare alla Legazione, vengo a pregarvi di venire sabato prossimo, 1° settembre alle 7. Ve ne ringrazio anticipatamente. Sto trattando con la (bella) Contessa (di Castiglione) per il vostro lavoro, ma lei parte, purtroppo, domani per Dieppe, ove resterà, Dio sa per quanto tempo.Vogliate gradire, vi prego, l'espressione della mia devozione più rispettosa Nigra
Belle et chère Duchesse, Puisque vous me laissez le soin de fixer moi-même le jour où vous voulez bien me faire l’honneur de venir diner à la Légation, je viens vous prier de vouloir bien venir Samedi prochain, 1er Septembre à 7 heures. Je vous en remercie d’avance. Je suis en négociation avec la belle Comtesse [de Castiglione] pour votre compte, mais elle part, hélas, demain pour Dieppe, et elle y restera, dieu sait pour combien de temps. Veuillez agréer, je vous prie, l’expression de mon dévouement le plus respectueux Nigra Su carta vergata a lutto, indirizzata a rue Bayard
Parigi 9 gennaio 1867
Bella Duchessa mi prendo una grande libertà nell'offrirvi dei frutti che vengono dal mio paese e vi aggiungo i voti più sinceri affinchè il nuovo anno vi sia prospero. Vogliate gradire, vi prego, l'espressione dell'amicizia rispettosa del vostro ben devoto Nigra
Belle DuchesseJe prends la liberté bien grande de vous offrir des fruits de mon pays et j’y joins les vœux les plus sincères pour que la nouvelle année vous soit heureuse. Agréez, je vous prie, l’expression de l’amitié respectueuse de votre bien dévoué Nigra
gennaio 1867
Grazie, mio carissimo Nigra, dei vostri eccellenti frutti e di questo segno di ricordo e amicizia che mi sono ben preziosi da parte vostra. caro amico, ho cercato di vedervi per dirvi quanto ho pensato a Voi in queste ore che avete passato, voi, così tristemente, e a quale punto partecipai a un dolore* che so dover essere il primo di tutti. So qual'è la bontà e l'elevazione del vostro cuore e non saprei troppo come compatire le pene che ne derivano, addio voi non sapreste credere quale è l'affettuosa simpatia di cui vi invio qui una debole espressione A.Colonna* nel settembre del 1866 era morta la madre del Nigra
Merci, mon bien cher Nigra, de vos excellents fruits et de cette marque de souvenir et d'amitié qui m'est bien précieuse de votre part. Cher ami, j'ai cherché à vous voir pour vous dire combien j'ai songé à vous en ces heures que vous avez passées, vous, si tristement, et à quel point, je participais à un chagrin que je sais devoir être le premier de tous. Je sais quelle est la bonté et l'élévation de votre cœur, et ne saurais trop compatir aux peines qu'il ressent, adieu vous ne sauriez croire quelle est l’affectueuse sympathie dont je vous envoie ici une bien faible expression A. Colonna
mercoledì 20 maggio [1868]
Non ho notizie di Voi Eccellenza, da lungo tempo, e tuttavia abbiamo più di un argomento di interesse in comune. Dovete vegliare su di me perchè, a meno che non mi consideriate come una persona di coraggio comprovato, dobbiamo convenire che mi trovo in una postazione avanzata, e molto esposta al fuoco di tutte le batterie schierate. Ma Marcello ha l'animo romano, non c'è bisogno di definire questa espressione. Non importa ma Voi dovete venire a confortarlo una di queste mattine. Vi proporrei giovedì o sabato alle 2. Mille complimenti A.Colonna Marcello
Je n'ai aucunes nouvelles de vous Eccellenza, depuis bien longtemps, et cependant nous avons plus d'un sujet d'intérêt en commun. Vous devez veiller sur moi, car à moins que vous ne me considériez comme étant d’une bravoure à toute épreuve, il faut convenir que je me trouve dans un poste avancé, et très exposé où il faut tenir contre le feu de toutes les batteries à la fois. Mais Marcello a l’âme romaine, il n'est pas besoin de vous définir cette expression. N’importe vous devriez venir a confortarlo un de ces matins. Je vous proposerai jeudi ou samedi à 2 heures. Mille compliments A. Colonna Marcello
lettera indirizzata a rue Bayardgiovedì 21 maggio
Marcello ha l'anima troppo fortemente temprata perchè abbia bisogno di conforto o consiglio. La cosa non impedirà che abbia ai suoi piedi, sabato alle 2, il suo fido e rispettoso C.Nigra Marcello a l’âme trop fortement trempée pour qu’il ait besoinconforto o di consiglio. Cela n’empêchera pas qu’il ait à ses pieds, samedi à 2 heures, il suo fido e rispettoso C. Nigra
rue Bayard, 1 22 novembre 1868
Mio caro Nigrasono appena giunta a Parigi con tutto il dispiacere di non potervici trovare. Spero almeno, subito dopo il vostro arrivo, di ricevere una vostra visita, è da tanto tempo che non ci vediamo, che crederei di essere stata dimenticata, se non sapessi che il vostro cuore sa conservare bene le sue amicizie quanto a sceglierle. Ho sufficiente orgoglio per essere sicura di meritare la vostra, non fosse che per l'affettuoso souvenir che conservo di voi. Ditemi quando ritornerete e credete che mi rallegro di poter parlare con voi delle tante cose che sono successe dopo il vostro ultimo incontro, 14 mesi fa! Addio, vi stringo la mano molto affettuosamente La Duchessa di Castiglione Colonna
Mon cher Nigra, Je viens d'arriver à Paris avec toutes sortes de regrets de ne vous y point trouver. J'espère du moins, sitôt votre retour, recevoir votre visite, il y a si longtemps que nous ne nous sommes vus, que je croirais être oubliée, si je ne savais que votre cœur sait aussi bien garder ses amitié, que les choisir. J’ai assez d’orgueil pour être sûre de mériter la vôtre, ne fût ce que pour l’affectueux souvenir que je vous conserve. Dites-moi quand vous revenez, et croyez que je me réjouis de causer avec vous de tant de choses qui se sont passées depuis votre dernière entrevue, il y a 14 mois ! Adieu, je vous serre la main bien affectueusementLa Duchesse de Catiglione Colonna
3 novembre 1868
indirizzata a rue Bayardcara Duchessaricevo in questo momento la vostra graziosa lettera ed apprendo con gioia del vostro ritorno a Parigi. Tornerò dopo domani sera e la mia prima visita sarà in rue Bayard. Potete credere per un istante che vi si dimentichi? Sapete bene che non è così. Come si può dimenticarVi dopo avervi conosciuta e apprezzata? Quante cose da dirvi e da ascoltare da Voi ! La nostra serie (di invitati a corte), alla quale mancate (e lo si percepisce) è abbastanza priva di brio. L'apparizione del Principe e della Principessa di Galles ha interrotto, per due giorni, in modo piacevole, il corso ordinario del divertimento. Per me le ore passate qui, le più piacevoli sono sempre quelle che abbiamo passato al thè dell'Imperatrice. Si tengono quasi sempre conversazioni interessanti ed è per me un vero piacere ascoltare e avere notizie. Mille cose tra le più amabili ed a presto. Vostro devotissimo Nigra
Chère DuchesseJe reçois en ce moment votre gracieuse lettre et j’apprends avec bonheur votre retour à Paris. J’y serai après demain soir et ma première visite sera pour la rue Bayard. Pouvez-vous croire un instant qu’on vous oublie ? Vous savez bien que non. Comment peut-on vous oublier lorsqu’on a pu vous connaître et vous apprécier ? Que de choses à vous dire et à entendre de vous !Notre série, à laquelle vous manquez (et l’on s’en aperçoit) est assez pâle. L’apparition du Prince et de la Princesse de Galles a cependant interrompu pendant deux jours d’une manière agréable le cours ordinaire des amusements. Parmi les heures passées ici, les plus agréables sont toujours celles que l’on passe au thé de l’Impératrice. L’on y tient presque toujours des conversations intéressantes et c’est pour moi un vrai plaisir que d’écouter et d’apprendre. Mille choses les plus aimables et à bientôt. Votre très dévoué Nigra
Risposta possibile della Duchessa Siete stato molto gentile, mio caro Nigra, di pensare a me, in questi giorni, e per avermi inviato cose così buone. La visita che mi annunciate mi farà ancora più piacere, a presto spero, credete ai miei sentimenti costantemente affettuosi. A.Colonna Réponse possible de la duchesseVous avez été bien aimable, mon cher Nigra, de penser à moi, ces jours-ci, et pour m’envoyer de si bonnes choses. La visite que vous m’annoncez me fera encore plus de plaisir, à bientôt je l’espère, croyez à mes sentiments constamment affectueux. A. Colonna
5 maggio 1872
Mio caro Nigra, vengo a chiedervi un consiglio. Mando un praticante a Carrara per tagliare tre liste di marmo. Abbiamo sottoscritto una convenzione privata su carta semplice ma in caso di difficoltà di quell'uomo, non sarebbe meglio, affinchè possa eventualmente fare un reclamo efficace, secondo la legge internazionale, che il documento sia redatto su carta legale e timbrata. Infine potreste indicarmi il legale che si occupa di affari internazionali all'ambasciata così se non potete rispondermi potrei rivolgermi direttamente a quella persona, ma la cosa è urgente in quanto il mio uomo parte domani sera. Vogliate indirizzare la vostra risposta a rue medaDonnay 69, indirizzo del mio studio. Non mi rivolgo all'ambasciatore ma all'amico, sono abituata a chiedere consigli solo sugli argomenti per le questioni pe le quali non ho risposta. Vogliate gradire l'espressione dei miei sentimenti più devoti. La duchessa castiglione Colonna Marcello Qualcuno dell'ambasciata ha conoscenze a Carrara?
Mon cher NigraJe viens vous demander un renseignement.J’envoie un praticien à Carrare pour y exécuter trois bustes en marbre. Nous avons passé une convention privée, sur simple papier, mais en cas de difficulté avec cet homme, ne faudrait-il pas pour que je puisse réclamer efficacement, d’après les lois internationales, que cela soit fait sur papier timbré, et légalisé. Enfin veuillez m’indiquer il legale qui s’occupe d’affaires pour l’ambassade, si vous ne pouvez me répondre, j’irai le consulter mais cela presse car mon homme part demain soir. Veuillez adresser votre réponse 69, rue de Douai, à mon atelier. Je m’adresse ici à l’ambassadeur, quant à l’ami, je suis habituée à ne lui adresser que des vœux qui n’ont pas de réponse. Agréez je vous prie l’expression de mes sentiments le plus dévouésLa duchesse de Castiglione Colonna Marcello Connaîtriez-vous, ou ces messieurs de l’ambassade connaîtraient-ils quelqu’un à Carrare ?
Parigi 9 maggio 1872
cara Duchessadue righe per il signor Cerruti* che vi fornirà tutte le indicazioni deiderate. Dovrete andare o inviare a casa sua domani dopo le 9 del mattino, in quanto oggi tutti gli uffici sono chiusi. Non conosco nessuno purtroppo a Carrara. Adesso che so l'indirizzo del vostro studio, mi permetterò di venire ad ammirarvi? Non è vero?Mille omaggi dal vostro vecchio e devoto e rispettoso amico Nigra Chère Duchesse Voici un mot pour Mr Cerruti, qui vous fournira tous les renseignements désirés. Il faudra aller ou envoyer chez lui demain depuis 9 heures du matin, car pour aujourd’hui tous les bureaux sont fermés. Je ne connais malheureusement personne à Carrare. Maintenant que je sais l’adresse de votre atelier, me permettrez-vous d’aller vous y admirer ? [beri], n’est-ce pas ?Mille hommages de votre ancien et dévoué et respectueux ami Nigra* Cerruti è un funzionario della Legazione Italiana a Parigi
Luchon 27 agosto 1874
caro Amico ho già letto nei giornali il discorso che avete pronunciato ad Avignone (per il cinquecentesimo anniversario della morte di Petrarca avvenuta ad Avignone), ma ne ho avuto doppio piacere a ricevere il vostro affettuoso souvenir e a rileggere queste righe affascinanti così degne del soggetto che le ha ispirate.Una volta di più, caro amico, avete dato un attestato delle vostre doppie capacità e l'Italia che ha prove tutti i giorni dei benefici dell'abile diplomatico, ha di che inorgoglirsi del letterato che incanta tutta Europa. Ho fatto una cura per il mio ginocchio che speravo di guarire nei Pirenei, e che rimane ribelle a tutti i trattamenti. Quale fortuna se vi rincontrerò, ma Petrarca ha tante Laure, che gli restano ben pochi divertimenti. Ma ora sarei ben ingiusta se non riconoscessi che voi siete la fedeltà stessa per le vostre amicizie. Credete anche alla mia (fedeltà), e al pensiero affettuoso che vi cerca spesso dappertutto Duchessa di Castiglione Colonna
Cher ami J'avais déjà lu dans les journaux le discours que vous avez prononcé à Avignon, mais j'ai eu un double plaisir à le tenir de votre affectueux souvenir, et à relire ces lignes charmantes si dignes du sujet qui les a inspirées. Une fois de plus, cher ami, vous avez attesté de vos doubles facultés et l'Italie qui éprouve tous les jours les bons effets des talents de l’habile diplomate, a de quoi s’enorgueillir du littérateur qui vient de charmer toute l'Europe. J’ai fait une cure pour mes bronches dont je souffre fréquemment, et peut-être serai-je forcée d'en faire une autre à Aix-les-Bains pour mon genou que j'espérais guérir aux Pyrénées, et qui est resté rebelle jusqu'ici à tout traitement. Quelle chance si je vous rencontrais, mais Pétrarque a tant de Laures, qu'il lui reste bien peu de loisirs. Cependant, je serais bien injuste je ne reconnaissais pas que vous êtes la fidélité même aux amitiés. Croyez aussi à la mienne, et à la pensée affectueuse qui va bien souvent vous chercher partout Duchesse de Castiglione Colonna
Rue Saint Petersburg 47 - Parigi 19 maggio 1875
Mio caro Ministrocome mi dimenticate e come rimpiango di vedervi così poco !Ho ricevuto la visita di mio nipote Marcantonio, che è venuto a presentarmi la mia nuova e affascinante nipote, la duchessa di Marino Colonna. Figuratevi che ho dimenticato di chiedergli il loro indirizzo per rendere loro la visita. Sarete molto gentile nello scrivermelo, se l'avete, come è probabile. Credete alla mia ben costante amicizia e al mio migliore ricordo. la Duchessa di castiglione Colonna
Mon cher MinistreComme vous m’oubliez et que je regrette de vous voir si peu ! Je viens d'avoir la visite de mon neveu Marcantonio, qui est venu me présenter ma nouvelle et très charmante nièce, la duchesse de Marino Colonna. Figurez-vous que j'ai oublié de leur demander leur adresse pour rendre la visite. Vous seriez bien aimable de me l'écrire, si vous la savez, comme c'est probable. Croyez à ma bien constante amitié, et à mon meilleur souvenir la Duchesse de Castiglione Colonna
Sabato 22 maggio 1875
cara Duchessasarete gentile nell'accettare. Vi troverete con il duca e la duchessa di Marino e i Decazes.Mille omaggi dal vostro devotissimo amico NigraChère DuchesseVous serez bien aimable en acceptant. Vous vous trouverez avec le duc et la duchesse de Marino et les Decazes Mille hommages de votre dévoué ami Nigra
Firenze 28 gennaio 1876
Mio caro Nigra come non pensare a Voi in questa Italia di cui date all'estero una così piacevole e fedele immagine per tutto ciò che sapete e che valete. Credo di vedervi dovunque in questa città di Firenze che non conoscevo affatto, dove ho piantato la tenda, con mia madre, per qualche tempo, per poterne apprezzare le meraviglie. Da lì andrò a trovare la famiglia di mio marito, a roma e a Napoli; a questo proposito, vi sarei molto grata di inviarmi prima possibile due o tre lettere di presentazione per me, una per conoscere Bonghi[21], l'altra per Visconti Venosta[22], e la terza per un personaggio dell'entourage del Re come è stato per Cugio[23].Non conosco nessuno del mondo ufficiale, soltanto la signora Minghetti, e preferisco che mi diate conoscenze più affabili piuttosto che quella. Qui Peruzzi è molto gentile con noi. La mia salute mi ha costretta a ricercare il mezzogiorno quest'inverno, poichè tossisco da circa otto mesi, ma spero che il sole di primavera toglierà a mia madre questa preoccupazione. Io troverò la forza di non lasciarmi deperire e mi sento così allegra e su di morale da pensare che la malattia finirà di lasciarmi. La pittura mi impegna più che la mia salute contro l'umidità della terra, e non ho che un rimpianto, ma ben vivo, di non poter percorrere con Voi queste belle gallerie. Ricordatemi ai nostri amici comuni la principessa Troubezkoy e Girardin e credetemi, caro amico, vostro veramente affettuoso Marcello Duchessa di Castiglione Colonna il mio indirizzo di Firenze è: Lung'Arno Nuovo, 36
Mon cher Nigra Comment ne pas penser à vous dans cette Italie dont vous donnez à l'extérieur une si agréable et fidèle image par tout ce que vous savez et valez. Je crois vous voir partout dans cette ville de Florence que je ne connaissais guères, où j'ai planté ma tente, ainsi que ma mère, pour quelque temps, afin d'en apprécier les merveilles. De là j’irai voir la famille de mon mari, à Rome et Naples, à ce propos, je vous serai très obligée de m'envoyer le plus tôt que vous pourrez deux ou trois lettres d’introduction pour moi, l’une pour faire la connaissance de Bonghi, l'autre de Visconti Venosta, et la troisième, d'un personnage de la maison du roi, comme était Cugio. Je ne connais presque personne du monde officiel, seulement Mme Minghetti, et je préfère vous devoir des connaissances agréables plutôt qu'à elle. Ici Peruzzi est charmant pour nous. Ma santé m'a obligée à chercher le Midi cet hiver, car je tousse depuis huit mois déjà, mais j'espère que le soleil du printemps ôtera à ma mère ce sujet d'inquiétude. Pour moi je trouverais fort sot de se laisser dépérir, et je me sens si gaie, et en si bon train de vivre que la maladie finira bien par s’en aller. La peinture m’accapare d'autant plus que ma santé interdit la terre humide, et je n'ai qu’un regret ici, mais bien vif, c’est de ne pas parcourir avec vous ces belles galeries. Rappelez-moi au souvenir de nos amis communs la princesse Troubetzkoy et Girardin, et croyez moi, cher ami votre bien véritablement attachée Marcello Duchesse de Castiglione Colonna mon adresse à Florence est Lung' Arno Nuovo 36
Parigi, 124 rue St DominiqueIl 1e febbaio 1876
Carissima e gentilissima duchessa,colla sua buona ed amabile lettera Ella mi dà la nostalgia della mia bella Italia e risveglia tutti gli istinti artistici che dormono chiusi e direi quasi soffocati nel mio cuore.Quanto desidererei poter visitare con Lei i nostri Musei di Firenze e di Roma!Invece assisto qui al non lieto spettacolo della irrimediabile divisione dei partiti in Francia. Saluti per me le divine creazioni di Michelangelo, di Raffaello e di Andrea Del Sarto, la greca eleganza e gli ardimenti di Gian Bologna, le ingenue perfezioni del Perugino e di tutta l'attraente Scuola Umbra, i miracoli del Ghiberti , la audacia di Brunelleschi, il genio di Giotto e le ideali bellezze del ben famoso Frate Angelico.E quando sarà a Roma torni a dare un saluto, in nome mio, al Mosè, alle grandiose e temibili figure della Sistina, ed agli inarrivabili capolavori delle stanze e delle logge. E non dimentichi i tesori della scultura greca del Vaticano e del Campidoglio, i busti così viventi dei Cesari e delle mogli dei Cesari, il Gladiatore, l'Apollo, il celebre Corso, la Venere, il Laocoonte. Fra le cose moderne fermi un istante il suo sguardo sui marmi, un po' contorti, ma così stupendamente lavorati di quel genio della decadenza che è il Bernini e che si trovano a Villa Borghese, ove ella ammirerà di nuovo la perfetta bellezza della principessa che non disdegnò, dicono, di far da modello del suo corpo allo scalpello del Canova. Vorrei pure ch'Ella visitasse , in compagnia del mio amico il pittore De Sanctis, la santa Teresa del Bernini, che giace languente sotto lo sguardo affascinante del divino Amore e che è, se non erro, nella Chiesa della Vittoria. Nulla di più provocante uscì mai dallo scalpello realista e sensuale del povero Carpani (scritto Carpeani).Ho visto l'ottimo Circourt che si dispone a partire per Firenze, e che, più fortunato di me, avrà la fortuna di vederla fra poco.Mi conservi la sua preziosa amicizia; presenti, la prego, i miei affettuosi saluti al sig. Ubaldino e alla signora Emilia Peruzzi e creda alla rispettosa ed inesauribile affezione del suo devoto Nigra
PS: se la contessa Daffry (mamma di Adele) è ancora a Firenze la prego di offrirle i miei ossequi Venezia, Hotel Danieli25 Aprile [1876] Cara Signora Duchessa Felicissimo di saperla arrivata, mi procurerò bene di arrivare per vederla oggi alle 5, ed intanto le bacio rispettosamente le mani Il suo vecchio amico Nigra
Venezia 28 aprile 1876
cara Duchessarichiamato da un telegramma a Roma, devo lasciare Venezia immediatamente. Sapete che sono destinato a san Pietroburgo. Lascio la Francia con molti rimpianti, e il pensiero di vedervi meno sovente mi rende questa separazione più amara. ma desidero che sappiate che, da lontano come da vicino, porto per Voi un attaccamento sincero, rispettuoso, inalterabile. Vogliate, da parte vostra, non dimenticarlo affatto. Vostro devoto amico Nigra
Chère Duchesse Appelé par un télégramme à Rome, je dois quitter Venise à la hâte. Je viens vous faire mes adieux. Vous savez que je suis destiné à St Pétersbourg. Je m’éloigne de la France avec bien des regrets, et la pensée de vous voir moins souvent me rend cette séparation plus amère. Mais je désire que vous sachiez que de loin comme de près je garde pour vous un attachement sincère, respectueux, inaltérable. Veuillez, de votre côté, ne pas oublier tout à fait Votre dévoué ami Nigra
Parigi giugno 1876
La vostra partenza mi affligge, caro amico avevo fatto dei bei sogni sulle scorribande che avremmo potuto fare insieme e non ci voleva il vostro grazioso biglietto per aiutarmi a rendermi conto di una triste realtà, quella di non rivedervi più quì. Ma desidero che le vostre aspirazioni siano soddisfatte, e certamente in tempi brevi, troverete in Russia, tanti amici come a Parigi. Possano tuttavia quelli di quì conservare i loro diritti di anzianità, e il sincero, profondo affetto che vi ho dimostrato, restare tra quelli di questo piccolo gruppo, che sa sempre apprezzarvi pienamente. Vi dico addio e vi stringo la mano, il cuore pieno di sincero dolore. la duchessa Castiglione Colonna
Votre départ me désole, cher ami j'avais formé des rêves charmants des courses que nous aurions pu faire ensemble et il ne faut pas moins que votre charmant billet pour m'aider à prendre mon parti d'une si triste réalité, que de ne plus vous revoir ici. Mais je désire que vos vœux soient accomplis, et certes en bien peu de temps, vous trouverez en Russie, autant d’amis qu’à Paris. Puissent cependant ceux-ci conserver leur droit d'ancienneté, et la sincère, profonde affection que je vous ai vouée, rester parmi les souvenirs de ce petit groupe, qui sait partout vous apprécier pleinement. Je vous dis adieu et vous serre la main, le cœur gros de bien sincères regrets la Duchesse de Castiglione ColonnaNB: Nigra ha ricevuto la nomina di Ambasciatore d'Italia a San Pietroburgo
Cauteret Pirenei 3 settembre 1876
Sono stata particolarmente toccata, mio caro Nigra, dall'interesse che avete dimostrato per la mia salute al signor De Circourt e vi assicuro che la cosa mi ha fatto piacere come dimostrazione della vostra amicizia. E' vero che non sono morta dopo la vostra visita a Venezia, adesso mi sono rimessa e spero che il cielo mi permetterà di continuare la mia carriera di artista che considero appena iniziata. Ma ci vuole, dicono i medici, un intervallo di riposo per ancora alcuni mesi, per evitare nuove congestioni ai polmoni e riprendere quella forza nervosa indispensabile al lavoro, o anche per dominarla e indirizzarla correttamente; è un'arte di lavorare senza consumare quelle energie che l'impetuosa giovinezza prodiga senza misura, e il riposo forzato può servire ad acquisire una concentrazione utile per ottenerla. Ecco le mie preoccupazioni, caro amico, le vostre sono degne della vostra rara intelligenza e di questo grande Risorgimento d'Italia di cui sarete forse, dopo il vostro maestro Cavour, la più gran gloria. Sarebbe bene augurarsi che ovunque, lo slancio delle masse, dopo aver ottenuto i risultati importanti, reclamino la civilizzazione, potrebbe essere contenuta, e abilmente mantenuta entro certi limiti che non permetterebbero di ricadere in un altre barbarie, popolare questa, e sopratutto di educare questa casta elitaria all'intelligenza, alla vera aristocrazia moderna, della quale l'influenza sparirebbe nelle formazioni grossolane della folla, ove le piaghe volgari degli intriganti si trovano. Io non rispetto l'opinione di molti che una volta guidati da uno solo, (molto più fine), e la mia gran paura, davanti alle attuali correnti, è che diminuiscano troppo la potenza d'azione di un uomo superiore nel momento in cui si incontrino, e ne impediscano, ostacolino prodigiosamente, non siete un po' di questo avviso? La stagione dei Pirenei sta per finire, e noi andiamo, mia madre ed Io a rimetterci in cammino per Parigi, che dispiacere di non potervi trovare ! E sento dire la stessa cosa ovunque ! Non conosco il vostro successore Cialdini, sarete molto cortese di inviarmi al mio indirizzo abituale di rue Saint Petersburg 47 a Parigi, due righe per fare la sua conoscenza sotto vostro auspicio. Addio caro amico, grazie ancora del vostro affettuoso interessamento alla mia salute, tutti i segnali del vostro ricordo mi giungono diritti al cuore, nel mezzo di quel cuore dove avete lasciato una nobile e bella impronta. Vi stringo la manoDuchessa di Castiglione Colonna – Marcello Passerò l'inverno a Cannes o Nizza a partire dalla fine di ottobre
J’ai été excessivement touchée, mon cher Nigra de l’intérêt que vous avez témoigné pour ma santé à M. de Circourt et je viens vous assurer du plaisir que me cause toute preuce d’amitié de voter part. Il est bien vrai que j’ai failli mourir peu de temps après la visite que j’ai reçue de vous à Venise, maintenant je me remets, et j’espère que le ciel me permettra de mener à bien ma carrière d’artiste que je regarde comme à peine commencée. Mais il faut, disent les médecins, un intervalle de repos de plusieurs mois encore, pour éviter de nouvelles congestions au poumon et reprendre cette force nerveuse indispensable au travail, ou plutôt pour la dominer et diriger sagement ; il est un art de travailler sans consumer ces forces qui l’impétueuse jeunesse prodigue sans mesure, et le repos forcé peut servir à acquérir une concentration utile par la suite. Voilà mes préoccupations, cher ami, les vôtres sont dignes de votre rare intelligence et de ce grand risorgimento d’Italie dont vous serez peut-être après votre maître Cavour, la plus grande gloire. Qu’il serait à souhaiter que partout, l’élan des masses, après avoir obtenu les résultats importants, que réclamait la civilisation, put être contenu, et habilement maintenu dans de certaines limites qui ne lui permettraient pas de tomber dans une autre barbarie, populaire celle-ci, et surtout d’y entraîner cette caste d’élite par l’intelligence, la véritable aristocratie moderne, dont l’influence disparaitrait dans les entraînements grossiers de la foule, ou les pièges vulgaires des intrigants qui en disposent. Je ne respecte l’opinion de plusieurs que lorsqu’ils sont dirigés par un seul, (beaucoup plus fin), et ma grande peur, en face des courants actuels, est qu’ils diminuent trop la puissance d’action d’une homme supérieur lorsqu’il s’en rencontre, et l’entravent, le gênent prodigieusement, n’êtes vous pas un peu de cet avis.La saison des Pyrénées touche à sa fin, et nous allons, ma mère et moi nous remettre en route pour Paris, quel regret de ne pas vous y trouver ! et je n’entendrai que cela de toutes parts ! je ne connais pas votre successeur Cialdini, vous seriez bien aimable de m’envoyer à mon adresse habituelle 47, rue St Pétersbourg à Paris, un mot pour lui afin que je fasse sa connaissance sous vos auspices. Adieu cher ami, merci encore de votre affectueuse préoccupation de ma santé, toute marque de souvenir de vous me va droit au milieu du cœur, au meilleur endroit de ce cœur où vous avez laissé une noble et belle empreinte. Vi stringo lo mano Duchesse de Castiglione Colonna Marcello je passerai l’hiver à Cannes ou a Nice à partir de la fin d’octobre
LETTERE SENZA DATA DI ADELE DAFFRY
I tentativi di datazione si fondano su ritrovamenti nelle corrispondenze esistenti con data, giorno o anno. Un margine di errore naturalmente esiste nella misura in cui ci si affida all'intestazione delle lettere, e in altra misura sull'affidabilità dei calendari consultati.Le date vengono quindi mantenute fra parentesi quadre a titolo indicativo.
Mio caro Nigra sono tornata da pochi giorni a Parigi, venitemi a trovare, sapete il piacere che ne avrei. A.Colonna
Mon cher NigraJJe suis revenue depuis peu de jours à Paris, viendrez-vous me voir, vous savez tout le plaisir que j'en auraA. Colonna
Mio caro Nigrasono stata incantata dai vostri magnifici omaggi, e ancor più dalle parole affettuose che avete voluto benevolmente aggiungervi. Credete che l'artista e la donna sono ugualmente colpite e non dubitate della mia vera simpatia. Marcello
Mon cher Nigraj'ai éte enchantée des vos magnificences, et encore plus des paroles affectueuse que vous avez bien voulu y joindre. Croyez que l'artiste et la femme sont également charmées et ne doutez pas de ma vrai sympathie. Marcello
il giorno di Natale
Quando tornate, mio caro Nigra, ho avuto mille rimpianti di avervi mancato l'altro giorno; se andate dalla principessa Matilde questa sera, la rue Bayrad sarà sul vostro cammino, fra le 8 e le 9. Se no avvertitemi della vostra visita e farò in modo di non mancarvi. Mille amicizie molto sincere A.Colonna gradite i miei migliori auguri per queste feste
Que devenez-vous, mon cher Nigra, j'ai eu mille regrets de vous manquer l'autre jour, allez-vous chez la princesse Mathilde ce soir, la rue Bayard serait sur votre chemin, entre 8 et 9 ce soir. Sinon faites-moi prévenir de votre visite, et je m'arrangerai de façon à ne plus vous manquer. Mille amitiés bien sincèresA. Colonna Recevez mes meilleurs souhaits pour ces fêtes
aprile 1867]
Mio caro Nigra potreste farmi avere qualche genere di informazioni su di una certa signora Favart[25] de Lagarde che abita a Firenze, e che mi ha fatto chiedere di poter affittare il mio appartamento questa estate. Debbo rispondere questa settimana. Avrete certamente fra le vostre relazioni o in quelle dei vostri collaboratori, qualcuno che conosce bene il mondo degli stranieri di Firenze. Altrimenti, non ci si potrebbe indirizzare direttamente in questa città al prefetto Pietri, per sapere qualche cosa, sull'onorabilità di questa signora. I vostri delicati versi mi deliziano, li ho comunicati alla gentile modella che si entusiasmerà troppo del poeta se gli dicessi chi è l'autore, di questa bella poesia[26]. Io ne sono fierissima di associarvi a questo ritratto e vi ringrazio ancora di tutto cuore. A.Colonna
Mon cher Nigra, Pouvez-vous faire en sorte de m'avoir des renseignements sur une certaine madame Favart de Lagarde qui habite Florence, et qui m'a fait demander à louer mon appartement cet été. Je dois répondre cette semaine. Vous avez certainement dans vos relations ou dans celles de vos attachés, quelqu'un qui connaît bien le monde étranger de Florence. Sinon, ne pourrait-on s'adresser directement en cette ville au Pietri[27] de l'endroit, pour savoir à quoi s'en tenir, sur l'honorabilité la dame. Vos charmants vers font mes délices, je les ai communiqués au gentil modèle qui s’enthousiasmerait trop pour le poète si je lui disais quel est l'auteur, de cette belle poésie. Moi, je suis toute fière, de vous associer désormais à la pensée de ce portrait, et je vous remercie encore de tout cœur A. Colonna
il ministro d'Italia con indirizzo sul foglio di sinistra S.E. il Ministro d’Italie
Mio caro Nigra Mérimée parte domani per Biarritz, desidererei consultarvi a proposito dell'ambasciata in quanto lo interpellerò sul soggetto del nostro ultimo incontro. Potete darmi qualche minuto oggi, possibilmente di buon'ora. Mille amicizia ben vere e devote A.-Colonna
Mon cher Nigra Mérimée part demain pour Biarritz, je désirerais vous consulter à propos de l'ambassade dont je le chargerai sur le sujet de notre dernier entretien. Pouvez-vous me donner quelques instants aujourd'hui, plutôt de bonne heure. Mille amitiés bien vraies et dévoués A. Colonna
mi spiace tantissimo di non avervi visto negli ultimi due giorni, potreste farmi un regalo venendo oggi dalle 2 alle 4. Credete alla mia costante e viva amicizia A.Colonna Mon cher NigraJ'ai eu mille regrets de vous manquer il y a deux jours, pouvez-vous m'en dédommagevenant aujourd'hui de 2 à 4. Croyez à ma constante et vive amitié&Su carta intestata « Legazione d’Italia », indirizzata a rue BayardParigi Martedì 186…Cara Duchessami spiace di non essere libero oggi prima delle 4. Ma spero di esserlo tra le 4 e le 41/2 . Verrò comunque a bussare alla vostra porta appena avrò un momento libero. Vogliate gradire, vi prego, cara duchessa, l'espressione dei miei sentimenti più devoti e rispettosi. Nigra
Come siete adorabile, mio caro ambasciatore, e che sorpresa ho trovato rientrando a casa. Grazie per tutti i vostri pensieri, e credete alla vostra amica devota A.Colonna
Que vous êtes aimable, mon cher ambassadeur, et quelle jolie surprise j'ai eu hier en rentrant. Merci pour toute pensée de vous, et croyez-moi votre amie dévouée A. Colonna
E quando dunque vi vedrò? La caccia di Adone lo aveva distratto troppo, io vi credo al contrario troppo fedele.
Et quand donc vous verrai-je? la chasse d'Adonis le rendait très distrait, moi je vous crois au contraire trop fidèle
Mio caro Nigra è con grandissimo piacere che accetto il vostro amabile invito per il 31 maggio. Mille buone amicizie la Duchessa di Castiglione Colonna MarcelloMon cher Nigra C'est avec le plus grand plaisir que j'accepte votre aimable invitation pour le 31 mai. Mille bonnes amitiésla Duchesse de Castiglione Colonna Marcello
[1867]
Mio caro Nigravi scrivo poche righe per presentarvi il signor Flugi D'Aspermont, in favore del quale, ve lo scrissi, affinchè possiate raccomandarlo caldamente a Rattazzi. Siate gentile nell'interessarvi a questo giovane, che appartiene a una famiglia onorabile, è personalmente buono e di buona educazione, potrà servire fedelmente il suo governo, e adempiere bene ai suoi incarichi. E' la marchesa di San giuliano che mi ha fatto queste confidenze, Lei ha molto a cuore la famiglia di questo giovane, e ve lo raccomanda nel modo più accorato, ringraziandovi anticipatamente di tutto ciò che potrete fare in favore del suo protetto.Sono incantata, mio caro amico, di avere questa scusa per pregarvi di pensare a me, se le vostre grandi incombenze ve ne lasciano il tempo. Quanto mi auguro che le cose s'aggiustino secondo i vostri desideri, nella nostra bella patria, e so che non sogniate altro che il giusto e dobbiamo sperare che vi si ascolti. Ritornate ritornate, mio caro amico, siete indispensabile qui e la vostra assenza pesa su tutti quelli che vi amano, è una tristezza in più di questi tempi poco felici. Credete alla mia vera e costante amicizia.Duchessa di Castiglione Colonna non mi sposo affatto come scrivono i giornali
Mon cher NigraJe vous écris ce peu de lignes pour vous présenter Mr Flugi d’Aspermont, en faveur de qui, je vous ai déjà écrit, afin que vous puissiez le recommander chaudement à Ratazzi. Soyez assez bon pour vous intéresser à ce jeune homme, qui appartenant à une famille honorable, et étant personnellement un homme honnête et de bonne éducation, pourra servir fidèlement son gouvernement, et bien remplir son emploi. C’est la Marquise San Giuliano qui me dicte tout ceci, elle porte un vif intérêt à la famille du jeune homme, et vous le recommande de la façon la plus instante, en vous remerciant à l'avance, de tout ce que vous voudrez bien faire en faveur de son protégé. Je suis enchantée, mon cher ami, d'avoir cette raison de vous prier de penser à moi, si vos grandes occupations vous en laissent le loisir. Combien j'espère, que les choses s'arrangeront selon vos désirs, dans notre belle patrie, je sais que vous n’y souhaitez rien que de raisonnable, et il faut espérer qu'on va vous écouter. Revenez, revenez, mon cher ami, vous êtes indispensable ici, et votre absence pèse sur tous ceux qui vous aiment, c'est une tristesse de plus, en ce temps peu joyeux. Croyez à ma véritable et constante amitié. Duchesse de Castiglione ColonnaJe ne me marie pas du tout ainsi que le prétendent les journaux. Non è senza fatica, dopo aver visitato invano 15 negozi, che ho finalmente trovato la vostra Venere, e vi offro il risultato della mia ricerca. E' semplicemente troppo..E siccome l'intento del dipingere era di imitare perfettamente la natura, quando rappresenta l'eroe impassibile, sogna le sue lepri, i suoi cani, sintanto che sognano lui, che cessano anche di essere degli dei per parere a lui più teneri, e più affascinanti! Lo sfondo del paesaggio dolcemente schiarito, è di un effetto ammirevole, tutto il quadro è un'opera poetica se mai ci fosse. Non potrebbe esser meglio collocato che a casa di un cacciatore meno bestia di Adone, e a casa di un poeta che non è altrettanto freddo. Mille amicizie M.
Ce n'est pas sans peine, après 15 boutiques parcourues en vain, je l'ai enfin trouvée votre Vénus, et je vous offre le produit de ma chasse. C'est trop juste.Et comme l'intention du peintre était bien d'imiter la nature, quand il représente le héros impassible, il rêve à ses lièvres, à ses chiens, tandis qu’on rêve à lui, ... qu’on cesse même d’être déesse pour lui paraître plus tendre, et plus charmante! Le fond de paysage doucement éclairé, est d’un effet admirable, tout ce tableau est une œuvre poétique s'il en fut. Elle ne saurait être mieux placée que chez un chasseur moins bête qu’Adonis, et chez un poète qui n'est pas aussi froid. Mille amitiés M
[1868]
Grazie, mio caro amico della vostra affascinante lettera che ho appena ricevuto, con tutto il piacere e tutta la più genuina amicizia. Vi aspetto quindi a breve, vogliate farmi il piacere di non dire a Cavriani, arrivando, che sono quì; è un personaggio che non mi fa piacere ricevere, vi spiegherò perchè. Vogliate presentare a Sua maestà l'Imperatrice l'espressione del mio profondo rispetto, no dimenticatelo vi prego, prima di partire. A presto, e adesso come sempre, contate sulla vostra amica la Duchessa di Castiglione Colonna non sono così bella come l'altra, suvvia, ma migliore! Merci, mon cher ami de votre charmante lettre que je viens de recevoir, avec tout le plaisir et toute l’effusion de la plus véritable amitié. Je vous attends donc sous peu, veuillez me faire le plaisir de ne pas dire en arrivant à Cavriani[29] que je suis ici, c'est un personnage que je n'ai pas envie de recevoir, je vous conterai cela. Veuillez présenter à Sa Majesté l'Impératrice l'expression de mon profond respect, ne l'oubliez point je vous prie, avant votre départ. A bientôt, et maintenant comme toujours, comptez sur votre amitie la Duchesse de Castiglione Colonna Je ne suis pas si belle que l'autre, hélas, mais meilleure!
LETTERE SENZA DATA Di COSTANTINO NIGRA
su carta listata a lutto (in francese)
Martedì
Cara Duchessa, parto in questo momento per Meudon on il Principe Amedeo. Non so a che ora potrò rientrare, ma appena tornato verrò a bussare alla vostra porta. I miei complimenti più affettuosi e più rispettosi Nigra
Parigi 28 agosto
Bella Duchessa, mi spiace infinitamente per la causa che vi impedisce di venire a cena questa sera a Saint Cloud. Divertitevi, vi supplico. Porterò le vostre scuse all'Imperatrice e vi prometto di farle accettare.A presto, ma dal fondo del cuore. Tutto vostro Nigravindirizzata a rue Bayard -
Parigi Domenica
Bella Duchessa, L’arrivo dell'Imperatore prima annunciato e poi smentito, è ancora incerto. Non so più nulla. Ma penso che sua maestà non debba tardare a rientrare a Saint Cloud.A presto, spero, e credete, vi prego, all'espressione dei miei sentimenti più devoti Nigra
Mercoledì
Cara Duchessa, Giungo in questo momento.Mr Fremy mi ha pregato di dirvi che mette a vostra disposizione per quel giorno il suo palco all’Opéra. Mr Fremy vi incontrerà nel palco e verrò anch'io se andrete. Non oso proporvi di accompagnarvi, col rischio di compromettervi. Il palco ha [sei/dieci] posti e si trova al piano terra. Basta chiedere del palco di Mr Fremy.Sarete gentile di farmi sapere se accettate. Mille cose amabili da parte del vostro devoto Nigra
CORRISPONDENZA COSTANTINO NIGRA ANTONIO GALLENCA - GIORNALISTA - 1890
CARTEGGI
Località indecifrabile, 15 febbraio 1883
Caro Conte Nigra,ho ricevuta la lettera della E.V. dell'11 del corrente nella quale Ella mi fa parte di un dispaccio del Ministro degli Esteri Mancini, molto lusinghiero verso di me.Prego l'E.V. di gradire i miei più sinceri ringraziamenti e al Ministro e alla E.V. E rimango sempre a disposizione del Governo e dell'Ambasciata ove Io poassa in alcun modo essere utile.Devotissimo A. Gallenga
Località sconosciuta, 5 luglio 1883
Ill.mo Sig. Conte,mi permetta di rallegrarmi con V.E. del felice ritorno dai disagi e dai perigli delle feste moscovitiche. Verrei a trovarla, al malgrado della distanza, se non temessi di distrarla dalle molte e gravi occupazioni. Ella sa che Io son sempre ai suoi ordini, tanto quando sono in città, come ora sino a sabato, quanto in campagna dalla quale una lettera o un telegramma può sempre richiamarmi, quando mi dia la speranza che l'opera mia possa esserle utile. Devotissimo A. Gallenga
The Falls - Chepstow, 30 ottobre 1890
Caro Conte Nigra, mi perviene oggi per via di Perugia la gentilissima sua del 24, in data d'Acqui, e non saprei in quali parole Io potere degnamente ringraziarla di aver avuto la bontà di ricordarsi di me e di darmi opportunità di contraccambiarle le più cortesi espressioni. Ciò ch'Ella mi scrive per rapporto alla fuga e sopravvivenza di Re Edoardo II d'Inghilterra mi riesce estremamente nuovo sorprendente e interessante, tanto più che mi sono molto occupato del misterioso avvenimento a cui ella si riferisce e mi trovo quasi dirimpetto all'antico e quasi intatto Castello di Berkeley, attraverso il Levern (piccolo fiume della Scozia ndr), e nella Contea di Gloucester, sorella di questa di Monmouth. Se il Re fuggì, se fu ospite del Papa ad Avignone e al Castello di Melazzo, sotto la protezione dei Visconti, crederei che cenno di queste vicende potersi trovare negli archivi del papato, sia ad Avignone sia a Roma ed a quelli di Milano e Pavia ed Acqui ed a Melazzo (cittadina in provincia di Alessandria ndr) stesso. Senza qualche documento di questa natura, temo che la tradizione del Castello, per quanto meravigliosa, non potrebbe leggermente trovar fede. Io però tradurrò e scriverò al sig. Walter, proprietario del Times, la sua narrativa e l'iscrizione del Castello. Vorrei bene ch'Ella potesse aggiungere a che data, in che lingua e in che caratteri, e da chi quella iscrizione sia stata posta. Se ciò ch'Io mando al sig. Walter in stampa le sue novelle e le farò anche pervenire il giornale in cui si stampi. Le ringrazio di nuovo della buona memoria e aggiungo ch'Io, già da mia nuora, la Mary Gullarda Stuart, ebbi notizia della visita ch'ella ebbe la gentilezza di fare alla mia famiglia al Palazzo Gallenga o al Mandoleto, ove la di Lei presenza non è, e non sarà per andar da tempo esser dimenticata e dove si spera che la visita possa essere ripetuta e prolungata. Gradisca tutta la mia servitù e sincera stima e amicizia e mi creda suo devoto A.Gallenga
The Falls - Chepstow, 5 novembre 1890
Caro Conte Nigra, ricevo oggi la gent. sua. Il Times di ieri, 4 nov (mio 80 anno compiuto), porta la traduzione della lettera di V.E. e dell'iscrizione di Castel Melazzo, Acqui. Appena Io sia certo del di Lei arrivo a Vienna le manderò ivi il giornale. E intanto proseguirò le mie indagini coi nuovi dati che ricevo dalla seconda iscrizione del Castello. La ringrazio dell'estratto dalla Perseveranza e della promessa dell'invio de La Chioma di Berenice. Io non posso dirle quanto credo che debba esserLe grata tutta l'Italia delle sue pubblicazioni dei Canti Popolari del Piemonte. Io ne conosceva un buon numero quando abitavo a Torino dal 1854 al 1864. Ma l'anno scorso, da Perugia, me ne mandò una più nuova e ricca edizione mia nuora da Perugia. Fortunato Costantino Nigra che può giovare in tanta guisa alla Patria! Mi occupo anch'Io da più di un anno a scriver lettere al giornale La Nazione di Firenze che tendano a far conoscere agli italiani che cosa sia la Nazione Inglese. Le mie lettere non portano altra firma che Gg. Mi rallegro del di Lei ritorno a Vienna. Quasi temevo che le cure della salute potessero indurla ad abbandonare la sua gloriosa carriera. Oh! Perché mai non ci vedemmo più a lungo a Londra? Ella doveva sapere come Io l'avessi veduta e quanto stimata in Piemonte nei bei tempi di Cavour. Mi creda di cuore dell'E.V. servitore ed amico. A.Gallenga
The Falls - Chepstow, 10 novembre 1890
Caro Conte Nigra, le mando a Vienna per la posta d'oggi il Times del 4 corrente che contiene a pagina 10 la lettera di cui le feci cenno nell'ultima mia del 5. Quel giorno stesso Io mandai al Times tradotto, un estratto della lettera inviatami dall'E.V. da Milano, ma finora questa seconda lettera non è comparsa nel giornale; mi farò un dovere e un onore nel mandarglielo. Quel giorno stesso Io scrissi al signor John Anthony Froude, com'Ella sa, il più accreditato scrittore di cose storiche quanto all'Inghilterra ora vivente, e ne ricevetti risposta che, per parte sua, Egli è convinto, sulla testimonianza di Thomas Walt Ingham, Monaco Benedettino del secolo XV, la cui cronaca va dal 1273 al 1422, il cui racconto serve di testo a tutti gli storici susseguenti, che Edoardo II morì veramente assassinato a Berkely Castle e che se alcuno si presentò ad Avignone, sia a Melazzo presso Acqui, esso non poteva che essere uno dei molti impostori che non mancano mai di impersonificare un illustre estinto quando ci sia da guadagnare qualche cosa col porre in dubbio l'autenticità della sua morte. Per parte mia, contavo che il racconto di Walsingham mi sembra per molti capi inverosimile, ma non è che dietro un ragionamento critico, il quale non reggerebbe di fronte all'Autorità di Froude e dell'opinione pubblica in Inghilterra. Io le scrivo a Vienna perché Ella mi annunziò imminente la sua partenza per Milano, ma ora penso che la venuta in Lombardia di Caprivi[i] e Crispi le abbia fatto prolungare il soggiorno a Milano. Ma confido che all'Ambasciata di Vienna lettere e giornali per l'E.V. non possano andar perduti. Mi abbia in memoria se posso servirla e mi creda suo servo ed amico A.Gallenga
The Falls - Chepstow, 2 dicembre 1890
Caro Conte Nigra, ricevo oggi la sua del 24. Ritengo per ora lo stampato di A. Germain. A ciò che spetta la resurrezione o morte di Edoardo II d'Inghilterra Io non ho maggior interesse dell'E.V. anzi non è che per servir lei che Io mi sono finora adoperato in questo argomento. Confesso però che, come amante degli studi storici, una volta che Io sono in ballo non mi ritrarrei e se credessi di poter essere utile. Sono d'accordo con lei su tutti i punti cioè, in primo luogo, dubito che possa provarsi storicamente l'uccisione del Re. Il racconto non stà sull'autorità del Walsingham ma su quella di un cronista anteriore e forse non sincrono. Nel racconto stesso trovo però trovo le seguenti improbabilità: 1° che i signori incaricati dell'uccisione del Re erano sopra ogni cosa ansiosi che il fatto rimanesse segreto, e per ottener questo intento gli passarono per l'ano un ferro rovente attraverso una cannuccia la quale impedisse l'azione del fuoco sino a che il ferro rovente gli entrasse nelle viscere di modo che ne seguisse la morte interna senza che ne rimanesse alcuna traccia al di fuori e sembrasse una morte naturale. 2° la conseguenza di questa incredibile ma non impossibile atrocità fu, secondo la cronaca, l'accorrere al castello di Berkeley, alle grida del tormentato, di tutto il vicinato al quale al mattino furono aperte le porte e mostrato il Re morto "somigliantissimo a quel che era in vita ma col volto orribilmente distorto" dalla tortura che aveva sofferto. 3° con tutto ciò il cadavere fu (non molto dopo) condotto a Gloucester ed ivi sepolto. La data della morte e quella della sepoltura non sono ben determinate. Ora secondo me 4° le persone incaricate dell'uccisione avevano bensì missione di impossessarsi e di perpetuare la prigionia della persona del Re, ma non è ben certo che le loro istruzioni si estendessero fino ad un ordine espresso di farlo morire. 5° quest'ordine bisognava che l'indovinassero e quand'anche non dubitassero fosse quella la volontà della Regina e di Mortimer, non erano però certi che la Corte rimanesse per anni o per mesi alla testa del paese e che, in un rovescio qualunque di fortuna, la nazione non facesse indagini sulla morte misteriosa del Re e scoprendoli non punisse gli uccisori. 6° il miglior piano d'azione pei carcerieri del Re era di far credere alla di lui morte ma farlo sparir dal mondo ed averlo sempre alla mano tanto da poter produrlo vivo ogni qual volta che divenisse necessario ed opportuno, soltanto alla vista di chiunque potesse rivelarne il soggiorno. L'esecuzione di un tal progetto di uccisione sarebbe stata bestiale, e se a dar polvere negli occhi era necessario non solo uccidere ma torturare colui che voleva esporsi come il Re morto, lo stratagemma fu non meno stupido che disumano. Ciò però si rendeva nondimeno compatibile con l'evasione e con la supposta morte del Re. Se non ché il supposto Re fuggitivo suggerì che il morto sepolto in sua vece a Gloucester fosse il Portiere del Castello, ucciso dalla mano stessa del Re e senza metter l'allarme nel Castello. In tutto il resto il racconto di Manuel De Fiasco è plausibile; e si può ammettere che Egli vedesse il supposto Re che per più di 15 giorni fu ospite di Papa Giovanni XXII in Avignone. Il male è che la lettera del Fiesco è senza data né porta la data dell'arrivo o della partenza del supposto Re, né alcuna di quelle dei suoi susseguenti viaggi da Avignone a Parigi, di là in Brabante, a Colonia, attraverso Germania a Milano, di là a Meluzzo (presso Acqui), per due anni e mezzo, poi a Cecina (presso Voghera) nella provincia di Pavia; a Cecina dimorò per altri due anni, sempre rinchiuso, dopo di ché il Fiesco nulla ha più a dire di lui, sia che fosse morto, sia che fosse traslocato altrove dove morisse sconosciuto e dimenticato. Accettando il racconto di Fiesco come perfettamente autentico, malgrado la mancanza di date, resta sempre il dubbio se, tanto il Papa come il suo notaio, vedessero il Re o un avventuriero qualunque che lo personificasse. Per giungere alla verità di un fatto così scabroso gioverebbe: 1° rimontare alla sorgente del racconto tragico di Berkeley per sapere su che veramente si fondino le cronache di Walsingham e C. 2° vedere il cartolario originale da cui è attinta la narrativa del Fiesco. Pel primo scopo se si affidasse a me mi converrebbe andare a Londra ed esaminare tutti i cronisti di quella età. Pel secondo bisognerebbe che Io potessi mettermi in comunicazione col signor A. Germain e perciò ch'Io sapessi dove scrivergli il che farei volentieri. Il suo opuscolo non porta altro che il di lui nome e non il nome dello stampatore od editore. In Inghilterra non saprei a chi dirigermi ma a Parigi dovrebbe essere persona conosciuta. Penso che, oltre la narrativa di Manuele De Fieschi si trovano, in questo opuscolo, note importanti tratte da sorgenti inglesi che si riferiscono a molti fatti sincroni e relativi al fatto principale che ci interessa. Dalle quali mi pare che si rilevi: 1° che per molti anni l'opinione pubblica rimase in dubbio sull'uccisione di Edoardo II.; che probabilmente la parte che Mortimer avesse sia nella morte sia nella evasione di Edoardo III mise quel Re in sospetto e in avversione di quel ruolo di mandante e fu probabilmente una delle ragioni che lo condussero al supplizio. 2° che Malhavar che fu uno dei custodi del vecchio Re e si credette uno dei colpevoli della di lui vera o supposta uccisione, rimase per lungo tempo in uggia a Re Edoardo III e non rientrò nel suo favore che dopo molti anni ottenendo da lui il perdono di quel che aveva fatto durante il regno del padre accordandogli col perdono anche una mercede che poteva aver meritato, sia come autore dell'uccisione che come l'autore dell'evasione. La prego caro Conte Nigra di perdonare la sterminata lunghezza di questa lettera che Io temo non potrà o non vorrà leggere da un capo all'altro, e mi dichiaro sempre suo devotissimo A. Gallenga
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The Falls - Chepstow, 11 dicembre 1890
Caro Conte Nigra, la ringrazio della sua dell'8 e delle cortesi parole a favore della vita inglese. Scrissi quelle lettere a richiesta dei Peruzzi che sono tra i pochissimi amici che mi restano in Italia. Tra esse ve ne è ora una che comparve ne La Nazione, in data del 20 maggio, intitolata "Lingua e letteratura inglese" nella quale appunto si accennava il contrasto fra la fertilità letteraria di questo paese e la sterilità del nostro, e se ne accennavano le troppe ovvie ragioni. Io però dietro il suggerimento di V.E. ritornerò su quel soggetto. Il Barbera non si è deciso sulla convenienza di pubblicare una seconda serie di quelle lettere. Se finisce col tirarsi indietro ne farò offerta a qualche altro editore, Treves o altri a Milano. Una delle ragioni per cui non si stampa e non si scrive in Italia è perché non si legge, perché vi è nulla leggibile, e non vi é perché non vi é chi paghi lo stampatore o l'autore. Per me mi son fatto un patrimonio in Inghilterra. Non ho mai avuto uno spazio in Italia, né mai un cenno di stima o di amore. Ingrata Patria? Mi rallegro di veder V.E. tra i senatori e rimango sempre devoto servitore ed amico. A Gallenga
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The Falls - Chepstow, 24 dicembre 1890
Caro Conte Nigra, ricevo la gent. sua del 19 in data da Vienna colla lettera di James de Froude[i], il verso latino colla traduzione francese, entrambi senza data e senza scrivere che Io gliela rimandi e son pronto a farlo. Ma quanto al copione non so Io da che punto cominciare. Letto tutto e da ciò che ho potuto leggere in tutte le opere storiche che ho presso di me sulla storia inglese, Io ho ritenuto grave dubbio che la morte di Edoardo II avvenisse al Castello di Berkeley come lo descrivono le cronache, e perciò davo le mie ragioni. Supponendo che l'E.V. abbia ricevuto il Times che Io le mandai a Vienna, e dove davo, tradotta in inglese, la parte della di lei lettera che si riferiva alle rivelazioni di Melazzo. Tre o quattro giorni dopo comparve una seconda mia lettera nello stesso giornale in cui si citava la nuova iscrizione pervenutami in una seconda sua lettera. Sotto la mia seconda lettera il Times stampò una lettera anonima nella quale si dichiarava ex cathedra, che la morte di Re Edoardo II a Berkeley Castle era un fatto storico su cui non poteva cader dubbio. E nello stesso senso mi rispose anche il distintissimo storico J.A. Froude, al quale mi rivolsi chiedendo se col far dette indagini si potesse recare in luce ciò che poteva esserci di vero. Io diedi all'E.V. ragguaglio di tutto l'operato e poi aspettai sue nuove da Vienna ove Io la credeva arrivato sano e salvo da parecchie settimane. Io non ho la minima difficoltà a credere il documento Fieschi perfettamente genuino; e i molti fatti a cui si riferisce in ciò che avveniva in Inghilterra durante il regno di Edoardo III, sono conformi alla verità storica. Mi resta sempre il dubbio che l'individuo che si presentò al Papa in Avignone e che poi nelle apparizioni in Piemonte e Lombardia fosse o non fosse il personaggio ch'Egli si annunziava. Se perciò Ella non creda opportuno di ottenere dal signor Germain il permesso di mettere in luce il suo documento Io non posso che rinviarlo a V.E. e così farò appena Ella mi onori di una sua risposta decisiva. Non mi è pervenuta da Milano la sua pubblicazione di cui Ella mi mandò cenno critico estratto dalla Mi creda Caro Signor Conte sempre devoto A.Gallenga
&
The Falls - Chepstow, 30 dicembre 1890
Caro Conte Nigra, tante grazie della sua del 25. Mi rincresce della morte del sig. A. Germain e più della perdita di tempo cagionata a V.E. nel far ricerca di lui. Non v'é dubbio che con coraggio e pazienza si verrebbe a capo di trovare, e in Inghilterra e in Francia, i documenti che potessero apportar luce sulle circostanze della fine tragica di Re Edoardo II d'Inghilterra e Io lo farei volentieri, se fossi giovane e potessi viaggiare e fermarmi in tutti i luoghi opportuni e se potessi, secondo l'espressione di Balilla domandar "Chi mi paga"? Potrei anche aggiungere "Chi mi ringrazierebbe?" se riuscissi nell'impresa. Confesso che Io sperava che la di lei lettera stampata nel Times avesse creato qualche interesse in questa buona gente inglese. Ma no, chi è morto è morto, e salute ai vivi. Vi sono nella storia d'Inghilterra, d'Europa e del Mondo cento fatti storici di cui premerebbe sapere il vero più che sul conto della morte di quel povero Re dannulla. Ma oramai non si tratta più di verificare le cronache del XIV secolo, basta bene sapere ciò che si debba credere delle asserzioni che ci si affacciano nelle colonne del Times e dei suoi confratelli. Tutto sta in fondo al pozzo. Le rimando con molti ringraziamenti l'opuscolo del defunto signor Germain e con un Buon Capodanno ed offrendole qualunque servizio in cui possa valere, la prego di credermi sempre dell'E.V. devotissimo A.Gallenga
&
CARTEGGIO
COSTANTINO NIGRA Don GIUSEPPE BOGGIO
Prevosto di Villa Castelnuovo
la chiesa di Villa Castelnuovo dedicata a Maria Assunta
1893 - 1907
BIOGRAFIA
Sappiamo pochissimo di Don Boggio.
Originario di San Giusto Canavese fu consacrato sacerdote nel 1853 all'età di 27 anni. La corrispondenza inizia nel 1893 e Don Boggio è Prevosto della parrocchia di Villa Castelnuovo, dove morirà due mesi dopo la scomparsa del Nigra, all'età di 81 anni.
CARTEGGIO
Monza, 31 ottobre 1893
Riverito Signor Prevosto, Mi permetto di mandarle qui unita una cesta contenente 6 fagiani, provenienti dalla caccia Reale a cui S.M. il Re mi fece l'onore di invitarmi. Voglia gradirli come segno del mio riconoscente animo, e mi creda, come mi pregio di essere della S. V. Rev.ma devotissimo Nigra
Vienna 21 ottobre 1894
Rev.mo Sig. Prevosto, all’occasione della ricorrenza della commemorazione dei defunti, la prego di dire le preghiere rituali nella cappella dove riposano i miei cari morti. Ella riceverà a tal fine la somma di £. 30 da mio cugino sig. Giovanni Revolti. Voglia credermi suo dev.mo Nigra
Vienna 1 aprile 1895
Rev.mo Signor Prevosto, mentre La ringrazio di avere colla solita cura compiuto le funzioni religiose in memoria del mio sempre compianto fratello, Le dò avviso che la Banca d'Italia Le farà avere la somma di £ 40, per rimborso di spese e onorari relativi alle funzioni stesse. Voglia poi gradire gli attestati delle mie ben disposte osservanze Suo dev. Mo Nigra
Vienna 2 marzo 1897
Rev.mo Sig. Parroco , nella ricorrenza del decesso del mio sempre compianto fratello, la prego di celebrare, secondo il solito, l’ufficio mortuario, e le preghiere alla cappella gentilizia. Ella riceverà a tal fine dalla Banca d’Italia la somma di £. 80, di cui 40 sono destinate ai di lei onorari, e le altre 40 la prego di distribuirle ai più poveri della parrocchia, presenti alle celebrazioni. Voglia poi a suo tempo aver la bontà di riferirmi, e mi creda suo dev.mo Nigra
Vienna 5 ottobre 1897
Mio rev.mo Signore, dalla Banca d'Italia Ella riceverà in questi giorni la somma di £ 80, delle quali prego Lei di ritenere per sé £ 40 in corispettivo dell'ufficio funebre che vorrà celebrare nella cappella in memoria del mio compianto fratello dr. Michelangelo il giorno della commemorazione dei morti; le altre £ 40 Ella vorrà farle distribuire in mio nome alla povera gente della parrocchia che interverrà alla funzione, e ai poveri ammalati che non potranno intervenire. E ringraziandola anticipatamente Le rinnovo l'espressione dei miei più distinti complimenti. Suo dev.mo Nigra
Vienna 2 marzo 1898
Rev.mo signor parroco, Ella riceverà dalla Banca d'Italia la somma di £. 80, delle quali La prego di ritenere 40 per Lei in compenso dell'ufficio funebre che Le raccomando di celebrare, nella forma solita, all'occasione dell'anniversario della morte del mio compianto fratello Dott. Michelangelo. Le rimanenti £. 40 Ella si compiacerà di distribuire ai più indigenti parrocchiani che verranno ad assistere alla cerimonia, o che siano ammalati. Voglia poi rendermi conto di ogni cosa, e gradisca i miei migliori complimenti Dev.mo Nigra
Vienna, 10 ottobre 1899
Rev.mo signor Parroco, alla ricorrenza prossima della commemorazione dei defunti La prego di fare il solito ufficio religioso alla cappella dove sono le tombe dei miei compianti genitori e fratello.
A tale scopo Ella riceverà dalla Banca d’Italia la somma di £.80, delle quali sono a Lei destinate per l’ufficio £.40, e le altre 40 sono destinate per elemosine ai poveri di Villa assistenti all’ufficio, o ammalati. Le sarò poi grato se vorrà a suo tempo rendermi informato dell’esecuzione di questo mandato a lei affidato. Voglia credermi Suo dev.mo Nigra
Vienna 5 ottobre 1900
Rev.mo Signor Prevosto, mi permetto di pregarla di restituire alla Margherita Nigra l’unito certificato. Questa donna, certamente mal consigliata, sollevò delle pretese a proposito della vendita da lei fatta regolarmente d’un piccolo pezzo di terreno dove sorge la cappella mortuaria di mia famiglia. Quel pezzo di terreno, secondo le testimonianze le più accreditate, quelle fra altro, di mio cognato Cav. Derossi, e di mio cugino il geometra Revelli, fu pagato il doppio del suo valore, e con pieno consenso della proprietaria. …dunque io non ammetto in proposito alcun reclamo, se non dinanzi al tribunale. A titolo di sussidio, le feci offrire altra volta una piccola somma (se ben ricordo, 20 lire) per mezzo del Cav. Angelo Derossi. Essa rifiutò quel sussidio. Debbo conchiudere che la Margherita Nigra crede d’aver dei diritti, e allora li eserciti, ovvero che non è abbastanza povera da rifiutare un sussidio, che in verità è molto modesto, ma che sarà accettato con riconoscenza da persona più povera. Confido nella di lei bontà per essere scusato di questa commissione. Intanto fin d’ora la prevengo che ella riceverà dalla Banca d’Italia la somma di £. 80 per le solite funzioni e benedizioni alla cappella all’occasione della prossima solennità d’Ognissanti e commemorazione dei defunti. E mi creda suo dev.mo Nigra
P.S. Della somma di £. 80, ella riterrà per i suoi onorari, e per le funzioni religiose £. 40, e le altre £. 40 ella vorrà distribuire alle persone più povere fra le ammalate e fra quelle che avranno assistito alla funzione
Vienna 13 ottobre 1901
Mio rev.mo Signore, Dalla Banca d'Italia Ella riceverà in questi giorni da Roma la somma di £. 80, dalle quali prego la S. V. rev.ma di voler ritenere la metà cioè £. 40 per l'ufficio religioso ch'Ella vorrà celebrare alla cappella mortuaria di mia famiglia, nell'occasione della commemorazione dei defunti, a suffragio delle anime dei miei compianti genitori e di mio fratello Michelangelo. Le rimanenti £. 40, desidero Siano distribuite, per di Lei mano, e in nome mio, ai più poveri parrocchiani che assisteranno a quella commemorazione alla cappella. Pregandola di riferirmi a suo tempo, Le offro, rev.mo signor parroco, l'espressione dei miei distinti sentimenti C.te Nigra
(retro della lettera)
Villa C. - ottobre 1901
Eccellenza, Godo poterla distintamente riverire mentre le accuso ricevuta delle lire ottanta che le piacque inviarmi ed ho ricevuto ieri con relativo vaglia postale dalla Banca d'Italia. Eseguirò fedelmente la di lei pia volontà espressami nella sua preg.ma del 13 corrente, e a suo tempo gliene darò ragguaglio con tutto … Obb. Dev.mo servo don Boggio
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Vienna 5 ottobre 1902
Rev.mo Signor Parroco, dalla Banca d'Italia Ella riceverà la somma di lire 80, destinata per metà a Lei per il servizio funebre all'occasione del giorno dei morti, da celebrarsi all cappella del cimitero dove sono sepolti i miei compianti genitori e fratello; e per metà ad elemosine da distribuirsi ai più indigenti parrocchiani che assisteranno alle funzioni. Voglia poi aver la compiacenza di rendermi conto della funzione, e gradire i miei più distinti complimenti Dev.mo Nigra (retro della lettera)
Villa, 8 novembre
Eccellenza Attendevo il momento di aver solenizzato la sacra funzione funebre ordinatami in suffragio dei compianti suoi parenti per dargliene subito ragguaglio, e adesso soltanto posso adempiere al mio dovere causa la mia malferma salute. Io ho fatto del mio meglio secondo il solito per rendere la s. funzione esser più edificante, non tralasciando di invitare la popolazione ad intervenirvi con vera divozione, pregando specialmente pei di Lei defunti, in riconoscenza dei tanti benefici da Lei ricevuti. Le donne dietro il buon esempio Della sig.ra Contasso (?) Teresina e sorella sono intervenute in bel numero con devoto raccoglimento tanto alla messa come alla processione alla di Lei cappella nel campo santo, e nel ritorno alla chiesa per la messa.
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Lettera inviata dal Nigra a don Pietro Cerutti, arciprete di Borgomasino, il 7 settembre 1903 (originale) Ambasciata d'Italia Vienna - 7 settembre 1903
Mio Rev.mo Signore, aderisco cordialmente alla dimostrazione di stima e d'affetto verso il reverendo D. Boggio, prevosto del mio amato nativo villaggio di Villa Castelnuovo; ed all'occasione del suo giubileo sacerdotale, gli mando i miei migliori saluti, e voti sinceri di lunga e prosperosa vita. Voglia Ella rendersi interprete Di questi sensi presso il festeggiato, e mi creda Suo dev.mo Nigra
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CARTEGGIO COSTANTINO NIGRA E LA FAMIGLIA - 1861 - 1906
Il carteggio copre l'arco di tempo che va dal 1861 al 1906 e comprende lettere del Nigra al fratello Michelangelo, alla famiglia della sorella Virginia, al figlio Lionello ed alla nuora Teresa.
Il fratello Michelangelo (nato nel 1833), cieco dall'occhio destro, si laureò in medicina e rimase scapolo; esercitò la professione di medico a Castellamonte dove visse sino alla morte avvenuta nel 1893, per un tumore all'intestino.
Nigra gli fu legato particolarmente per tutta la vita in quanto era stato involontariamente la causa della sua cecità, avvenuta durante un gioco da ragazzi negli anni 1830.
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La sorella Virginia (nata nel 1830), sposò in prime nozze il notaio Giacomo Mattioda di Castellamonte da cui ebbe due figli: Michelangelo e Ludovico (cieco dalla nascita). Poi rimasta vedova nel 1860, si risposò nel 1877 con il cugino (da parte materna) Angelo De Rossi, da cui ebbe un figlio, Natale, nato nel 1878. Nigra, come costume dell'epoca, non si rivolge quasi mai, nelle sue lettere, alla sorella, ma agli uomini di casa, il cognato Derossi ed i nipoti. La famiglia Derossi Nigra abitava a Castellamonte, in una bella villa sulla collina del Castello dei Conti di San Martino, passata poi in proprietà al nipote dottor Costantino, figlio di Natale. Il nipote Natale ebbe vari incarichi fiduciari dal Nigra, legati alla gestione di lavori e incombenze varie di famiglia.
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La moglie, Emerenziana Vegezzi Ruscalla, figlia di Giovenale e di Felicita, sposò Nigra nel settembre 1855 nella chiesa di San Vito sulla collina di Torino. Gli sposi vissero insieme per qualche anno ma poi Lei si rifiutò di seguire il marito una volta diventato Ministro Residente a Parigi nel 1860. I due quindi seguirono percorsi di vita diversi, legati esclusivamente dal figlio Lionello che peraltro non diede al padre le soddisfazioni che si attendeva da lui. Della corrispondenza tra i due non esiste traccia alcuna essendo confluita negli archivi Vegezzi Ruscalla mai giunti nei fondi della famiglia Nigra e presumibilmente dispersi.
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Il figlio Lionello fu, per molti anni, uno dei crucci principali del Nigra. Di carattere bizzarro e vivace, da bambino venne alle mani col figlio dell'Imperatore Napoleone III, Luigi suo coetaneo (erano nati entrambi nel 1856) quando frequentò il Collegio a Parigi da cui il padre lo tolse inviandolo a studiare in Germania. Frequentò la Facoltà di Ingegneria e Scienze Naturali di Torino in cui si laureò tardivamente in geologia e mineralogia, scienza che tentò di sviluppare con scarso successo. Culturalmente era abbastanza ben educato tanto da coltivare la passione della montagna con Quintino Sella e comporre, sull'esempio del padre, una raccolta di poesie pubblicate postume dalla moglie Teresa (e conservate al Centro Studi Nigra). Morì improvvisamente di infarto, appena un anno dopo la morte del padre, nel 1908. Su di lui si perdono le ricerche delle Memorie Diplomatiche, scritte dal padre e mai ritrovate. In un intervista, comparsa sul quotidiano La Stampa di Torino nel luglio del 1907, due giorni dopo la morte del padre avvenuta a Rapallo, Lionello dichiarò che il padre aveva affidato a lui le sue carte con preghiera di non pubblicarle prima che tutti i protagonisti delle vicende politiche fossero scomparsi dalla scena. Nè le Memorie nè il Testamento furono mai ritrovati, purtroppo.
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Teresa Marten Perolin sposò segretamente (con dispensa dalle pubblicazioni) Lionello Nigra il 17 novembre 1884. Era figlia di Giovanni Marten Perolin e Carolina Presbitero ed era nata nel 1864 a Vico Canavese dove risiedeva. Il padre era stato un valoroso combattente nella guerra del 1859, in cui aveva perso una gamba e per questo aveva ottenuto un importante riconoscimento da Napoleone III. Nigra seppe del matrimonio dal fratello Michelangelo e ne fu offeso per non esserne stato informato dal figlio, che avrebbe dovuto, secondo le usanze del tempo, chiedergli l'autorizzazione. Per questo e altri motivi legati alle considerevoli spese che Lionello sosteneva, il padre mantenne col figlio, per molti anni, rapporti assai tesi che si stemperarono soltanto negli ultimi anni di vita. Con la nuora invece i rapporti furono sempre di cortese considerazione.
LETTERE AL FRATELLO MICHELANGELO
Parigi, 13 settembre 1861 - Legazione d'Italia
Carissimo fratello, Ti mando il forcipe oggi stesso, e il Casean, edizione del 1862; vedi se è recente! Ti mando inoltre il più bel fucile che sia uscito dalla Manifattura imperiale di Saint Honoré. Fu fatto appositamente per me con molta cura dal signor Escoffier, direttore dello Stabilimento. E' un'arma di tutta precisione e di lavoro finito di cui non si può avere il simile per 1000 franchi in tutta Francia e Navarra. Domenica scorsa nel Parco dei Rothschild, a La Ferriére, uccisi, nella giornata, 55 tra pernici e lepri. Vero è che ce n'era come l'arena del lido, e uno dei miei compagni ne uccise fino ad ottanta in cinque ore di caccia. Troverai forcipe, Casean e fucile alla Maternità insieme a questa mia. Tuo affezionatissimo fratello Costantino Nota: il Casean, edizione del 1862, dovrebbe essere un trattato di Pediatria poichè Michelangelo Nigra era Medico Pediatra laureato a Torino e specializzato a Parigi
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Parigi, 30 gennaio 1867
Carissimo fratello, tu scrivi come un finanziere consumato. Vorrei che il rendiconto di Scialoja assomigliasse al Tuo. Ti ringrazio delle informazioni che mi dai; ma ti ripeto quello che ti scrissi alcuni giorni orsono. I proventi dei beni devono essere impiegati, detratte le imposte, ai tuoi bisogni e a quelli della sorella. I proventi degli altri cespiti vorrei che Tu li impiegassi nell'affittarti una casa a Castellamonte, dove dovresti vivere più comodamente che a Castelnuovo. Se a questo fine ti occorrono denari, scrivimi e te li manderò. Ti abbraccio caramente. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 13 giugno 1877
Carissimo fratello, rispondo subito alla tua lettera autorizzandoti a fabbricare il piccolo casotto nella vigna, ma a condizione che impiegherai in quella spesa la mia parte delle L. 2.500 ricavate dalla vendita delle 4 camere della casa dello zio Luigi, più le L. 1.250 che riceverai dal sig. Vanetti in questi giorni. A questo modo rimarrà a tua disposizione la quota che ti appartiene dalla vendita suddetta, e così potrai fare il tuo viaggio di vacanza a Roma e Firenze e anche Venezia. E' questa una condizione sine qua non ch'io pongo al mio compenso. Giacché parliamo di cose che toccano alla successione di famiglia, ti esprimo il desiderio che tu faccia procedere all'assestamento dei nostri conti comuni con nostra sorella Virginia. E' necessario che ciò che le spetta sull'eredità paterna e materna venga liquidato amichevolmente. Essa ha figli, ed uno di essi è, credo, di già maggiorenne. Io non voglio aver seccature da questo lato. Fra te e me non ci saranno mai questioni di nessuna specie, e rimarremo indivisi, finché avremo vita. Ma Virginia ha da tutelare gli interessi dei suoi figli ed è bene che si liquidi la sua parte. Io mi offro a sottostare a tutte le spese che comporterà questa divisione. Pensaci e mandami poi il modulo della procura che farò in capo a te. Godo che Lionello continui ad avere discreta condotta. Incoraggialo e non perderlo di vista. La mia salute è abbastanza soddisfacente. Ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 25 aprile 1878
Carissimo fratello, ti ringrazio dell'ultima lettera. L'inverno è finalmente passato e la Neva ha fatto da dieci giorni la solita debacle. La ricomparsa del sole e d'un tempo più mite mi ha fatto bene ed ora mi trovo in buona salute. Non aver dunque inquietudini. Riceverai per mezzo di Vanetti, la somma di Lire 1.000 per la pensione di Lionello. Voglio sperare che si conduca meglio, se non avessi avuto sul suo conto tanti disinganni. Abbi cura della salute. Spero vedervi nella estate o nell'autunno. T'abbraccio di cuore. Il tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 18 luglio 1878
Carissimo fratello, la tua ultima lettera mi giunse doppiamente gradita giacchè, oltre alle tue buone nuove, essa mi recò notizie un po' più soddisfacenti su mio figlio. Dal sig. Vanetti riceverai in questi giorni L. mille per la di lui pensione e spese. Andrò presto in congedo. Passerò una quindicina in Germania e Svizzera e capiterò in Italia tra la metà e fine di agosto. Te ne avvertirò in tempo affinchè tu possa venire a vedermi in Torino. Ti mando quì unita una lettera del Nigra fu Domenico del Capriolo (regione del Comune di Castellamonte ndr); ti prego di rispondere loro in mio nome, che l'eredità menzionata dalla Gazzetta del Popolo è una favola, e che io non ho mai avuto la minima notizia del loro fratello, il quale ha dovuto morire or son più di 30 giorni in Algeria. Vedrò con interesse i disegni della casupola che stai meditando. Ben inteso hai i pieni pienissimi poteri e ti autorizzo di fare di quella proprietà tutto ciò che ti piacerà. Ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 21 luglio1878
Carissimo fratello, ti informo fin d'ora che anticiperò la mia corsa a Torino. Ci sarò il 2 agosto. Ti scriverò ancora da Parigi. Ma intanto tienti libero da ogni impegno per questa data. Ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Parigi, 322 rue Saint Honorè - 26 luglio 1878
Carissimo fratello, salvo contr'ordine sarò a Torino il 2 agosto. Ti prego di venire a vedermi all' Albergo d'Europa e pranzare con me detto giorno 2 agosto, venerdì, alle 7. Conduci anche Lionello e fammi il piacere di dire a Vegezzi (la moglie Emerenziana ndr), a Virginia e a suo marito Derossi, che li vedrei tutti con piacere a pranzo da me in quello stesso giorno. Conto sopra di te e nella speranza di abbracciarti presto ti mando i miei più affettuosi saluti. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Aix Les Bains (su carta intestata con una rondine e la scritta intorno -Je reviendrai-)
22 agosto 1878
Carissimo fratello, ho preso una quindicina di docce e bagni a Aix e mi trovo abbastanza soddisfatto della mia cura. Vado a completarla a St Moritz-Bad (Svizzera cantone dei Grigioni) dove vi prego di scrivermi! Fammi il, piacere di far ritirare all'Albergo d'Europa un pacco col tuo indirizzo, contenente un orologio con catena d'oro che ho comperato a Ginevra per Lionello. Rimettilo a Lionello e digli che mi scriva a St Moritz-Bad. Ho pure comandato a Ginevra un orologio pel nostro nipote Ludovico. Quest'orologio ha le ore marcate in rilievo affinchè il povero cieco possa trovarle toccando il quadrante con le dita. La catena destinata a quest'orologio è unita al pacco predetto. Ma l'orologio ti sarà spedito direttamente da Ginevra dalla ditta di fabbrica Pathek-Philippe & C. Sta sano ed ama il tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Parigi, 422 rue St Honoré - 2 ottobre 1878
Carissimo fratello, eccomi in Parigi da dieci giorni circa, donde partirò per Pietroburgo fra un mese, salvo incidenti imprevisti. Scrivimi all'indirizzo quì sopra indicato durante tutto ottobre. Da Ginevra mi fu scritto che l'orologio per Vico (il nipote Cieco Ludovico ndr) fu mandato. L'hai ricevuto? Io ti ho spedito di quì, per la ferrovia a piccola velocità e franche di porto, tre casse, una contiene libri, un'altra libri ed una pelle di lupo, la terza un mio ritratto fatto sopra una fotografia, tutte e tre le casse ti sono indirizzate. Dì a Lello che mi scriva e digli che fui molto attristato di non averlo trovato a Castellamonte quando vi andai. La sua assenza ha diminuito il piacere che ho avuto di essere stato in mezzo a voi. Saluta Virginia e Derossi ed ama il tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 26 dicembre 1878
Carissimo fratello, ho ricevuto oggi la tua del 20 e rispondo subito. Volevo scriverti da Parigi prima di partire per Pietroburgo ma poi fui preso dalle occupazioni e dalle visite di congedo dell'ultima ora, ed appena giunto qui fui colpito da una grippe (influenza ndr) ostinata che mi tormentò per tre settimane. Ora sono quasi guarito ma mi rimane ancora un po' di bruciore alla gola, che, spero, se ne andrà anche lui. L'inverno qui è relativamente mite. La Neva (il fiume di Pietroburgo ndr) si agghiacciò soltanto da dieci giorni, e finora il termometro non scese al di sotto di dieci gradi di freddo. Mi congratulo con Te per la ballata che m' hai mandato a Parigi. E' proprio bellina. Non ti sapevo questo talento pratico. Bravo davvero. Coltivala quanto puoi questa benedetta poesia. La musa è spesso una ottima consolatrice nella noia della vita. La cassa del miele mandatami da Derossi (il cognato ndr) mi è pervenuta tre giorni orsono. Ho già gustato il miele che è eccellente e molto profumato. Il gusto è fine e potrebbe competere con quello di Chamonix se fosse altrettanto bianco e profumato come quest'ultimo. Mi rincresce di non aver mandato da Parigi a Derossi un saggio del miele di Chamonix affinchè potesse farci sopra degli studi comparativi. Ma la prima volta che passerò a Parigi non dimenticherò di farlo. La cosa merita attenzione perchè il miele di Castellamonte è veramente buono e perchè diventi perfetto non gli manca che un maggior grado di purificazione ed un colore meno giallo. Ti prego di ringraziare Derossi per quest'invio. Ma veramente me ne mandò troppo. Ne avrò per parecchi anni. Sventuratamente il freddo eccessivo fece crepare una decina di vasi di vetro. I vasi in terra resistettero tutti. Se avrò un'occasione per Parigi farò spedire a Derossi da colà qualche vasetto di miele di Chamonix, anche prima che io torni a Parigi. Insomma se arriverà del miele al suo indirizzo saprà di che si tratta. Scrivo a Vanetti (probabilmente un funzionario del Ministero degli Esteri ndr) che ti mandi L. 1.000 per la pensione di Lello (il figlio Lionello -all'epoca 22nne- che aveva un appannaggio mensile dal padre ndr) al quale dissi che aspetto una sua lettera che mi informi di quello che fa e che intende fare. Scriverò pel Ferrero Vercelli (presumibilmente un tutore di Lionello ndr). Saluta Virginia e Derossi. Ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 6 marzo 1879
Carissimo fratello, ti scrivo per rassicurarti della mia salute che è abbastanza buona. Malgrado tutte le chiacchiere dei giornali e malgrado l'incredibile bévue (abbaglio ndr) del D.re Boskine, che è la prima autorità medica in Pietroburgo, non c'è affatto peste in questa città, ed il caso segnalato da Boskine è, secondo l'opinione generale, un caso sifilitico. Fatto è che il malato sospetto, Prokofiew, sta infermo da oltre un mese e non è ancora morto. Anche da Astrakhan (città della Russia meridionale ndr) le notizie sono eccellenti. Da circa un mese non vi fu più sulle foci del Volga alcun caso di epidemia. Riceverai da Vanetti la somma di L. 1.000 per le spese di Lionello. Saluta Virginia e Derossi ed ama il tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 23 settembre 1879
Carissimo fratello, partirò in congedo sabato 27 settembre corrente. Spero di poter farti una breve visita nei primi di ottobre. Ti scriverò da Torino e da Milano. Voglimi bene. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Parigi, 422 rue St Honoré - 30 ottobre 1879
Carissimo fratello, ti ho spedito a piccola velocità una cassa di libri ed altre casse contenenti batterie di cucina e lampade, tutte cose che mi erano rimaste dopo il mio cambiamento di posto. Ho fatto pagare il porto sino a Torino. Ho pure fatto spedire a Derossi una cassa di bottiglie di vino di Bordeaux (Pichon de Lougueville) e qualche vasetto di miele del Gatinais. Io partirò fra due o tre giorni da Parigi, e rientrerò in Russia a piccole giornate. Non sarò a Pietroburgo che tra il 20 e il 25 novembre. Verso quell'epoca scrivimi a Pietroburgo e mandami le tue nuove e quelle di Lello. Saluta Virginia e Derossi. Io sono stato un po' raffreddato ma ora sto bene. T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 7 febbraio 1880
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua lettera del 2 corrente. Essa mi ha amareggiato l'anima, come puoi ben pensare. Tu mi domandi le mie istruzioni sul da farsi a proposito di Lionello. Che istruzioni posso io darti? Lionello è maggiore di età. Non vuole ascoltare i miei consigli. Non mi obbedisce. La legge non mi dà alcun mezzo di coercizione. Se vuol correre alla sua perdita ci corra. Io ho fatto il mio dovere verso di lui: se egli non vuol fare il suo verso di me e verso la società e verso il suo paese, ne abbia l'onta ed il danno. Una sola cosa mi resta a dichiarargli e ti prego di fargliela sapere, ed è che oramai, se non fa senno, non deve più contare sopra di me e che non pagherò un centesimo pei suoi debiti, se ne fa. T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 22 giugno 1880
Carissimo fratello, ho ricevuto la tua del 19. Oramai per Lionello ho perso ogni speranza. Non si correggerà più e finirà male. Abbiamo fatto, tu ed io tutto il possibile per mantenerlo sulla buona strada. Non vuole ascoltarci, peggio per lui. Dio gliela mandi buona. Non pago più un solo centesimo dei suoi debiti. Pagagli gli alimenti nella proporzione che crederai e non altro. Non so ancora quando potrò lasciare Pietroburgo. Ti scriverò più tardi su ciò. T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Parigi, 422 rue St Honoré 14 novembre 1880
Carissimo fratello, parto oggi da Parigi per la Russia. Ma mi fermerò per strada una o due settimane e non sarò a pietroburgo che ai primi di dicembre. Quest'anno l'inverno cominciò presto in Russia. La Neva si congelò il 29 ottobre, il che non era accaduto che due volte in due secoli. ma oramai il freddo non mi fa più paura. temo solo l'umidità del disgelo per la mia gola. Credo fai benone non accettando la deputazione. E' un mestiere ingrato, non d'altro fecondo che di contrarietà e di disinganni. Cura la tua salute e sta sano. Ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino.
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Pietroburgo, 25 maggio 1881
Carissimo fratello, ho ricevuto le tue due ultime lettere del 28 aprile e del 19 maggio corrente, e ti ringrazio d'entrambe. Ho scritto a Vanetti perchè ti rimborsi le L. 130 per le campane. Ti prego di dire a Virginia che ho ricevuto a suo tempo i funghi e la lavanda e la ringrazio. I funghi erano eccellenti e la lavanda odorosissima. Dille ancora che la prego di fare ancora quest'autunno una nuova raccolta di funghi secchi e di mandarmeli, e di tenermi pronti dei nuovi sacchetti di lavanda che prenderò con me quando andrò in Italia. Ora vengo all'oggetto della tua ultima lettera. Ti autorizzo a pagare il necessario per la laurea di Lionello. Quanto alla pensione mensile, essa non deve variare perchè non potrei aumentarla per l'avvenire. Scrivimi indicandomi le somme date a Lionello dal primo dell'anno in poi affinchè io possa regolare questo conto. Cura la salute. T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Milano, 12 ottobre 1881
Carissimo fratello, giunsi quì sabato. Oggi parto per Roma. Sarò di ritorno a Milano domenica 16 e senz'altro scendi all'Albergo della Gran Bretagna ove io alloggio. Io devo poi andare di nuovo a Monza per qualche giorno. Se per caso non puoi venire a Milano, allora ti dò convegno a Torino il 26 ottobre corrente. Ma al ricevere di questa lettera rispondimi subito perchè così, spero, potrò avere la tua risposta al mio arrivo da Roma in Milano che sarà nel mattino di domenica prossima. T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 30 settembre 1882
Carissimo fratello, parto in congedo e prima di andare in Italia mi fermerò 10 o 15 giorni a Parigi. Se hai a scrivermi nell'intervallo dirigimi le tue lettere a Parigi, 422 rue St Honoré. T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Pietroburgo, 19 dicembre 1882
Carissimo fratello, partirò fra breve per Londra, ove sarò verso il 4 o 5 gennaio prossimo. Eccoti il mio nuovo indirizzo: 35, Queen's Gate S W London T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Londra 35 Queen's Gate S.W. - 23 aprile 1883
Carissimo fratello, fra qualche giorno partirò per Parigi, Pietroburgo, Mosca ove vado ad assistere all'incoronamento dello Czar. Se hai a scrivermi dirigimi le lettere, sino al 2 maggio a Parigi, 422 rue St Honoré e dopo quella data all'Ambasciata d'Italia a Pietroburgo. Spero che le cose a Mosca si svolgeranno bene e che tornerò sano e salvo. T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Parigi, 30 gennaio 1883
Carissimo fratello, Tu scrivi come un finanziere consumato. Vorrei che il rendiconto di Scialoja somigliasse al tuo. Ti ringrazio delle informazioni che mi dai; ma ti ripeto quello che ti scrissi alcuni giorni orsono. I proventi dei beni devono essere impiegati, detratte le imposte, ai tuoi bisogni e a quelli della sorella. I proventi degli altri cespiti vorrei che tu li impiegassi nell'affittarti una casa a Castellamonte dove potresti vivere più comodamente che a Castelnuovo. Se a questo fine ti occorrono denari, scrivimi e te li manderò. Ti abbraccio caramente. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
Nota:
Antonio Scialoja, Laureato in giurisprudenza a Napoli nel 1841, divenne professore di economia politica all'Università di Torino nel1846. Nel 1844 si era recato per alcuni mesi a Parigi e a Londra incaricato da alcune case commerciali napoletane, entrando in rapporto, in particolare, con l'ambiente culturale parigino. Ritornò nel Regno delle Due Sicilie nel 1848 per diventare Ministro dell'Agricoltura e del Commercio nel governo liberale di Carlo Troja. Arrestato dopo la repressione del 1849, fu condannato all'esilio "perpetuo" e quindi costretto a rifugiarsi nel Regno di Sardegna. A Torino continuò con gli studi di economia approvando in pieno l'indirizzo liberistico del Cavour. Ne sono testimonianza le sue opere più note: Carestia e Governo (1853) e Note e confronti dei bilanci del Regno di Napoli e Stati Sardi (1857). Ritornò nuovamente a Napoli nel 1860, dopo la spedizione dei Mille, per diventare Ministro delle Finanze nel governo provvisorio di Garibaldi. Appoggiò inoltre la fusione delle economie dell'ex regno delle Due Sicilie con gli stati Sardi. Le stesse rigide basi liberiste le applicò a un trattato commerciale fra Italia e Francia che provocò numerose proteste nell'industria italiana, inferiore a quella francese e perciò incapace di vincere la concorrenza. In seguito fu segretario generale al Ministero dell'Agricoltura nel primo Governo Ricasoli del Regno d'Italia, consigliere della Corte dei Conti e senatore dal 1862, Ministro delle Finanze nel secondo Governo La Marmora e poi nel secondo Governo Ricasoli, infine Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Lanza e nel secondo Governo Minghetti.Si dimetterà dall'incarico per la mancata approvazione del suo progetto sull'istruzione elementare obbligatoria.
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Parigi, 422 rue St Honoré - 5 dicembre 1883
Carissimo fratello, sono in Parigi da qualche giorno in congedo. Non so ancora se andrò in Italia. Ma in caso affermativo, te ne renderò informato. Ti ringrazio delle tue ultime lettere e specialmente dell'ultimissima del 27 novembre in cui mi annunzi la commessa affidata a Lionello. Amo sperare che la compirà bene e mi saprà dar profitto per l'avvenire. Fa uso quando lo crederai della lettera al Vanetti. La mia salute è buona. Ho fuggito la nebbia di Londra perchè continuava a tormentarmi la gola. Ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Londra, 35 Queen's Gate S.W. - 8 luglio 1884
Carissimo fratello, ti fo rimettere da Vanetti la somma di L. 1.000 destinate alle riparazioni della casa di Castelnuovo. Vorrei pure un giorno o l'altro andar a rivedere il luogo ove siamo nati; che è pieno della memoria dei nostri poveri morti. E vorrei potervi dormire e condurre con me, al bisogno, un amico e un domestico. Se non bastano le L. 1.000, ti prego di scrivermi ciò che occorrerebbe di più. Vorrei molto fare questa corsa, quando lo potrò; ma se trovo una porta o una finestra che non chiude, scappo subito. Mi rincresce che i San Martino (la famiglia dei conti proprietaria del castello di Villa Castelnuovo ndr) non vogliano cedere le loro rovine. Avrei voluto avere una casa per poterci andare a morire. Se sai che ce ne sia una in un bel luogo, e con molto terreno attorno, fammelo sapere. Ti prego di mandare questa lettera quì unita a Lionello nel luogo ove si troverà. Noi abbiamo una conferenza pendente e non so ancora quando finirà, di modo che ogni progetto di congedo è per ora in sospeso. Sta sano e mandami le tue notizie. Ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Londra, 35 Queen's Gate S.W. - 16 luglio 1884
Carissimo fratello, oggi non posso scriverti che due righe, avendo molto da fare. Ti ringrazio della tua lettera. Per la casa di Castelnuovo vorrei fossero in ordine porte, finestre, pavimento, tetto, travatura. Se ti occorre per ciò altro denaro scrivimi ma fa provvedere a ciò. Pei mobili, se potrò andarci a stare anche per poco, ci penserò io. Credi che sia proprio impossibile l'indurre i San Martino a cedermi la loro rovina, e quello che possiedono a Castelnuovo? Sarei disposto a prender tutto, se vogliono. Il villino di Castellamonte è, e deve rimanere il tuo diporto e la tua distrazione. Se fosse possibile comperare attorno molto spazio, da poterci fare un bel parco di dietro, con bosco da potersi passeggiare molto, forse la cosa mi tenterebbe. Ma senza questo no. Ma per ora fa fare il più urgente che è di riparare la casa di Castelnuovo. Mi rincresce di vedere che Lionello invecchia senza proprio dir molto in senno. Tanto peggio per lui. Speravo che si sarebbe messo a lavorare cogli Scarpella. Ed invece d'esser con loro in Sardegna, batte le strade, che farci? Sta sano e credi all'affezione sincera del tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Londra, 35 Queen's Gate S.W. - 28 agosto 1884
Carissimo fratello, rispondo subito all'ultima tua. Unisco quì una lettera per Derossi per pregarlo di accettare la procura. Leggila, chiudila e fagliela rimettere. La procura gli sarà spedita da Vanetti, vidimata a Roma. Veramente io avrei dichiarato di avere soltanto la casa e i beni di Castelnuovo. Ma accetto tutto quello che a te conviene di fare. Soltanto ti prego, sino a nuovo ordine, di continuare ad amministrare il tutto. Io ti darò ogni anno quietanza per tale amministrazione, affinchè in ogni caso tu non abbia seccature. Se Lionello vuole stabilirsi in Castelnuovo ed amministrare lui quei pochi beni, io vi consentirei volentieri ma a condizione che io riterrò sulla sua pensione, che gli fo pagare mensilmente, le somme equivalenti per il pagamento delle imposte di questi beni e delle assicurazioni contro gli incendi etc; perchè voglio assicurare il pagamento di dette spese. Anzi ti sarei grato di farmi, in tal caso, sapere a quanto ammontano tali spese. E' mia espressa intenzione che finchè tu amministrerai la mia parte di beni, tu disporrai di tutti i frutti di essi e di ogni rendita, non voglio sentir parlare di conti. Ogni anno avrai debita quietanza di ogni cosa. Se Lionello prenderà l'amministrazione, voglio fare i patti ben chiari con lui. Se non risiederà sul luogo non intendo punto lasciargliela. Unisco la noterella del nostro povero padre. Fui molto commosso nel rivedere la sua, non dimenticata, scrittura. Io non sarò in Londra per un mese circa. Ti avvertirò del ritorno. Intanto fa procedere gli atti di divisione; e non hai bisogno di consultarmi ulteriormente per questo. T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Londra, 35 Queen's Gate S.W. - 29 agosto 1884
Carissimo fratello, ho dimenticato di dirti nella mia precedente che, ben inteso, puoi ritirare tutte le botti che vuoi ed ogni cosa che vuoi. Ti ripeto poi che voglio che le spese tutte dell'atrio siano a mio carico. Mandamene quando sarà tempo la nota. Ti abbraccio di nuovo. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Dresda, Victoria Hotel - 2 ottobre 1884 (su carta intestata dell'albergo)
Carissimo fratello, Ti prego di far pervenire a Lionello la lettera qui unita, dopo che l'avrai letta e sigillata. Io sarò di nuovo a Londra fra una decina di giorni. Sono venuto a passare qualche giorno in Germania, parte per affari e parte per fare un'escursione nelle montagne di Sassonia che non conoscevo ancora e che sono veramente originali e strane come formazione geologica. Te le descriverò la prima volta che ti vedrò. Ora sono di nuovo richiamato a Londra per affari. Scrivimi colà fra una decina di giorni e dammi le tue nuove. Non ho ancora detto nulla a Lionello intorno all'uso e all'amministrazione dei beni di Castelnuovo. Ti prego darmi il tuo consiglio in proposito. Se egli rimanesse a Castelnuovo non avrei nessuna difficoltà a lasciargli l'uso dei beni e della casa, a condizione che io sia assicurato del pagamento delle imposte, delle assicurazioni per gli incendi e del mantenimento in buono stato degli edifici. Ma se non ci assicura, sono molto dubbio sul da fare. Consigliami, ti prego, su ciò. Intanto t'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Londra, 35 Queen's Gate S.W. - 27 dicembre 1884
Carissimo fratello, mi rincresce il saperti ripreso dai tuoi dolori. Curati e va a prendere i fanghi quando la stagione sarà propizia. Mi offenderesti non accettando il denaro mandato. Se ti occorre altro ch'io possa, scrivimi. Sai che il poterti rendere servizio è un piacere per me. Hai fatto bene a rimproverare Lionello del suo atto brutale; e te ne ringrazio. Mandami, ti prego, la data e il luogo del matrimonio ed il nome, età etc della sciagurata che ha avuto il coraggio di unire le sue sorti a quelle di Lionello. Ti rinnovo la preghiera di trattenere, sulla somma mensile della pensione di Lionello la somma per l'assicurazione agli incendi e per le imposte di ogni natura, se non avrai la prova in mano che l'uno e l'altro pagamento siano fatti. Tengo assolutamente a questo. Ed ora ti auguro buon anno e ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Londra, 35 Queen's Gate S.W. - 5 aprile 1885
Carissimo fratello, spero che sei in buona salute. La mia è discreta ora. Ma fui tormentato da laringite tutto marzo. Riceverai un fascicolo della Revue des Deux Mondes ed uno della Antologia. Ti mando pure un sacco contenente due vestimente (vestiti ndr) complete, che ti prego di rimettere a Virginia, e sono per i suoi figli. Sono nuovi e credo della misura voluta. Vi sono pure nel sacco una dozzina e mezza di fazzoletti bianchi per te. Un'altra dozzina e mezza ti sarà spedita più tardi. Mando anche un impermeabile per tuo nipote Dr Michelangelo. T'abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Londra, 35 Queen's Gate S.W. - 21 aprile 1885
Carissimo fratello, ti mando col mezzo solito una lampada ad olio, assai comoda per leggere, perchè s'innalza, s'abbassa e si gira a volontà. Includo quì la spiegazione. Studia bene il modo di introdurre e far funzionare la miccia. Quanto a Lionello, siccome i miei consigli sarebbero vani ora, come furono sempre, stimo il miglior consiglio di non dargliene. Tanto peggio per lui se continua a regolarsi male, e scioccamente. Tuo affezionatissimo fratello Costantino. PS: bada che la lampada serve soltanto con oli vegetali, non con petrolio e altri oli minerali - Allegate istruzioni per l'uso della lampada
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Londra, 35 Queen's Gate S.W. - 3 agosto 1885
Carissimo fratello,
ti mando una valigia ove troverai le solite riviste, cioè la Revue des Deux Mondes, e l'Antologia, e oggetti di vestiario che puoi distribuire fra i nipoti, come ti piace.
Io parto fra un paio di giorni per Ems, in Germania, ove vado a fare una cura per la mia gola. Tutto l'inverno e la primavera fui tormentato da una specie di bronchite o angina e anche ora tutta la mucosa respiratoria è in cattivo stato. Spero andar poi in Italia. Ma di ciò ti scriverò più tardi dalla Germania.
Ti abbraccio caramente. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Milano, Grand Hotel Continentale - martedì 22 settembre 1885
Carissimo fratello, ti dò convegno a Torino all'Albergo di Europa venerdì 25 a mezzodì e 1/2. Faremo colazione insieme; poi ritornerò per la sera a Milano. In caso che tu non possa venire telegrafami subito a Milano appena avrai ricevuto questa mia. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Londra, 35 Queen's Gate S.W. - 14 novembre 1885
Carissimo fratello, avrai già visto dai giornali che sono traslocato a Vienna. Parto domani da Londra per Roma; poi per Vienna; e da Vienna tornerò a Londra per poco per prender congedo. Ti avvertirò quando sarò fisso a Vienna. Ma a cominciare dai primi di dicembre puoi scrivermi colà all'indirizzo Ambassade d'Italie à Vienne (Autriche). Riceverai fra poco dei libri, in un sacco contenente vestimenta che ho fatto fare per Te. Forse sono un po' grandi. Ma si fecero sulla misura di quelli che ti mandai precedentemente un anno fa. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Parigi, 422 rue St Honoré - 9 gennaio 1886
Carissimo fratello, quando riceverai questa lettera sarò definitivamente installato, spero, a Vienna ove potrai dirigermi le lettere. L'indirizzo è: Ambasciata d'Italia, 1 Josephplatz Vienna (Austria). Ti mando un sacchetto con dentro due vestoni. Se ti vanno bene tienili per Te, se no fanne regalo a qualcuno dei nipoti. Ebbi da questi una buona lettera d'auguri pel Capo d'Anno. Dì loro che li ringrazio di cuore dei loro voti e che li contraccambio. Tu sta sano e voglimi bene. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Baden bei Wien, Sauerhof - 9 agosto 1890
Carissimo fratello, ti ringrazio della tua lettera. Non posso ancora darti migliori nuove della mia sciatica. Ho cominciato la cura elettrica, combinata colle doccie calde e fredde. Ma il dolore, specialmente la notte, persiste e per poter dormire un poco devo prendermi da tre a 5 centigrammi di morfina per notte. Ho provato le iniezioni. Ma il sistema è per me poco pratico perchè dovrei farle nella notte e cioè una verso mezzanotte e una verso le 2 1/2. E bisognerebbe per questo che avessi un operatore a quelle ore e, come dissi, la cosa non è pratica. Quanto a fare da me non potrei operare che sulla coscia destra e così ho fatto. Ma sono nervoso e non riesco bene. Preferisco prendere la morfina da interno. Con due centigrammi posso dormire da mezzanotte alle due, non di più. Il dolore mi sveglia e se voglio dormire altre due ore devo prendere altri due centigrammi. Per fortuna la salute generale è ottima. Ma la pressione di una lunga sofferenza agisce sul mio morale e temo che alla lunga anche la salute se ne risenta. La sciatica, secondo che dicono i medici, è mite. Le reni, le natiche sono libere. Anche il nodo del nervo sciatico alla natica non mi duole. Il dolore ha la sua sede principale nel poplice e un poco anche sulle coscie. Anche il ginocchio non duole o ben poco. I movimenti muscolari sono liberi. Non vi è segno di enfiagione. Nel giorno il dolore diminuisce molto e diventa sordo. Ma la sera, a cominciare dalle 9, aumenta e si fa acuto. Eccoti, mio caro, il mio misero stato. Io non so dare alla malattia altra causa che la fatica eccessiva d'una corsa sulla montagna che durò 4 ore, mentre ero ancora debole e provato dalla cura dei bagni caldi solforosi di Baden che avevo preso per compiere la guarigione dalle mie lombaggini. Per ora non vedo altro che confermare le cure dell'elettricità e delle doccie locali. Mi riservo di darti nuove più tardi. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Vienna, 24 agosto 1890
Carissimo fratello, posso darti nuove migliori della mia sciatica. I dolori hanno diminuito di intensità e di durata. Ma non posso ancora camminare al di là di 10 o 15 minuti senza riposarmi, e per dormire devo ancora prendere 2 centigrammi di morfina per notte. Nel resto la salute è buona. Forse mi deciderò a partire per Pfäfers-Ragaz (antiche terme presso Liechtenstein nel Cantone San Gallo in Svizzera ndr) per esperimentare quei bagni. Le acque di Pfäfers sono poste dagli specialisti fra le indifferenti termali. Ma secondo altri pare che abbiano un'azione sedativa specifica per i reumatismi a base neuropatica, e per le nevralgie, specie per quella del nervo sciatico. Se fra tre o quattro giorni il miglioramento già cominciato non fa progressi sensibili tenterò anche questa prova. Sarai del resto informato a tempo della partenza e dell'indirizzo. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Vienna, 2 febbraio 1891
Carissimo fratello, l'avv. Rossi mi riferisce che finalmente il decreto per la vendita di Bollengo è stato ottenuto. Ti autorizzo quindi a firmare il contratto nei termini stabiliti, e per questo ti metterai d'accordo con Rossi. Il denaro per il pagamento ti sarà mandato a tempo debito. E' inteso con Rossi che io sarò avvertito 10 giorni prima della scadenza per il pagamento, e in quei dieci giorni il denaro ti sarà rimesso, probabilmente per mezzo di una tratta su Torino. Dirai al nipote Natale che non gli ho risposto perchè aspettavo sempre questo benedetto decreto. Ora gli dirai in mio nome che confermo quanto gli hai detto per parte mia. Gli darò 100 Lire al mese, ed egli farà le funzioni di intendente della proprietà. Gli pagherò pure un uomo di fatica, ossia domestico rurale che lo aiuti. Per mangiare potrà aggiustarsi, per ora almeno, coll'albergo ove tu e Rossi avete fatto colazione, o altrove nel villaggio, come crederà. Per ora, e finchè non avrò fissato altrimenti, si scelga nel castello una camera per dormire, e vi faccia mettere un letto e gli altri mobili indispensabili, molto modesti ma puliti. Questi mobili saranno per conto mio, e ne pagherò il prezzo. Col letto saranno compresi il materasso e le coperte. Il letto dovrà essere in ferro e ottone; gli oggetti per il lavabo in maiolica bianca. Ma le lenzuola, serviette e lingerie se le procurerà lui per costo suo personale. Egli prenderà possesso in tuo nome (giacchè tu figuri come il proprietario) della proprietà. Terrà un inventario di ogni oggetto. Farà fare e sorveglierà i lavori agricoli, prendendo consiglio da te. Gli somministrerà il denaro per le spese. Poi fra te e lui combinerete ciò che si dovrà fare nei primi tempi per tirare il miglior partito dalla proprietà. Credo che il più utile sia di vendere l'uva.
Natale terrà un libro esatto d'ogni entrata e d'ogni uscita, ossia d'ogni profitto e d'ogni spesa.
Per i lavori di costruzione e di adattamento della casa, che saranno piuttosto considerevoli, m'intenderò con Fiorina. Già, per parecchi mesi la cosa sarà in mano dei mastri da muro, falegnami etc. Natale s'intenderà poi con Fiorina per sapere dove potrà dormire per ora, giacchè tutte le camere, una dopo l'altra, dovranno passare per mano degli operai. Insomma nei primi tempi ci sarà da far molto e ci saranno noie. Mettetevi con buona volontà e si verrà a capo di tutto. E intanto proponetemi quello che vi sembra meglio ora e poi. Mi riservo di scriverti per la cessione dell'usufrutto. Intanto sappimi dire se basta che tu mi accordi l'usufrutto (alle condizioni che ti specificherò più tardi) con obbligo in semplice chirografo come credo e se ci vuole qualche altra formalità. T'abbraccio. Tuo affezionatissimo fratello Costantino Complimenti per la commenda.
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Vienna, 26 novembre 1891
Carissimo fratello, la tua lettera del 24 mi giunge graditissima perchè mi apprende che tu continui a migliorare in salute e non c'è pericolo di recidiva. Non ho ancora ricevuto la quietanza di Lionello. Ma mi fa piacere il sapere che abbia cominciato a dar opera all'espiazione dei suoi debiti. Se lo vedi o gli scrivi puoi dirgli che questo è il miglior modo per riconciliarmi con lui. Il denaro per spese di anticipazione, sia per i lavori del falegname sia per le spese di muratura ti sarà mandato a seconda del bisogno, a te o a Natale secondo che giudicherai più urgente dopo di chè sarò avvertito della somma successivamente. Non occorre quindi toccare il fondo ora in deposito che è riservato per il pagamento della compra. Soltanto vorrei che questo benedetto pagamento si facesse presto. Ti prego di esprimere questo mio vivo desiderio al cav. L. Rossi. Egli mi scrisse ultimamente che l'adunanza dei creditori doveva aver luogo il 19 corrente, ma che non potè aver luogo perchè il giudice doveva trovarsi alle assise. Egli mi parla di mesi. Sono veramente dolente di questi contrattempi. Per tornare alle anticipazioni ti prego dunque di avvertirmi 8 giorni prima e io farò pagare la somma ogni volta. Il dislivello del pergolato che conduce alla Masserizia è veramente troppo grande per fare una passeggiata piana. Ma quel dislivello si può tuttavia diminuire un poco mettendovi in fondo la terra delle macerie. Si faccia il meglio che si potrà. Ma a ogni modo bisogna alzare il pergolato in guisa che si possa passeggiare. Ho visto all'Hotel Continentale a Milano delle graziose stufe verniciate in bianco e fasciate di ottone, e il padrone mi disse che venivano da Castellamonte. Potrai verificare, essendo sul luogo, la qualità, il merito e il prezzo di quelle stufe e parlarne poi a Fiorina. Non ricordo il nome del fabbricante. Mi parrebbe un nome come Vando o qualcosa di simile e manda le sue stufe anche in Francia. Sta bene e ama il Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Vienna, 16 marzo 1893
Mio caro, mio amato fratello, ti scrivo con la disperazione nell'anima. Le leggi di natura e il mio intenso desiderio esigevano che io fossi il primo a lasciarti e tu vuoi lasciarmi? Sai, io non ho mai potuto dirti, riservato come sono per natura, tutta la viva affezione che ho sempre avuto e che ho per te. La tua lettera è desolante. Tuttavia la speranza che non abbandona i naufraghi mi sta ancorata nel cuore, e spero in un miracolo. Io sono fuori dal letto. Ma i dolori mi si fanno ancora sentire nelle notti quasi sempre insonni. Sono molto debole, non posso ancora camminare che per poco, e durante tutta questa malattia, che fu assai dolorosa, più di quanto ti scrissi, fui molto depresso di spirito, avendo frequenti accessi di pianto incoercibile, quasi che un'arcana potenza avvertisse il mio organismo del pericolo della tua salute. Ora passo alla seconda parte della tua lettera. Non ho bisogno di dirtelo. Ma te lo ripeto a ogni buon fine. Se hai qualche desiderio che io possa adempiere, conta su di me. Mi conosci e basta. Non inquietarti della tassa per l'eredità di Bollengo. la prendo a mio carico; e tu disporrai della proprietà come credi. Sai che quel luogo era destinato ai nostri convegni. Se tu mi precedi nella tomba che cosa andrò io a fare colà solo, senza te? Adunque disporrai come credi a questo riguardo. Io avevo il progetto di portare nel cimitero di Villa Castelnuovo una cappella che avrebbe servito da deposito, ove occorresse, dei morti, prima della sepoltura. In quella cappella era mia intenzione di far ricoverare i resti di nostro padre, di nostra madre, e di preparare le tombe per me e poi per te; giacchè è mio desiderio di stare, anche dopo morte, in unione con te. Se approvi questo progetto prendi le disposizioni necessarie per quanto ti spetta. la nostra sorella e i suoi figli troveranno in me, finchè vivrò quella protezione che trovavano in te e provvederò nel mio testamento perchè possano avere una vita modestamente agiata. Prendo a mio carico tutte le spese per i funerali miei e per i tuoi, ma vorrei che i miei precedessero. Caro amato fratello, adesso che ho ricevuto il colpo doloroso, ti prego di non far più misteri con me. Dà ordine a Michelangelo (il nipote ndr) che mi informi regolarmente del tuo stato. Il mio primo pensiero, nel leggere la tua lettera, fu di partire subito per andare a vederti. Ma sono in così cattivo stato di mobilità, non potendo ancora camminare bene, nè dormire, e coi nervi talmente dolenti, che mi è impossibile intraprendere ora un viaggio. Tuttavia ciò non mi avrebbe impedito di farmi trasportare fino a Castellamonte. Ma la mia presenza purtroppo non ti servirebbe che a constatare il mio dolore e la mia impotenza. Ad ogni modo se mi chiami, verrò, quale che sia il mio stato. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
PS. Quanto alle tue disposizioni testamentarie esse saranno sacre per me, come ogni tua volontà
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Vienna, 19 marzo 1893
Fratello carissimo ricevo oggi la tua seconda lettera con copia del testamento. Ieri ho già risposto alla prima.
1° Rispondo ora a quest'ultima. In primo luogo ti mando quì unita una quietanza generale, che puoi mettere insieme al testamento. Con tale quietanza spero sarà risparmiata ogni seccatura ai tuoi eredi che saranno pure in parte i miei.
2° ti prego di farmi sapere approssimativamente la somma da pagarsi per l'intera tua successione, perchè intendo prenderla a mio carico. Rimetterò la somma stessa brevi manu ai tuoi eredi nella triste ipotesi che io ti sopravviva. Vorrei sapere separatamente la somma da pagarsi per la successione di Bollengo (il castello acquistato dal Nigra e intestato al fratello Michelangelo ndr).
3° Quanto a Bollengo la mia intenzione è che cada nella tua eredità. Perciò disponine come credi. Io già senza di te non andrò, credo, a Bollengo. Che ci farei solo? Soltanto sarebbe utile constatare che i mobili sono miei, e ciò nel caso in cui avessi bisogno di riaverne alcuni come quadri o posate etc. Ma anche questa ipotesi non si verificherà probabilmente. Nel caso infelice in cui io sopravviva a te, non sarà per molto tempo. E nel mio testamento legherò ogni mia ragione per ciò che c'è a Bollengo, di cui io possa aver diritto, ad uno o a tutti i tuoi eredi. La tua lettera d'oggi è meno desolante di quella di ieri e lascia qualche speranza. Io vivo in un'estrema angoscia di animo, e questo barlume di speranza mi fa gran bene. Mi trovo ancora nello stato che ti indicai ieri, cioè debole, con qualche dolore ai polmoni, gran sensazione di peso, e difficoltà di passeggiare, che sento però di vincere. Ma le notti sono ancora insonni. Però tutto ciò non mi inquieta punto. Vorrei essere più gravemente malato e sapere che tu stai bene. Ti ripeto di farmi sapere ogni tuo desiderio. Sarà compìto se posso. Tu lo sai. E continua a darmi o a farmi dare le tue notizie. Il tuo affezionatissimo fratello Costantino
Dichiarazione allegata alla lettera su carta intestata della regia Ambasciata a Vienna
Mio fratello Comm.re D.re Michelangelo Nigra avendo cortesemente e gratuitamente amministrato per molti anni per mio conto i miei beni ereditari situati a Villa Castelnuovo e a Castellamonte, ed essendosi prestato fino ad oggi a fare per mio conto, pagamenti, trasmissioni di denaro, regolamenti di conti e molte altre commissioni, rilascio a lui piena e intera quietanza di ogni mio avere o diritto, di qualsiasi specie, sopra di lui, ringraziandolo dei servizi prestatimi in ogni tempo con amore fraterno e con disinteressato impegno.
Vienna, 17 marzo 1893 (novantatre) firmato Costantino Nigra con firma autenticata dal reggente della cancelleria consolare d'Ambasciata LanchiBoasso
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lettera di Michelangelo a Costantino
Castellamonte, 23 marzo 1893
Carissimo Costantino, ti promisi pel più presto una mia lettera. Finora le cose sono immutate però non ho migliorato punto punto. Se le cose non vanno a precipizio e niente so accennare, noi potremo abbracciarci a Bollengo in giugno prossimo se ivi verrai per 10 o 15 giorni in congedo. Prima non ti converrebbe affatto esporti ad un viaggio quantunque per voi ci siano dei compartimenti riservati. Lascia che io ti ringrazi ancora per quanto facesti per me e per quanto mi scrivesti ultimamente. Dal momento che ho la tua parola che tu cercherai un mezzo per porre Lionello fuori di ogni pericolo e che all'evenienza anche gli altri tuoi nipoti possono contare sopra la tua benevolenza, io non ho più nulla a desiderare quaggiù. A proposito di Lionello venne ieri a far colazione da me. Mi disse che sta riparando un po' la vigna Brick Gay. Ripensando all'erezione di una cripta nel cimitero di Villa Castelnuovo per me l'dea di elevare una camera mortuaria di cui difetta Villa Castelnuovo offre degli inconvenienti. Coll'andare del tempo divengono un deposito di zappe e badili del beccamorto, il che non è troppo decente. Io sarei dell'avviso, e tu me ne scriverai se concordi, che sarebbe miglior consiglio fare acquisto di due o tre tavole di terreno adiacente al muro perimetrale del cimitero, ivi formare una cappelletta la quale fosse in comunicazione col cimitero mediante una cancellata di ghisa. L'area del camposanto di Villa è piccola e prendendone una parte sarà sempre qualche cosa che si distrugge. I punti A -B - C sono orientati al lato che prospetta la casa avita di Villa Castelnuovo, la parte più soleggiata che permette quell'orientazione abbastanza infelice. Naturalmente si dovrebbe procedere con un disegno regolare da fare. Se ne trovano tanti di questi disegni. Comunicami la tua idea anche dal lato della forma se cioè vuoi la cripta rotonda, rettangolare etc. Con spesa moderata si otterrà questa cosa che a me sorride moltissimo sapendovi tardi o tosto tutti riuniti a Villa Castelnuovo. Aspetto tua lettera. Carlo ha parlato con Mattioda. Egli dice che tu l'avevi interpellato sul mio stato. Lo vedrò io stesso in fin di settimana giacchè espresse il desiderio di vedermi. Se passo una buona notte forse domani stesso andrò a Torino. Aspetto dunque nuove dei tuoi dolori non fosse che una riga. Ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo fratello
Michelangelo Nigra muore improvvisamente di tumore intestinale il 25 marzo 1893, a 60 anni da poco compiuti, lasciando queste ultime volontà: "Quando, lo vorrà Iddio, per andar di cose e per miserabili questioni di interesse avesse ad insorgere dissenso tra i miei eredi, il più vecchio tra questi darà lettura delle ultime lettere di mio fratello che io ho unito alle istruzioni pel mio volere testamentario. Credo che al levar della seduta tutto sarà appianato con amore e concordia. Michelangelo Nigra"
Costantino Nigra interviene al funerale che si svolge qualche giorno dopo.
Da Vienna indirizza poi al Sindaco di Villa Castelnuovo questa lettera, l'8 aprile 1893, su carta intestata dell'Ambasciata:
"Signor Sindaco, nella dolorosa circostanza della morte del mio compianto fratello, Dott.re Comm.re Michelangelo Nigra, e per onorare la sua memoria, desidero fare qualche cosa di utile per il mio Comune nativo di Villa Castelnuovo e nel tempo stesso provvedere per un luogo di ultimo riposo alle spoglie mortali di detto mio fratello, dei miei genitori e di altri membri della mia famiglia presso il cimitero del Comune. Mi pregio perciò di mandarle, Signor Sindaco, l'unito progetto di contatto fra il Comune di Villa Castelnuovo e me. Voglia Ella prenderne notizia e sottometterlo.
w
Al signor Sindaco di Villa Castelnuovo
Al Consiglio e all'Autorità Prefettorale
Nel caso di approvazione Lei potrà intendersi pei particolari dell'esecuzione con mio cognato signor Angelo Derossi che ho incaricato di rappresentarmi per questa pratica. Gradisca signor Sindaco i miei migliori complimenti. Nigra". Il progetto riguarda la concessione da parte del Comune del terreno per la costruzione della tomba di famiglia Nigra ed in cambio la creazione di un fondo bancario per una Condotta Medica la cui rendita serva a pagare lo stipendio di un medico che si occupi della comunità di Villa Castelnuovo.
Nigra scrive inoltre al Comm. P. Boselli, che in seno al Consiglio Provinciale da lui presieduto, ebbe a commemorare Michelangelo Nigra, la seguente lettera da Vienna il 25 aprile 1893:
"Signor Presidente, Con parola eloquente e con sentimento di verace simpatia, la S.V. onorevolissima fece, in seno al Consiglio Provinciale di Torino, nobile commemorazione del mio compianto fratello. Il Consiglio si associò alle di Lei parole e volle che esse fossero portate a notizia della nostra famiglia. In nome di essa ringrazio riconoscente di questa dimostrazione che noi teniamo a singolare onore di aver ricevuto dalla più alta rappresentanza della nostra nativa provincia e dal suo illustre presidente. Oso dire che essa era meritata dall'uomo di eletto ingegno, di animo generoso, di carattere intemerato, che ci lasciò. Nato di famiglia più ricca di tradizioni di onore che di beni di fortuna, egli visse lavorando e beneficiando con esemplare disinteresse e con modestia pari al merito. Morì con romana serenità, senza una lagnanza per la sua fine immatura, e serbando la sua compassione per chi rimaneva a piangerlo e a continuare nel duro esperimento dell'esistenza. Nell'ultima lettera che mi diresse e che io lessi soltanto dopo la sua morte, egli così mi scriveva, già conscio della fine imminente:
- Fratello mio, al punto in cui mi trovo, sento che il più infelice tra noi non sono io che parto il primo abbandonando le battaglie di questa vita. So di portare con me nel sepolcro l'amor tuo e la stima di tutti gli onesti, giacché a 60 anni, ritornando indietro nella mia esistenza, non trovo coscienziosamente cosa di cui potessi arrossire. Ho amato, e nei limiti del mio potere ho sempre soccorso i poveri, ed essi amarono sempre me come un fratello e come un padre affettuoso. -
Signor Presidente, la perdita fatta dalla nostra famiglia, e specialmente da me, non è di quelle che possano trovare umano compenso. Ma la condoglianza di cui Ella si fece l'eloquente interprete, giustifica e nobilita il nostro cordoglio. Voglia ella accogliere l'espressione della nostra riconoscenza e farne partecipe il Consiglio provinciale di Torino. Costantino Nigra".
LETTERE ALLA SORELLA VIRGINIA, AL COGNATO DEROSSI ED AL NIPOTE
Nota: la sorella Virginia è rimasta vedova da qualche tempo del primo marito notaio Mattioda.
Ha 47 anni e due figli Michelangelo (medico) e Ludovico (cieco dalla nascita).
Chiede il parere al fratello per potersi risposare
Pietroburgo, 4 agosto 1877
Cara sorella, quantunque il mio consenso non sia necessario, tuttavia mi affretto a dichiararti che per parte mia vedo con piacere ed approvo il tuo matrimonio col nostro cugino Angelo Derossi. Vi prego di farmi sapere quando il matrimonio si celebrerà, ed intanto fin d'ora ti mando i miei più sinceri auguri di felicità. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
&
Pietroburgo, 20 gennaio 1881
Caro cognato e cugino, Ti ringrazio della tua buona lettera del 9 corrente, e godo che il ritratto dell'illustre teologo t'abbia piaciuto. E' una fotografia ingrandita e colorata, fatta sopra una miniatura originale che era in possesso del D.re Aymieri padre, già medico della duchessa di Parma defunta e che egli mi aveva fatto rimettere in dono dal suo nipote e già mio collega all'Università D.re Aymieri. Ti prego di raccomandare a mio nome a mio fratello e a mia sorella d'aver un po' più cura della loro salute. Vorrei essere assicurato che si sono interamente ristabiliti. Ringrazio Virginia della sua lettera e fo i miei complimenti a Ludovico per quella che mi scrisse coll'alfabeto Braille, che è benissimo redatta e che ho facilmente decifrato. Non stare a mandarmi vino o miele, ne ho ancora dell'uno e dell'altro dall'ultima spedizione che me ne hai fatto lo scorso anno. Ma se quest'autunno Virginia vuol farmi una spedizione di funghi secchi, bene scelti, senza sabbia, e se vorrà unirvi qualche sacchetto di lavanda bene odorosa, gliene sarò gratissimo. Vi abbraccio tutti di cuore. Tuo affezionatissimo cognato e cugino C. Nigra
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Londra, 35 Queen's gate S.W. - 28 agosto 1884
Caro cognato, ricorro alla tua cortesia col pregarti di voler accettare la mia procura per la divisione dei beni ereditari tra mio fratello e me, e di firmar quindi l'occorrente atto di divisione. La procura ti sarà spedita debitamente vidimata a Roma dal sig. Vanetti di Genova. Le basi della divisione sono indicate nel foglio quì unito. Ma ti autorizzo ad accettare ogni qualsiasi modificazione che piacesse a Michelangelo di fare; e ciò senza bisogno di riferirmene. Ti ringrazio anticipatamente e ti prego di scusare la seccatura. saluta per me Virginia e credi alla vecchia amicizia del tuo affezionato cognato Costantino Nigra
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Vienna, 13 marzo 1893
Caro nipote, la tua lettera mi reca il più grave dolore che potesse colpirmi. Ti prego di scrivermi il più spesso che potrai dandomi minute ed esatte notizie di mio fratello. Le acttive nuove della sua salute mi arrivano mentre io esco appena dal letto, ove rimasi più di tre settimane. Mi sento ancora qualche dolore e una gran debolezza. E ora si aggiunge una tristezza morale intensa contro la quale vorrei e non posso sempre reagire. Mando questa lettera ferma in posta. E così farò delle altre. Avevo scritto ieri a mio fratello. Non ho bisogno di raccomandarti lo zio. Ma ritieni per inteso che non si deve risparmiare nessuna spesa, intendi bene, nessuna, per le cure di mio fratello, per il suo sollievo, per ogni cosa che possa essergli utile e fargli piacere. Credimi sinceramente. Tuo affettuosissimo zio Nigra
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ATTESTATO FIRMATO ALLA REGIA AMBASCIATA DI VIENNA
Vienna, 17 marzo 1893
Mio fratello Commendatore Dottore Michelangelo Nigra avendo cortesemente e gratuitamente amministrato per molti anni per mio conto i miei beni ereditari situati a Villa Castelnuovo e a Castellamonte, ed essendosi prestato fino ad oggi a fare per mio conto pagamenti, trasmissioni di denaro, regolamenti di conti, e molte altre commissioni, rilascio a lui piena e intera quietanza di ogni mio avere o diritto, di qualsiasi specie, sopra di lui, ringraziandolo dei servizi prestatimi in ogni tempo con amore fraterno e con disinteressato impegno. Costantino Nigra
firma certificata dal Reggente la Cancelleria Consolare di Vienna Cucchi Boasso
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Vienna, 19 marzo 1893
Caro nipote, ti ringrazio dell'ultima tua lettera che è un po' meno sconfortante, benchè non lasci tuttavia molta speranza. Io vivo in uno stato di viva e perpetua inquietudine perciò ti prego di continuare a darmi notizie regolari. Nel caso in cui ci fosse pericolo di una catastrofe imminente, avvertimi per telegrafo, e io accorrerò quale che sia il mio stato di salute. Pensa che io partendo da Vienna il mattino alle 7 posso essere a Santhià alle 9.10 del mattino seguente, a Chivasso alle 10, a Settimo alle 10.07. Mi pare che il modo più pratico e più rapido perchè io possa giungere a Castellamonte sarebbe l'aver pronta a Chivasso per il mio arrivo una carrozza a 2 cavalli per trasportar me, il mio domestico e un baule. A ciò dovresti provvedere quando riceverai l'avviso telegrafico della mia partenza da Vienna. Provvedi perchè il nostro povero malato non manchi di nulla, sia per la cura sia per il conforto del vivere. Prendo a mio carico tutte le spese che occorrono al riguardo. Credimi tuo affezionato zio Nigra
PS. Ho scritto a Natale (altro nipote ndr) avvisandolo della possibilità che io vada a Bollengo per poter di là venire a Castellamonte. Ma se vi è pericolo urgente, andrò direttamente a Castellamonte per non perdere tempo. E in tal caso provvedi, come scritto di sopra per la carrozza a Chivasso
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Milano, Hotel Continentale - 29 marzo sera 1893
Caro nipote, per ogni buon fine ti indico quì il mio indirizzo:. Fino a lunedì di Pasqua sarò quì a Milano all'Hotel Continentale Poi partirò per Vienna, salvo ordini in contrario del Ministero, che però non prevedo ma dei quali all'occorrenza ti darei conto. Tuo affezionato zio Nigra
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Milano, Hotel Continentale - 30 marzo1893
Cara sorella, ti fo spedire da Milano un pacco contenente cinque pezzi di stoffa da lutto, colla relativa fodera, destinati come segue: uno a mio figlio, uno a mio cognato Derossi, e uno per ciascuno ai tuoi tre figli. Ti prego di rimetterli a ciascuno di essi in mio nome, perchè possano subito portare il lutto del nostro povero fratello. Io non so ancora prendere con rassegnazione questa amara dolorosissima perdita, e ne sono oltremodo sconsolato. Andai a vedere la zia Clotilde e abbiamo pianto insieme. Conservati in salute; abbraccia per me tuo marito e i tuoi figli e credi all'affezione inalterabile del tuo Costantino
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Milano, 31 marzo 1893
Caro nipote, leggi l'unito progetto, e dammi del medesimo l'avviso tuo e quello di mia sorella e di mio cognato. Il medico condotto primo nominato saresti tu, se ciò ti conviene. Se approvate il progetto, mandamene una bella copia, e io lo comunicherò subito al sindaco di Villa Castelnuovo. Anzi in tal caso avrei bisogno di due copie, una che manderei al sindaco e l'altra che terrei per me. Io parto di quì per Vienna lunedì 3 aprile. Tuo affezionato zio Nigra
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Vienna, 6 aprile 1893
Carissimo cognato, ti ringrazio della tua lettera del 3 corrente. Sono lieto che approviate il doppio progetto, cioè erezione della Cappella a Villa Castelnuovo e fondazione della condotta di un medico per la cura gratuita degli abitanti del Comune e della Parrocchia di Villa, della quale Michelangelo sarebbe il primo titolare. La Cappella nel cimitero di Villa sorrideva al mio povero fratello, e sulla sua penultima lettera mi esponeva le sue idee in proposito che vorrei fossero rispettate, salvo l'aggiunta dei due vani laterali, uno dei quali servirebbe di deposito per i morti e l'altro per ripostiglio degli attrezzi di sepoltura. Ti mando quì unita quella lettera che mi restituirai poi a suo tempo. Ora io vorrei avere la copia del progetto per potere comunicarla io stesso direttamente al sindaco di Villa Castelnuovo. Per proseguire poi la pratica devo ricorrere a te, e ti prego di volertene incaricare agendo a mio nome e come mio mandatario. Non credo conveniente incaricarne Mattioda (il nipote Michelangelo ndr nato dal primo matrimonio), perchè egli è interessato nella cosa e mi pare meglio nel tuo stesso interesse che la trattativa sia condotta da Te. Egli naturalmente potrà aiutarti, ma in ciò desidero che tu sia il mio mandatario in titolo. Di un'altra cosa ti prego. Io avrò a far fare dei pagamenti costì, sia per la pensione da corrispondersi a mio figlio, sia per Bollengo, sia per altro. Vorrei sapere da te a quale banca o altro stabilimento io potrei confidare danaro portante un certo interesse, e su cui io spiccherei dei buoni di pagamento. Questa banca o stabilimento dovrebbe essere o a Castellamonte o a Rivarolo, insomma nei dintorni. Il mio compianto fratello si serviva, credo, della casa Chiesa a Rivarolo. Potrei, credo, farmi aprire un credito anche alla fabbrica di Cuorgnè che dipende dal Credito Mobiliare. Ma aspetto in proposito un tuo avviso. Finalmente ti espongo un mio desiderio. Vorrei che per un anno almeno il villino del mio povero caro fratello rimanesse com'è, e non si toccasse nulla nei libri, nei mobili etc perchè sento il bisogno perchè sento il bisogno di andare a vedere l'ultima sua abitazione. Caro cognato io non posso ancora darmi pace della disperazione del mio amato Michelangelo. Noi ci amavamo con una tenerezza più che fraterna, e gli anni invece di stemperare avevano reso questo affetto reciproco più forte e più intenso. Io veramente non aveva mai creduto possibile che io gli sopravvivessi. Non posso pensare che non lo vedrò più senza che io senta uno schianto nell'anima. Mando affettuosi saluti a Virginia e t'abbraccio di cuore. Tuo affezionato cognato Nigra
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Vienna, 8 aprile 1893
Caro nipote, ti segno ricevimento della tua lettera del 5 corrente e delle due copie annesse. Oggi stesso ho mandato una di queste copie al sindaco di Villa Castelnuovo, al quale scrissi di intendersi per i particolari di operazione con mio cognato, il quale, spero, vorrà incaricarsi di ciò. Quanto ai disegni del sepolcreto, mio figlio si offerse di farne uno, e gli scrissi di sottometterlo a mio cognato. Se Revelli vorrà avere la cortesia di farne uno anch'esso, mi riserverò di esaminare l'uno e l'altro, e suggerire all'uopo le modificazioni che mi sembrino convenienti. Per l'esecuzione poi mi rimetterò interamente a mio cognato. La cappella deve essere molto semplice e molto modesta come conviene alla modesta origine della mia famiglia. La spesa non dovrebbe sorpassare in tutto L. 3 o 4mila, compreso possibilmente il terreno. Vorrei che l'affare camminasse rapidamente, perchè mi preme di dare alla tomba del mio compianto fratello il luogo di riposo che egli stesso desiderava, e dove andrò a raggiungerlo. Tuo affettuoso zio Nigra
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Al SINDACO di VILLA CASTELNUOVO
Vienna, 8 aprile 1893
Signor Sindaco, nella dolorosa circostanza della morte del mio compianto fratello dottore Commendatore Michelangelo Nigra, e per onorare la sua memoria, desidero fare qualche cosa di utile per il mio Comune nativo di Villa Castelnuovo, e nel tempo stesso provvedere per un luogo di ultimo riposo alle spoglie mortali di detto mio fratello, dei miei genitori e altri membri della mia famiglia presso il Cimitero del Comune. Mi pregio perciò di mandarle, Signor Sindaco, l'unitoprogetto di contratto fra il Comune di Villa Castelnuovo e me. Voglia Ella prenderne notizia e sottometterlo al Consiglio e quindi alle Autorità Prefettoriale. Nel caso di approvazione Ella potrà intendersi per i particolari dell'esecuzione con mio cognato signor Angelo Derossi, che ho incaricato di rappresentarmi per questa pratica. Gradisca Signor Sindaco, i miei migliori complimenti. Nigra
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Vienna, 24 aprile 1893
Carissimo cognato, ti ringrazio della tua del 21. Scrivo oggi a Revelli, proponendo qualche modificazione al progetto. Egli ti mostrerà le mie lettere; quando avrò ricevuto e approvato il nuovo disegno che lo prego di fare, e quando il Comune di Villa avrà dato la sua approvazione, potrai procedere al contratto di compera del terreno, e a quello della costruzione col Vercellone. Ho mandato a Lionello un mio schizzo perchè lo metta in bello, e oggi gli scrivo che lo trasmetta a Revelli affinchè questi possa ispirarsi per il nuovo disegno. Perchè non vi sia confusione rimane inteso, che Revelli farà il disegno definitivo e la valutazione delle opere e tu avrai la bontà di compilare i contratti per l'esecuzione. Ti mando i più cordiali saluti. Tuo affezionato cognato Nigra
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Vienna, 25 aprile 1893
Carissimo cognato, ti mando per semplice notizia, copia della lettera da me diretta, a nome della famiglia, al Comm.re Boselli che fece in seno al Consiglio Provinciale di Torino così nobile commemorazione del mio compianto fratello. Tuo affezionato cognato Nigra
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Vienna, 1° maggio 1893
Carissimo cognato, ti ringrazio della comunicazione che mi hai dato colla tua lettera del 28 aprile della deliberazione del Consiglio di Villa Castelnuovo. Ora aspetto il nuovo disegno di sepolcreto da Revelli, a cui ho scritto in proposito. Il suo primo disegno mi parve troppo schiacciato e non abbastanza estetico. Ho mandato a Lionello un mio schizzo e lo incaricai di metterlo in bello e di comunicarlo in seguito a Revelli. Quando avrò esaminato e approvato il nuovo progetto, te lo manderò, e mi affiderò a te per l'esecuzione. Quanto al nominare fin d'ora un secondo medico condotto, dopo la prima nomina, la cosa mi pare poco conveniente. La mia proposta è ora all'esame dell'autorità prefettizia, e deve rimanere com'è. E' troppo tardi per correggerla. D'altronde Mattioda è giovane, e può farsi sostituire, se lo crede. Non prevedo dunque il caso che la vacanza si faccia in breve tempo. Vi saluto tutti di cuore. Tuo affezionato cognato Nigra
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Vienna, 8 maggio 1893
Carissimo cognato, ti avverto per ogni buon fine che vado a fare una cura alla Grotta di Monsummano (Lucca), dove arriverò giovedì 11 corrente. Ti lascio quì l'indirizzo: R.o Stabilimento di Bagni di Monsummano (Lucca). Abbi la bontà di dare questo mio indirizzo a Revelli, e a Natale, affinchè mi dirigano colà le loro missive. Ti mando i miei migliori saluti di cuore. Tuo affezionato cognato Nigra
PS. Mi fermerò a Monsummano per tutto il mese
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Vienna, 15 giugno 1893
Carissimo cognato, tenere la parola data è obbligo d'un galantuomo. Tu hai promesso il tuo voto e quello dei tuoi figli al Pullini, non devi esitare a mantenere la promessa, tanto più che ignoravi la candidatura di Lionello messa fuori più tardi. Io pure ignoravo questa candidatura e l'ho appresa dalla tua lettera. Io pure a chi mi aveva parlato del Pullini avevo detto che la di lui candidatura mi sembrava giustificata, e naturalmente mantengo l'apprezzamento dato. Scrivo del resto a Lionello che tu mi hai esposto il tuo imbarazzo e che io ti risposi che bisognava tenere la parola data. Ti ringrazio di quanto fai per la cappella. Ti prego di spingere i lavori più che potrai. Ti farò mandare il denaro quando mi dirai. Credimi sempre Tuo affezionato cognato Nigra
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Vienna, 15 luglio 1893
Caro nipote, vengo a fare a Te e ai tuoi fratelli una proposta, che credo sia nel vostro interesse. Vi propongo di vendermi la proprietà di Bollengo e sono disposto a pagarla L 90.000 esigibili per metà in quest'anno e per metà nell'anno venturo. Tu sai che la proprietà fu pagata da me, e che per mia espressa volontà il mio compianto fratello non la legò a me, come mi propose di fare, ma la legò nell'eredità. Ma queste considerazioni non devono entrare in conto. Se la mia proposta vi conviene, fa preparare il contratto e io lo firmerò nella mia prima gita a Bollengo. Suppongo che sei informato che mio fratello mi lasciò l'uso e l'usufrutto di quella proprietà con ampia facoltà di fabbricare, abbattere, cambiar coltura etc. Consulta i tuoi fratelli e tua madre, e scrivimi in proposito. Io credo la proposta favorevole ai vostri interessi. Ma di questi siate giudici voi. Desidero poi sapere a che punto è l'affare della condotta, e quando il Comune sarà pronto a firmare il contratto con me, secondo il progetto mandato. Intendo che la condotta cominci al 1° giugno 1894 e per la medesima epoca manderò le cartelle di rendita relativa. Desidero pure sapere se hai regolato le spese di successione del mio compianto fratello che ho preso a mio carico; e vorrei avere da te la relativa contabilità, compresa quella dei funerali, a fine di chiudere questi due conti. Ho dimenticato di farti una raccomandazione nella triste circostanza in cui ti vidi l'ultima volta. Ma suppongo che era appena necessaria il fartela. A ogni modo te la fo ora che ho occasione di scriverti. Tu sai che mio fratello aveva per principio di non chiedere mai dai tribunali ail pagamento dei suoi onorari. Siccome questa sua volontà non è dubbia benchè non scritta, così tu penso che la eseguirai per i crediti che egli potè aver lasciato per le cure da lui prestate. Per completare l'albero genealogico della mia famiglia, mi occorrerebbe avere l'albero della famiglia Croce, di Sale, che mi manca. Ti prego di mandarmelo a partire dalla defunta mia zia Margherita (sorella di mio padre) e venendo giù sino ai suoi ultimi discendenti superstiti. Per lo stesso scopo vorrei avere lo stato di famiglia di Luigi Nigra, del Capriolo, mio cugino, figlio di una sorella di mio padre, che si chiamava, credo, Caterina. Vorrei pure avere l'indicazione della discendenza della fu mia zia Giustina maritata Bertola. Ma questa deve essere infinita, e non credo che ti sia facile il metterla insieme. Ma per le due prime famiglie, Croce e Nigra-Poletto, non ti sarà difficile, credo, il procurarti le indicazioni che desidero, coll'aiuto della memoria di tua madre che ti incarico di salutare a mio nome. E credimi Tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 22 luglio 1893
Caro nipote, ti segno ricevimento della tua del 19 C.te ricevuta oggi. E' dunque con intesa. Fa preparare il contratto che firmerò nella mia prima gita costì. Preferisco che tu scelga un notaio di Ivrea. La ragione per cui io volli che Bollengo cadesse nell'eredità di tuo zio, si fu che io intendeva e intendo, che del beneficio che ne deriva a te e ai tuoi fratelli, voi foste debitori non a me soltanto ma alla benedetta memoria di mio fratello, che così sarà, se è possibile, anche più con a voi tutti. Ora col denaro che avrete dalla vendita potrete ricavare un interesse immediato e sicuro, se saprete ben impiegarlo. Mi fa piacere quanto mi dici relativamente ai crediti di mio fratello per cure. Veramente io volevo parlartene quando fui a Castellamonte. Ma in quei momenti così dolorosi per me, ho dimenticato questa e altre cose. Io era del resto assolutamente convinto che avresti agito in ciò, come nel resto, colla delicatezza che usava apportare in tutto il mio caro defunto. E non ci pensavo più, quando mi giunse una lettera anonima da Castellamonte, di un tale che si professò amico di mio fratello, scriveva che si credeva minacciato di dover pagare cure che mio fratello aveva dovuto prestargli gratuitamente come amico. Come dissi credo conoscere la scrittura. Ma preferisco parlartene a voce quando ti vedrò, anzichè scrivertene. E basti di ciò. Non ho mai dubitato che avessi seguito in tutto l'esempio così nobile che hai avuto sotto gli occhi. Spero che la cappella proceda nella costruzione rapidamente. E spero anche che il mio progetto sulla condotta medica sarà stato approvato da chi spetta. Ti prego di dire a tua madre che spero di mandarle presto i ritratti di suo padre e di sua madre. Non sono così ben riusciti come quello di mio fratello. Ma non ho che cattiva fotografia, tutta sbiadita e difficilissima a riprodursi. Ti saluto cordialmente. Tuo affezionatissimo zio Nigra
PS. Nel caso in cui tua madre avesse una fotografia buona o anche foto mediocre di mio padre e di mia madre, dille che me le mandi. Gliele restituirò.
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Vienna, 5 agosto 1893
Carissimo nipote, ti rimando le due dichiarazioni firmate. Ti mando pure le fotografie, che purtroppo, svanite come sono, e mal fatte, non possono servire per fare qualche cosa di tollerabile. Ti rimando pure l'atto per la condotta medica, perchè sia modificato secondo il desiderio del Comune, e poi copiato e rimandato a me per la firma. Fa dunque dire al Sindaco o a chi ne fa le veci, di rimandarmi l'atto modificato, e io lo firmerò e glielo rimanderò. Io conto di andare in Italia in un'epoca compresa fra il 15 settembre e i primi di novembre. Vorrei in quell'epoca far fare il trasporto dalla tomba del mio povero fratello. Ti saluto cordialmente. Tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 15 agosto 1893
Carissimo cognato, alla fine del corrente mese riceverai per mio conto L. 11.200 delle quali L. 6.178,60 sono destinate a spese di funerali e di successione del mio povero fratello, quali risultano dal conto mandatomi da Mattioda, a cui vorrai rimetterle. Le altre sono per le spese della cappella. Revelli mi scrive che crede che si rimarrà nei limiti della spesa prevista. Se ci sarà qualche variazione, che non potrà essere grande, provvederò secondo che mi farai sapere. Del resto spero che ci vedremo a ottobre, o forse anche prima, quando si farà il trasporto nella cappella delle spoglie del mio caro morto. Intanto ho incaricato il parroco di Villa Castelnuovo di far esumare le casse contenenti le ossa dei miei genitori e di farle trasportare nella cripta della cappella, e ciò nella prima metà di settembre. Gli ho detto di mettersi in rapporto con Revelli per la collocazione nel luogo che questi designerà, come pure se si devono mettere le ossa in altra cassa. Possibilmente vorrei che non si turbassero da mani profane quelle povere ossa e che si lasciassero come sono, e si mettessero le casse in nicchia murata al piano del suolo, o lateralmente come il luogo si presterà meglio. Ti prego di partecipare ciò a Revelli a mio nome. Quanto al trasporto della cassa di mio fratello, desidero assistervi io stesso. E di ciò ti scriverò a suo tempo. Ma intanto converrà sin d'ora ottenere il permesso, se occorre, di tale trasporto. E di ciò ti prego di volerti occupare anche subito, per evitare ogni ritardo. Ti prego di dire a Mattioda (il nipote di primo letto della sorella ndr) che ho ricevuto la sua lettera coi fogli annessi. Saluta Virginia. E ti stringo cordialmente la mano. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 27 agosto 1893
Carissimo cognato, ho ricevuto le tue ultime lettere del 18 e 22 corrente. Sono lieto di sapere che i lavori della cappella saranno presto al termine. Ho scritto a Revelli per approvare la sua proposta per la nicchia e per le lapidi della cappella. Fo assegnamento sul parroco di Villa Castelnuovo perchè l'esumazione e il trasporto siano fatti con molta cura. Ti prego di dirglielo a mio nome. Quanto al banco e alle lapidi in chiesa, la cosa non preme, e mi riservo di scriverne o parlarne più tardi. Ma in ogni evento mi pare che la domanda di permesso dovrebbe essere fatta dalla giunta di Villa Castelnuovo. Saluta Virginia e i figli e credimi sempre tuo affezionatissimo cugino Nigra
PS. Grazie per l'offerta ospitalità. Sai per esperienza che l'accetto volentieri, se ne ho l'occasione. Ti prego di dire a Mattioda che l'aumento di spesa a cui mi conviene sottostare per i lavori di Bollengo, spesa che non potevo prevedere, come pure le altre spese che mi occorsero questo anno, non mi permetteranno probabilmente di pensare per ora all'acquisto di Bollengo come gli avevo proposto. Più tardi vedrò. Ti ringrazio di aver chiesto fin d'ora il permesso di trasporto della salma del mio compianto fratello. Spero che non vi saranno ostacoli. Se ve ne fossero, dammene avviso, ti prego immediatamente
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Vienna, 29 agosto 1893
Carissimo cognato, ti ringrazio del manoscritto della Passione. Non mi occorrono le carte dell'Onorato. Non cerco composizioni di autori noti, bensì le composizioni drammatiche popolari, come quella che mi hai mandato. Ti prego di leggere l'unita lettera di mio figlio, e di dire a Mattioda di regolare la piccola faccenda di cui si tratta, mettendosi in comunicazione con mio figlio. Mi pare che essendo cugini, dovrebbero spicciare questa piccola cosa fra loro, senza che occorra il mio intervento. Ti saluto dinuovo cordialmente. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 1° settembre 1893
Carissimo cognato, ebbi ieri la tua del 29 agosto scorso e l'atto annesso. Scrivo oggi al Sotto-Prefetto perchè mi faccia sapere se io posso far fare quì a Vienna al Consolato l'atto pubblico, o se posso mandare a tal fine una procura in Italia, o se dovrò aspettare di essere in Italia per firmarvi l'atto dinnanzi a un notaio. Ho mandato la minuta al Sotto-Prefetto colle varianti seguenti:
- La rendita totale annua è stata da me portata a L. nominali 2.000 (nette L. 1760), divise come segue: L. nominali 1.600 (nette L. 1388,80) per lo stipendio; e L. nominali 400 (nette L. 347,20) per il cumulo della pensione. Ho pregato il Sotto-Prefetto di spicciare questa faccenda, e spero che lo farà. Credimi sempre tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 5 settembre 1893
Carissimo nipote, ho ricevuto ieri la tua del 1° corrente. Ho mandato al Sotto-Prefetto di Ivrea la minuta dell'atto relativo alla condotta medica, pregandolo di farmi sapere se l'atto pubblico può essere fatto quì in Vienna da me, o se posso farlo per procura, o se devo farlo in persona in Italia, e l'ho impegnato a levare ogni difficoltà se esistesse. Ho portato lo stipendio del medico condotto a L. 1.600 annue nominali, eguali a L. 1.388,80 e la pensione a L. 400 annue nominali da accumularsi e da darsi una volta tanto all'epoca del ritiro etc come è detto nella minuta. In tutto sarà dunque una rendita di L. 2.000 nominali annue, pari, detratta l'imposta, a L. nette 1.736. Quanto a Bollengo lascio la cosa in sospeso sino a che io abbia potuto fare i conti delle mie spese di quest'anno, che furono gravi. E' mia massima di non prendere impegni che io non sia ben sicuro di poter tenere. Devo dunque aspettare la chiusura dei miei conti. Non vedo però inconvenienti che tu faccia redigere l'atto, lasciando in bianco la cifra e la epoca del pagamento. Ma rimane espressamente inteso che io riservo la mia decisione a più tardi e che non occorre se ne parli ora. Credimi sempre tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 6 ottobre 1893
Carissimo cognato, segno ricevuta e ringrazio della tua del 2 corrente. Fisso la cerimonia del trasporto della salma del nostro compianto Michelangelo per il sabato 21 ottobre corrente, dalle 6 precise del mattino alle 8; cioè desidero che la partenza del convoglio con la cassa abbia luogo dal cimitero di Castellamonte non più tardi delle ore 6 del mattino. La salma dovrà essere trasportata su carro fino a Vivario. Da Vivario a Villa Castelnuovo sarà trasportata da 8 uomini di Villa Castelnuovo, fra cui ci saranno gli antichi servitori. Gli uomini saranno scelti dal Parroco di Villa Castelnuovo, e avranno ciascuno L. 10 per la loro opera. Ai due lati della cassa dovranno essere fissati con grosse corde due lunghi pali, paralleli alla cassa, perchè possano poggiare sulle spalle degli uomini. Il Parroco di Villa è pregato di venire ad aspettare il convoglio a Vivario, in rocchetto, e di accompagnarlo. Giunto al cimitero egli reciterà la preghiera dei morti, e quindi la cassa sarà scesa nella cripta. Io arriverò a Castellamonte, probabilmente da Bollengo, alle 6 del mattino, e andrò subito al cimitero, dove troverò tutti voi. Avrò bisogno di una carrozza per andare a Castelnuovo, giacchè quella che mi condurrà a Castellamonte non potrà continuare, dovendo poi fare un altro viaggio nella sera. Questa carrozza che da Castellamonte dovrà andare a Castelnuovo, dovrai provvedermela tu, ed essa seguirà il feretro. Finchè potrò andrò a piedi, ma poi dovrò mettermi in carrozza nella salita. Desidero che la cerimonia del trasporto abbia luogo in forma privata, con la sola assistenza dei parenti più prossimi. Ti prego di dirlo e farlo dire; e così ti trasmetto quì unito un annunzio da far inserire sul Canavesano e nel Valdora (due giornali locali ndr). Prendi tutte le misure necessarie, ma è inutile dire sin d'ora il giorno e l'ora. Nella settimana seguente, e nel giorno che il Parroco fisserà, possibilmente l'indomani della cerimonia, desidero che nella chiesa di Villa sia celebrata una messa dei morti per mio fratello. Dirai al parroco che dia poi a te, oppure mi mandi la nota delle spese occorse, della messa etc, affinchè io possa regolare tale conto. Ti prego di far leggere questa lettera a mio figlio, al parroco di Villa, e a Revelli, il quale ultimo avrà cura che le lapidi siano possibilmente pronte. Ma raccomanderai loro di non pubblicare fin d'ora il giorno e l'ora del trasporto. Avverti il sindaco di Villa, come è regolare, ma soltanto due o tre giorni prima. Se esso vorrà assistere potrà farlo. Avverti pure, in tempo, il sindaco di Castellamonte, a cui avrai comunicato, suppongo, il permesso di trasporto. Se egli si troverà al cimitero lo ringrazierò in persona dell'ospitalità accordata alla salma di mio fratello. In caso contrario farò poi ciò per iscritto. Se hai qualche variante da proporre a questo programma, scrivimi subito. Sul resto mi rimetto a te. Come dissi, io arriverò a Castellamonte alle 6 del mattino. Andrò subito al cimitero. Di là tutti insieme, cioè tu, i tuoi figli, Revelli, altri parenti se ci sono, accompagneremo, congiuntamente a Lionello, che verrà a Castellamonte o a Vivario, come meglio vorrà, la salma sino alla cappella di Castelnuovo. Faremo colazione da mio figlio. Ripartiremo per Castellamonte. Dopo che avrò visto Virginia, ripartirò per Torino. Per tua regola ti dirò che conto di essere a Milano il 18 a sera, e scenderò all'Hotel Continentale dove in caso urgente potrai scrivermi. Ti abbraccio di cuore. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
PS. Se hai osservazioni a fare a questo programma hai ancora tempo a scrivermi a Vienna, giacchè non parto di quì che il 16 C.te nel mattino. Ti lascio giudice di decidere se il carro debba, potendolo, continuare fino a Villa. In tal caso gli uomini sarebbero inutili. Ma io preferirei gli uomini.
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Vienna, 12 ottobre 1893
Carissimo cognato, rispondo alle tue lettere del 9 e del 10, cominciando a ringraziarti. Approvo la proposta di scegliere la via Cintano-Vironda e di far proseguire il carro fino al cimitero. Il carro mi sembra perfettamente conveniente. Soltanto desidererei che il Parroco di Cintano si trovi al limite del territorio di Cintano per accompagnare il feretro. Il Parroco di Villa potrà venire al limite del territorio di Villa, oppure a Cintano, oppure al Santuario (di Piova ndr), come gli parrà più conveniente. Mi farai preparare, ti prego, il conto di tutta questa spesa. Comunica quanto sopra al Parroco di Villa e a Lionello. Farò il possibile per essere la sera del 20 a Castellamonte ospite tuo. Ti farò sapere più tardi, sia direttamente, sia per mezzo di Natale, se la cosa è possibile. Rimangono ferme, per tutto il resto, le mie prime istruzioni. Vorrei che il feretro si mettesse in moto non più tardi delle 6 1/4, al massimo alle 6 1/2. Resta inteso che avrò una carrozza per andare a Villa insieme col convoglio funebre e per tornare a Castellamonte nella giornata abbastanza in tempo per essere a Torino nella sera. Quanta noia ti dò ! Vi saluto tutti di cuore. Tuo affezionato cognato Nigra
PS. Possibilmente vorrei una carrozza scoperta, a 4 posti per poter prendere con me Lodovico (il nipote cieco ndr), e dare un posto a te e uno a mio figlio, se viene fino a Castellamonte
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Milano, Hotel Continentale - 28 ottobre 1893
Carissimo cognato, D. Boggio mi ha mandato la lista delle spese da lui fatte per le casse, esumazione, messe, cera e candele. Avrò cura di farlo rimborsare subito. Mi ha poi dichiarato che esso e gli altri sacerdoti che prestarono l'opera loro, non vogliono ricevere alcuna remunerazione. Manderò a ciascuno di essi un regalo. Ora rimangono le spese di Castellamonte, quelle di trasporto, della carrozza e altre, e per queste aspetto la nota che ti prego di mandarmi, insieme a quella delle spese della cappella appena saranno liquidate, affinchè io possa regolare tale conto. Intanto ti ringrazio di nuovo per quanto hai fatto. So che ci hai messo tutto il cuore trattandosi del nostro povero Michelangelo, e mi preme di dirti che hai provveduto a questa dolorosa cerimonia come non si poteva meglio. A partire da oggi, ottavo giorno dopo il trasporto, ed attendo trascorsi i sei mesi dalla morte, cessa il lutto esterno, e ti prego di dirlo ai tuoi figli e a Virginia. Quanto al lutto interno, noi lo porteremo sempre nel cuore. Saluta mia sorella per me e i tuoi figli e credimi sempre tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 21 novembre 1893
Carissimo cognato, ho ricevuto colla tua lettera del 18 C.te l'incartamento relativo alle spese della cappella. Dò la mia intera approvazione al tuo operato e a quello di Revelli. Ringrazio di nuovo cordialmente te, e ti prego di ringraziare a mio nome Revelli al quale potrai far leggere questa lettera per la parte che lo concerne. Entrambi avete posto in questa opera tutto il vostro impegno. Il nostro compianto Michelangelo avrà per le sue ossa la sede tranquilla e onorata che desiderava, e voi avrete per l parte vostra contribuito a procurargliela. Ti prego di dire a Revelli che desidero vivamente che si occupi il più presto possibile della porta alla cripta. Questo lavoro vorrei fosse fatto in primavera. Intanto fin d'ora bisognerebbe far le pratiche necessarie per l'acquisto dei pochi metri di terreno che occorrono, del permesso del Comune etc etc. Dalla nota generale che mi hai trasmesso io risulto tuo debitore di L. 686,30. Siccome il saldo da pagarsi al Vercellone di L. 800 non scade che a gennaio, così ti farò mandare le L. 686,30 ai primi di gennaio. Saluta per me Virginia e i tuoi figli e credimi sempre tuo affezionatissimo cognato Nigra
PS. Ti prego di dire a Mattioda che il Decreto Reale approvante la condotta medica è stato firmato dal Re. In breve manderò al sindaco di Villa la nomina da me fatta del titolare. Ti ho fatto spedire da Roma i due candelieri e il crocifisso in legno dorato, che tu mi hai consigliato. Quando giungeranno mandali al Parroco di Villa con preghiera di collocarli nella cappella. Ci sarà da pagare una spesa di porto, che ti prego di indicarmi e che ti rimborserò nel tempo stesso in cui ti farò mandare le suddette L. 686,30.
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Vienna, 24 novembre 1893
Caro nipote, ti mando quì unita copia dell'atto con cui sei nominato titolare della condotta medica gratuita del Comune e della Parrocchia di Villa Castelnuovo. L'atto originale fu da me spedito oggi al Sotto-Prefetto d'Ivrea, con preghiera di comunicarlo al sindaco di Villa, ciò che sarà fatto, immagino, in pochi giorni. Adunque mettiti in grado di adempiere quelle funzioni per il 1° gennaio 1894: non dubito che le eseguirai con impegno, con abilità e a piena soddisfazione degli abitanti del Comune e della Parrocchia. Ti raccomando di metterti d'accordo col sindaco per tutti i relativi particolari. Ti mando i miei migliori e più cordiali saluti. Tuo affezionatissimo Nigra
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Vienna, 9 dicembre 1893
Carissimo cognato, non darti fastidio per avere spiegazioni sulla spedizione del crocifisso e dei candelabri. Vedo che la commissione da me data a Roma fu male eseguita, sia per la scelta degli oggetti, sia per il modo di spedizione. Farò io stesso le osservazioni occorrenti. Intanto prego te di provvedere quegli oggetti. Essi devono essere semplici ma decenti, e nella dimensione voluta. Mi farai poi conoscere la spesa, insieme con quella della spedizione di Roma, che avrò cura di farti rimborsare. Aspetto la proposta di Revelli per l'accesso alla cripta. Vi saluto tutti di cuore. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 12 dicembre 1893
Carissimo cognato, riceverai da Milano due rotoli, contenenti due Panettoni. Ti prego di accettarne uno per te e per Virginia, e di mandare l'altro colla mia carta da visita quì unita, a D. Peraglie Parroco di Sale, che mi ha mandato vari manoscritti di rappresentazioni popolari. Ti saluto di cuore. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
PS. Prima di mandare il rotolo a Sale, ti prego di aprirlo e verificare se il panettone è intatto.
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Vienna, 6 gennaio 1894
Caro nipote, ti ringrazio di avermi regolarmente scritto mandandomi le notizie di mio cognato Derossi. Le tue ultime lettere, e specialmente quella del 3 corrente che ricevo in questo momento mi levano dall'animo una grande angoscia e mi tranquillizzano. però il miglioramento non deve dispensare da una continua cura e minuta sorveglianza. Tu sai meglio di me che in quella malattia le ricadute sono a temersi. Dirai a Derossi da parte mia che anche io lo prego a prestarsi di buon animo a sopportare la cura e i rimedi e i consigli dei medici. Saluto Virginia e tutti voi, congratulandomi sinceramente del miglioramento. Fammi il piacere di dire a Natale, che aspetto una sua lettera che mi indichi la cifra finale della chiusura dei conti di Bollengo e l'epoca precisa in cui avrà bisogno della somma relativa. Ti prego ancora di dire a Gio. Revelli che aspetto il suo progetto per l'entrata alla cripta della cappella. Tuo affezionato zio Nigra
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Vienna, 25 gennaio 1894
Carissimo cognato, non so dirti quanto mi abbia fatto piacere rivedere i tuoi caratteri. Mattioda mi aveva informato con cura della tua malattia, e poi della convalescenza. Caro amico, mi hai dato molta inquietudine. Ora benchè ogni pericolo sia passato, non trascurare le precauzioni. Io ebbi pure molto tempo fa una febbre tifoidea, e so che la guarigione lascia una grande sfinitezza e che la convalescenza va adagio. Non scoraggiarti, continua le cure, non commettere imprudenze, e così la passata malattia non sarà più che uno spiacevole ricordo. Però ciò che avrà per te di sgradevole questo ricordo sarà temperato e compensato dalla prova che hai avuto in questa circostanza dell'affezione di quelli che ti circondano, e anche di qualcheduno che non ti stà vicino materialmente, ma divide le tue sofferenze come prende parte alla tua gioia benchè lontano. Animo adunque e credimi sempre tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 14 marzo 1894
Caro nipote, ti comunico la lettera quì unita. Non dubito che essa sia inesatta; essendo ben inteso che, anche quando non ci siano malati, tu devi andare almeno due volte per settimana in Castelnuovo a dar consulti a chi si presenta. A ogni modo è bene che tu sappia quello che mi si scrive. Credimi sempre tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 22 marzo 1894
Caro nipote, ho ricevuto la tua del 20 C.te e te ne ringrazio. Continua a fare regolarmente il tuo dovere, e stà certo che la mia affezione non ti verrà meno. Andando a Roma penso che ti farai supplire da Croce. Raccomandagli di fare in modo che la sua presenza in Villa nei giorni e ore fissate sia sempre constatata. Ti auguro buon viaggio e ti saluto cordialmente. Tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 17 aprile 1894
Caro cognato, ti ringrazio della tua buona lettera del 15 corrente scritta anche a nome di Virginia e dei tuoi figli. Approvo l'impiego del poco denaro che ti rimane in conto per provvedere la croce in ferro o in pietra nel cimitero; e mi rimetto anche per questa piccola cosa intieramente al tuo buon criterio. Vi saluto tutti di cuore. Sono particolarmente lieto di saperti bene ristabilito in salute. Tuo affezionatissimo cognato e amico Nigra
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Vienna, 12 aprile 1894
Caro nipote, ti ringrazio di avermi avvertito prima di affittare la palazzina del mio compianto fratello. L'affitto che intendevate accordare alla Felizzetti lo prendo io per lo stesso prezzo, a partire dal 1° giugno. Le L. 175 per i 7 mesi dell'anno corrente, nonchè le L. 300 per l'anno venturo ti saranno pagate alla fine dell'anno corrente. Non c'è bisogno di contratto tra noi. La casa rimarrà com'è. Io non devo figurare come affittuario. Le imposte, le spese di manutenzione e ogni altra relativa all'immobile rimarrà naturalmente a vostro carico. Ti rimando il certificato del quale non avevo bisogno. Ti ripeto che non ho mai creduto alle accuse anonime. Ma ti raccomando di prendere le tue precauzioni per constatare in ogni tempo che tu fai il tuo dovere di medico condotto, non già presso di me che ho fede in te, e non ho bisogno di certificarti, ma presso chi avesse interesse a coglierti in fallo. Ti prego di salutare la madre tua in mio nome e Derossi, e i tuoi fratelli, e ti stringo cordialmente la mano. Tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 3 maggio 1894
Caro nipote, ti segno ricevuta della tua del 1° maggio corrente. Perchè io sia in grado di darti un consiglio sul da farsi circa i crediti professionali di mio fratello, ti prego di mandarmi un estratto di tali crediti per gli ultimi 5 anni, coll'indicazione dei Comuni a cui appartengono i debitori, della data di cura, della cifra del credito etc. Saluta tutti in casa e credimi Tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 17 maggio 1894
Caro nipote, ti rimando i registri che mi hai spediti e che non ho nemmeno aperti. Io non ho il tempo di fare un estratto dei crediti professionali di mio fratello degli ultimi 5 anni. Ho chiesto a te questo lavoro, che sei solo competente a fare. Io ho bisogno di sapere: 1° il nome e il luogo dei debitori a cui hai mandato o intendevi mandare la circolare di avviso; 2° l'ammontare preciso dei crediti verso ciascuno. Tu mi scrivi che per le difficoltà di leggere la scrittura di tuo zio non hai potuto fare uno stralcio dei soli debitori. Ma dovevi supporre che io avrei incontrato eguale difficoltà. A ogni modo tu devi certo sapere a chi e dove furono mandate o dovevano mandarsi le circolari. Adunque ti ripeto la preghiera, non di mandarmi i registri, ma di mandarmi un estratto dei nomi dei debitori, per cure, di mio fratello, negli ultimi 5 anni, e delle località a cui appartengono, cioè non solo del Comune, ma del cantone o Frazione del Comune, e infine dell'ammontare del credito per ciascun individuo. Ho bisogno d'avere da te questi dati per prendere una decisione in proposito. Saluta per me tutti di casa e credimi tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 2 luglio 1894
Caro nipote, ho esaminato il quaderno dei crediti di mio fratello che mi hai mandato colla tua del 1 giugno scorso. Ecco ora quanto ho deciso. Prendo per mio conto i debiti degli abitanti di Villa, Sale, Colleretto, Baldissero, Campo, Cintano, Muriaglio, Rueglio, Filia. Questi debiti sono:
per Villa L. 272,50 di cui pagate L. 29
Sale L. 89
Colleretto L. 62 di cui pagate L. 8
Baldissero L. 38
Campo L. 8
Cintano L. 114
Muriaglio L. 48
Rueglio L. 76
Filia L. 82
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Totale L. 789,50 L. 35
Ti mando quì unito un assegno sulla Banca d'Italia (sede di Torino) per la somma predetta di L. 789,50 che comprenderai nell'attivo della successione devoluta a te e ai tuoi fratelli, e a questi darai comunicazione della presente. Ti lascio giudice sul modo di avvertire i debitori di cui si tratta, che i loro debiti sono condonati. Ti lascio pure giudice del modo di restituire le L. 29 già pagate dai debitori di Villa e le L. 6 di quello di Colleretto. Ma intendo che la restituzione sia fatta per evitare ogni reclamo. Il mio nome non ha da comparire. A chi chiedesse spiegazioni, dirai che voialtri eredi del mio compianto fratello, avete interpretato le sue intenzioni rinunciando ai di lui crediti personali verso gli abitanti delle sue valli native. Degli altri paesi non mi occupo. Conto assolutamente su te perchè queste mie istruzioni siano puntualmente eseguite. Potrai far presentare l'assegno alla sede della banca in Torino 3 giorni dopo averlo ricevuto. Questo frattempo è necessario perchè la sede principale di Roma possa avvertire la sede di Torino. saluta per me Derossi e tua madre e i fratelli. Spero che tutti godiate buona salute. La mia è abbastanza buona e quest'inverno la mia sciatica mi lasciò tranquillo. Rispondendomi mi darai notizia del modo con cui funziona la cura dei malati di Castelnuovo. Non ho più ricevuto lettere anonime. Continua a fare il tuo dovere e così anche gli invidiosi e i maligni si stancheranno. Ti saluto cordialmente. Tuo affezionatissimo zio Nigra
PS. Ti restituerò il quaderno in pacco separato
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Vienna, 13 luglio 1894
Caro nipote, in risposta alla tua dell'11 mi affretto a parteciparti a quanto segue. E' mia precisa intenzione, che il vaglia sulla banca d'Italia, rappresentante i debiti, per cure, degli abitanti dei Comuni da me precedentemente indicati, sia riscosso, e che la somma sia ripartita fra voi tutti, eredi del mio compianto fratello. Adunque anche in ciò ti prego di eseguire puntualmente le mie istruzioni. Ti ripeto poi che ti lascio giudice del modo e del tempo di avvertire i singoli debitori, che non esigerai i debiti loro. Concerta con Derossi i temperamenti da prendersi; giacchè non bisogna che i debitori credano che hanno un diritto a non pagare ma è necessario invece che riconoscano che il condono è atto di generosità fatto da voialtri in ogni singolo caso. Perciò appunto il mio nome non deve essere pronunciato. Io compio un dovere verso la memoria di mio fratello e non voglio che voi abbiate a soffrirne. E' dunque inteso. Farai, per il modo, come crederai; purchè nel fatto gli abitanti dei Comuni indicati non abbiano a pagare un saldo per le cure prestate da mio fratello in qualsiasi epoca. Saluta per me tua madre e Derossi e i fratelli. Dirai poi a Natale che quando gli atti della liquidazione dei lavori saranno terminati, me li mandi, come è stato inteso. Cordialmente tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 28 ottobre 1894
Carissimo cognato, ti sono riconoscentissimo per la tua buona lettera. So che posso contare sulla tua amicizia come tu puoi contare sulla mia. Se vado a Bollengo, ciò che non è ancora certo, andrò a vedervi a Castellamonte, o voi verrete a vedermi a Bollengo. Ma sono ancora talmente angosciato dalla perdita del nostro Michelangelo, che il rivedere i luoghi dove lo vidi morto mi fa una pena che non saprei descriverti. Anche la vista di Bollengo dove passammo insieme i suoi ultimi buoni giorni mi serra il cuore. A ogni modo, se vado in Canavese, sarai informato a tempo, sia da me sia da Natale. Potrai rimettere il poco denaro, che ti avanza sulle spese fatte, a Giovanni Revelli, con cui ho un conto per la fontana di Castelnuovo. Vi mando a tutti i miei saluti di cuore. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 25 dicembre 1894
Caro nipote, (Michelangelo Mattioda ndr) non darti pena per la corrispondenza che mi hai mandato. Continua a fare il tuo dovere, e tu puoi essere sicuro della mia costante affezione per te e per i tuoi fratelli. Questa affezione è al di sopra dei piccoli rancori donde che vengano. Ti risposi tuttavia di avermene scritto per mia informazione. Ti auguro buon capo d'anno a te e a i tuoi fratelli e a tutta la famiglia. Saluta per me tua madre, e dille che ho ricevuto le sue lettere; e saluta pure Derossi e credimi sempre tuo affezionatissimo zio Nigra
Allegato alla lettera l'articolo che parla dell'inaugurazione dell'acquedotto donato al Comune dal Conte Nigra, insieme alla creazione della condotta medica, in cambio del permesso di costruzione della cappella mortuaria nel cimitero di Villa Castelnuovo.
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Vienna, 4 settembre 1895
Carissimo cognato, ti ringrazio della tua lettera del 6 ultimo, e del gentile invito tuo e di mia sorella. Ma per ora non posso ancora andare in congedo. Non potrò muovermi da Vienna prima dell'ottobre e per quell'epoca non ho ancora preso alcuna decisione. Tempo fa mio figlio mi scrisse esprimendomi il desiderio di venire ad una riconciliazione coi suoi cugini. Io lo incoraggiai e gli scrissi di dirigersi a te, essendo ben sicuro che anche tu nutri lo stesso desiderio. Non so se abbia dato seguito a quelle sue intenzioni. In caso affermativo conto sulla tua buona volontà. Io vorrei vedervi tutti uniti il che mi renderebbe anche più facile e gradevole l'andarvi a vedere. Saluta per me Virginia. Dille che la mia salute è abbastanza buona, e procurate di star tutti sani. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 24 dicembre 1895
Carissimo cognato, insieme coi miei auguri ti mando una cassetta, per la posta, contenente due fagiani, uccisi da me. Ritenendone uno per te, ti prego di mandare l'altro a mio figlio a Villa Castelnuovo. fate tutti buone feste e Tu credimi sempre tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 7 febbraio 1896
Carissimo cognato, ti ringrazio dell'invio del libretto del pescatore. Siccome non voglio dire ciò che non penso, e non potrei dare la mia approvazione a tutte le conclusioni di quello scritto, più polemico che storico, così ti prego di rispondere al dott. Vercellini che mi hai mandato il fascicolo e che io ti ho ringraziato di tale invio, senza aggiungere altro. Vi saluto tutti cordialmente. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 10 febbraio 1896
Carissimo cognato, il Comitato per le feste carnevalesche di Castellamonte mi ha chiesto anche quest'anno il mio concorso. Ti mando per le poste L. 20 che ti prego di far rimettere a mio nome al Comitato stesso. Te ne ringrazio anticipatamente e vi saluto tutti di cuore. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 16 febbraio 1896
Carissimo nipote, ricevo l'unita dagli abitanti del Capriolo, i quali si lagnano di non essere compresi nelle cure gratuite. Ora io intesi che la cura gratuita fosse data a tutti gli abitanti, non solo del Comune, ma della Parrocchia di Villa Castelnuovo. Non so quindi spiegarmi quella lagnanza. Se essa è giustificata ti prego di provvedere all'avvenire. Credimi sempre tuo affezionatissimo zio Nigra
PS. L'atto di donazione include senza eccezione gli abitanti del Comune e della Parrocchia. Ti prego di mettermi in grado di rispondere
Allegata la lettera di lamentele di una partoriente nullatenente che richiese l'intervento del medico per il parto, che durò dalle 7 del mattino alle 3 del pomeriggio, parto assistito dal dottor Croce sostituto del dottor Mattioda per il quale fu richiesto il pagamento di ore straordinarie.
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Roma, su carta intestata del Grand Hotel recante una grande aquila ed il motto in latino "Tutte le strade conducono a Roma" - 25 marzo 1896
Carissimo nipote, ti ringrazio della tua lettera. Continua a fare il tuo dovere, e prendi sempre possibilmente le tue precauzioni per constatarlo, in presenza della ingiusta accusa. Io parto per Vienna dopodomani, in assai buona salute. fa i miei saluti a tutta la famiglia e credimi sempre tuo affezionatissimo zio Nigra
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Vienna, 30 marzo 1896
Carissimo nipote, io credo che non devi inquietarti oltre misura della guerricciuola che si fa a Villa. In sostanza di tutte le lettere anonime che mandano a me, e di qualche lagnanza di persone che vorrebbero avere un altro medico. Ma siccome lettere e lagnanze sono dirette a me, e siccome io ho piena fiducia in te, così mi pare che nel fatto il male non sia grave, e che con molta pazienza e continuando a fare il tuo dovere, finirai per scoraggiare i malevoli. Ti unisco un'altra lettera anonima. Ma questa invece ti è favorevole. Ti saluto cordialmente, e vi auguro a tutti buone feste di Pasqua. Tuo affezionatissimo zio Nigra
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Firenze, Hotel de la Paix - 21 novembre 1896
Carissimo cognato, voglio rassicurarti subito circa i miei sentimenti verso i tuoi figli e verso te. Essi sono immutati e immutabili. In questo puoi essere tranquillo. E se venissi in Canavese i miei primi passi sarebbero verso tua casa. La questione della proprietà di Bollengo non ha nulla a che fare a questo riguardo. Essa si presenta in questi termini. Non avendo io intenzione di abitare, dopo la morte di mio fratello, il castello di Bollengo, e non volendo fare per esso altra spesa, io posi a tuo figlio la questione, se esso creda di poter trarre da quella proprietà tanto da coprire le spese di amministrazione e da dare a lui un compenso per il suo lavoro, essendo equo che non lavori per nulla. Ora dall'ultima lettera che mi scrisse risulta che il problema è di soluzione molto dubbia e non risponde dell'esito. In tale stato di cose mi pare che la migliore soluzione sarebbe quella da me proposta, cioè che io rinunzi gratuitamente all'usufrutto e uso della proprietà, e i proprietari eredi di mio fratello ne dispongano per il meglio. In quanto a me, se Natalino, dopo ristudiata la questione, crede di poter prendere sopra di sè la questione della proprietà, senza che io debba rimetterci del denaro, non ho difficoltà a lasciar le cose come sono. Ma se la proprietà è passiva, capirai che sarebbe una sciocchezza conservarla e io nel caso mantengo la mia risoluzione. Ti saluto e saluto Virginia cordialmente. Passando per Milano vi farò spedire un panettone. Credimi tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 4 aprile 1897
Carissimo cognato, rispondo subito alla graditissima tua del 2 corrente. Ma mi occorre di entrare in qualche spiegazione. Il prof.re Corazzini è un brav'uomo, ed è scrittore di qualche merito. Ma è il più gran seccatore al mondo. Egli si è fitto in capo di scrivere la mia biografia, si è diretto per aver notizie, ritratti etc, prima a Lucio Rossi, poi alla zia Clotilde Revelli, e ora anche a te. Ho pregato Rossi e la zia Clotilde di non dargli niente, e ora prego te di fare altrettanto. Ho fatto sapere al prof. Corazzini che io non sono un uomo illustre che l'Italia non sente il bisogno di avere una mia biografia. Ho pregato Rossi di informarlo che se il Corazzini darà seguito alla sua idea e mi manderà la sua futura pubblicazione, io gliela rimanderò senza leggerla; e a lui stesso ho scritto che aspetti a scrivere di me quando sarò morto, se ciò gli farà piacere. Il Corazzini ha fiuto per capire che non sono uomo da apologia, e mi ha scritto che rinunziava al suo progetto, il che mi ha fatto gran piacere. Sia lodato Dio ! Ora io ti sarò riconoscente se, scrivendo al Corazzieri, motiverai il tuo rifiuto di mandargli un mio ritratto, dicendo che ti stieni per mio espresso desiderio. Mi fece molto piacere apprendere che sei andato da mio figlio a Castelnuovo. Mando a voi tutti i miei più cordiali saluti e ti stringo di quì la mano. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Milano, Hotel Continentale - 21 ottobre 1897
Carissimo cognato, fo' conto di andare a farti una visita a Castellamonte il 29 corrente, per veder te, mia sorella, i nipoti, mio figlio e mia nuora. Spero di trovarvi tutti riuniti in tua casa. Non potendo disporre che di poche ore, mi propongo di arrivare a Castellamonte il 29 alle 9,25 del mattino col treno di Torino. Pranzerò con voi tutti, e ripartirò nella giornata per Chivasso-Milano prendendo il treno che passa a Chivasso alle 17,09 . Perciò avrò bisogno di una buona carrozza che mi trasporti da Castellamonte a Chivasso; e ti prego di procurarmela. Adunque a rivederci fra pochi giorni; e intanto ti mando i miei più cordiali saluti. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Milano, Hotel Continentale - 2 ottobre 1897
Cara sorella, confermando la mia visita per il venerdì 29 corrente, ti dò avviso che ti fo' spedire, all'indirizzo di Derossi, due panettoni, uno per voialtri e uno per Lionello che ti prego di spedire a Castelnuovo. Con cordiali saluti. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Milano, Hotel Continental 21 ottobre 1897
Carissimo cognato,
fo conto di andare a farvi una visita a Castellamonte il 29 corrente, per veder Te, mia sorella, i nipoti, mio figlio e mia nuora. Spero di trovarvi tutti riuniti in tua casa.
Non potendo disporre che di poche ore, mi propongo di arrivare a Castellamonte il 29 alle 9,25 del mattino, col treno di Torino. Pranzerò con Voi tutti, e ripartirò nella giornata per Chivasso-Milano prendendo il treno cha passa a Chivasso alle 17,09. Perciò avrò bisogno d'una buona carrozza che mi trasportida Castellamonte a Chivasso; e ti prego di procurarmela. Dunque arrivederci fra pochi giorni e intanto ti mando i miei più cordiali saluti. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Monza, 8 novembre 1897
Carissimo cognato, ti fo mandare per ferrovia tre fagiani da me uccisi nel R. Parco, pregandoti di mandarne uno a Lionello e di mangiare in famiglia gli altri due. Credimi sempre Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 7 agosto 1898
Carissimo nipote, ti ringrazio di aver pensato di inviarmi dei campioni della tua polvere dentifricio, alla quale auguro un buon successo. Ma ti prego di non darti la pena di mandarmene altri. Io fo uso da un pezzo di pasta anzichè di polvere, e ciò per varie ragioni, ma anche perchè, a merito uguale, la pasta ha il vantaggio di non spandersi, quando ne fo uso, e di non impolverarmi il necessario da viaggio. Si ha un bel fare a chiudere la polvere in scatole che combaciano bene; quella benedetta polvere trova sempre modo di uscire. E il pacco che mi hai mandato, benchè le sei scatole siano rimesse chiuse, era tutto impolverato. Invece le paste (come quella inglese che mi servo che è alla menta peperita) non hanno questo inconveniente, ma naturalmente sono in scatole di porcellana o di metallo. M'inquieta alquanto quanto mi scrivi su mia sorella. Abbi per lei la massima cura, e tenta di farti ascoltare e ubbidire. salutala per me e tutti di casa. la mia salute, col bel tempo, si è fatta abbastanza buona. Credimi tuo affezionatissimo zio Nigra
PS. Fammi il favore di dire a Derossi che mi mandi un campione (una o due non di più) del suo miele. Voglio paragonarlo con quello che si fa quì. Ma - ripeto - lo prego di mandarmene soltanto una o due boccette.
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Vienna, 25 agosto 1898
Carissimo cognato, (Angelo Derossi ndr) ti prego di far recapitare l'unita lettera alla cugina Francesca vedova Derossi, nella quale le mando le mie congratulazioni per il fidanzamento della figlia Teresa. Ti prego inoltre di volerti incaricare di esigere l'assegno quì unito di L. 200, e con questa somma di scegliere un ricordo che offrirai in mio nome alla fidanzata. Se invece del ricordo Ella preferisce il denaro, naturalmente ti autorizzo a rimetterle la modesta somma. Ti prego poi sopratutto di scusare la seccatura che ti procuro con questa commissione. Ma ho pensato che tu meglio di ogni altro potevi incaricartene, poichè, secondo quanto mi scrive la cugina Francesca, tu condurrai all'altare la fidanzata. Alla quale ti prego di ripetere i miei sinceri e vivi auguri. E ora ti stringo cordialmente la mano, e mando a Virginia e a tutti in casa i miei migliori saluti. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
PS. Spero vedervi tutti in ottobre
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Vienna, 18 ottobre 1889
Carissima sorella, verrò certamente, salvo accidente, a vederti quest'anno come l'anno scorso. Ma non potrò passare con voi che qualche ora; cioè una mezza giornata, circa. Non andrò a Castelnuovo. Ma spero di veder mio figlio e sua moglie in casa vostra. La mia visita sarà verso la fine del mese. Vi farò sapere il giorno da Milano. Intanto vi saluto tutti cordialmente. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Gardone Riviera, su bellissima carta intestata dell' Hotel & Pension Gardone Riviera -
25 ottobre 1898
Carissimo cognato, vengo ad annunziarti che arriverò a Castellamonte, venendo da Ivrea, il 29 corrente, nel mattino verso le 11. Pranzerò con voi in famiglia. Ho scritto a Lionello di scendere colla moglie in casa tua. Desidero ripartire il giorno stesso. Spero trovarvi tutti in buona salute. Intanto ti mando i miei cordiali saluti. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
PS. E' possibile che l'avv. Lucio Rossi mi accompagni e venga a chiderti da pranzo anche lui. Siccome vengo soltanto per voi è quasi superfluo il dirti che non desidero vedere altre persone all'infuori della famiglia e dei parenti, ed è inutile che nel paese si sappia il giorno della mia visita
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Vienna, 22 aprile 1899
Carissimo cognato, ti ringrazio della tua lettera del 19 C.te e ti accusa ricevuta delle L. 20 in essa contenute. Mi fa gran piacere l'apprendere che Michelangelo è fuori di pericolo. Io ignoravo la sua grave malattia. Spero che a quest'ora sarà entrato in convalescenza, e fo' voti che sia così. Sono poi lieto, che il pericolo passato sia stato occasione di dimostrazione così calda per lui e per tutti voi. Io mi dispongo ad andare alla Conferenza dell'Aja, onore che non ho ambito, ma che non potevo rifiutare. Vi saluto tutti di cuore. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Milano, 4 agosto 1899
Carissimo cognato, la tua lettera del 31 luglio mi giunse qui oggi a Milano, dove arrivai ier l'altro dall'Aja. Puoi rispondere al Giglio Tos, che al mio ritorno a Vienna gli manderò le poesie che desidera, colla dedica all'Orsi, ma slegate. Potrà farle rilegare lui stesso, se così gli piacerà. Benchè stanco, debbo partire domani per la certosa di Pesio, dove il ministro Visconti Venosta mi ha dato convegno. Malgrado la grande fatica, sto bene in salute; e a tutti voi mando un saluto dal cuore. Credimi sempre Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 26 settembre 1899
Carissimo cognato, le pere e le mele sono giunte in ottima condizione, e sono veramente belle ed eccellenti. Te ne fo i miei complimenti e ti ringrazio. Soffro da qualche tempo di dolori nevralgici o reumatici, che senza inquietarmi mi danno molestia. sarò forse obbligato di sottomettermi ad una cura. Sono le tristi conseguenze della vecchiaia. Saluta Virginia, e procurati di stare in salute. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Roma, 18 Trinità dei Monti - 20 novembre 1899
Carissimo cognato, ho ricevuto ieri il miele e la frutta. Te ne ringrazio cordialmente. Ma ne hai mandato troppo. Lo porterò con me a Vienna, uno dei loti (l'odierno cachi ndr) era già maturo, e lo gustai. L'ho trovato veramente eccellente, e ti fo i miei complimenti. E' un frutto bello a vedersi e squisito a mangiarsi. Sto quì curandomi della mia tosse, che tende a sparire, ma che non è ancora sparita. Saluta Virginia e tutta la famiglia, e credimi Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Roma, su carta intestata del Senato - 19 dicembre 1899
Carissimo cognato, mando a tutti voi i miei più fervidi voti per le prossime feste di natale e del nuovo anno. E mando al tuo indirizzo due panettoni; dei quali uno è destinato alla tua famiglia; l'altro, ti prego di mandare a Castelnuovo a mia nuora, dopo esserti assicurato che non fu mangiato in ferrovia, come mi accadde per un panettone speditomi a Vienna. Suppongo che ti farà piacere il sapere che i tuoi loti furono trovati migliori di quelli coltivati a Roma dal principe Doria. saluti cordiali a tutti dal vostro affezionatissimo Nigra
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Vienna, 3 marzo 1900
Carissimo cognato, ho ricevuto la lettera che quì ti compiego, pregandoti di darmi le informazioni opportune e i tuoi consigli circa il Derossi Luigi, che non conosco, o per meglio dire, di cui non mi ricordo bene. Scusa la noia. Mando a te, a Virginia e a tutta la famiglia, i miei migliori saluti. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 7 aprile 1900
Carissimo cognato, so che non abusi di commendatizie per me, e te ne ringrazio, ma quando si tratta di casi, come quelli indicati nella tua lettera, naturalmente sei più che autorizzato a ciò. Non ho ancora visto il Cigliana. Ma ho visto l'uno dei fratelli Giachetti, e l'ho munito di un certificato onorevole e favorevole di cui potrà servirsi per farsi conoscere quando concorrerà per l'impresa ferroviaria a Czernovitz.
La mia salute è discreta e auguro a tutti voi buone feste di Pasqua. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 13 aprile 1900
Carissimo cognato, ho ricevuto la lettera quì compiegata. Io non ricordo questo Antonio Nigra. Di figli della sorella di mio padre maritata al Giovanni Nigra-Roletto del Capriolo non ricordo che il defunto Lorenzo, carabiniere, Luigi che deve essere ancora in vita, e un terzo che mi pare si chiamasse Michele. Questo Antonio sarà forse lo stesso che quello che io presumo nominarsi Michele, ma non ricordo punto il suo nome. Fammi il piacere di dirmi chi è, e possibilmente di fornirmi qualche informazione su di lui. Vi auguro a tutti buone feste pasquali. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 21 ottobre 1900
Carissimo cognato, mi affretto a darti avviso che lunedì, 29 corrente, da Milano andrò al Bessolo, dove pranzerò dalla zia, e dopo pranzo andrò a Castellamonte a passar la notte in casa tua, per ripartire l'indomani dopo mezzodì per Chivasso e Milano. Ne ho informato Lionello. Ti prego di mandare a Strambino una buona carrozza il lunedì 29, per l'arrivo del treno di Chivasso alle ore 11,10. Questa carrozza mi condurrà da Strambino al Bessolo di Castellamonte, e l'indomani mi deporrà a Chivasso abbastanza in tempo per prendere il treno delle 15,44 per Milano. Spero che vi troverò tutti in buona salute. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
PS. Il mio indirizzo dal 24 sera è in Milano all'Hotel Continentale
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Roma, Trinità dei Monti 18 - 16 dicembre 1900
Carissimo cognato, ieri e oggi ho mangiato i due primi loti (cachi ndr) maturati. Gli altri cominciano appena ora a maturare lentamente. Ma sono veramente belli e di sapore grato. Te ne ringrazio di cuore. Io mi dispongo a lasciare Roma tra 10 giorni circa. Malgrado le piogge del principio del mese, e il freddo che ora comincia a venire, e che del resto non supera i 6 gradi sopra lo zero, la mia salute si mantenne buona. Spero che voi tutti siate in buona salute e fo' voti che passiate bene l'inverno. Vi mando a tutti cordiali saluti. Il tuo affezionatissimo cognato Nigra
PS. Ti fo mandare da Cova due panettoni, uno per Voi e uno per Lionello che ti prego di fargli spedire. Ho raccomandato che, oltre al piombo, si sigillino i coperchi dei rotoli.
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Vienna, 17 ottobre 1901
Caro nipote, sono finalmente in grado di annunziarti che arriverò a Castellamonte, salvo accidente, il lunedì 28 corrente nella sera, venendo dal Bessolo. E' possibile che al Bessolo troverò anche Lucio Rossi e che questi si offrirà di accompagnarmi, come l'anno scorso. Fammi il piacere di dirlo a Derossi affinchè, se lo crede, possa invitarlo a pranzo insieme a tutti noi. Poichè fa piacere a tua madre che il mio Jȁger Adolfo mi accompagni (il domestico austriaco di Nigra ndr), puoi dirle che lo condurrò con me. Dunque spero vedervi tutti in buona salute tra breve. Tuo affezionatissimo zio Nigra
PS. Ti comunico per tua semplice notizia l'unita lettera anonima che ho ricevuto una ventina di giorni orsono
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Milano, Grand Hotel Continental, 30 ottobre 1901
Caro nipote, rimetto oggi stesso al Marchese Cusani, Console Generale d'Italia a Budapest, con cui ho convegno quì a Milano, le carte relative al Mattioda Giacomo di Colleretto Castelnuovo. Il M.se Cusani manderà le notizie, se potrà averne, e in ogni caso scriverà direttamente al Mattioda padre il risultato della ricerca anche se negativo. Ti rimando il piego contenente i tuoi certificati, che non avrei preso se avessi saputo di che si trattava. Io non ne ho affatto bisogno. E sono certo che metti tutto l'impegno perchè i miei poveri compaesani di Villa Castelnuovo abbiano un buon servizio medico. Sono stato molto contento della breve visita a Castellamonte, avendovi trovati tutti in eccellente salute. Fammi il piacere di dire a tua madre e a Derossi che li ringrazio ancora della buona e affettuosa accoglienza. Tuo affezionatissimo zio Nigra
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Roma, Trinità dei Monti 18 - 15 dicembre 1901
Carissimo cognato,
arrivato ier l'altro a sera a Roma, trovai la scatola contenente i loti, che hai avuto la gentilezza di mandarmi. Sventuratamente erano per la maggior parte guasti. Tre o quattro loti furono trovati intatti, ed erano eccellenti. Ti ringrazio di questa attenzione. Ma un'altra volta, ti prego di non darti la pena di mandarmene. E' un vero dispiacere per me vedere sciupati questi bei frutti. Del resto ora cominciano a comparire quì sul mercato e nelle botteghe. Ho passato 5 settimane a San Remo soddisfacendo così ad un gran bisogno di riposo. La settimana prossima riparto per Vienna. Ti fo mandare da Milano un panettone di Natale. Ne fo mandare un altro a Lionello, nello stesso tempo. Suppongo che dalla ferrovia sarà spedito a Villa Castelnuovo. Nel caso in cui non ci sia un servizio di trasporto di colli per cura delle ferrovie, o altrimenti, ti pregherei di avvisare Lionello di farlo ritirare. Saluta per me Virginia. Auguro a te e a tutta la famiglia buone feste di Natale e buon capo d'anno. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 10 febbraio 1902
Caro nipote, ti ringrazio della primizia della tua arte fotografica. E giacchè la prova è ben riuscita, ti prego di fotografare per me un oggetto che mi preme di avere sott'occhio disegnato al vero. Desidero cioè di avere il disegno esatto di una di quelle collane delle vacche, a cui è appeso il campano, e che si chiama costì canàula. Vorrei che il disegno comprendesse anche il campano, e lasciasse vedere la punta del batacchio. Perciò bisognerebbe fotografare la canàula appesa in aria. Non ho fretta e potrai farmi questa fotografia quando vorrai e potrai. Saluta per me tutta la famiglia. Stò passando abbastanza discretamente l'inverno di Vienna. Tuo affezionato zio Nigra
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Vienna, 29 settembre 1902
Carissimo cognato,
ho ricevuto la partecipazione del fidanzamento della cugina Ernesta Derossi di Villa. Ho scritto alla madre per felicitazioni ed auguri. Ma vorrei dare alla fidanzata un piccolo souvenir, e ricorro a te per consiglio. Ho pensato che forse tu avresti la bontà di scegliere un piccolo ricordo del valore di cento Lire, e farlo tenere alla fidanzata in mio nome, - se pure essa non preferisse di avere le 100 Lire per scegliere essa stessa il ricordo. Il meglio sarà forse che tu ti informi di ciò che le farebbe più piacere. Intanto io mi addebito verso di te di cento Lire, che ti rimborserò all'occasione della mia prossima visita che spero sarà per il 14 ottobre. Saluta Virginia e credimi sempre Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Venezia, 9 ottobre 1902
Carissimo cognato, giungerò, salvo accidente, a Castellamonte, mercoledì sera, 15 corrente. Ho scritto a Lionello di venirmi a prendere colla carrozza a Strambino, e di condurmi al Bessolo e poi a Castellamonte. Sarò molto lieto di vedervi tutti, e spero in buona salute. Partirò l'indomani dopo pranzo. Credimi sempre Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Amèlie-Les-Bains (Stazione Termale dei Pirenei ndr) - +25 novembre 1902
Hotel des Termes Romains
Caro nipote, (trattasi di Michelangelo Mattioda ndr), soltanto oggi ho ricevuto la tua lettera del 18 con gli annessi. Ti ringrazio anzitutto dei versi. Il metro non è sempre giusto, ma c'è l'ispirazione. Ho mandato subito la lettera del sindaco d'Issiglio al cav. Baroli R. Console d'Italia a Innsbruck, nella cui competenza cade tutto ciò che si riferisce a successioni apertesi in Tirolo, nelle quali siano implicati interessi di sudditi italiani. Il Baroli risponderà allo Scalarone direttamente; il quale per il corso ulteriore dell'affare dovrà dirigersi a lui. Io starò quì ancora qualche giorno per finire le mie cure. Nei primi di dicembre sarò a Milano (Hotel Continentale). Vi saluto tutti cordialmente. Tuo affezionato zio Nigra
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Vienna, 30 settembre 1903
Carissimo cognato, ti ringrazio della tua lettera e del grazioso invito. Spero di andare a vedervi verso la metà di ottobre. T'informerò del giorno preciso appena avrò potuto fissarlo. Aspetto ancora l'avviso del permesso di congedo. Ho preso la libertà di far mandare al tuo indirizzo a Castellamonte una cassa contenente 40 bottiglie di moscato-champagne di Canelli, delle quali 20 dono per te e per Virginia e 20 per Lionello. Ti sarò grato se vorrai, quando arriveranno, mandare queste ultime a Castelnuovo, avvertendone Lionello. E nella speranza di vedervi presto tutti in buona salute, ti stringo intanto da lontano, ma cordialmente la mano. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Vienna, 4 ottobre 1903
Carissimo cognato, ti annunzio il mio arrivo a Castellamonte per la sera del mercoledì 14 corrente. Ripartirò l'indomani dopo il pranzo per Chivasso, come l'anno scorso. Ho scritto a Lionello di venirmi a prendere in carrozza al Bessolo, dove pranzerò dalla zia Clotilde il mercoledì mattino. Vi saluto fin d'ora tutti molto cordialmente. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Roma, 18 Trinità dei Monti - 20 novembre 1903
Carissimo cognato, desidererei far riprodurre in marmo il busto di mio padre che è a Villa Castelnuovo, e quello di mio fratello che è presso Natale. Vengo a chiederti se credi che lo scultore di Castellamonte, che mi hai presentato due anni fa in casa tua, sia capace di lavorar bene il marmo e di cogliere la rassomiglianza; e quale sarebbe la spesa. I due busti sarebbero destinati alla cappella nel cimitero di Villa. Ma se riuscissero bene, vorrei farne fare anche un altro esemplare di ciascuno dei busti per me. Forse, quando mi risponderai, non sarò più in Roma. Ma da Roma mi sarà recapitata la tua risposta. Ti saluto, e saluto Virginia e tutta la famiglia ben cordialmente. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
PS. Mando per la posta a Virginia alcune cartoline romane. In quella che rappresenta piazza di Spagna si vede (a destra di chi guarda) la mia casetta con 9 finestre
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Napoli, Hotel Hassler, 26 novembre 1903
Carissimo cognato, ti ringrazio per la tua buona lettera del 24 corrente, che ho ricevuto quì a Napoli, dove sono venuto, tre giorni orsono da Roma, per curarmi da un forte raffreddore con tosse. Il mio indirizzo, fino a nuovo avviso, è quello indicato qui sopra: Hotel Hassler- Napoli. Accetto la proposta del Barengo (uno dei maggiori artisti ceramisti castellamontesi dell'ottocento ndr) per i busti. Ti prego di farti rimettere da Lionello il busto, in terra, di mio padre, e da Natale quello di mio fratello Michelangelo, che vorrei rimettere al Barengo. Abbi la compiacenza di dire a questi che desidero un esemplare in marmo, ed uno in bronzo di ciascuno dei due modelli, e quindi:
1 busto dell'effige di mio padre
1 idem di mio fratello
1 in bronzo di mio padre
1 idem di mio fratello Prezzo dei 4 busti L. 1.800.
Le proporzioni dei 4 busti devono essere identiche. Sulla base devono essere incisi i nomi, rispettivamente: LODOVICO NIGRA - MICHELANGELO NIGRA.
Vorrei anche sapere il prezzo delle riduzioni in terra cotta. Vi saluto tutti ben cordialmente. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Napoli, Hotel Hassler - 23 dicembre 1903
Carissimo cognato, vi mando a tutti i migliori auguri per il nuovo anno. Da Milano ti ho fatto spedire un panettone che spero ti pervenga intatto. Ne feci spedire anche uno a Lionello coll'indirizzo: Castellamonte per Villa Castelnuovo. Nel caso Lionello fosse assente da casa, e tu sapessi dove ora si trova, ti sarei grato d'informarlo di questo invio, affinchè il panettone possa essere ritirato e non rimanga indefinitamente in stazione. Buone feste. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Roma, Trinità dei Monti 18 - 23 gennaio 1904
Caro nipote, ricevo quì la tua lettera del 19 respinta da Napoli. Ringrazio Lidia e te del gentile pensiero di spedirmi un saggio del burro di Bollengo. Ma ora quel saggio correrà le ferrovie, e chi sà quando mi giungerà. Ti avverto che ad ogni buon fine il 1° febbraio sarò a Venezia. Ma ti prego di non mandarmi più del burro. Preferisco assaggiarlo a Castellamonte quando ci andrò. Per questi primi mesi dopo la mia rinunzia al posto di Vienna la mia dimora non sarà fissa in nessun luogo. Terrò Derossi al corrente dei miei successivi indirizzi. Mio figlio è pure sempre informato della mia dimora. Saluto cordialmente te e tua moglie, ed auguro ad entrambi ottima salute, anche al tuo piccolo erede. Tuo affezionato zio Nigra
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Venezia, San Domenico Grande - 15 aprile 1904
Carissimo cognato, ho ricevuto la tua del 6 C.te e te ne ringrazio. Aspetto la fotografia che mi hai annunziato. Il ritardo non ha inconvenienti per me. Tengo invece a che i busti siano fatti con cura, specialmente quelli in marmo. Quando essi ti saranno consegnati, ti prego di ritirarli e tenerli in casa fino alla mia prima visita a Castellamonte in autunno. Mi dirai poi, quando avrai esaminati i busti, a quale epoca io dovrò fare il pagamento. Ho passato 2 mesi e 1/2 a Venezia in assoluta tranquillità, ed il riposo mi ha giovato assai. Ma il mese prossimo, dovrò andare a Roma e di là a Vienna per prender congedo, ciò che non ho fatto lo scorso autunno. Vi saluto tutti cordialmente. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Venezia, 2 giugno 1904
Carissimo cognato, ti ringrazio della tua lettera del 30 maggio scorso, e delle fotografie dei busti, sono lieto di apprendere che tu ne sei contento, e confido che la mia impressione sarà pure favorevole quando nel prossimo autunno andrò a ritirare i due marmi ed i due bronzi. Intanto accordo con piacere al Barengo (il maestro ceramista castellamontese che li ha realizzati ndr) il permesso di esporre l' opera fin dove e come crederà. Quì unito ti mando un assegno di L. 1.800 per il pagamento che ti prego fare a mio nome, ritirando la ricevuta del Barengo. La mia salute è discreta. La mia visita a Castellamonte avrà luogo, come al solito, in ottobre - forse nella prima metà di quel mese. Vi saluto tutti cordialmente. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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trovandomi nel paese delle fontine, te ne mando una, pregandoti di mandarne la metà a Lionello. Domani, fino a nuova indicazione il mio indirizzo sarà a Milano al Grand Hotel Continentale . Vi saluto tutti di cuore. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Roma, Trinità dei Monti 18 - 14 dicembre 1904
Carissimo cognato, nella prossima settimana riceverai per pacco postale un panettone di Milano, e con esse mando a te, a Virginia ed a tutta la famiglia, fin d'ora, i migliori auguri di buone feste. Se vuoi mandarmi un vasetto di miele delle tue api (ma uno solo), lo gusterò con piacere. Saluti cordiali per tutti. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Roma, Trinità dei Monti 18 - 22 dicembre 1904
Carissimo cognato, ringrazio te e Virginia per il miele ed i torcetti, che ho già gustato, e che sono eccellenti, tanto l'uno che l'altro. Non ho gustato le mele, ma hanno buona apparenza e la loro fragranza fa prevedere che saranno ottime anche esse. Del miele era più che sufficiente un vasetto, e basterà per i miei bisogni la metà di quello che mi hai spedito. Dunque ti prego di non mandarmi altro, poichè mangio fuori di casa. Vi rinnovo a tutti l'augurio di buone feste e di buon capo d'anno. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Roma, Trinità dei Monti 18 - 25 dicembre 1904
Carissimo cognato, ho ricevuto da C.a Maestra Municipale M. Pia Bertolatti l'invito di concorrere ad una sottoscrizione per formare il fondo primitivo d'una società operaia femminile con cassa di maternità etc. Desidererei sapere da te se tale progetto è considerato come serio ed utile, e quali sono i suoi principali promotori. Ti ringrazio anticipatamente delle notizie che mi manderai in proposito, ed intanto rinnovo a te, a Virginia, a tutti voi, i miei migliori voti di buon capo d'anno. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Roma, Trinità dei Monti 18 - 1 gennaio 1905
Carissimo cognato, ringraziandoti delle notizie datami con la tua lettera del 30 dicembre scorso, ti avverto che col mezzo delle poste ti ho fatto mandare L. 60, che ti prego di pagare al Comitato esecutore della nuova istituzione femminile, quando dal medesimo ti sarà richiesto. E rinnovando a te, a Virginia ed a tutta la famiglia i miei buoni auguri per l'anno che comincia, ti saluto cordialmente. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Roma, Trinità dei Monti 18 - 4 luglio 1905
Carissimo cognato, sono dolente di non aver ricevuto notizie quali le desideravo della salute di Michelangelo. Fo voti e nutro speranza che il soggiorno di Castellamonte e le cure della madre lo rimettano completamente e rapidamente. Ti ringrazio di avermene scritto, e ti sarò riconoscente se continuerai ad informarmi. Per tua norma, ti avverto che io partirò da Roma venerdì prossimo 7 corrente, e sarò a Courmayeur (Hotel Royal) il sabato 8 sera. Ti stringo cordialmente la mano. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Milano, Grand Hotel Continental 17 maggio 1905
Caro cugino (trattasi del dottor Giovanni Croce ndr), mi fo premura di ringraziarla d'aver accettato d'essere il padrino del mio nipotino (Costantino, il figlio di Lionello e Teresa Marten Perolin, nato il 29 aprile ndr). Spero che crescendo, imparerà da Lei, e da me, l'amore al lavoro - che dovrebbe essere per lui il migliore esempio e la migliore eredità.
Mi creda suo devotissimo e obbligatissimo cugino C. Nigra
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mi affretto a rispondere alla tua lettera di ier l'altro, giuntami ora. Io non posso naturalmente fare alcun cangiamento alle clausole dell'atto di fondazione dell'istituzione del medico condotto di Villa. Nè d'altra parte intendo imporre la mia volontà al Municipio. Ma l'autorizzo a far sapere che sarei lietissimo che la nomina del nuovo Medico Condotto cadesse sopra di lei poichè son convinto che nessuno meglio di Lei eserciterebbe quest'ufficio a vantaggio della popolazione di Villa Castelnuovo. Ella può valersi, se crede, di questa mia lettera. Gradisca i miei più affettuosi sentimenti. Suo devoto cugino C. Nigra
PS. Per parte non avrei alcuna difficoltà a che Ella, se così conviene al Comune di Villa, sia scelto a medico condotto del predetto comune, pur continuando a tenere la sua residenza a Sale (il Comune di Sale Castelnuovo poco distante da Villa ndr).
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Venezia, San Simeone Grande 928 - 2 dicembre 1905
Cara sorella, ti prego di non inquietarti. La mia salute migliora. Ieri passai metà della giornata fuori di letto. Oggi farò altrettanto. D'ora innanzi ti manderò delle semplici cartoline. Ciò vorrà dire che continuo a migliorare. Vi saluto tutti di cuore. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Nota: la grafia del Nigra inizia ad essere tremolante
Roma, Trinità dei Monti 18 - 21 aprile 1906
Carissima sorella, Natale (il figlio di secondo letto ndr) mi ha scritto a tuo nome per avere le mie notizie, e per darmi le tue e quelle di Derossi. Fui lieto di apprendere che la vostra salute è eccellente, e me ne congratulo con tutta la famiglia. Io ho passato l'inverno, non ammalato ma malaticcio. Dopo il periodo d'influenza dell'autunno scorso, venne un periodo di estrema debolezza che perdura ancora. Ogni lavoro di mente o di corpo m'affatica. Esco di casa ogni giorno in carrozza, mi fo' condurre al sole quando c'è, e quì c'è molto spesso, e poi fo' una passeggiata di un'ora a piedi. In somma dall'autunno in poi sono migliorato, ma non sono ancora contento. Il mio male più grave è che avrò tra poco 78 anni. Continuate tutti a mantenervi in buona salute. Ti ho fatto mandare un panettone da Milano. Tuo affettuosissimo fratello Costantino
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ringrazio molto della ospitalità che mi offri in tua casa anche quest'anno. Sai per esperienza che l'accetto sempre con piacere. Ed anche quest'autunno l'accetterò se potrò andare a farvi una visita. Ma ciò dipenderà dallo stato della mia salute. Sono ancora sofferente dell'influenza dell'inverno scorso. Mi sento molto debole specialmente sulle gambe. Ed ogni lavoro o sforzo m'affatica e mi spossa. L'andare e venire, ben inteso in vettura, lo stesso giorno da Castellamonte a Villa e viceversa sarebbe per me nello stato attuale una fatica eccessiva. E non so ancora se a Villa Lionello potrà accomodarmi due buone stanze, con gli accessori, una per me e una per il mio domestico, per dormire e soggiornarvi. I negoziati per la compera della casa Derossi: trascinano ancora e l'adattamento esigerà un tempo non breve. Ma se potrò fare la gita ti pregherò certamente di darmi l'ospitalità per una o due notti. So che a casa tua si mangia bene e non vi manca nulla. Ma puoi dire a Virginia che purtroppo non potrò fare onore alla sua mensa, poichè i medici mi interdiscono la carne e il pesce, ed io vivo ora di latte e caffè con pane il mattino, ed a pranzo e cena debbo accontentarmi d'ova, legumi, minestre e frutta cotta. Fino al 20 di questo mese starò quì a San Pellegrino. Ti farò sapere a suo tempo quello che potrò fare circa i miei movimenti. saluta Virginia e ricevi una buona stretta di mano del Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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San Pellegrino, Bergamo, Grand Hotel - 13 settembre 1906
Grazie delle buone notizie del nipotino e di Natale. Io proseguo la mia cura a queste acque, e spero averne qualche profitto. Ma non sono ancora del tutto contento. Saluta Virginia e voi tutti, augurandovi buona salute. Tuo affezionatissimo cognato Nigra
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Torino, 8 ottobre 1906
Cara sorella, per mezzo della posta ti fo rimettere L. mille, che spero ti giungeranno senza ritardo. Mi rincrebbe molto di non aver potuto andare a farti una visita, come avevo desiderato; ma purtroppo non sono proprio nel caso di fare questo viaggio. Sono molto indebolito e non in condizione di muovermi ed affaticarmi. Ho visto con molto piacere Derossi e Vico (il nipote Ludovico ndr), e mio figlio con sua moglie col bimbo hanno passato una giornata con me. Li ho trovati tutti in florida salute. Io partirò venerdì per Roma. Vi auguro a tutti un buon autunno. E spero di vedervi, se la mia salute si consolida, nella prossima estate. Ti abbraccio affettuosamente. Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Roma, Trinità dei Monti 18, 30 ottobre 1906
Cara sorella, ho ricevuto ieri la cassetta che mi hai spedito, coi tre vasetti di frutta ed uno di pomo d'oro. Tutto arrivò in buone condizioni e ti ringrazio. Mi è giunta oggi la dolorosa notizia della morte della nostra buona zia Clotilde. Ne sono profondamente afflitto. Essa fu costantemente afrfewttuosa per tutta la nostra famiglia, ed era l'una delle poche persone superstiti che ricordava e parlava con affezione dei nostri poveri genitori. Io la stimava e l'amava, e ne ero ricambiato da eguale stima ed affetto. Non so consolarmi della sua perdita. Ho avuto dal cugino Gio Revelli la notizia che Angelo (il marito Derossi ndr) ha avuto qualche disturbo gastrico. Questa notizia mi turba, e vorrei essere assicurato che si è interamente rimesso. Fammi scrivere da Vico. Le mie notizie lasciano ancora a desiderare. Ma spero di andar migliorando gradatamente. Credimi sempre Tuo affezionatissimo fratello Costantino
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Telegramma da Roma - 23 dicembre 1906
Da alcuni giorni soffro d'accessi d'asma. Dolorosi ma non inquietanti. Negli intervalli sto alzato. Telegrafate processo malattia che spero si risolverà favorevolmente. Costantino
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Telegramma da Roma - 24 dicembre 1906
Accessi asmatici continuano sebbene meno intensi. Tornerò a telegrafare. Costantino
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Telegramma da Roma - 25 dicembre 1906
Passai notte abbastanza bene. Condizioni generali migliori. Costantino
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Telegramma da Roma - 26 dicembre 1906
Continua miglioramento leggero. Costantino
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Telegramma da Roma a Mattioda Lodovico - 29 dicembre 1906
Conte Nigra malato. Accesso d'asma doloroso ma non inquietante. Notizie prese direttamente da Conte. Saluti auguri affettuosi. Cigliana
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LETTERE AL FIGLIO LIONELLO
Di lettere al figlio ne sono giunte a noi poche. Lionello rappresentò sempre un grosso problema per il padre. Manesco da bambino tanto da prendersi a botte col figlio di Napoleone III in Collegio a Parigi, da cui fu l'anno successivo trasferito in Germania. Poca voglia di studiare tanto che la Laurea in Mineralogia la conseguì a trent'anni compiuti. Viveva alle spalle del padre che gli passava una pensione mensile, e faceva debiti che il padre doveva appianare. Si sposò anche all'insaputa del padre con cui si riappacificò soltanto negli ultimi anni di vita. Il padre corrispondeva con lui prima tramite il fratello Michelangelo e poi, dopo la sua morte avvenuta nel 1893, tramite il cognato Angelo Derossi, secondo marito della sorella Virginia.
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Roma, 18 Trinità dei Monti - 3 dicembre 1899
Caro figlio, giacchè Roma si trova sulla tua strada, io ti aspetterò quì. Ma ti prego di venire prima del 13 corrente. Avvertimi con un telegramma del giorno e dell'ora dell'arrivo. Ma procura di prendere il treno che parte da Torino alle 19 e arriva a Roma il giorno dopo alle 13.10. E' del resto il più comodo, se come credo, puoi dormire in vagone. Io andrò ad aspettarti alla stazione. Tuo affezionatissimo padre Nigra
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Vienna, 16 aprile 1900
Caro figlio,
rispondo alla tua del 10, ricevuta ieri. Sono disposto a comprare i beni del nostro cugino Luigi Nigra Roletto del Capriolo, cioè le due casupole e i terreni attigui ai nostri situati al Capriolo, non quelli posti altrove (Filia, Cornia etc). Quando sia tempo mandami le occorrenti informazioni sui beni stessi e sul prezzo. Da quanto mi scrivi vedo che Luserna deve essere fuor discussione e così Baldissero. Io non voglio una bicocca, nè ambisco un castello. A me occorre naturalmente una casa, che si possa al bisogno accomodare, ma sopratutto spazio per girare a piedi, a cavallo, in carrozza, perchè il moto e l'aria aperta sono la mia salute. E ci vorranno anche alberi senza spazio; ed escludo anche le vigne. Anche S.Giorgio in Monferrato, che mi era stato di già proposto, va escluso per le stesse ragioni, non essendoci nè campi, nè boschi, nè prati, nè nude brughiere. Sulle proprietà Parella-Vische-Roppolo mandami quando potrai informazioni un po' più estese, circa la misura degli ettari, il prezzo etc. Che cosa è il Brian? A chi appartiene? Ti auguro, a te e a tua moglie, buone feste di Pasqua. Tuo affezionatissimo padre Nigra
PS. Spingi la compra Alessio
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Roma, 18 Trinità dei Monti - 9 novembre 1900
Caro figlio, ho parlato con la Principessa Ginetti. Mi disse che non aveva intenzione di cedere la sua proprietà. Dunque da quel lato non c'è da pensare. Tuo affezionatissimo padre Nigra
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Ricevuta del figlio in data 12 agosto 1904
Ricevo da mio padre il C.te C. Nigra la somma di Lire duemila ammontare della mia pensione per i mesi di Settembre, Ottobre e Novembre prossimi venturi. Villa Castelnuovo - Lionello Nigra
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Villa Castelnuovo, 9 agosto 1904
Caro padre, ho ricevuto oggi la tua lettera e mi sono affrettato a confabulare colla Sg.ra Chiono che ho trovato incrollabile nelle sue pretese di 90.000 lire. Questo presso è esorbitante, fuori da ogni ragione. So di buona fonte che la sola offerta per il complesso della proprietà fu di 14.000 L. e per la metà del tutto di L. 8.000 come ebbi a dirti. Ho dunque declinato senza rammarico di proseguire nelle trattative. Ho invece preso, con la suddetta Chiono, immediato accordo per l'acquisto di un appezzamento in Peagno e di un minuscolo bosco che essa non vuol separare dal precedente, sito vicino alla Guardia, a L. 20 per tavola di 38,6 metri più la casa in Peagno col terreno attiguo per L. 700. Se tu mi mandi Mille Lire e la mia pensione ti manderò subito l'istrumento rogato colla registrazione e il certificato ipotecario. Ciò che importerà in più delle mille lire me lo manderai con tuo comodo quando sapremo la somma esatta spesa da me. Se non hai nulla in contrario farò constare in istrumento solo 500 delle 700 lire per pagar meno al fisco ma se preferisci invece che figuri la somma integrale fammelo sapere. Quanto risparmi a questo titolo non comprendo la colonna Chiono. Spenderai molto più proficuamente al Castello, se come me ne dà affidamento. Boggio riesce a cavare qualcosa dal tuo attuale possesso. Il proprietario del Dolce, dopo avermi promesso e fatto aspettare Lunedì e martedì non si è più lasciato vedere e cercatolo mi fu detto essere in montagna. Vedrai che anche costui ci domanderà l'Eldorado in cambio della sua acqua fresca! frutto delle sue indicazioni sui guadagni da farsi a tue spalle. Ad ogni modo lo stringo da vicino per avere una risposta precisa ed occorrendo gli darò una caparra. Essendo questo il solo mezzo da usarsi coi nostri del luogo per cui l parola è puro fiato. In attesa di un riscontro ti abbraccio sudando per l'inusata temperie di questa canicola. Tuo affezionatissimo figlio Lionello Nigra
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Roma, 18 Trinità dei Monti - 22 marzo 1906
Caro figlio, ho ricevuto la tua lettera e te ne ringrazio. Ti mando colla posta i piani della casa Derossi a Villa, che erano stati preparati l'anno scorso a cura di Gio Revelli. La tua lettera non è incoraggiante per l'acquisto. D'altro lato nelle condizioni sempre precarie della mia salute, non posso occuparmi di quest'affare. Ti rivolgo adunque la domanda. Vuoi tu incaricarti di procedere alla conclusione di questo affare? Ti prego d'una risposta pronta e schietta ai seguenti quesiti:
1° Può la casa offrire un alloggio temporaneo per me, per un mio domestico, per un amico e per il suo domestico?
2° Si può ridurre una scuderia per quattro cavalli ed una rimessa per due landau?
3° Si può organizzare una cucina con l'alloggio per la cuoca?
4° Vi è posto per qualche persona di servizio (cocchiere, massaro o portiere)?
5° C'è modo di far comunicare per una scala interna le camere situate allo spigolo suddetto del 1° piano con quelle del 2°?
6° Si possono stabilire i WC inodori in numero sufficiente?
Puoi tu e vuoi tu incaricarti di questi aggiustamenti con Revelli? Puoi tu e vuoi tu incaricarti dell'amministrazione?
Il reddito potrà coprire le imposte e le spese di conservazione e amministrazione?
La somma per la compra era calcolata, come vedrai dai calcoli annessi ai piani, a Lire 39.000. Bisognerà dedurre l'equivalente dei guasti e del disboscamento. Calcolando approssimativamente ma largamente, per qual somma si dovrà contare per aggiustar la casa, senza procedere a substruzioni etc? Ma tenendo conto che porte e finestre debbono essere in ordine? Esamina e rispondi. Quando avrò le tue risposte scriverò a Revelli per il si o per il no.
Mi congratulo per il tuo bel colpo sul balenotto. Veramente non m'attendevo a questa caccia di nuovo genere e veramente straordinaria. Auguro a te ed alla famigliola eccellente salute. Tuo affezionatissimo padre Nigra
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San Pellegrino Terme, Grand Hotel - 3 settembre 1906
Caro figlio, risposta alla tua del 28 agosto. Consento che la compra sia fatta in capo a Nino (così dovuto chiamare famigliarmente il bimbo) coll'usufrutto a me prima, poi a te ed a tua moglie, se superstite e non passata a seconde nozze. In fretta ma cordialmente. Tuo affezionatissimo PADRE
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San Pellegrino Terme, Grand Hotel - 6 settembre 1906
Carissimo figlio, ho ricevuto la tua del 17 corrente. Tutto ciò che mi scrivi sta bene. Per tua regola t'informo che il mio arrivo a Villa non sarà prima del 1° ottobre. Verrò probabilmente da Torino. Ma mi riservo di scriverti più tardi, e darti informazioni più precise. Intanto prendi nota di quella data. Forse ti pregherò di venirmi a prendere a Torino. Tuo affezionatissimo padre Nigra
LETTERA ALLA NUORA TERESA MARTEN PEROLIN IN NIGRA
Vienna, 20 novembre 1893
Preg.ma signora Nuora, oggi soltanto, tornato a Vienna, ho trovato la sua lettera del 9 C.te .
Mi affretto a mandarle quì unito un assegno sulla manifattura di Cuorgnè per L. 500 a favore del Capo Mastro Vercellone, che la prego di rimettergli. Prendo atto con piacere di quanto ella mi scrive. Io fo assegno sopra di Lei perchè voglia continuare a far buona compagnia e a dare buoni consigli a mio figlio. Entrambi potranno contare sulla mia benevolenza. Suppongo che Lionello trovasi in Sicilia e pertanto dirigo a Lei questa lettera assicurata. Voglia credermi, come sono sinceramente Suo devotissimo suocero Nigra